(questo post continua il discorso sui quadri della chiesa di Vallesana nella nostra parrocchia che trovi nei post del martedì 30 marzo '21 "DALLE IMMAGINI DELLO SCANDALO ALL'OTTIMA REAZIONE DEL VESCOVO"; e prosegue nel post del 9 aprile '21 "I QUADRI DELLA MADONNA DI VALLESANA. ALCUNE RISPOSTE")
Mentre il Servo di IHWH sa di non restare
confuso perché senza peccato, non è così per i
discepoli. Infatti quando Gesù, mentre mangiano la Pasqua, annuncia che uno
di loro lo tradirà, tutti vedono la propria fragilità, ambiguità e confusione: potrei essere io a tradire. Ho zone grigie, anzi, sono peccatore,
e non sono confermato in grazia. “Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,
abbi pietà di me peccatore!” Questa invocazione è la base della preghiera del cuore.
Le letture di questi giorni e l’intervento del vescovo
sulle immagini della Rettoria di Vallesana (vedi post di ieri) hanno sollevato di nuovo molti interrogativi
e anche proteste: Ma Gesù dice di non giudicare… anche papa Francesco lo dice,
ecc. La Chiesa è piena di pedofili, come si permette di parlare?
Non sai quello che l'altro ha nel cuore, ecc. …
Il Vangelo non è una poltiglia. In Calabria Papa Francesco ha abbracciato un uomo in carcere duro a cui era stato ucciso il padre e il bambino di tre anni. Poche ore dopo ha detto che chi si affilia a un’organizzazione malavitosa è scomunicato. Coerenza evangelica totale nei due casi! Umanità e Verità unite sono la vera Misericordia. La poltiglia non è misericordia. Nessuno può giudicare lo stato soggettivo di uno, chiunque egli sia. Ma ci sono i fatti oggettivi. Il vescovo ha fatto solo il suo dovere chiedendo di togliere le immagini di Vallesana, per il bene di tutti. Lorenzo Nuvoletta ha seguito pubblicamente un cammino di morte. Non dirlo oggi sarebbe avvelenare la fede di molti. La Chiesa, fatta di peccatori, deve aiutarci tutti a progredire nella verità e deve annunciare la verità del Vangelo invitandoci alla conversione. La salvezza è possibile per ogni uomo, ma non senza conversione. E' offerto a tutti gratuitamente l’Amore di Dio attuato in Gesù Cristo per il perdono dei peccati (quelli concreti di ognuno di noi) e possiamo finalmente essere liberati da essi. Ma per questo bisogna pentirsi e seguire Cristo. Chi non lo fa, non ha posto nella Chiesa.
Mentre gli apostoli prima della Pentecoste non conoscono ancora bene Gesù (“voi chi dite che io sia?”, “volete andare via anche voi?”, “Và dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”) e non conoscono ancora il loro cuore (“In verità io ti dico: proprio tu mi rinnegherai …”), dopo la Pentecoste sono fondati nella verità, sono stati testimoni delle sofferenze di Cristo e fatti partecipi della gloria che deve manifestarsi (cf 1P 5:1). Certamente rimangono fragili e devono combattere ancora spiritualmente (cf Rom 7,24; Gal 2,11 ss.). C'è un prima e un dopo la Pentecoste. Una condizione per essere apostolo è di conoscere bene Gesù e l’opera di Dio (vedi Atti 1,21). È una follia avere la presunzione di insegnare agli altri quando non si conosce il Signore o di permettere a qualcuno di farlo. Il Vangelo è fatto per i semplici ma non per i saputelli. La chiave per comprenderlo è Cristo umiliato nella morte di croce e costituito Signore nella Risurrezione. Solo sottomettendomi al Mistero Pasquale avrò lo Spirito Santo. Prima della conversione san Paolo conosceva molto bene la Scrittura ma perseguitava la Chiesa. Con la conversione la sua conoscenza delle Scritture prese vita e divenne feconda.
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
(Terzo canto del Servo del Signore)