Papa Benedetto
da Cardinale aveva come motto “cooperatores veritatis” “cooperatori della verità”.
Questa espressione fa riferimento alla terza lettera di san Giovanni al
versetto 8. Parlando di fratelli che hanno lasciato tutto per portare la Buona Notizia
nel mondo, dice che “Noi dobbiamo perciò
accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità”, “ut
cooperatores simus veritatis” secondo la Vulgata latina.
Da bambino
avevo l’immagine della Chiesa primitiva come Chiesa dei martiri. Ci sono stati tanti
martiri e ci sono ancora oggi (più che nei primi secoli secondo tutte le
statistiche, purtroppo) perché il cristianesimo è vita, testimonianza con la
propria vita e carne. Ma è innanzitutto Rivelazione di Dio, della sua volontà. Il
Vangelo è vero. E deve essere preservato nella sua verità. Solo la verità è
degna di diffusione. Nelle lettere degli apostoli, compresa l’Apocalisse, il
termine “verità” appare 69 volte. A parte qualche occasione in cui l’autore
della lettera rafforza la sua affermazione (“dico la verità”) le altre volte si
riferisce alla verità di Dio, al Vangelo che è verità, all’amore per la verità che
può salvare, a chi resiste alla verità e la vuole soffocare…
Papa Benedetto mi ha fatto capire che accanto alla testimonianza
del sangue, il cristianesimo si è diffuso innanzitutto pacificamente come “Religione vera” a
differenza delle religioni pagane e i loro dèi che la gente cominciava
chiaramente a percepire come miti inventati. E anch’io chiedo al Signore di essere
“cooperator veritatis”, perché questa è una lotta: interna, cercare la verità,
ed esterna imitando, anche se da molto lontano, il coraggio e la costanza di san
Paolo e dell’umile lavoratore nella vigna del Signore: “Ad essi però non cedemmo, per riguardo,
neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda
tra di voi”. (Gal 2:5) .
Grazie Papa Ratzinger per quanto hai fatto in questa tua vita luminosa.