La persecuzione dei cristiani è un fatto molto serio di cui parla spesso il Papa. Le statistiche dicono che tra i credenti i cristiani sono
i più perseguitati anche se purtroppo la piena libertà
religiosa è negata in molte parti del mondo anche a
credenti di tutte le altre fedi e religioni.
Un fatto nuovo in questo periodo
recente, però, è il cosiddetto “ecumenismo del sangue”: i cristiani sono
perseguitati allo stesso modo che siano ortodossi, protestanti o cattolici. Questo
fenomeno si va affermando di pari passo che avanza il cammino di ritorno alla piena
unità che stanno facendo i cristiani delle varie confessioni. L’unità
dei cristiani è un dovere per noi. Gesù nell’Ultima Cena pregava il Padre: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano
anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E
la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una
cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo
sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.” (Giovanni
17,20-23). Papa Francesco mette spesso in risalto questo aspetto: “se siamo uniti nella morte, nella persecuzione,
come possiamo essere divisi nella vita?”. Ricordiamo la frase rivoluzionaria
di Papa Giovanni XXIII, frutto in particolare della sua vita in paesi in cui i cattolici erano minoranza: “Sono molto di più le cose che ci uniscono che non quelle che ci
separano”. Guardare all’altro partendo da ciò che ci unisce e non da ciò che
ci separa, non significa negare ciò che ci separa, né abbandonare la ricchezza che
mi è stata trasmessa, ma abbattere muri di separazione che il Signore Gesù ci
ha supplicato di non creare, e dare un’opportunità ad un cammino di
riconciliazione. Il cardinale Tuckson, del Ghana, è nato da un genitore cattolico
e l’altro protestante e ha qualche zio musulmano. Dice: “si può vivere nell’armonia
pur appartenendo a confessioni e anche religioni diverse e senza confusioni”. Normalmente
i cristiani dovrebbero essere i più preparati a vivere in queste situazioni perché
l’esempio di Gesù e la fede che ne scaturisce si caratterizzano per l’amore al
nemico, il servizio gratuito a tutti, il riconoscere addirittura la presenza del
Cristo in tutti i bisognosi e piccoli, senza distinzione di razza e di
religione… Purtroppo non sempre i gruppi cristiani fanno la loro unità solo sul Vangelo meditato e vissuto appassionatamente.
Quando non si mette tutto il Vangelo alla base della nostra vita le conseguenze
possono essere disastrose in ogni campo. Per esempio, la Chiesa Cattolica non
ha mai professato l’antisemitismo. Ma molti cattolici sì. E come spiegò il
rabbino Jacob a papa Giovanni XXIII, la Shoah era il risultato dell’ “insegnamento
del disprezzo” verso gli ebrei che era comune nella Chiesa prima della seconda guerra
mondiale.