Cervi in centro paese durante il lockdown. |
Durante il lockdown si diceva: “(speriamo) che tutto
ritorni presto come prima!”. Un modo di dire, ma anche un vero desiderio, e per
non pochi un progetto di esistenza sincero: Ritornare alla vita di prima. Mettersi
alle spalle questo brutto incubo e godersi di nuovo la vita, magari
apprezzandola un po’ di più. Purtroppo, anche se il contagio sembra essere ancora sotto controllo comprendiamo che non abbiamo voltato pagina e non potremo farlo
per i prossimi anni a venire. Anzi, rinnoviamo anche qui L'APPELLO ALLA RESPONSABILITA' DI TUTTI, SPECIE, SEMBRA, DEI PIU' GIOVANI!
Ma poi: era così bello prima? Durante il lockdown abbiamo
goduto con meraviglia della natura che si riprendeva spazi, le
acque limpide, l’aria che ritrovava i suoi profumi, umili fiori non più
falciati che attiravano le api. Abbiamo visto dalle immagini satellitari che
l’inquinamento sulle città cinesi prima, sulle nostre regioni poi, mostravano
una diminuzione eccezionale del micidiale CO2 che provoca il troppo rapido e
terribile riscaldamento globale. Si sono riscoperte la gioia del silenzio e del
canto degli uccelli.
Alla riapertura del lockdown, i primi giorni, sembrava
che tutti fossero gentili e attenti agli altri. Certamente il lockdown ha
seminato semi duraturi nei cuori di tanti, ma globalmente vediamo che si è
ricominciato la vita stressata e inquinata di prima. Le mascherine e i guanti buttati
ovunque, perfino nel mare, sono stati l’immagine simbolo di un “ritorno alla
normalità” che era meglio evitare.