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mercoledì 30 ottobre 2024

POLEMICHE SU POKEMON / La mascotte del Giubileo 2025




Ieri è stata svelata "Luce" la mascotte del Giubileo 2025. Una figurina di ragazza col K Way giallo, rosario al collo con i colori dei rosari dell’infanzia missionaria che simboleggiavano i 5 continenti quando ero bambino, prima del Concilio, bastone di pellegrino in mano, col gancio per appendere eventualmente la borsa e vari altri usi.

Pellegrino col bastone munito di gancio.


 Ai piedi stivali di gomma che non sceglierei per camminare ma più semplici da riprodurre di scarponi di marcia, specialmente su formati più piccoli. Negli occhi grandi e luminosi la conchiglia tipica dei pellegrini di Santiago di Compostella...

Piace, non piace? I gusti sono liberi. Credo che piacerà alla maggioranza. 

lunedì 28 ottobre 2024

LA CHIESA SINODALE DEI SANTI SIMONE E GIUDA / 28 ottobre, SS Simone e Giuda, 2024.



La Chiesa dei santi Simone e Giuda era certamente sinodale. Ce lo spiega Paolo : “Fratelli, voi (tutti) non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio”. Tutti, con la stessa dignità, membri di un unico Corpo Sacramento di Cristo e quindi rivelazione e strumento di Dio per la salvezza del Genere Umano. Unica dignità, unica missione. Nella stessa lettera Paolo ritorna sulla comunione che deve caratterizzare la comunità-chiesa: “Vi esorto dunque ... a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l`unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.“  (Efesini 4,1-6). 

È lo Spirito che crea la comunione come ha ripetuto infinite volte il Papa a proposito del Sinodo. Ma la comunione in cui tutti sono fratelli e sorelle con la stessa dignità, ha una struttura: Siete “edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù”. Cristo, creduto, conosciuto, vissuto, nella Chiesa ossia guidati dagli apostoli e profeti. Non c'è un’altra Via. Cristo Gesù è il kerigma, è il mistero pasquale, è l’umiliazione della croce e la forza liberatrice della Risurrezione, è il Volto del Dio Vivente che che fa “sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Matteo 5,45), cioè ama i suoi nemici e intercede per i suoi persecutori sulla croce e ci invita a seguirlo per essere anche noi veri figli del Padre celeste (cf. Mt 5,44-45).

Solo se c'è alla base il kerigma, lo Spirito effuso dal Cristo morente nel suo sacrificio d’amore “fino alla fine”, allora, aiutati dalla struttura visibile, apostolica, “tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; … edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito”


Prima Lettura  Edificati sopra il fondamento degli apostoli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni  Ef 2,19-22

MANTELLO NELLA BIBBIA / Approfondimento del Vangelo di ieri, XXX Dom. del T.O., B, 2024


Nel Vangelo di ieri, il cieco getta via il suo mantello per arrivare liberamente a Gesù e ho sottolineato il valore spirituale di questo gesto, mettendo in risalto alcuni aspetti (La Gioia del Vangelo: GETTA VIA IL MANTELLO, VA VERSO GESÙ / XXX Dom T.O., B, 2024). Ho fatto una breve ricerca delle parole "mantello" e "mantelli": in
 tutto 86 volte nella traduzione CEI del 1974. Per chi volesse avere una visione globale delle situazioni in cui si trova "mantello", ecco le citazioni complete dei versetti significativi, raggruppati secondo una classificazione sommaria. Potrebbe essere il punto di partenza di una Scrutatio. 


VALORE ECONOMICO DEL MANTELLO

Esodo 22, 25-26

25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l`aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso.

Deuteronomio 24, 13

13 Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti; questo ti sarà contato come una cosa giusta agli occhi del Signore tuo Dio.

domenica 27 ottobre 2024

GETTA VIA IL MANTELLO, VA VERSO GESÙ / XXX Dom T.O., B, 2024



Un cieco siede lungo la strada a mendicare. Non è nato cieco. Prima vedeva. Adesso brancola nel buio. Questo episodio ha un senso spirituale. Infatti segue la guarigione di un altro cieco (Mc 8,22-26) collocata appena prima che Pietro riconosca in Gesù il Cristo. Gesù guarisce quel cieco in più volte, come Pietro ha progressivamente aperto  gli occhi sulla verità della fede. Ma da quel momento Gesù annuncia 3 volte la sua passione, precisa le condizioni per essere suo discepolo, per scacciare i demoni, il doversi distaccare dal peccato (se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo…), ricorda l’indissolubilità del matrimonio, l’incompatibilità tra l’attaccamento alle ricchezze e il Regno di Dio. Quei due ciechi sono uno solo. Ha visto aprirsi un orizzonte meraviglioso nell'amore di Gesù, adesso è sgomento, ricade nella sfiducia… 

È ridotto a mendicare. Come cieco non può più fare progetti, è condannato a sopravvivere magramente da quello che gli danno gli altri. Aveva intravisto qualcosa di grande che poteva appagare il suo cuore, ormai nulla può soddisfarlo davvero. 

Ma Gesù passa di nuovo nella sua vita. Ed egli grida dal profondo della sua cecità. Inizialmente ostacolato, grida più forte. Gesù, quando sente che questa invocazione è sincera, perseverante, lo fa chiamare. 

Il cieco balza in piedi, una reazione immediata, decisa. Ma soprattutto getta via il suo mantello. Il mantello per un cieco è la sua sicurezza. Se lo smarrisce potrebbe non ritrovarlo. Ed è costoso. Esodo e Deuteronomio ce lo dicono: “Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, …; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l`aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso”. (Esodo 22, 25-26; Deuteronomio 24, 13). Anche per san Paolo il mantello costa: “Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene.“  (2 Timòteo 4, 13; vedi Isaia 3,6). Simboleggia inoltre la personalità e la dignità (1 Samuele 18, 4; 1 Re 19, 19; Giobbe 29,14; Marco 5, 28; Apocalisse 19, 16), e quindi anche la dignità della sessualità (Deuteronomio 27, 20; Rut 3, 9), ecc.). (Per chi vuole approfondire e trovare le citazioni intere: La Gioia del Vangelo: MANTELLO NELLA BIBBIA / Approfondimento del Vangelo di ieri, XXX Dom. del T.O., B, 2024)

Segno della fede è gettare via il mantello, lasciare indietro le sicurezze, materiali o sociali, mettere il proprio io in secondo piano per aprirsi all'incontro con Dio. 

Riporre la propria fiducia (fede) nelle sicurezze materiali, nei titoli, nel proprio ego, ci impedisce di appoggiarci alla croce, alla verità che ci apre la vita. Queste sicurezze di fatto ci rendono immobili e mendicanti mentre la verità non si acquista possedendola ma lasciando tutto per seguire Cristo. La Vita e la Verità sono un camminare, una Via. Chiamato da Gesù quell'uomo ricomincia a vedere e segue Gesù lungo la strada. 


Prima Lettura  Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.

Dal libro del profeta Geremìa  Ger 31,7-9

giovedì 24 ottobre 2024

DIO GUARISCE E SVILUPPA TUTTO L'UOMO, GLI APRE LA VITA / Giovedì XXIX sett. T.O., pari, 2024.


Abbiamo ricordato ieri che non siamo molto interessati a Dio ma cerchiamo noi stessi in ogni cosa, apparire, comandare sugli altri, vantarci, o ottenere grazie materiali. E che il Signore nel suo amore infinito usa anche il rimprovero e le minacce per scuoterci o metterci dei paletti che ci impediscano di perderci La Gioia del Vangelo: PERCHÉ GESÙ CI MINACCIA DI MORTE ? È ANCORA AMORE? / Mercoledì XXIX sett. T.O., 2024). Santa Teresa d’Avila stessa riconosceva che le è capitato che la paura dell’inferno l’ha preservata dal commettere un peccato mortale. Ma lo scopo di Dio non è tenerci schiavi ma renderci felici: “E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". (Romani 8, 15). 

È  il senso della prima lettura di oggi. Dopo aver esposto che inizia un’era nuova, di libertà e di comunione nell’Amore con Dio, un’era di privilegiati perché Dio si è compiaciuto di chiamarci suoi amici senza merito nostro, Paolo sottolinea la sua conoscenza del Mistero che si compie nel Cristo, e infine - questo è il brano di oggi - esulta di fronte a questo Amore che va aldilà di ogni nostro domandare o ragionare. Può infatti essere conosciuto solo attraverso la luce dello Spirito, come dono rivelato. E Paolo prega affinché tutti nella comunità possano ricevere questo dono. 

Per riceverlo bisogna però desiderarlo e aprirsi a Dio, abbandonarsi a lui. Santa Teresa che era molto avanti già nella vita spirituale confessava che ci voleva coraggio per abbandonarsi totalmente allo Spirito Santo. Ma egli che è come il vento e ci rende simili a lui, è anche “pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza”, oltre che “amore, gioia, pace e dominio di sé”. Lo Spirito Santo è armonia che rispetta la personalità di ciascuno di noi, guarendola e permettendole di svilupparsi. La santità di Teresina che le ha permesso di diventare Dottore della Chiesa passa per “la piccola via” fatta di azioni che rimangono piccole ma sono animate da un totale abbandono. Carlo Acutis l'ha concretizzata in un’infinità di azioni per lo più nascoste e comunque accessibili a un bambino e giovane adolescente che va a scuola e vive in famiglia. Eppure aveva quel fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra e questo fuoco ha dato una risonanza universale alle sue azioni di bambino e adolescente. Certo l'abbandono a Dio nella piccola via ha dato a Teresina l'audacia di chiedere udienza al Papa e di fare uno stupendo viaggio in Italia a 14 anni. L'abbandono a Dio ha permesso a Carlo Acutis di sviluppare i suoi talenti intellettuali e di lavoro e di creare Mostre digitali che avevano già una risonanza mondiale dal suo vivo. Dio ci apre la vita, guarisce e sviluppa tutto l'uomo. L'abbandono a Dio mi ha permesso di ascoltare questa lettura in modo provvidenziale nel santuário do Bom Jesus a Coimbra. 


Prima Lettura  Radicati e fondati nella carità, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni  Ef 3,14-21

VEDERE DIO / 06 Colloquio con Motovilov



Vedere Dio


— Padre, gli dissi, voi parlate sempre dell’acquisizione della Grazia dello Spirito Santo come il fine della vita cristiana. Ma come la posso riconoscere? Le buone azioni sono visibili. Ma lo Spirito Santo può essere visto? Come posso sapere se Egli è in me oppure no?

— Nell’epoca nella quale viviamo, rispose lo starez, si è giunti ad una tale tiepidezza nella fede, a una tale insensibilità nei riguardi della comunione con Dio che ci siamo praticamente distanziati quasi totalmente dalla vera vita cristiana. Oggi alcuni passi della Santa Scrittura ci paiono strani. Ad esempio quello in cui lo Spirito Santo, attraverso la bocca di Mosé, dice: «Adamo vedeva Dio mentre passeggiava nel paradiso» (Gn 3, 8), o quando leggiamo nelle lettere di San Paolo che l’Apostolo viene impedito dallo Spirito Santo a proclamare la parola in Asia e invece lo accompagna in Macedonia (At 16, 6-9). In molti altri passi della Sacra Scrittura si ritrovano simili temi sull’apparizione di Dio agli uomini. […]

LA PREGHIERA / 05 Colloquio con Motovilov





La preghiera


Oh! Quanto vorrei, amico di Dio, che in questa vita voi siate sempre con lo Spirito Santo. «Vi giudicherò nella situazione in cui vi troverete» dice il Signore (Mt 24, 42; Mc 13, 33-37; Lc 19, 12 e seguenti). È una disgrazia veramente grande se egli ci trova appesantiti dalle preoccupazioni e dalle pene della terra perché Egli potrebbe adirarsi nel qual caso chi gli potrebbe resistere? È per questo che è stato detto: «Vegliate e pregate per non essere indotti in tentazione» (Mt 26, 41), il che comporta non essere privati dallo Spirito di Dio visto che le veglie e la preghiera ci donano la Sua Grazia. Sicuramente ogni buona azione fatta in Nome di Cristo dona la Grazia dello Spirito Santo, ma è soprattutto la preghiera che ottiene ciò al di sopra d’ogni altro mezzo, essendo essa sempre nelle nostre possibilità. Ad esempio, voi avete il desiderio di recarvi in chiesa, ma essa è troppo distante o la liturgia è finita; avete il desiderio di fare l’elemosina, ma non vedete alcun povero o non avete il denaro; volete rimanere vergini ma non avete sufficiente forza per esserlo a causa della vostra costituzione o a causa degli attacchi del nemico davanti ai quali non potete resistere per la debolezza della vostra carne; vorreste fare una buona azione nel Nome di Cristo ma non avete sufficiente forza per eseguirla oppure l’occasione non si presenta. Per quel che riguarda la preghiera nulla la impedisce: ognuno ha la possibilità di pregare, il ricco e il povero, l’uomo benestante e quello indigente, il forte e il debole, il sano e il malato, il virtuoso e il peccatore.

LA PARABOLA DELLE DIECI VERGINI / 04 Colloquio con Motovilov




La parabola delle vergini

Nella parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte (Mt. 25, 1-13) quando quest’ultime finiscono l’olio viene detto loro: «Andate a comperarlo al mercato». Tornando esse trovano la porta della camera nuziale chiusa e non possono entrare. Alcuni pensano che la mancanza d’olio delle vergini stolte simbolizzi l’insufficienza di azioni virtuose nel corso della loro vita. Tale interpretazione non è esatta. Quale mancanza d’azioni virtuose potevano avere, visto che vengono chiamate comunque vergini, anche se stolte? La verginità è una grande virtù, uno stato quasi angelico che può sostituire tutte le altre virtù. Io, miserabile, penso che mancasse loro proprio lo Spirito Santo di Dio. Praticando le virtù, queste vergini spiritualmente ignoranti, credevano che la vita cristiana consistesse in tali pratiche. Ci siamo comportate in maniera virtuosa, abbiamo fatto delle opere pie — pensavano loro — senza preoccuparsi se avessero ricevuto o no la Grazia dello Spirito Santo. Su questo genere di vita, basato unicamente sulla pratica delle virtù morali senza alcun esame minuzioso per sapere se esse ci ottengono — e in quale quantità — la Grazia dello Spirito di Dio, è stato detto: «Alcune vie che paiono inizialmente buone conducono all’abisso infernale» (Pr 14,12). Parlando di queste vergini, nelle sue Epistole ai Monaci Antonio il Grande dice: «Parecchi tra i monaci e le vergini ignorano completamente la differenza che esiste tra le tre volontà che agiscono dentro l’uomo. La prima è la volontà di Dio, perfetta e salvatrice; la seconda è la nostra volontà umana, che per se stessa non è né rovinosa né salvatrice; la terza — quella diabolica — è decisamente nefasta. È questa terza nemica volontà che obbliga l’uomo a non praticare assolutamente la virtù o a praticarla per vanità o unicamente per il «bene» e non per Cristo. La nostra seconda volontà ci incita a soddisfare i nostri istinti malvagi o, come quella del nemico, c’insegna a fare il «bene» in nome del bene, senza preoccuparsi della grazia che possiamo acquisire. Quanto alla terza volontà, quella salvatrice di Dio, essa ci insegna a fare il bene unicamente per il fine di acquisire lo Spirito Santo, tesoro eterno ed inestimabile, che non può essere uguagliato con nulla al mondo».

ACQUISIRE LO SPIRITO SANTO VERO FINE DELLA VITA CRISTIANA / 03 Colloquio con Motovilov



L'acquisizione dello Spirito Santo

Acquisire lo Spirito di Dio è dunque il vero fine della nostra vita cristiana al punto che la preghiera, le veglie, il digiuno, l’elemosina e le altre azioni virtuose fatte in Nome di Cristo non sono che dei mezzi per tal fine.

— Che significa acquisirlo? Domandai a Padre Serafino. Non ne capisco bene il significato.

mercoledì 23 ottobre 2024

PERCHÉ GESÙ CI MINACCIA DI MORTE ? È ANCORA AMORE? / Mercoledì XXIX sett. T.O., 2024



Cercate di capire questo ! Noi tutti moriremo e non sappiamo quando.  

Cercate di capire questo ! Dio ci ama e ci offre un amore infinito, misericordioso pronto a ricominciare da capo a gettarsi alle spalle il nostro peccato, ci offre una vita meravigliosa, la gioia del paradiso ma, come constatiamo nella nostra propria vita e nella vita di tante persone, quella spinta a servire Dio per lui stesso, quella disposizione a perdere la nostra vita per il Regno di Dio e la salvezza dei fratelli, quella volontà ferma di lasciare tutto per seguire Gesù, manca. 

Allora Gesù ci fa riflettere, anzi, ci minaccia!

«Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». La Scrittura paragona spesso questa venuta del Signore - e in particolare la morte -  a un ladro di notte (Matteo 24, 43; Luca 12, 39; 2 Pietro 3, 10; Apocalisse 3, 3; Apocalisse 16, 15; 1 Tessalonicesi 5, 2. In questo caso “Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro” (1 Tess. 5, 4).

Ma questo è un atto d’amore nei nostri confronti, ci aiuta a prendere coscienza della verità, della realtà, e a fare scelte buone, coraggiose, a non lasciar passare il kairos, il momento giusto, propizio, a perseverare quando viene la stanchezza, il disgusto, la delusione, in una parola a vivere bene. Gli ammonimenti, le correzioni, possono essere salutari. Povere generazioni di giovani che non ricevono nessun rimprovero!

Gesù parla quindi di castigo per chi è infedele al proprio dovere, con una distinzione importantissima: hai sempre una coscienza che ti avverte e che devi ascoltare, anzi, affinare ogni giorno affinché la tua sensibilità si sviluppi. Ma è chiaro che non puoi essere castigato per quello che non sapevi di dover fare. La situazione migliore però è da una parte di conoscere la volontà di Dio e d’altra parte di cercare di compierla da servo buono e fedele. In quel caso entrerai attraverso l’abbraccio di Dio nella sua gioia. 

E Gesù introduce un’altra distinzione: chi ha ricevuto molto deve rendere conto di molto, ma chi ha accettato una responsabilità verso gli altri, un ministero e dovrà rendere molto di più. Ogni responsabilità è un'opportunità di santificazione ma anche un ministero di cui sarà chiesto conto con molta più esattezza. Sant’Agostino lo espresse con quella frase meravigliosa: "Nel momento in cui mi dà timore l'essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell'incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza". (Discorso 340).


Prima Lettura  Il mistero di Cristo è stato manifestato: le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni   Ef 3,2-12

martedì 22 ottobre 2024

COSA SIGNIFICA DIRE CHE GIOVANNI PAOLO II È SANTO? / 22 ottobre 2024, memoria di san Giovanni Paolo II.



La nostra parrocchia ha un legame particolare con san Giovanni Paolo II, e anche quasi tutti noi come singoli. Anche se come tutti gli uomini e tutti Papi ha fatto errori durante il suo pontificato ( “poiché tutti quanti manchiamo in molte cose”. (Giacomo 3, 2) ),  nessuno dubita che sia santo. Per presentarlo come Beato e poi come Santo, la Chiesa ha chiesto ogni volta una conferma al Cielo e i miracoli necessari sono avvenuti. Se è santo e ha voluto da sempre applicare il Concilio Vaticano II chiamandolo “la più grande grazia spirituale che la Chiesa abbia ricevuto durante il XX° secolo”, “dove io vescovo ho potuto fare la sintesi della mia fede”, meravigliato perché ha sempre potuto partecipare a tutte le Sessioni del Concilio mentre avere l’autorizzazione di uscire dalla Polonia comunista in quei tempi non era mai scontato, significa che il Concilio Vaticano II è santo, cioè opera di Dio, e quindi Magistero. Se è Magistero autentico, deve essere applicato. Come mai da parte di molti non si parla più del Concilio e della sua applicazione? Molti, nati dopo il Concilio, non ne sanno niente. La Storia insegna che come minimo un Concilio ecumenico ha bisogno di 100 anni per essere applicato. Ma poi l’applicazione totale e universale prende più tempo ancora. Si dice che il Concilio di Trento suscitato dallo Spirito Santo per rispondere alle sfide del 1500 è stato applicato in modo totale e universale solo nella prima metà del XX° secolo, cioè dopo 400 anni e quando altre sfide e i progressi negli studi del Cristianesimo antico cominciavano a richiedere un nuovo Concilio. 

Le nostre chiese si svuotano, i nostri battezzati si imbarbariscono assieme alle Società alle quali appartengono, come se il Cristianesimo avesse perso la capacità di incidere sull’uomo moderno. Ma è così, o è perché non si annuncia il Vangelo nella sua totalità, non si cerca di formare in modo adeguato le persone che poi, donando loro i sacramenti, dichiareremo iniziati al mistero cristiano? Il Cardinal Eijk di Utrecht in questa Olanda dichiarata sinistrata sul piano cristiano più di tutte le altre nazioni dopo il Concilio, dichiara: «le parrocchie che proclamano bene la fede e celebrano con dignità sono piene!» ( Cardenal Eijk: «Las parroquias que proclaman bien la fe y celebran con dignidad están llenas» - ReL). 

Una cosa è certa: Giovanni Paolo II è santo e il Concilio è Magistero. Anzi, il Concilio ha “fatto” Giovanni Paolo II, e Giovanni Paolo II ha contribuito a fare il Concilio e a divulgarlo, ad applicarlo. Questi due nomi non possono essere dissociati. Essere devoti di Giovanni Paolo II escludendo il Concilio non è possibile, come non è possibile essere entusiasti del Concilio ed escludere il Magistero successivo, e in particolare quello  di Giovanni Paolo II. Per favore “Nuova Evangelizzazione, Nuovi Metodi, Nuovo Ardore”! Non ritorno indietro, non appiattimento, non esclusione dei nuovi doni dello Spirito, anzi, delle sue Nuove Irruzioni come scrive il Cardinale Ratzinger (I PAPI DEL TERZO MILLENNIO - Nuove irruzioni dello Spirito - Edizioni San Paolo) 


Prima Lettura  Cristo è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni  Ef 2,12-22 

lunedì 21 ottobre 2024

NEL NOME DI CRISTO / 02 Colloquio con Motovilov.

Serafim di Sarov vede il Signore. Una visione meravigliosa.

Nel nome di Cristo

Ricordate che solo una buona azione fatta nel nome di Cristo ci procura i frutti dello Spirito Santo. Tutto quanto non è fatto in suo nome, fosse pure il bene, non ci può ottenere alcuna ricompensa, né nel secolo futuro, né in questa vita mentre su questa terra non ci dona la Grazia divina. È per questo che Gesù Cristo diceva: «Colui che non accumula con me disperde» (Lc 11, 23). Pertanto, si è obbligati a chiamare una buona azione «cumulo» o «raccolta», perché essa resta buona anche se non è fatta in Nome di Cristo. La Scrittura dice: «In ogni nazione colui che teme Dio e pratica la giustizia gli è accetto» (At 10, 35). Il centurione Cornelio, che temeva Dio e agiva secondo giustizia, fu visitato mentre pregava da un angelo del Signore che gli disse: «Manda dunque due uomini a Ioppe e fa’ venire un certo Simone soprannominato Pietro. Da lui ascolterai della parole di vita eterna con le quali sarai salvato con tutta la tua casa» (At 10, 5).

domenica 20 ottobre 2024

GESÙ "SIMPATIZZA" CON LE NOSTRE DEBOLEZZE / XXIX DOM T.O., B, 2024.



Siamo qui riuniti nel nome del Signore, presente realmente in mezzo a noi. Quell’uomo conosciuto durante la sua vita terrena da testimoni, è diventato il Mediatore, l’unico che ci permette di essere in comunione con Dio, il Vivente da sempre e il Creatore, l’Immortale che ci dona l’immortalità. Non cercare altrove, non lasciarti turbare, mantieni ferma la tua professione di fede. 

Perché Gesù è il Mediatore e l’unica figura che possa farci credere di essere salvi? Perché abbiamo tante prove della sua risurrezione, perché chi ha creduto pienamente in lui e ci ha annunciato la fede ha avuto una vita straordinaria. Ma anche perché ha abbracciato totalmente la nostra condizione umana. “Ciò che il Verbo non avesse assunto non potrebbe essere salvato” diceva un Padre della Chiesa. Ma questo va aldilà di un dato teologico: egli prende parte alle nostre debolezze,  “simpatizza” con esse. “Sinpathos” ci fa pensare a simpatia, ma il senso esatto è quello latino “Cumpatire”, patire con, compatire. È vero, la simpatia, quel modo diretto e semplice di entrare in contatto con gli altri, magari sollevando il loro morale, rende anche il senso profondo di cum patire, prendere parte  alle sofferenze degli altri appunto. È una grande visione di vicinanza che benché crediamo al Mistero dell’Incarnazione, tante volte non riusciamo a capacitarci di quanto sia reale e costante, attraversi tutta la nostra biologia e psicologia, i nostri sentimenti, amichevole e misericordiosa. Certo Gesù non ha peccato, ma caricandosi delle nostre debolezze, si è caricato anche delle conseguenze dei nostri peccati, dell’angoscia di essere rigettato da Dio, dannato. Gesù grida all’ultimo momento, quando gli rimangono pochi istanti da vivere: “mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato!”  Gesù sa ciò che c'è nel tuo cuore. 

Ecco allora l’invito ad accostarci al trono di Dio che è anche ormai quello del Figlio dell’Uomo, con piena fiducia nel giudizio che riceveremo (“parresìa” libertà di dire tutto, franchezza, fiducia nel giudizio), come un bambino va verso la madre e il padre e sa che non sarà rigettato. Infatti troveremo misericordia e grazia, sicuri di essere aiutati al momento opportuno.  


Prima Lettura  Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.

Dal libro del profeta Isaìa Is 53,10-11 

FRENA LA LINGUA... ALTRE CONSIDERAZIONI / 20-10-2024



Dal prendere coscienza del nostro dovere di annunciare il Vangelo, di annunciare la visione positiva di Dio più che i nostri mal di pancia, passiamo all’andare un po' più profondo sia nel guardarci dentro che nelle raccomandazioni della Scrittura.

Sulla trave che è in noi mentre gli altri hanno solo la pagliuzza, Romani dice: 

"Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. ... Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? O ti prendi gioco della ricchezza … della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: …. Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, perché presso Dio non c`è parzialità. … Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? … Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto. … ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio". (Rom 2,1.3-6.9-11.17-21.24.29). 

sabato 19 ottobre 2024

FRENA LA LINGUA, FRENA IL DITINO SULLA TASTIERA!


Come deve esprimersi un cristiano? 

Quando non sapevo ancora nulla, volendo essere sincero pensavo che essere burbero fosse una virtù. Fin quando un prete mi disse che il cristiano ha un tratto amabile. Anche se sono cambiato pochissimo, grazie a Dio almeno la mia visione della vita è cambiata. 

È molto chiaro che tutti noi abbiamo nel cuore delle ferite, delle pulsioni o passioni negative, spesso un guazzabuglio. Don Andrea Santoro, missionario mite ucciso nel 2006 in Turchia, che ha ancora un seguito molto grande a Roma e oltre, diceva di sé: “sono un diavolo che si sforza di fare il santo”. San Francesco confessava: “ se il peggiore criminale d’Italia avesse ricevuto la metà delle grazie che ho ricevuto io, sarebbe santo il doppio di me”. Serafino di Sarov la cui vita era un miracolo continuo diceva di sé “il miserabile Serafino". Tutti i santi e anche i mistici autentici delle altre religioni mettono in pratica questa parola di san Paolo: “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso” (Filippesi 2, 3). Questa stima deve estendersi a chi non fa parte del proprio gruppo o religione: “Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato”. (Romani 3, 9). Il dovere di dire la verità non deve generare un sentimento di superiorità: “Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male, e non per apparire noi superiori nella prova, ma perché voi facciate il bene e noi restiamo come senza prova” (2 Corinzi 13, 7). Non significa che non ci sia differenza tra bene e male ma, contro gli empi persino “gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore” (2 Pietro 2, 11).

giovedì 17 ottobre 2024

COME NON AIUTARE CRISTO IN QUESTA OPERA COSÌ BELLA? / Sant'Ignazio di Antiochia, 17 ottobre 2024.


L'antifona alla comunione di questo santo martire recita: “Sono frumento di Cristo: che io sia macinato dai denti delle belve per diventare pane puro e santo”. Ossia “che io sia sacramento di Cristo, che io sia Eucaristia”. C'è il sacramento sull’altare, nel tabernacolo, ma c'è anche la Chiesa che è sacramento di Cristo. Le comunità cristiane devono rivelare la presenza di Cristo. E i santi individuali che la Chiesa mostra come esempi, come misura evangelica (o canoni, per cui si dice che sono canonizzati) sono questi segni o sacramenti dell’opera dello Spirito, della Verità del Vangelo in ogni generazione. 

Ormai conosciamo la volontà del Padre, realizzata con pazienza e sapienza nel tempo: “ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra”. (Efesini 1,10). Come può un cristiano se ha incontrato Cristo, non avere il desiderio di aiutarlo a realizzare questo progetto? Prima incontrare Cristo. Poi conoscerlo sempre meglio per essere il suo strumento affidabile. Ma fin dal primo momento, se con umiltà e senza la presunzione di voler dare lezioni a tutti, egli lascia apparire il semplice fatto che Cristo sia nella sua vita e l’abbia salvato, è già una testimonianza valida. Coraggio dunque. Diventerà l'amore e il dinamismo che sosterrà tutta la tua vita!


Prima Lettura  In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.

QUAL È LO SCOPO DELLA VITA CRISTIANA? / 01 COLLOQUIO DI SAN SERAFINO DI SAROV CON MOTOVILOV



Ho solo menzionato il Colloquio tra lo Staretz Serafino di Sarov con Motovilov in un post precedente, ma credo che sia molto utile leggere tutto il testo per poterne trarre maggiore profitto. Inizio quindi a pubblicarlo a puntate (Nota: staretz: guida spirituale che sia un monaco o meno).


Colloquio con Motovilov

Era un giovedì. Il cielo era grigio. La terra era coperta di neve. Spessi fiocchi continuavano a turbinare nell’aria quando Padre Serafino iniziò a conversare con me in una radura vicina al suo «piccolo eremitaggio» di fronte al fiume Sarovka che scorreva ai piedi della collina. Mi fece sedere sul ceppo d’un albero da poco abbattuto mentre lui si rannicchiò di fronte a me.

— Il Signore mi ha rivelato — disse il grande starez — che dalla vostra infanzia avete sempre desiderato sapere quale sia il fine della vita cristiana. Per questo avete interrogato diverse persone alcune dei quali ricoprivano anche alte cariche ecclesiastiche.

Devo dire che dall’età di dodici anni ero perseguitato da quest’idea e che, per questo, avevo rivolto tale domanda a parecchie personalità ecclesiastiche senza mai aver ricevuto una risposta soddisfacente. Lo starez avrebbe dovuto ignorare tutto questo.

mercoledì 16 ottobre 2024

UNA FOTO CHE DICE TUTTO: COME SI DISTRUGGE LO SPORT FEMMINILE.


Una foto che dice tutto: la “ragazza” al posto più alto del podio è un ragazzo biologico ma transgender vincitore della gara del miglio piano (ossia 1600 m. piani) nelle Olimpiadi Giovanili dello Stato di Washington (USA). Al secondo posto la ragazza che avrebbe dovuto vincere essendo una gara femminile.Lei ha protestato e per questo è stata minacciata di querela, accusata di crudeltà perché poteva ferire nei suoi sentimenti la sensibilità del vincitore che si sente donna, se il ragazzo trans si suicida sarà colpa sua!, di essere una lamentosa invece di allenarsi un po' di più, ecc.  Molti commenti sono chiaramente offensivi. A sinistra nella foto la stessa ragazza quando osa dire in pubblico quello che ha vissuto. I genitori non vogliono che ci siano cattivi sentimenti verso il ragazzo trans, ma si chiedono perché (da parte di chi proclama essere del "partito della tolleranza") viene loro vietato di difendere la propria figlia. 

martedì 15 ottobre 2024

OCCHI ALTI, MANI GIUNTE, PIEDI NUDI / Lettera di Papa Francesco ai nuovi cardinali




Ieri ho scritto qualcosa sui cardinali e la loro missione, e il perché delle scelte di Papa Francesco ( La Gioia del Vangelo: PERCHÉ MIO VESCOVO NON È ANCORA CARDINALE ANCHE SE ABITO IN UNA GRANDE CITTÀ ? / Riflessione sui 21 nuovi Cardinali). Questa bella lettera ci aiuta a comprenderlo meglio. Riguarda anche la nostra vita cristiana. Leggiamola e meditiamola. 


LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AI NUOVI CARDINALI 


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Caro fratello,

con la creazione a cardinale entrerai a far parte del clero di Roma. Benvenuto! Un’appartenenza che esprime l’unità della Chiesa e il legame di tutte le Chiese con questa di Roma.

Ti incoraggio a far sì che il tuo cardinalato incarni quelle tre attitudini con cui un poeta argentino (Francisco Luis Bernárdez) descriveva San Giovanni della Croce, ma che si addicono anche a noi: “occhi alti, mani giunte, piedi nudi”.

"AFFARI TUOI": POSSO FARMI I FATTI MIEI?


Affari tuoi. Molti conosceranno questo gioco televisivo che permette di guadagnare fino a 300.000 € in una serata indovinando il “pacco” fortunato che deve essere l’ultimo. Dona anche la possibilità di avere un biglietto della Lotteria Nazionale, che non costa nulla al Canale televisivo ma rilancia la speranza di una vincita fortunata nei mesi successivi, e per chi finisce sul pacco “0 €”, di un’altra prova con la regione fortunata che, se indovinata, fa vincere 100.000 €.

Voglio raccontare due puntate che ho visto, e dato che il produttore mi dice: “sono affari tuoi”, voglio farmi gli “affari miei” anche se qualcuno dirà “non sono affari tuoi, lasciaci in pace”. 

lunedì 14 ottobre 2024

PERCHÉ MIO VESCOVO NON È ANCORA CARDINALE ANCHE SE ABITO IN UNA GRANDE CITTÀ ? / Riflessione sui 21 nuovi Cardinali



“Abito in una grande città e stimo molto il mio vescovo ma vedo che, a differenza dei suoi predecessori, non è ancora cardinale anche se lo meriterebbe, secondo me, più di tanti. Perché Papa Francesco non l’ha ancora nominato cardinale?”

Ritorna, con il recente annuncio del Papa di voler creare nuovi cardinali, la domanda sul modo di scegliere queste figure che oltre che consiglieri, sono anche gli elettori del prossimo Papa (tra i nuovi, 20 su 21 sono elettori, avendo meno di 80 anni). 

Facciamo un breve, essenziale storico della questione. 

domenica 13 ottobre 2024

100 MADRI E NESSUN PADRE. COME MAI? / XXVIII DOM T.O., B, 2024.




Un tale corre verso Gesù. Vede in lui una luce, un maestro credibile per rispondere al suo disagio. Ha sempre rispettato i comandamenti, frequenta la sinagoga, lo si vede dalla sua domanda: vuole ereditare la vita eterna da Dio, non solo possederla come dirà un altro (Mt 19,16). Eppure non è soddisfatto. I dottori della Legge interrogati gli hanno risposto: “sei un bravissimo israelita, non cercare altro”. Nell’invitarlo a seguirlo lasciando tutto, Gesù gli rivela la radice del suo disagio: egli è chiuso nell’orizzonte terreno, non cammina, non cammina sulla via della vita. Gesù poteva dirgli che in compenso dei beni lasciati avrebbe ricevuto il centuplo. Non lo fa perché questo gli avrebbe impedito di cambiare mentalità, di rischiare tutto nella ricerca del Volto di Dio. La vita terrena e il suo ego sarebbero rimasti al centro. Invece agli apostoli che lo seguono nella sola speranza del Regno di Dio, Gesù conferma che meritano già una magnifica ricompensa, anche se il loro cuore è ancora legato. Infatti anche loro si sentono "ricchi" e dicono «E chi può essere salvato?». Dio però può renderci liberi da ogni attaccamento ai beni terreni sia materiali che affettivi. 

Un’ultima osservazione su questo Vangelo che meriterebbe un approfondimento parola per parola: Gesù elenca cose e persone che si devono lasciare per il Regno di Dio e la ricompensa che si ottiene fin da questa vita “al centuplo”! In questi due elenchi però scopriamo due “anomalie”. 

-Innanzitutto non si parla di lasciare la moglie! Per ragioni di decenza, ma più profondamente perché i due non sono più due ma una sola carne e “Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa” (Efesini 5, 29).  “Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso”. (Efesini 5,28) e solo così puoi entrare nel Regno di Dio che tuttavia ha sempre la precedenza sugli affetti umani più sacri (Luca 14, 15 - 24, in particolare il versetto 20; ecc.).

-Si lascia la madre e si ricevono 100 madri, ecc. Però si lascia il padre ma non si ricevono nuovi padri. Come mai? Perché lasciando tutto a causa di Gesù e del Vangelo, ricevi un Padre, l’Unico, il solo Buono, sperimenti di avere un Padre nei cieli che provvede a te, che ti ha dato suo Figlio come Salvatore e Guida e Fratello e nel quale anche tu sei figlio. 


Prima Lettura  Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.

Dal libro della Sapienza Sap 7,7-11 

sabato 12 ottobre 2024

COME PARTECIPARE ALL'EUCARISTIA 04 / Suggerimenti per l'ambientale 09 - 12



Fratelli e sorelle carissimi, ci apprestiamo ad entrare in una nuova dimensione: quella del cielo. Nella celebrazione eucaristica siamo in comunione con tutti quelli che sono in Cristo, ancora su questa terra o già vincitori che celebrano davanti all’altare celeste. Purifichiamo i nostri cuori da tutte le intenzioni cattive o solo vane affinché comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del Figlio di Dio, scenda su di noi la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo. Così cominceremo a sperimentare la beatitudine, la luce e la pace. Viviamo questa Eucaristia come se fosse la nostra prima celebrazione, la nostra ultima celebrazione, l’unica celebrazione della nostra vita prima di presentarci al cospetto di Dio. 

Cantiamo in piedi acclamiamo al Signore che è presente in mezzo a noi anche nella persona del presbitero che è capo di questa Assemblea.  (Preghiera Eucaristica I e Madre Teresa).


COME PARTECIPARE ALL'EUCARISTIA 03 / Suggerimenti per l'ambientale dalla Preghiera Eucaristica I


Fratelli e sorelle, siamo qui radunati perché chiamati dal Signore che conosce la fede e devozione di ciascuno. Come Corpo di Cristo gli offriamo il sacrificio di lode e innalziamo a lui, Dio vivo e vero, la preghiera per ottenere a noi stessi e ai nostri cari redenzione, sicurezza di vita e salute. 

Non siamo più stranieri né ospiti ma siamo stati resi figli di Dio, concittadini dei santi e familiari di Dio (Cf. Efesini 2, 19). Siamo radunati alla sua presenza assieme alla Vergine Maria che ci ha accolto come figli sotto la croce del nostro Dio e Signore Gesù Cristo, dove siamo stati lavati dal suo sangue e dalle sue lacrime, effusi per spezzare la nostra durezza di cuore.

Entriamo con timore e gioia grande in questa Assemblea dove si manifesterà il Signore vivo affinché possiamo portare a tutti l’annuncio della sua risurrezione (Cf Matteo 28,8). Non essere superficiale. Lascia fuori le tue preoccupazioni, spegni il tuo cellulare, supplica il Signore che conosce le tue pene di aprire il tuo orecchio e il tuo cuore. Mettiamoci in piedi e … (Preghiera Eucaristica I)

giovedì 10 ottobre 2024

COSA CHIEDERE NELLA PREGHIERA? / Giovedì XXVIII sett. T.O., pari, 2024



Abbiamo visto ieri che per il cristiano è centrale scoprire che Dio è suo Padre, che lui è figlio in Cristo. “E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio” (Gàlati 4,6-7). Ma del Padre Nostro, gli evangelisti sottolineano alcune verità particolari ? 

 Dopo il Padre Nostro, Matteo ritorna sull’obbligo del perdono a chi ci ha offeso, ripetendo un tema molto ebraico sia nella Bibbia : “Egli, che è soltanto carne, conserva rancore; chi perdonerà i suoi peccati?” (Siracide 28, 5; vedi anche Levitico 19, 18; Siracide 27, 30; Siracide 28, 7), che nella loro catechesi ai bambini.

Invece Luca sottolinea la fiducia nella preghiera che deve essere costante e, sapendo che troppo facilmente l’uomo chiede grazie materiali e non per andare verso Dio e mettersi in cammino, Luca ci suggerisce cosa chiedere: “quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”

Se chiedo lo Spirito Santo sinceramente, il Signore me lo darà. Ma lo chiedo? Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui? So riconoscere quello che mi dice, dove mi spinge, cioè so fare discernimento? Uno degli effetti dello Spirito Santo è l’umiltà, il camminare con la Chiesa, non da solo, il mettersi in discussione pur avendo la certezza di essere aiutato, guidato. “Un uomo assennato non trascura l`avvertimento, quello empio e superbo non prova alcun timore”. (Siracide 32, 18). Dice Papa Francesco che far discernimento non è difficile ma molti non lo fanno perché è faticoso: esige di mettersi in discussione. I Galati non hanno più seguito lo Spirito Santo e si sono lasciati sedurre da discorsi umani. 


Prima Lettura  È per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati  Gal 3,1-5

mercoledì 9 ottobre 2024

IL PADRE NOSTRO SECONDO LUCA: TROPPO SEMPLICE, DELUDENTE? / Mercoledì XXVIII sett. T.O., pari, 2024.


I discepoli vedono Gesù pregare e rimangono affascinati. E Gesù non ha insegnato loro a farlo come Giovanni il Battista con i suoi discepoli. Come mai? Non sappiamo come il Battista insegnava ai suoi discepoli a pregare, e quali preghiere. Cosa si aspettano i discepoli di Gesù? Tecniche di concentrazione, formule misteriose, più efficaci di quelle del Battista e dei farisei, attraverso le quali ottenere più grazie, ottenere gli stessi effetti che si vedono in Gesù che manifestamente è pieno di Dio e compie miracoli ?

Forse i discepoli sono stati delusi. In ogni caso ci colpisce la brevità e la semplicità dell’insegnamento di Gesù. Poche frasi. Perfino meno di quelle che troviamo in Matteo. Eppure il senso è lo stesso. Il Padre nostro non è una formula. Per favore, stare lontani da quanti propongono “preghiere particolarmente potenti per ottenere grazie!” La preghiera cristiana non è neppure il Salat, la preghiera ufficiale islamica, che deve essere recitata in 5 momenti del giorno rigorosamente in arabo anche se non conosci questa lingua, o la preghiera dei tradizionalisti cattolici che deve essere in latino anche se non lo comprendi. È una relazione tra un Padre e un figlio. Un dialogo, dove tutti e due parlano e ascoltano. E chiaramente crediamo che le parole più importanti, più interessanti, più capaci di cambiare le situazioni le dice questo Padre. La preghiera è quindi essenzialmente ascolto. Quante volte invece moltiplichiamo le preghiere credendo di essere ascoltati a forza di parole …. E la preghiera è quella che esce dal tuo cuore, magari sgrammaticata ma autentica. È utile usare le preghiere dei santi, della Chiesa, ecc. Aiuta a meditare. Ma rivestirsi troppo di belle preghiere spesso nasconde la tua realtà che così non viene mai toccata. Molte preghiere sono segno di persone che non sono mai state evangelizzate o addirittura diventano magia anticristiana. 

Tutto ciò che mi aiuta ad essere disponibile alla relazione con Dio, all’ascolto della sua Parola è benvenuto (Matteo 6,5-8.14-15), ma la preghiera di un cristiano non deve mai abbandonare la semplicità di un figlio, che è figlio per sempre, con il suo Padre che è Dio onnipotente, e sa già ciò di cui ha bisogno. Quanto è bella la preghiera del cristiano! 


Prima Lettura  Riconobbero la grazia a me data.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati  Gal 2,1-2.7-14

 

martedì 8 ottobre 2024

CAMMINARE CON LA CHIESA, CRESCERE NELLA CONOSCENZA DI CRISTO / Martedì XXVII sett. T.O., pari, 2024.


Anche se hai ricevuto rivelazioni direttamente da Dio come san Paolo non puoi camminare senza la Chiesa, devi essere in comunione con la Comunità che è il corpo di Gesù e ha le chiavi della salvezza. San Paolo conosceva molto bene il giudaismo e le sue varie correnti, in particolare quella dei farisei (“farisei” ossia “separati” dagli altri per zelo per la Legge di Dio) del quale faceva parte prima e sa che queste diverse sensibilità e interpretazioni sono presenti anche nella Chiesa. Per questo motivo quando va a Gerusalemme vuole incontrare solo Cefa, cioè la Roccia, Pietro, come Gesù ha chiamato Simone il pescatore, perché sa che lui è il custode della purezza della fede in Gesù, del Vangelo. Incontra anche Giacomo che conosce Gesù fin da bambino essendo il suo cugino e dal quale può ottenere informazioni preziose su questo periodo della vita del Signore, ma questo è secondario nei confronti della conferma che gli dà Pietro. 

Marta e Maria accolgono Gesù in casa - e sicuramente tutto il gruppo dei discepoli e questi uomini mangiano, si sa - e Marta si lascia prendere dalla preoccupazione di fare tutto per il meglio, riceve il Maestro, che onore! ma anche non vuole fare brutta figura… e dimentica l’essenziale: lasciarsi istruire dal Maestro che non dà il pane materiale ma il pane che dura per la vita eterna! Maria invece siede ai piedi di Gesù. Questo Gesù che fa sempre catechesi ovunque persino in casa di altri in attesa del pranzo! Gesù usa sempre modi amorevoli, ma che schiaffo per Marta nella propria casa, davanti a tutti!

Ricordiamoci dunque: camminare sempre in comunione con la Chiesa. Approfondire ogni giorno la mia conoscenza del Signore e del suo insegnamento, non permettere che nulla inquini in me la purezza del Vangelo! Il Curato d’Ars non faceva fare la comunione ai bambini prima che sapessero tutto il catechismo a memoria! Qualcuno, per questo motivo fece la comunione solo a 18, persino 20 anni. Ma i frutti nella loro vita si vedevano! Sant’Agostino scrisse un libro “De catechizandis rudibus”, ossia “Come fare catechesi alle persone più grezze”, un «piccolo trattato sulla gioia del catechizzare» (Giovanni Paolo II - Catechesi tradendae, 621) ( de-catechizandis-rudibus-1.pdf). Prima di leggerlo immaginavo che riducesse il messaggio cristiano. Invece, certamente in modo semplice, è pieno di tutte le verità della fede e di contenuti solidi.  “Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai” (2 Pietro 1, 10).


Prima Lettura  Dio si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati  Gal 1,13-24

lunedì 7 ottobre 2024

FRASI E RIFLESSIONI PER NUTRIRE LA NOSTRA PREGHIERA PER LA PACE / Madonna del Rosario, 7 ottobre 2024.



In questa giornata speciale per la Pace, nutriamo la nostra preghiera con alcune riflessioni. 

"Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra?" Giacomo 4, 1

Mentre preghiamo e digiuniamo per la pace all’appello del Papa, lasciamo lo Spirito scrutare i nostri cuori implorando la conversione: “Spirito Santo … Senza la tua forza, nulla è nell'uomo (in me), nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, raddrizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni”.

Facciamo nostre le invocazioni del Papa a Santa Maria Maggiore: “O Regina della pace... Converti gli animi di chi alimenta l’odio, silenzia il rumore delle armi che generano morte, spegni la violenza che cova nel cuore dell’uomo e ispira progetti di pace nell’agire di chi governa le Nazioni". "Sia rispettata la sovranità dei Paesi”. (Infatti nessuna ragione giustifica l’invasione con le armi di una nazione sovrana). “Ridestaci dal torpore che ha oscurato il nostro cammino e disarma i nostri cuori dalle armi della violenza”, dice ancora il Papa, pregando per l’intera famiglia umana “che ha smarrito la gioia della pace e ha perso il senso della fraternità”.

NON VOGLIO E NON POSSO RIMANERE ANALFABETA DEL VANGELO / 7 Ottobre Chiara Luce Badano. 2024



Il 7 ottobre 1990 nasceva al Cielo Chiara “Luce” Badano, che la Chiesa proclama Beata già nel 2010. Figlia di due genitori focolarini, focolarina anche lei, 19 anni, piena di progetti, ma il suo progetto più grande era di fare la volontà di Dio, di vivere il Vangelo, di non separarsi dalla sorgente della sua vita e dei suoi progetti.

Voglio riportare una sua frase, ringraziando chi l'ha pubblicata su Facebook:

“Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce. Ho scoperto che non ero una cristiana autentica perché non lo vivevo fino in fondo. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio. Come per me è facile imparare l’alfabeto, così deve essere anche vivere il Vangelo”. 

venerdì 4 ottobre 2024

SAN FRANCESCO E IL SINODO / 4 ottobre 2024.


Il primo a scrivere di san Francesco è Jacques de Vitry. Passando per Assisi, vede una nuova comunità fondata sul Vangelo dove tutti vivono la povertà e da fratelli. Non parla nemmeno di san Francesco, del leader, ma solo della comunità e del suo ideale! Infatti anche se tutti ascoltavano Francesco, lo chiamavano “il fratello”. Stupendo!

Così deve essere una Chiesa sinodale: una comunità di fratelli e sorelle con Gesù e il suo programma al centro, cioè dove ognuno cerca di imitarlo nutrendosi del Vangelo (con l'obbedienza reciproca pur esercitando e rispettando i ruoli di ciascuno come insegna Efesini 6 e san Francesco: Regola Non Bollata 20), non avendo “altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo”. La croce di Cristo come unica salvezza possibile, da una parte fa a pezzi ogni mio orgoglio, ma dall’altra mi dà una forza sovrabbondante perché riduce “al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza" (1 Corinzi 15, 24 ) e l'Amore mi rende sicuro della vittoria nelle prove della vita. 

Non quindi quella "inclusione" che abbassa la Comunità facendo diventare Norma la Media, la Medio-crità, ma una Comunità tanto più accogliente e fraterna che ha al suo centro Cristo crocifisso e risorto, e sperimenta il suo giogo dolce e il suo peso leggero. Il suo programma è quello di Gesù, quello degli Apostoli, delle prime comunità cristiane, dei martiri, di san Francesco col Vangelo sine glossa, del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo. Come possono le stigmate essere un giogo dolce e un peso leggero? Il Signore lo rivela ai piccoli che vanno a Gesù.


Prima Lettura   Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati  Gal 6,14-18

APPELLO DEL PAPA PER LA PACE / 6 - 7 ottobre 2024.



Alla fine dell'omelia per la Messa di apertura del Sinodo (2 ottobre) il Papa ha detto: 

Fratelli e sorelle, riprendiamo questo cammino ecclesiale con uno sguardo rivolto al mondo, perché la comunità cristiana è sempre a servizio dell’umanità, per annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Ce n’è bisogno, soprattutto in quest’ora drammatica della nostra storia, mentre i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni.

Per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione.