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venerdì 29 giugno 2018

OMELIA DEL PAPA AL CONCISTORO DEL 28 GIUGNO 2018

Infiorata storica di Roma per la festa dei santi Patroni.  Pontilenews.
Un'immagine suggestiva della comunione tra i due santi apostoli che continua nel tempo.

Ho fatto questa mattina una piccola riflessione sul ruolo dei Cardinali partendo dall’omelia che papa Francesco ha pronunciata durante il Concistoro anche citandone alcune frasi. Ma vale la pena di leggere con calma e attenzione tutta l’omelia! È una visione di Chiesa che sgorga direttamente dal Vangelo, verso la quale camminiamo sempre di più e che tutti dobbiamo incarnare nella nostra vita. Anche la citazione di Papa Giovanni XXIII, obbligato ad assumere “apparenze di agiatezza” che avevano un costo in denaro e quindi, con suo rammarico, hanno limitato la sua capacità di fare la carità ai veri bisognosi è molto illuminante sul dovere della Chiesa di “essere povera e apparire povera” (PaoloVI).   

Omelia del Santo Padre al Concistoro del 28 giugno
«Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti[1] a loro» (Mc 10,32).
L’inizio di questo paradigmatico passo di Marco ci aiuta sempre a vedere come il Signore si prende cura del suo popolo con una pedagogia impareggiabile. In cammino verso Gerusalemme, Gesù non trascura di precedere (primerear) i suoi.

TUTTI PROMOSSI CARDINALI! / 28 - 29 GIUGNO 2018



Ieri il Papa ha creato 14 nuovi Cardinali.

Chi sono i Cardinali? All’inizio della Chiesa  sono una frazione del clero di Roma, cioè un po’ i “punti cardini”, i collaboratori più stretti del Papa. I Cardinali come li conosciamo oggi sono stati istituiti anche loro per essere i collaboratori del Papa e coloro a cui demandare l’elezione del suo successore.
Infatti per antica tradizione il clero di una Chiesa eleggeva il suo vescovo e il popolo dei battezzati confermava. Un esempio molto conosciuto e anche straordinario è quello di sant’Ambrogio: era figlio di una famiglia senatoriale, da sempre con funzioni importanti nell’Impero, e cristiana (una sua parente, Sotere, era morta martire sotto Diocleziano). Anche Ambrogio era un alto funzionario imperiale con sede a Milano. Non era ancora battezzato ma solo catecumeno anche se già attivo nella vita della comunità e pacificatore. Quando morì il vescovo, il popolo volle lui come successore e quando Ambrogio comprese che questa era la volontà di Dio, nel giro di qualche settimana si fece battezzare, ordinare prete poi vescovo, iniziò la sua istruzione con un pio presbitero e … divenne santo.

giovedì 28 giugno 2018

DIO HA FALLITO? / giovedì XII° sett. T.O.



Ieri parlavamo del fallimento delle proposte di salvezza senza Dio. Ma guardando la Storia, se Dio ha tutto in mano, non è forse suo il più grande fallimento?
Il libro dei Re racconta vicende di popoli e di politica: corruzione, infedeltà, guerre, stragi di innocenti, sradicamento dalla propria terra, dalla propria famiglia, distruzioni di beni e di culture. Tutto lo sforzo fatto dall’uomo per elevare e migliorare la sua vita personale e comunitaria, è prima insidiato dal mal costume, dall’avidità e dall’egoismo, dalla violenza sempre incombente. A  un certo punto la violenza dilaga e spazza via tutto, uccide, distrugge legami familiari, equilibri.

mercoledì 27 giugno 2018

FALLIMENTO DELLA SOCIETA' SENZA DIO? / mercoledì XII° sett. T.O.



 Due aspetti di uno stesso movimento storico: Culto dell'Essere Supremo e Ghigliottina.
Le letture di oggi sottolineano lo stesso punto: seguire il Signore e i suoi precetti porta ad una vita buona, abbandonarlo porta al fallimento. Ma lo fanno da due approcci diversi. 
La prima lettura indica la rottura diretta del rapporto con Dio e la sua Alleanza, per cui “la collera di Dio si accende” contro il popolo infedele. È un tema delicato dove bisogna tener conto della visione dell’epoca, che metteva Dio come causa immediata di (quasi) tutto. Ma una visione più elaborata, anche grazie alle Scritture successive, non cancella Dio come regista della vita e della storia e quindi come causa almeno remota di tutto. Se Dio non vuole una cosa, almeno la permette visto che può impedire ciò che non vuole, e lo fa perché sa di poterne trarre un bene maggiore a nostro beneficio: “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8,28; vd. Giacomo 1,12),  “in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”. (1Ts 5:18)
Il Vangelo non esclude il frutto di gioia e di pace interiore che prova direttamente chi si appoggia in tutto a Dio, ma ci orienta ad osservare i frutti nella vita sociale e personale di chi si lascia guidare dalla saggezza dei comandamenti.

martedì 26 giugno 2018

LA VIA STRETTA, VIA DELLA MATURITA' E DEL DISCERNIMENTO / martedì XII° sett. T.O.



Di fronte alla minaccia mortale del re assiro contro Gerusalemme la preghiera del re Ezechìa ottiene la sconfitta del nemico senza dover sfoderare la spada.  Vorremmo che succedesse anche a noi. Ma notiamo, per seguire il suo esempio, che Ezechìa reagisce alla minaccia con ciò che è essenziale: si rivolge a Dio con una PREGHIERA PUBBLICA, non si vergogna della sua fede, anzi, la sua preghiera è decisamente un atto di fede chiaro nel Signore, una PROCLAMAZIONE DEL CONTENUTO DELLA FEDE DI ISRAELE NELL’ALLEANZA.

Non sempre abbiamo il riflesso della preghiera, osiamo coinvolgerci pubblicamente o coinvolgere le nostre famiglie, i nostri gruppi. Non sempre le nostre preghiere nel bisogno hanno quel sapore di verità che ha quella di Ezechìa ma sono tutte ripiegate sul nostro affanno.

lunedì 25 giugno 2018

LA POVERTA' SPIRITUALE: GIOVANNI BATTISTA / 24 giugno

Ecco l'Agnello di Dio - Giovanni Battista amico dello Sposo, Domenichino.

Il bambino prodigio cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele, solo con Dio, solo per Dio. Il risultato è impressionante. Ma non si considera arrivato. Deve ancora convertirsi. “Egli (Cristo) deve crescere e io diminuire (Giovanni 3,30). È il senso della data della sua festa. Collocando la sua nascita al 24 giugno la Chiesa associa questa frase così forte di Giovanni Battista al declinare dall’indomani del sole verso l’inverno, come la nascita di Cristo posta il 25 dicembre indica il “Sol invictus”, il Cristo Luce, più forte di ogni tenebra.

sabato 23 giugno 2018

JOAS E IL MISTERO DEL MALE / sabato XI° sett. T. O.

L'uccisione di Padre Jacques Hamel mentre celebrava la Messa
ha suscitato molte prese di coscienza e gesti di fratellanza e di riconciliazione.

Joas, salvato dall’ambizione senza scrupoli e omicida della propria Nonna, adepta dei culti pagani, si rivela poi un cattivo re, pure lui dedito al culto degli idoli pagani. Giunge perfino a far uccidere il il sacerdote Zaccaria, figlio del sacerdote Ioiadà che, esponendo la sua vita, l’ha tenuto nascosto per sette anni nel Tempio. Questo ultimo crimine ha un gravità tale che Gesù lo citerà in esempio.
Com'è possibile, tanto male, tanta ingratitudine? Dice il Salmo 63 (6-7): “Si ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli; dicono: «Chi li potrà vedere?». Meditano iniquità, attuano le loro trame: un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso.”

venerdì 22 giugno 2018

SI PUO' AVERE UN OCCHIO SEMPLICE DI FRONTE AL MALE? / venerdì XI° sett. T.O.

Joas proclamato Re nel Tempio.


Atalìa, figlia di Acab e Gezabele – che abbiamo imparato a conoscere! – è data in sposa al Re di Giuda e porta a Gerusalemme la mala condotta della sua famiglia, in particolare di sua madre con la quale sente una grande complicità. Morto il marito gli succede il figlio che però muore dopo un anno assassinato. Allora Atalìa uccide tutti i pretendenti al trono, fratelli e cugini del marito e la loro discendenza, compreso i suoi nipoti per poter regnare. Ma un suo nipote, bimbo di pochi mesi, viene nascosto e diventato ormai un fanciullo di sette anni, il partito fedele al Signore capeggiato dal sacerdote Ioiadà lo fa ungere Re e il popolo si sbarazza della regina Atalìa.
Possiamo immaginare qual è stata la sofferenza del popolo sotto il regno di Atalìa! Ma le cose sono cambiate sempre e dappertutto?

Due considerazioni:

giovedì 21 giugno 2018

E' CERTO CHE DOPO LA MORTE ANCHE NOI VIVREMO! / letture del giovedì XI° sett. T.O.



“Beati coloro che ti hanno visto (Elìa) e si sono addormentati nell’amore, perché è certo che anche noi vivremo ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.” 
Questa frase scritta circa 200 anni prima di Cristo è stupenda nella sua verità.
Chi incontra un santo è contagiato dalla presenza di Dio in lui e crede in Dio e quindi crede nella vita eterna. Infatti incontrare Dio e credere nella vita eterna è la stessa cosa: significa sapere di essere amati dal Dio vivente e quindi la morte diventa promessa di “addormentarsi nell’amore”. Inoltre i doni di Dio sono senza pentimento per cui, a meno di rinnegarli, rimangono intatti anche se uno non li tiene sempre presenti alla mente e ci possono essere periodi di oscurità. Dio non rinnega i suoi doni e si spera, invece, che il beneficato li farà crescere. Anche se il vocabolario cristiano è più accurato il Siracide descrive la stessa realtà che ci offre la nostra fede. Il paradiso è per tutti, come promessa di Dio, come grazia, ma non tutti, anzi, sembra che pochissimi sono i santi, cioè quelli che rispondono alla grazia di Dio in modo tale da lasciare un segno forte, da essere di “felice memoria”, da morire in “fama di santità” chiara e duratura. Il Saggio lo comprende e se si rallegra della promessa della vita eterna, non si fa molte illusioni sul ricordo che lascerà dopo la sua morte.

mercoledì 20 giugno 2018

MAI VANTARSI PIUTTOSTO UMILIARSI / mercoledì XI° sett. T.O.

"Silenzio" - Attorno a Taizé.


Le letture di oggi e quelle di ieri potrebbero sembrare contraddittorie, ma non è così. Ieri Acab che aveva fatto vistosamente penitenza pubblica veniva lodato, oggi si raccomanda di fare il bene di nascosto, nel segreto. È stato lodato chi si è umiliato pubblicamente, è fustigato chi si vuole vantare (in pubblico). Umiliarsi contrario di vantarsi.

Chiuditi nella tua stanza per pregare. Si tratta chiaramente di uno spirito. Ma la stanza fisica l’abbiamo. Cosa succede lì, nel segreto della cella monastica o nell’intimità della casa? Forse tante volte non succede nulla mentre i santi avevano sete di preghiera e la “cella mia, cielo mio” era un luogo privilegiato di ardente unione con Dio. San Benedetto che, come sappiamo, ha fondato la sua forma di vita cristiana sulla preghiera comunitaria dei salmi e la liturgia che chiamava “Opera di Dio”, diceva che si sa quanto un monaco prega da come prega fuori dai tempi di preghiera. Chi prega solo nei momenti di preghiera comunitaria non ha una vita di preghiera. Questo non toglie quindi la necessità e il grande bene della preghiera comunitaria, come sostegno della fede ancora fragile, oltre che come costruzione di fraternità e nutrimento che impedisce di chiudersi nell’intimismo o nel narcisismo di chi si crea una religione fai da te o che non sa confrontarsi con il mondo.

martedì 19 giugno 2018

E' GIUSTO CHE DIO FACCIA RICADERE IL PECCATO DEI PADRI SUI FIGLI? / martedì XI° sett. T.O.

Acab e Gezabele nella vigna di Nabot e Elìa - Sir Frank Dicksee.

Il Signore ci invita ad amare i nemici e pregare di cuore per chi ci perseguita. “Se no, cosa fai di straordinario?” (com'è potente questa frase, nella sua evidenza!). Chiaramente il primo che fa quello che ci chiede è Dio stesso. Vediamo come nella prima lettura di oggi.
Nabot è stato ucciso con iniquità e il re Acab, istigato dalla moglie, scende a prendere possesso della sua vigna. Ma Dio sa tutto di lui (e di ognuno di noi, ad ogni istante) e manda Elìa per rimproverarlo. Il suo peccato è così grave che merita una morte infame, lui e la moglie, e questo coinvolgerà tutta la loro famiglia.
Ma il re Acab, benché la sua vita sia stata finora un susseguirsi di peccati molto gravi sa rivolgersi al Signore e fa penitenza pubblica e Dio gli perdona! Dio ama i nemici. Sono tutti suoi figli ed è sensibile ad ogni pentimento sincero, pronto a dimenticare il passato.
Questo testo presenta abitualmente due difficoltà.

lunedì 18 giugno 2018

60 CONTRO 12, CRESIME CONTRO PRIME COMUNIONI: CHI VINCE?

Prime comunioni in Iraq.


Voi pensate, normalmente, che a sessanta si vince facilmente contro dodici. Ebbene non è così.

Una domenica di maggio in Parrocchia. Ci sono le Prime comunioni: 12 bambini, la chiesa è strapiena di parenti e amici emozionati, con le navate laterali colme di gente in piedi e, fuori sulla scalinata, altri ancora col telefonino in mano o chiacchierando.

Una domenica di maggio, la sera, ci sono le Cresime: 60 cresimandi, quasi tutti sopra i vent’anni e, lo sappiamo, vicini al matrimonio. Ognuno è affiancato da un padrino o madrina, quindi 120 persone, più amici e parenti: ebbene tutti sono seduti, nessuno in piedi!

Segno che il senso della Cresima è ignorato o distorto dalla gente? Purtroppo sì, ma non solo. Anche il senso della Prima Comunione non è compreso ed è vistosamente distorto dalle tradizioni familiari e popolari. Quel giorno della Prima Comunione, il parcheggio evidentemente è pieno anch’esso e si nota una Maserati fiammeggiante, e una macchina americana, anni 60. Auto noleggiate per portare il principino e la piccola sposa di Gesù. Ieri sera nel mio condominio una bambina vestita da sposa e i fuochi d’artificio … (a quell’ora è per lei, a mezzanotte in punto, ogni giorno, è perché la droga si è venduta bene). In altre palazzine, un sabato notte, una serenata come si fa per le spose vere la vigilia del matrimonio. Povere sposine della Prima Comunione senza Sposo...

domenica 17 giugno 2018

DALLA NATURA ALLO SPIRITO / XI° domenica del T.O.



L’uomo cerca spesso segni da Dio in cielo, nelle nuvole, profumi celesti e visioni, segni speciali che infrangano le leggi della natura. È vero che Dio può fare miracoli. E li fa. La prima lettura ci presenta un Dio che promette di fare una talea da una punta di cedro che diventerà un grande albero. In natura non si possono fare talee dal cedro. 
Ma noi cristiani abbiamo bisogno di questi segni? Dio ha già dato segni meravigliosi e grandiosi attraverso la sua creazione, attraverso la bellezza e la incredibile ricchezza e accuratezza della vita e dei suoi meccanismi. Siamo in primavera, ci avviciniamo al tempo delle vacanze e al “Verano”. Usiamo questo tempo per meditare la grandezza di Dio attraverso la natura. Il nostro concorso “Amo la mia Città, lo dico con i fiori” oltre che un modo gentile e gratuito di rivolgersi al vicinato, unendoci a Dio nella carità, è un’occasione di avvicinarci a Lui contemplando le sue opere.

COME NAZISTI IN GUANTI BIANCHI E MOLTO ALTRO



Avevo appena postato la prefazione di papa Francesco al libro di testi scelti di Ratzinger che su tutti i Tg e giornali si dava conto del discorso di papa Francesco al Forum delle Associazioni Familiari. Qualche giornale titola “Habemus Papam” (finalmente Bergoglio dice quello che deve dire come Papa). Il mio lavoro precedente ha almeno il merito per qualche lettore di questo blog e di questa parrocchia di aver fatto sapere che Bergoglio fa il Papa da prima, da sempre.


Coraggio, leggiamo anche il discorso a braccio che ha fatto il Papa ieri, c'è molto di più della sola e ferma condanna dell’aborto selettivo. Le sottolineature sono mie anche se non esauriscono i punti importanti.


Sala stampa della Santa Sede
Alle ore 12 di questa mattina (sabato 16 giugno) nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione del Forum delle Associazioni Familiari in occasione del 25° anniversario della nascita dell’attività associativa. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto a braccio ai presenti all’Udienza:
Discorso del Santo Padre
Buongiorno a tutti,
io pensavo che sarebbe stato un discorso di benvenuto… Ma sentendo parlare Gianluigi ho visto che lì c’era fuoco, c’era mistica. È una cosa grande: da tempo non sentivo parlare della famiglia con tanta passione. E ci vuole coraggio per farlo oggi! Ci vuole coraggio. E per questo, grazie! Io ho preparato un discorso, ma dopo il calore con il quale ha parlato lui, questo lo trovo freddo. Lo consegno, perché lui dopo lo distribuisca, e poi lo pubblicherò.

sabato 16 giugno 2018

LIBERARE LA LIBERTA', DIPENDERE DALL'AMORE testi di J. Ratzinger. La prefazione di papa Francesco



Ho comprato un libro pubblicato di recente, che raccoglie testi scelti di J. Ratzinger /Benedetto XVI sul tema di “fede e politica”, intitolato “Liberare la libertà”. 
Più che mai i cristiani hanno bisogno di formarsi seriamente secondo l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa riguardo alla cosa pubblica e all’azione politica, e superare gli slogan del proprio partito o delle conversazioni tra amici che muovono soltanto l’emotività e ben poco la ragione. Questo modo di affrontare la politica quasi esclusivamente emotivo e sempre con fondamenta fragili porta con sé il rischio gravissimo del populismo e di entusiasmi eccessivi ai quali succedono altrettante delusioni fino al disimpegno totale. Invece il cittadino, avendo la felice sorte di vivere in democrazia, deve essere responsabile del proprio popolo e del suo futuro, e diventarne costruttore attivo e assennato per la propria parte. Il cristiano deve essere un cittadino responsabile davanti a Dio e alle generazioni future; deve essere cosciente dell’interconnessione dei popoli e dei problemi; deve essere cosciente di far parte di una storia che porta con sé conseguenze positive e negative e non dilapidare i tesori di ricchezza, di tradizioni, di bellezza, di relazioni e alleanze, costruiti e accumulati con sacrifici spesso immensi dalle generazioni precedenti, nell’illusione di un cambiamento che farà “tutto nuovo, tutto perfetto!” e non si realizza mai, o di un facile egoismo che nega la realtà, alzando i muri. Il problema è che ogni campagna elettorale risuona di promesse di “tutto nuovo, tutto perfetto” e della chiamata alle pulsioni più primitive dell'elettore. Infine c'è la pretesa della politica di allontanare il credente da Dio, in nome della felicità immediata, della pluralità, dei "nuovi valori", ecc. Il cristiano sa che non solo non gli è lecito rinnegare la sua Alleanza con Dio, ma che questo toglie all’uomo la sua identità e dignità profonde. Non si tratta di fare discorsi complicati che escludono i semplici. I semplici, proprio perché semplici, possono individuare le proposte più veritiere e profonde perché, se sono cristiani con una vera esperienza spirituale, sapranno riconoscere quelle che sono radicate nello Spirito Buono di Dio e nella natura vera dell'uomo, lasciando poi agli esperti la definizione delle soluzioni tecniche. 
Per invogliare a leggere questi testi di Joseph Ratzinger/ Benedetto XVI o solo per riflettere, ricopio sotto la breve e densa prefazione al libro scritta da papa Francesco. Si vedrà quanto lui sia il garante illuminato e affidabile dei valori perenni del Vangelo e della dignità dell’uomo.


LIBERARE LA LIBERTA’ 
Fede e politica nel terzo millennio.

Prefazione di Sua Santità Papa Francesco

venerdì 15 giugno 2018

CHE FAI QUI ELIA? : LA FINE DELL'AVVENTURA DI ELIA / venerdì X° sett. T.O.

Elia sul Monte Oreb - sito Carmélites de Bruxelles.

Come va a finire la storia di Elia? Vale la pena leggere tutto il brano (1 Re 19,1-18, invece di 19, 9. 11-16 come nella liturgia della Messa) e poi commentarlo. Ci ricordiamo che Acab è tornato al palazzo preceduto umilmente dal profeta che aveva trionfato su tutti i sacerdoti di Baal, ed ecco che
1 Re 19:1-18 Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso te come uno di quelli». Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati e mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

giovedì 14 giugno 2018

ELIA CORSE DAVANTI AL CARRO DEL RE COME UN SERVO, PERCHE' LA MANO DEL SIGNORE ERA SU DI LUI / giovedì X° sett. T.O.



“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” dice Gesù, e dona alcuni esempi e consigli. Ma anche la prima lettura illustra in modo stupendo come superare la giustizia degli scribi e dei farisei.
Il re di Samaria, Acab, debole e neppure retto nel suo cuore verso il Signore, si lascia trascinare dalla moglie pagana Gezabele e “commettono ciò che è male agli occhi del Signore” distruggendo vite ma sopratutto i valori e la fede nel popolo d'Israele. In particolare Gezabele favorisce i culti pagani della fecondità e il cuore del popolo si allontana dal Signore e dai suoi comandamenti, malgrado i richiami dei profeti. Molti “salgono sul carro del potente di turno” anche perché non conviene dissentire, e alcuni rinnegano totalmente la fede diventando sacerdoti dei culti pagani, stipendiati dalla regina. Di fronte all’indurimento del cuore del re, della corte e di buona parte del popolo, Elia da parte del Signore manda questa sfida: se i vostri raccolti e la fertilità delle vostre greggi vengono dalla benevolenza degli dèi pagani – in particolare Baal – e dai loro culti, spesso orgiasti, ebbene non pioverà per anni sulla terra per ordine del Dio d'Israele. Vediamo chi esiste veramente ed è Dio in cielo.

mercoledì 13 giugno 2018

SANT' ANTONIO COME SAN CASTRESE E SAN GIOVANNI PAOLO II / 13 giugno

La morte di Sant'Antonio da Camposampiero a Padova - Giorgio Trevisan.

Sant’Antonio è così famoso e amato che anche se la Chiesa propone per lui solo una memoria con le letture della feria, per la gente oggi è festa e i fedeli chiedono le letture proprie.
Queste letture indicano due aspetti dell’evangelizzatore fra’ Antonio: l’andare francescano itinerante e senza sostegni umani al di fuori della provvidenza; l’Annuncio che è gioia e potenza, cambia la vita delle persone, consola gli afflitti, li corona di gloria, libera gli schiavi, cura gli ammalati. Come sappiamo povertà ed evangelizzazione sono inseparabili, aprono al consegnarsi costante allo Spirito Santo, al lasciarsi guidare come strumenti suoi, alla preghiera.
C'è un altro particolare di sant’Antonio che lo avvicina ai due santi protettori della nostra parrocchia: come san Castrese e san Giovanni Paolo II, sant’Antonio si è offerto al martirio ma non

martedì 12 giugno 2018

LA LAMPADA SOTTO IL MOGGIO / martedì X° sett. T.O.

Elia al torrente prima che si seccasse. 

Esiste il sale senza sapore? è evidente che un sale così non servirebbe a nulla. La mia vita sala gli altri? Una luce che si copre per vari motivi invece è un’esperienza quotidiana. E sul piano spirituale quante volte per vergogna, per non essere etichettati per quello che siamo, cioè cristiani, per non essere derisi o emarginati, subire qualche reazione violenta, credendo forse di essere più prudenti e caritatevoli, copriamo la luce del Vangelo? Ma papa Francesco non dice forse che i divorziati risposati, i conviventi, gli omosessuali, ecc. …?

lunedì 11 giugno 2018

PERCHE' SAN BARNABA E' CHIAMATO APOSTOLO? / 11 giugno



Oltre i dodici, soltanto tre persone ricevono la qualifica di apostoli nella Liturgia: Mattia, ufficialmente aggregato al collegio dei dodici in sostituzione di Giuda, Paolo e Barnaba.
Questo indica che la Chiesa non è mai chiusa, che l’evangelizzazione estendendosi  associa altri uomini e donne a questa opera.
Ma comunque il numero di questi apostoli, oltre gli undici, è limitato. Timoteo e Tito diretti collaboratori di Paolo nelle sue prime fatiche sono chiamati Vescovi, Marco e Luca anche loro associati ai primi anni dell’espansione della Buona Notizia sono solo chiamati Evangelisti.
Questo dice quanto è importante la svolta di Antiochia, ricordata dalla prima lettura, che permette ai pagani di entrare in gran numero nella Chiesa, senza passare per la trafila della circoncisione e dell’osservanza dei precetti ebraici. E questo, in un primo tempo,  fu possibile umanamente grazie al discernimento e al coraggio apostolico di Barnaba.
Barnaba veniva da Cipro, era quindi abituato al contatto con i pagani. Ma la Scrittura non menziona questa sua caratteristica culturale come d’altronde la Scrittura non si ferma molto sulla triplice cultura – ebraica, greca e latina – di Paolo, anche se non c'è dubbio che questa gli rese più facile un certo tipo di apertura. Ma il problema per Barnaba e per Paolo è lo stesso di quello di Pietro: riconoscendo in queste persone la presenza della grazia che ha sconvolto la loro stessa vita portandola alla pienezza delle promesse annunciate dai profeti, chi erano loro “per porre impedimento a Dio?” (Atti 11,17) Il discernimento viene dallo Spirito Santo, adesso, come l'Evangelizzazione, ma attinge anche dal tesoro dell'esperienza spirituale che uno ha fatto. 

Dagli Atti degli Apostoli

AMO LA MIA CITTA', LO DICO CON I FIORI! 2

Marano rimane ancora molto povero di fiori e piante ornamentali ma non sono del tutto assenti.
Grazie di cuore a coloro che ci rallegrano la vista e l’animo con le piante che coltivano sul loro balcone, davanzale di finestra, terrazzo, giardino, ecc.
Per qualcuno si tratta di un impegno nuovo, stimolato dall’idea del concorso “Amo la mia città , lo dico con i fiori”. 

Siamo sicuri che “il seme crescerà” e si moltiplicherà e porterà … molti fiori!

Qualcuno riconosce i luoghi dove ho preso queste foto? 
Potete invitarmi a fotografare i vostri fiori!







domenica 10 giugno 2018

HAI FAME E SETE? / X° Domenica del T.O.




Nel brano della Genesi di oggi, nel dialogo drammatico tra Dio e l’uomo che si è nascosto ai suoi sguardi perché ha avuto paura scoprendosi nudo, e non si assume le sue responsabilità ma scarica la colpa sulla moglie, la quale scarica sul serpente, riconosciamo il nostro vivere quotidiano, il nostro mondo abituale: le tante maschere, le polemiche e le accuse reciproche, le tante bugie, i piccoli e grandi soprusi, lo scaricabarile (il Papa ha messo in guardia perfino i vescovi del Cile da questo riflesso difensivo: “io non c’entro niente, non sono stato io” ricordando la solidarietà del Corpo: se il piede non è la mano, non per questo non fa più parte del corpo e se un membro soffre, tutte le membra soffrono).
Quello che percepiamo meno è come era il mondo e la convivenza prima del peccato: la comunione felice, il perdere volentieri la vita per l’altro, la parola semplice e sempre sincera accompagnata dalla stima e dall’incoraggiamento, la non competizione ma la complementarietà… Siamo abituati al peccato e quello che è normale per Dio ci sembra anormale se non del tutto illusorio. 
Con l’evento di Gesù rientra a pieno la logica di Dio nel nostro mondo e siamo invitati a fissare lo sguardo sulle realtà invisibili, eterne.

sabato 9 giugno 2018

E' POSSIBILE FARE FIDUCIA IN TUTTO A DIO? / Memoria del Cuore Immacolato di Maria

Anche Maria si è sentita sfasata, impari di forze di fronte alla Volontà di Dio ma poi si è fidata.
Annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi, Galleria degli Uffizi (Firenze)
Oggi è la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Le suore hanno scelto le letture della feria (sabato IX° settimana del Tempo Ordinario) che, provvidenzialmente permettono una riflessione semplice e profonda sul contenuto di questa memoria che ci invita all’affidamento totale alla Vergine Maria, Pellegrina nella Fede e Madre Nostra.

Paolo esorta Timoteo alla perseveranza in un ambiente che può diventare ostile (fake news e panzane teologico-sentimentali già allora all’interno della comunità cristiana!), poi, in due righe, fa un bilancio della sua vita. Non vanta le grandi opere compiute (lo potrebbe fare) ma una cosa sola lo rende sicuro e felice: ha conservato la fede e quindi ha combattuto la buona battaglia. Questo lo rende giusto davanti a Dio e gli assicura la corona. “Il giusto mio servo vivrà mediante la fede!”. Solo Dio salva, solo Lui è fonte di Vita.

venerdì 8 giugno 2018

L'UNZIONE SPIRITUALE DI TUTTO IL POPOLO DI DIO: LA LETTERA DEL PAPA AL POPOLO DI DIO CHE PELLEGRINA IN CILE


Ieri sera parlavo di nuovo con una comunità della lettera che papa Francesco ha mandato a tutto il Popolo di Dio peregrinante in Cile, lamentandomi che nessuno ancora l’abbia tradotta in italiano, perché quello che il Papa propone alla Chiesa del Cile, è molto interessante, vale per tutta la Chiesa universale.
Questa mattina sono accontentato. Ho ripreso, rivedendola, la traduzione di Settimana News diffusa dal “Sismografo” di Luis Badilla (se posso, qualche giorno farò a Luis Badilla un monumento per il servizio che rende alla Chiesa!) e invito tutti a leggere questa lettera di papa Francesco, con calma, e a meditarla.

giovedì 7 giugno 2018

VERITA' CHE DA VITA O VANE DISCUSSIONI? / giovedì IX° sett. T.O.

J. Tissot - Gesù discute con i farisei.

San Paolo ricorda a Timoteo l’essenziale del kerigma, della Buona Notizia che è talmente importante annunciare che ogni sacrificio vale la pena perché qualcuno in più possa ascoltarla. C'è un grande paradosso però: questa Buona Notizia che porta salvezza e gioia viene ostacolata e san Paolo è visto e trattato come un malfattore, un individuo pericoloso. Forse non ci facciamo tanto caso ma questo paradosso è una spada che incontra costantemente ogni evangelizzatore. Il Vangelo da fastidio, sembra troppo serio, contrario alla felicità e alla libertà, mentre è il contrario. Per verificarlo basta provare a parlare di preghiera o di fede in ambienti famigliari o di amici. Questo ci dice quanto il mondo stia “morbidamente e diffusamente” sotto il dominio del suo principe e nemico di Dio, e sopratutto quanto il Vangelo, per sua natura, arrivi subito nelle profondità dell’uomo. San Paolo si sente un peccatore, ma graziato, e non desiste di annunciare la Buona Notizia anche se la spada della Parola di Dio scruta anche lui e lo mantiene in profonda umiltà.

mercoledì 6 giugno 2018

CONOSCI I COMANDAMENTI?


Tante volte preparando i battesimi ci accorgiamo purtroppo che molti genitori e padrini (i genitori sono sempre scelti da Dio nel suo mistero di amore, i padrini che non sono all’altezza del loro compito servono solo a creare confusione nel cuore e nella mente dei loro figliocci) non conoscono i comandamenti che dovrebbero poi insegnare con la parola e con l’esempio.
Ma anche quando i comandamenti sono conosciuti, lo sono sotto la forma della “riduzione catechetica”. Uno scempio, perché ne altera fortemente il senso. Quando qualcuno li scopre per la prima volta nella Bibbia rimane sorpreso e, spero, invogliato ad approfondirne il senso.
Leggiamoli dal testo di Esodo 20,1- 20.

ESODO 20:1 Dio allora pronunciò tutte queste parole:

martedì 5 giugno 2018

NON SOLTANTO ASPETTARE MA AFFRETTARE LA FINE DEL MONDO! / lunedì IX° sett. T.O.

Immagine presa dal sito della Chiesa Copta Ortodossa di Milano.

In genere la fine del mondo è vista come una catastrofe totalmente negativa, sopratutto se la causa dovesse essere la follia dell’uomo attraverso guerre o l’inquinamento, ma anche per il semplice fatto che significa l’estinzione della vita umana sulla terra.

È LA FAMIGLIA AD ESSERE INVISIBILE! A proposito dell'intervista al ministro Fontana.



"Ribloggo" un articolo chiaro e puntuale di Costanza Miriano (il blog di Costanza Miriano su blogspot.it. Noto con dolore che il ministro Salvini che a grezzezza difficilmente si lascia battere da qualcuno (un conto è dire che anche dalla Tunisia vengono in Italia delinquenti un conto è dire che il governo tunisino li esporta), sulle riflessioni forse non troppo elaborate ma di buon senso di Fontana si è precipitato a precisare che questi erano pensieri suoi e non del governo.

di Costanza Miriano
“Tiziano Ferro risponde al ministro contro le famiglie arcobaleno” – dice Vanity Fair – e chiede “solo di non essere invisibile”.
Allora. Innanzitutto il ministro Fontana non è contro le famiglie con due persone dello stesso sesso, solo, a una domanda fattagli al volo al telefono da una collega, ha semplicemente chiarito un dato di fatto: le famiglie “arcobaleno” (in realtà monocolore) non esistono perché neppure la legge Cirinnà osa definire famiglie due uomini e due donne che non possono generare la vita – li chiama “specifica formazione sociale ” – e non esistono neanche nella nostra legislazione perché le persone possono fare tutto quello che vogliono in privato ma non possono legalmente comprare bambini, affittare uteri e dichiararsi padri o madri di figli che non sono i loro (come non lo può fare nessuna persona anche eterosessuale che non sia unita stabilmente a una dell’altro sesso, e che non abbia superato un lungo iter grazie al quale un magistrato l'abbia valutata idonea, e uno dei criteri di buon senso è che un bambino sia affidato a un padre e a una madre).

lunedì 4 giugno 2018

SU, UCCIDIAMOLO! / lunedì IX° sett. T.O.



Gesù nella parabola di oggi mette in guardia i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani dalla tentazione di lasciare inaridirsi la fede, più preoccupati del funzionamento della struttura che di pregare con un cuore puro e centrato nel mistero di Dio. Dalle distrazioni sempre giustificate si passa pian piano a mettere il proprio io al centro di tutto. Il demonio è fine. Va per gradi. L’orgoglio s’installa, i doni di Dio diventano fonte di vanto personale, si cerca il primo posto, si fa fiducia nel proprio giudizio. Si diventa, o piuttosto ci si crede, il Migliore (“servitore di Dio”). “Servendo Dio” si diventa il Salvatore della situazione, la Guida, Colui che è ispirato e sa… Fin quando il demonio ci afferra al centro dell’anima e trionfa e ci si crede essere il Migliore (senza Dio), il Salvatore e la Guida (senza Dio): “Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”

domenica 3 giugno 2018

CORPUS DOMINI, LA RESPONSABILITA' DELL'ALLEANZA.



Forse perché ho celebrato un matrimonio ieri, della ricchezza immensa di questa solennità e delle letture, un aspetto mi ha colpito: la parità che si crea nell’alleanza tra due persone si ritrova (si deve ritrovare) nell’alleanza tra Dio e il suo popolo, tra Dio e il suo fedele.
Si dice: “avere santi in paradiso”. Ahimè questa espressione si riferisce quasi solo esclusivamente a delle protezioni terrene e non celesti. E se dobbiamo muoverci per avere queste protezioni terrene ci diamo da fare! Invece i veri santi in paradiso li abbiamo tutti ma, in genere,  li prendiamo poco in considerazione.

LE NOZZE DI CANA, UN'OMELIA PER UN MATRIMONIO

Le nozze di Cana - Il Veronese.

“C'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù …” : dopo tutti, anche Gesù con i suoi discepoli fu invitato.

Questa situazione mi fa pensare che spesso nelle nozze che si celebrano in chiesa Gesù è presente ma non è al centro delle attenzioni e delle preoccupazioni dei partecipanti. Però come a Cana egli salvò la situazione, così nei matrimoni e nelle famiglie, Gesù, che non smette di amare anche se non considerato, è il perno centrale della vita, l’unico che può salvare. Beati gli sposi che lo scoprono fin dall’inizio.

venerdì 1 giugno 2018

SAN GIUSTINO CATECHISTA E MARTIRE / 1 giugno.

S. GIUSTINO FILOSOFO (Notiamo la Croce e il Libro)

La provvidenza ci presenta nella memoria di san Giustino martire un brano di s. Pietro che esorta i cristiani, già allora!, a non scandalizzarsi di essere perseguitati. Anzi, un cristiano si deve rallegrare perché è giudicato degno di partecipare alle sofferenze di Cristo! Cosa dice di questo l’uomo del XXI° secolo?