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domenica 19 maggio 2024

LA RISPOSTA DI DIO ALL'UOMO. / Pentecoste 2024.


Tutti conoscono più o meno il testo degli Atti degli Apostoli di oggi, in cui si narra l’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa radunata in preghiera con gli Apostoli e Maria, la Madre di Gesù e altri (Atti 1, 14-15). Si conosce meno il testo che, la sera prima, apre la Veglia e racconta l’episodio della Torre di Babele e il suo collegamento con la Pentecoste cristiana. 

Gli uomini erano uniti e si erano messi d’accordo per un progetto grande che avrebbe dato loro prestigio, ordine, sicurezza. Ma Dio interviene comportandosi in modo “cattivo” distruggendo questo progetto unitario. Sembra il Dio geloso della felicità e della realizzazione piena dell’uomo di cui parla il serpenteSatana ad Adamo ed Eva nell’Eden o il mito di Prometeo. Qualche giorno fa ho commentato una citazione di Nietzsche (La Gioia del Vangelo: SI PUÒ ESSERE "AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE?" / una riflessione 16 - 05 - 2024. ). Anche Nietzsche nota che l’uomo deve crescere, migliorare. Ma, secondo lui, lo può fare solo contro Dio e la morale da schiavi che è il Cristianesimo. Solo così si libererà dalla condizione di bestia e diventerà il Superuomo, costruendosi da solo secondo la sua volontà di potenza e guidato dall’orgoglio. L’esito della volontà di potenza di Nietzsche fu la pazzia. Il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini attinsero a  piene mani nelle idee di Nietzsche con le conseguenze che conosciamo. Quando Putin dice che “la Russia non ha frontiere” cosa manifesta se non una chiara volontà di potenza criminale che si esplica nei vari conflitti provocati dalla Russia, in particolare da trent’anni a questa parte? 

Dio ha fatto quindi bene a confondere le lingue degli uomini, a far diventare la Torre da “Bab El", la Porta di Dio, a “Balàl” ossia “confusione. 

La risposta di Dio al peccato di Babele, all’imperialismo dei cattivi, non è un imperialismo buono o dei buoni, ma è la Pentecoste, è lo Spirito di Dio che si manifesta nella morte per amore sulla croce di Gesù di Nazareth e si effonde dalla sua debolezza voluta in una fiducia illuminata e incrollabile nell’Amore. Mentre le lingue animate dallo spirito umano di potenza non riescono ad essere uno strumento di comunicazione, l’Amore divino diventa una lingua universale, comprensibile a tutti. 

Alla Globalizzazione portata avanti dalle potenze occidentali, Papa Giovanni Paolo II oppose la realtà della Chiesa e in particolare volle le Giornate Mondiali della Gioventù. Papa Francesco aggiunge l’immagine del Poliedro: una realtà unica composta da parti che non perdono le loro caratteristiche ma sono come una faccia diversa, che conserva la sua unicità e arricchisce il tutto. Il preservare l'identità di ogni parte non svaluta la necessità o il bene dell’unione delle parti. Papa Francesco nota che il tutto è superiore alla somma delle parti. 


Prima Lettura  Gn 11,1-9  La si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra.

Dal libro della Gènesi

Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono.

Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».

Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro».

Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. Parola di Dio 


Prima Lettura  At 2, 1-11  Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Dagli atti degli apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».


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