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venerdì 30 settembre 2016

30 settembre GIOBBE E SAN GIROLAMO

san Girolamo del Caravaggio
Ieri l’altro avevamo letto il capitolo 9 di Giobbe. Oggi siamo al capitolo 40. Anche tenendo conto dell’interruzione per la festa degli Arcangeli (ieri avremmo letto un passo dal capitolo 19) è un bel salto: 30 capitoli. Anzi, in questa stessa  lettura di oggi si inizia con versetti del capitolo 40 e si finisce con versetti del capitolo 42, saltando tutto il capitolo 41.  Sembra che la lettura di Giobbe non interessi molto la Chiesa? È vero che i lunghi dialoghi di Giobbe con i suoi amici sono difficili da seguire. Per la lettura liturgica a Messa si fanno questi tagli anche in altri libri della Bibbia, per tener conto del tempo che la gente ha a disposizione e anche della capacità di ascolto. È saggezza.

Ma proprio nel giorno della festa liturgica di san Girolamo questi tagli così impressionanti risultano paradossali e ci invitano a una riflessione.

San Girolamo era un appassionato della Parola di Dio. Quando stava ancora a Roma era già un maestro di ebraico e di greco e insegnava ai suoi discepoli a cantare i salmi in ebraico, a leggere la Bibbia nel testo originale.

mercoledì 28 settembre 2016

GIOBBE: IRRUZIONE DELLA MORTE, IRRUZIONE DELLA VITA

C.I.M. di Ponticelli
Chi segue tutte le puntate di Giobbe, avrà notato che tra ieri e oggi siamo saltati dal capitolo tre al capitolo nove. Gli amici di Giobbe hanno cominciato a parlargli dicendo: “Dio ricompensa i giusti e castiga i peccatori. Con quello che ti è successo è evidente che sei un peccatore. Non negare più, aggravi la tua posizione”, un altro aggiunge: “Ma Dio è misericordioso, se ti penti, Dio ti perdonerà e ti ristabilirà”. E Giobbe dice: “Se io lo invocassi e mi rispondesse, non credo che darebbe ascolto alla mia voce”(Giobbe 9,16), cioè:“Non è quello che credete, ma Dio è troppo in alto, non si comprende quello che fa e, anzi, in fondo non si interessa di me, va avanti nel suo discorso, nei suoi piani, senza tener conto di me”.
Ha perso tutto davvero, beni figli, salute e adesso la stima degli amici; ma come se non bastasse scopre un Dio indifferente, lui che nella sua prosperità di uomo giusto sentiva Dio come alleato, amico. Manca solo che arrivi alla conclusione che Dio non esiste e ha veramente perso tutto. La prova di Giobbe ci tocca da vicino. È l’irruzione della morte nella sua vita che sconvolge tutti gli equilibri materiali e morali e di senso della vita.

Allora fuggiamo da Giobbe e dalle durezze dell’Antico Testamento per rifugiarci nella dolcezza del Nuovo!?

Nel Vangelo di oggi, Gesù, il dolce Gesù, chiama alcuni a seguirlo. È la chiamata ad un grande progetto di vita, di salvezza, affascinante, ma anche se i modi e il sorriso possono essere dolci, la sostanza è estremamente brutale vista solo da un punto di vista umano. Gesù dice:
Non andare al funerale del tuo Padre!, lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio!, - non congedarti dalla tua famiglia, prima di entrare al mio seguito!.

Ma, chi parla? Il guru di una setta?

martedì 27 settembre 2016

UN NEOCATECUMENALE PREOCCUPATO


Giovanni Paolo II a Porto san Giorgio.
Cliccare sulle altre immagini incomplete per farle apparire
pienamente. In particolare le foto di Ratzinger Cardinale che
celebra pure lui nella forma neocatecumenale.










































Un neocatecumenale preoccupato mi ha fatto leggere il testo che riproduco sotto.

«Dopo tanto tempo ho pensato di intervenire per aiutare i neocatecumenali a liberarsi dalla loro eresia pericolosa.
 Sono sacerdote e ho fatto il cammino a partire dal 1975.
 L'anno scorso, dopo anni di travaglio interiore, dopo aver aiutato le comunità a capire, e non hanno capito perché condizionate dalla prepotenza dei catechisti [del Cammino], ho lasciato con grande sollievo quello che ritengo sia una vera setta. Almeno i metodi sono quelli.
In particolare c'è stato in me il rifiuto a proseguire una “eucaristia” non approvata dalla Chiesa!
 Spero di riuscire con interventi che non siano polemici ma convinti nel profondo di riuscire in questo tentativo.
Altrimenti mi ritirerò, come già avevo fatto pregando il Signore a darmi tempo per rimediare a tanti sbagli a cui mi ha portato anche il cammino celebrando la Santa messa della Chiesa e non di Kiko!
 Ringrazio Daniel Lischiftz, di cui ho appena finito di leggere i due volumi della sua vita, perché in molte cose mi sono trovato. Pensavo di scrivergli, ma temevo che non mi potesse capire.
 Naturalmente io interverrò quando gli impegni me lo permetteranno.
 Non ho odio per nessuno. Prego anche per le comunità che ho avuto perché il Signore apra loro gli occhi e possano vedere dove è la Santa Madre Chiesa.» (don Giuseppe)
Cosa dire a don Giuseppe e del suo testo?

27 sett. GIOBBE E SAN VINCENZO DE' PAOLI


Nella sua sfida con Dio, satana gli dice che in fondo l’uomo è profondamente egoista e fin quando preserva la sua vita e il suo benessere fisico non s’importa molto neppure dei figli. E Dio concede a satana di rovinare anche la salute di Giobbe, in modo molto umiliante, dopo che abbia perso beni e figli. Alcuni suoi amici lo vengono a trovare e per rispetto e solidarietà con il suo dolore rimangono in silenzio per i primi giorni: grande lezione! (Cap. 2).

Oggi leggiamo il capitolo terzo. Nel suo lungo sfogo, abbreviato alquanto per la lettura liturgica, Giobbe invoca la morte e conclude con la chiave più profondo della sua disperazione: sono “un uomo, la cui via è nascosta e che Dio ha sbarrato da ogni parte”.

La mancanza di senso, di progettualità, l’impossibilità, reale o pensata, di poter reagire, combattere, lottare per un miglioramento, sono le sofferenze più grandi.
Questa sofferenza si ritrova tra i carcerati e in particolare tra gli ergastolani i cosiddetti FPM, “Fine Pena Mai”. Papa Francesco ha perfettamente ragione di chiedere al scomparsa della pena dell’ergastolo. È solo una vendetta inutile che i più dimenticano in fretta e cristallizza le vittime dirette nel passato, causando anche a loro un enorme danno. Non voglio sviluppare questo argomento che deve integrare la giusta difesa della società, delle persone più inermi, e sia l’elaborazione del lutto per le vittime che i tempi necessari per un processo stabile di ravvedimento per il carnefice. Ma sia papa Francesco che io stesso, sappiamo di che cosa  parliamo. In ogni caso non si deve mai togliere con superficialità a nessuno, a nessuno, la speranza anche quella soltanto umana.

lunedì 26 settembre 2016

GIOBBE, UN GRANDE MAESTRO

Autore sconosciuto
Inizia oggi la lettura del libro di Giobbe. Invito a non perdere le “puntate” successive perché è un libro molto importante. Papa Giovanni Paolo II lo prese come fondamento per la sua Lettera Apostolica sul senso cristiano della Sofferenza (Salvifici Doloris, 1984). Disse che Giobbe era l’apice della riflessione sul senso della sofferenza nell’Antico Testamento.

Vediamo che nel giro di poche ore, forse minuti, Giobbe, un uomo colmato dall’esistenza, perde tutto ciò che ha di più prezioso, ricchezze e figli.
Egli reagisce con gesti di lutto molto comprensibili ma anche molto espressivi. 
Ma sa, fin da subito, riportare a Dio il suo immenso dolore senza ribellarsi al suo volere: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».

Che brutto confronto con gli apostoli che vivono al contatto con Gesù che irradia uno Spirito nuovo, lo Spirito del suo abbandono al Padre, eppure sono agitatissimi da questioni di ambizione e di gelosia. Dovrebbero essere molto più avanti di Giobbe e invece …

E noi, io, tu, che abbiamo conosciuto Gesù crocifisso, che abbiamo ricevuto sacramentalmente il suo Spirito di Risorto, che diciamo di amarlo, come ci comportiamo? Se ci lamentiamo sempre per (quasi) tutto e "perdiamo la fede" ...

sabato 24 settembre 2016

UNA TESTIMONIANZA SU PADRE PIO

Un amico di lunga data ha voluto condividere con me una sua testimonianza inviata al nipote per invogliarlo ad affidare la sua vita al Signore, e con il suo permesso, la pubblico qui. 

Ecco il testo:

N.B. non sono mai stato uno stinco di Santo né prima ke vivevo secondo il mondo né ora ke cerco di vivere secondo le regole  (Comandamenti ) del nostro Dio Signore Gesù Cristo!  Fatta la premessa, desidero condividere un fatto importantissimo del mio vissuto con te ke sei importantissimo per me, poi  capiremo il perché ciò ke ci lega è il SANGUE PREZIOSISSIMO DI NOSTRO FRATELLO E SIGNORE GESÙ CRISTO! 

IL FATTO:
Nel 1993 avevo la tua età di oggi e odiavo molto la Chiesa e i sacerdoti. A quei tempi era molto venerato San padre Pio e a me dava molto fastidio soprattutto quando tale devozione la trovavo in casa mia, attraverso mia madre, e come scusa trovavo ke si era esagerati nell’attribuire a questo Santo miracoli e tante sue apparizioni di cui si parlava. 

venerdì 23 settembre 2016

S. PIO DA PIETRELCINA: SONO UN MISTERO A ME STESSO

Nella prima lettura il Qoelet osserva l'agire umano e i suoi ritmi. Costata che Dio ha dato all'uomo molte facoltà e il potere su molto, ma non sulle cose ultime. La vita nella sua essenza rimane un Mistero.
Anche gli Apostoli sperimentano che mentre la gente può fare solo ipotesi su Gesù, la conoscenza della sua Natura deve venire dall'alto, come Rivelazione. E anche a questo punto, non comprendono ancora la croce.

Dal momento in cui vuoi vivere secondo le tue sole forze e non secondo la fede, ti sfugge ciò che è essenziale.
E anche quando vivi di fede non comprendi tutto. Così costatava P. Pio di sé. Un santo sacerdote molto illuminato mi diceva:"Quando il Signore mi ispira una risposta che li sorprende, perché arriva dritto al cuore del loro problema, svela cose nascoste, la gente pensa che vedo Dio faccia a faccia, che io sappia tutto, ma io vivo nella fede, sono solo uno strumento di Dio, quando Egli vuole".

giovedì 22 settembre 2016

ERODE PRIGIONIERO TRA VECCHIO E NUOVO giovedì XXV sett T.O.

Il libro del Qoelet è noto a tutti per il suo pessimismo disilluso. Le sue due espressioni più famose si trovano nella prima lettura di oggi: “Vanità delle vanità: tutto è vanità” e “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Gli uomini sono molto sensibili alle novità, che siano desiderate o temute, che siano vere oppure artificiosamente elaborate. Chi non si ha mai avuto  la sua attenzione risvegliata da chi gli annuncia: “la sai l’ultima?” anche quando sa già che la tale notizia non sarà di importanza vitale.

Però lo sguardo un po’ più razionale di chi allarga la prospettiva, vede come Qoelet che, pur sotto forme diverse, in ogni tempo e sotto ogni latitudine, si ripetono gli stessi avvenimenti. Nascita, crescita, invecchiamento, malattia e morte, gioia e dolore, innamoramento e odio, entusiasmo e delusione, conquiste e perdite si succedono e si intrecciano. Le mode (vestiti ecc.) ritornano su se stesse dopo alcuni anni, i rapporti umani hanno le stesse dinamiche, l’umanità non riesce a liberarsi dalla guerra per quanto assurda sia, e allo stesso modo l’uomo cade in alcune dipendenze, in varie droghe, pur conoscendone in anticipo gli effetti negativi.

mercoledì 21 settembre 2016

SAN MATTEO, DA SPIETATO SFRUTTATORE A SANTO

"Misereando atque eligendo". Tutti abbiamo imparato a conoscere questa frase latina o la sua traduzione italiana: “Gli fece misericordia e lo scelse”. È la frase che papa Francesco sentì come espressione della sua vocazione e che prese come motto da vescovo e quindi oggi da papa. L’autore di questa frase la riferisce alla conversione di san Matteo.

Il Vangelo di oggi esprime infatti tutta la premura di Gesù per i peccatori ai quali si avvicina da amico che condivide i loro pasti (duramente criticato dai ben pensanti che ne sono scandalizzati), da medico che fascia le loro ferite, da inviato di quel Dio che vuole misericordia e non sacrifici.
È tutto lì “l’Ospedale da Campo” che salva le vite ferite senza chiedere sforzi, di cui parla papa Francesco presentandolo come ideale della Chiesa. La Chiesa porta la grazia e la misericordia di Dio, tutta la forza del kerigma, perché ne vive, ne è stata generata e costantemente rigenerata nelle sue membra e nella sua stessa natura.

venerdì 16 settembre 2016

LA MALEDIZIONE DEL GIOCO D'AZZARDO!

Si stanno moltiplicando i negozi di scommesse e i giochi online, e purtroppo volti noti della televisione e dello sport si fanno pagare profumatamente per fargli pubblicità.

Tanti buttano così i soldi che dovrebbero servire alla propria famiglia, nella speranza illusoria di avere "il colpo di fortuna".

E lo Stato approva, ricuperando così tasse volontarie e "indolori", dicono. In verità sono poche tasse nei confronti dei guadagni degli operatori che sono spesso la malavita organizzata, locale e internazionale, che spadroneggia in questo campo e trova ambienti favorevoli al ripulire denaro di origine sospetta e altre attività correlate ai debiti da gioco. E sono molti dolori reali per quanti diventano schiavi del gioco e per quanti finiscono di rovinare sé stessi e le loro famiglie, perché il gioco non è fortuna possibile ma sfortuna sicura.

Ci vuole poco per capirlo: è' vero che più giochi più avrai vincite, ma più perderai soldi, più ti impoverirai!!!
Rifletti: se tutti i giocatori nel loro insieme spendono 100 € in scommesse e lo Stato si prende 15 € di tasse e
il gestore 25 € di guadagno (è solo un esempio matematico, che io sappia generoso per lo Stato e al ribasso per gli operatori), quanto tornerà loro indietro? Al massimo 60 €! Che guadagno è questo di spendere 100€ e ricuperarne 60? Hai solo perso 40 €! Col tempo scommetterai 1000 € e così perderai non 40 € ma 400€, scommetterai 100.000 € e ricupererai solo 60.000€, cioè avrai perso 40.000€!! E così via.

E più giocherai, per via del calcolo delle probabilità, più ti avvicinerai sicuramente a questa proporzione.

Ma conosciamo tutti tanti sfortunati che non hanno guadagnato nulla e hanno perso tutto, hanno fatto debiti con prestiti di usura e sono precipitati in un baratro senza fondo, oppure donne che hanno tentato di ripagare i debiti di gioco prostituendosi! Quanti esempi dobbiamo dare? Basta uno "blando"? Quello della mamma che conosco e che ha perso nelle sale da gioco tutto l'arretrato della pensione del suo figlio handicappato...

Per favore!, fermati, non giocare!

Nella prossima confessione, pensa ad esaminarti su questo punto. 
Se sei un giocatore vedi quanti soldi e, anche, tante volte, quanto tempo, hai sottratto alla tua famiglia e ai tuoi doveri.

N.B.: Quando in Italia il gioco d'azzardo, in aumento esponenziale era considerato dal Governo una industria che aumentava la ricchezza nazionale, in Francia avevano capito che questa attività è "depressiva", cioè taglia le gambe alla crescita reale dell'economia, e hanno fatto di tutto per limitarne l'espansione.

Domanda: se si sa che i giochi d'azzardo creano dipendenza e sconvolgono bilanci familiari senza creare ricchezza, perché non lanciare una campagna come hanno fatto tanti comuni?

ESSERE CHIESA COME VOLEVA GESU’ / 2

Chiesa di san Vitale a Fuorigrotta
ECCO LA SECONDA SCHEDA DEI GRUPPI DI VANGELO NELLE CASE. FORSE CI PUO' AIUTARE A RIFLETTERE.

La Chiesa in attesa dello Spirito Santo
Con entusiasmo, ognuno nell’incontro precedente ha detto qualcosa del sogno che porta nel cuore riguardo alla Chiesa, forse prendendo maggiormente coscienza che si aspetta molto dalla Chiesa, che vorrebbe partecipare di più al Regno di Dio. Nella seconda fase dell’incontro è stato confermato o re-indirizzato dalla Parola di Dio: Gesù vuole che la Chiesa sia sua, porti l’Amore del Padre a “tutti gli uomini e a tutto l’uomo” (Paolo VI) e non altro. Per cui sa che “senza di Lui non possiamo fare nulla”, senza il suo Spirito non abbiamo luce, non abbiamo forza, non abbiamo costanza nella testimonianza e coraggio nelle difficoltà.
Come giudichi la tua vita cristiana? Vivi nella forza dello Spirito? Hai intimità con lo Spirito Santo? Quali sono i segni che lo dimostrano? Dai esempi concreti.

Ma veramente la Chiesa senza la pienezza della forza dello Spirito ricevuto alla Pentecoste non può far nulla? Vediamo insieme quello che succede al gruppo dei credenti prima della Pentecoste: 

mercoledì 14 settembre 2016

14 settembre ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Volto Santo "Tunicato" Santo Sepolcro
(Omelia di papa Francesco a santa Marta. Trascrizione Radio Vaticana) Nella Croce di Gesù Cristo – oggi la Chiesa celebra la festa della Croce di Gesù Cristo – capiamo pienamente il mistero di Cristo. Questo mistero di annientamento, di vicinanza a noi, Lui essendo nella condizione di Dio – dice Paolo – non ritiene un privilegio di essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, a una morte di Croce.
Questo è il mistero di Cristo. Questo è un mistero che si fa martirio per la salvezza degli uomini. Gesù Cristo, il primo martire, il primo che dà la vita per noi, e da questo mistero di Cristo incomincia tutta, tutta la storia del martirio cristiano, dai primi secoli fino a oggi.
I primi cristiani hanno fatto la confessione di Gesù Cristo pagando con la loro vita; ai primi cristiani era proposta l’apostasia, cioè: “Dite che il nostro dio è il vero, non il tuo [vostro]. Fate un sacrificio al nostro dio o ai nostri dei”, e quanto non facevano questo, quando rifiutavano l’apostasia venivano uccisi. Questa storia si ripete fino a oggi e oggi nella Chiesa ci sono più martiri cristiani dei tempi primi. Oggi ci sono cristiani assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perché non rinnegano Gesù Cristo. In questa storia, arriviamo al nostro père Jacques: lui fa parte di questa catena di martiri. I cristiani che oggi soffrono – sia nel carcere o con la morte o con le torture – per non rinnegare Gesù Cristo, fanno vedere proprio la crudeltà di questa persecuzione. E questa crudeltà che chiede l’apostasia, diciamo la parola: è satanica. E quanto piacerebbe che tutte le confessioni religiose dicessero: “Uccidere in nome di Dio è satanico”.

Padre Jacques Hamel è stato sgozzato nella Croce, proprio mentre celebrava il sacrificio della Croce di Cristo. Uomo buono, mite, di fratellanza, che sempre cercava di fare la pace è stato assassinato come se fosse un criminale. Questo è il filo satanico della persecuzione. Ma c’è una cosa, in quest’uomo, che ha accettato il suo martirio lì, con il martirio di Cristo, all’altare, una cosa che mi fa pensare tanto: in mezzo al momento difficile che viveva, in mezzo anche a questa tragedia che lui vedeva venire, un uomo mite, un uomo buono, un uomo che faceva fratellanza, non ha perso la lucidità di accusare e dire chiaramente il nome dell’assassino. E ha detto chiaramente: “Vattene, Satana!”. Ha dato la vita per noi, ha dato la vita per non rinnegare Gesù. Ha dato la vita nello stesso sacrificio di Gesù sull’altare e da lì ha accusato l’autore della persecuzione: “Vattene, Satana!”. Papa Francesco.



Questa mattina tutti sapevamo che papa Francesco celebrava in ricordo di p. Hamel (allo stesso orario della nostra Messa con le suore). Questo dava un imput forte alla nostra partecipazione al Sacrificio di Cristo. C'era anche la notizia della ragazza morta suicida perché schiacciata dalla diffusione sui social, compreso siti pornografici, di un suo video di sesso in discoteca. Una morte che appare molto diversa, anche se pure lì è ben visibile l'influenza diffusa tra tanti dello spirito nemico (Satàn) che odia i figli di Dio. E tante morti e sofferenze, che non riusciamo a scandagliare e che diventano tessuto "normale" della nostra vita impotente fino all'indifferenza talvolta.
Tutto questo nel giorno dell'esaltazione della Croce. 

martedì 13 settembre 2016

ESSERE CHIESA COME VOLEVA GESU' / 1

da Maranatha.it
VOGLIO RIPROPORRE ALCUNE SCHEDE CHE AVEVO SCRITTO PER I GRUPPI CHE SI RIUNIVANO NELLE CASE DEL RIONE DE' GASPERI


Osservazione della realtà: Papa Francesco sotto gli occhi di tutti incarna l’immagine di una Chiesa insieme fedele al Vangelo e moderna, adatta ai tempi, aperta al futuro, e la spinge a riformarsi.
Infatti da una parte perché Papa Francesco è un formidabile comunicatore che rende più facile da capire o da intuire alla gente semplice ciò che dicevano e vivevano i suoi predecessori, e approfitta del cammino che abbiamo fatto tutti insieme in questi ultimi 50 anni sotto la guida dei Papi precedenti. Infatti, per esempio, anche Papa Giovanni XXIII fu un papa riformatore e i suoi gesti di rinnovamento fecero scalpore allora. Sembrerebbero molto timidi oggi perché la Chiesa è profondamente cambiata, grazie in particolare al Concilio che egli ha voluto e iniziato. Allora la Chiesa parlava latino, il Papa usava il “Noi” majestatis quando parlava, si spostava sulla Sedia Gestatoria portata a spalle come una statua ….  Dall’ altra parte Papa Francesco incarna una Chiesa adatta ai nostri tempi perché il Vangelo vissuto è la migliore soluzione per l’oggi e per il nostro futuro. Infatti, chi tra noi non comprende che se tutti i battezzati avessero vissuto veramente con zelo e vera conoscenza il Vangelo di Gesù, oggi il mondo, la nostra società, la nostra Napoli, sarebbero molto migliori, molto più belli e sani?
Ascoltiamo ogni giorno proposte dalla televisione, dalla pubblicità, dalla politica, che sappiamo essere incapaci di risolvere veramente i nostri problemi, quando non sono vere e proprie bugie, e, comunque, non ci salvano dalla morte. Ma conosciamo la proposta di Gesù che ha vinto la morte e cioè ha trovato il segreto della Vita Vera e Felice? E se non la conosciamo come possiamo avere Vita e Felicità? Sarebbe come pretendere di guarire da una malattia conoscendo solo il nome del medico ma non quale terapia ci vuol far seguire. Assurdo! Non si guarisce conoscendo il nome di un medico ma prendendo le medicine e seguendo i consigli che lui ci dà! Purtroppo molti pretendono di essere cristiani senza sapere quasi nulla di Gesù.
Allora, pronti? Facciamo due cose:


lunedì 12 settembre 2016

12 settembre MARIA, SIAMO MOLTO DEBOLI, AIUTACI!

Ci sono quelli che danno tutto. Gesù che sovraccarica probabilmente la sua agenda accettando un’altra richiesta e si incammina verso la casa di questo centurione pagano (anche se raccomandato da anziani ebrei che vantano i suoi meriti). Il centurione stesso che cerca con tutti i mezzi la guarigione di un suo servo, senza per questo essere petulante, e manifesta la sua fede totale rispettando quello che pensa essere la sensibilità ebraica di Gesù che potrebbe trovarsi in difficoltà ad entrare nella casa di un pagano. Son questi i modelli da ammirare e imitare.

Ci sono poi quelli che danno il minimo sindacale. Nella comunità di Corinto, tra i fratelli, chiamati da Paolo “neonati in Cristo”, ci sono divisioni, culturali, di tribù, di simpatie, fino a formare fazioni. Questo prevale perfino nella celebrazione eucaristica. Le lingue lavorano veloce e tutta la città si fa un’idea negativa di questa nuova comunità che predica l’amore e vive ben diversamente. E la fonte dei commenti sono direttamente i membri delle comunità che si sfogano,  alcuni malignando, “in confidenza”, sotto segreto”, ecc., ecc. Come lo sai? Certo non è scritto nella Bibbia, ma da che mondo è mondo, ahimè … 

domenica 11 settembre 2016

ESSERE FIGLIO PRODIGO CONVIENE!

Il Vangelo di questa domenica, con le tre parabole che contiene, è molto conosciuto, sia come parabola del Figliol Prodigo, che come parabola del Buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita e parabola della donna che spazza tutta la casa alla ricerca della dracma perduta. Sono le parabole della Misericordia di Luca. Possiamo dire qualcosa di nuovo, qualcosa che ci aiuti oltre a quello che sappiamo già? Se fosse solo ripetizione e arrivasse al cuore, come Pane Buono che nutre sarebbe già sufficiente. Quindi nessun timore a fermarci ancora una volta ai piedi del Signore per ascoltare il suo insegnamento.

La parabola del pastore che lascia le 99 pecore nel deserto ha avuto grande successo come immagine di Gesù, Buon Pastore, che con tanto amore e tenerezza, si carica sulle spalle la pecorella smarrita, cioè i peccatori. Sappiamo che è un’immagine molto antica che troviamo in questo senso cristologico già nelle catacombe cristiane dei primi secoli. Cerchiamo di togliervi però ogni sentimentalismo e di ascoltarla come i primi ascoltatori. Gesù non parla loro di un pastore particolarmente buono e disinteressato. Ma dice: “Chi di voi, se ha cento pecore…”.  E non possiamo pensare che tutti i farisei che lo ascoltano e lo criticano fossero persone particolarmente sensibili e che gl’importasse di salvare ad ogni costo il loro prossimo smarrito. Gesù parla di soldi. Chi di voi, se vede perso il suo capitale (una pecora) non si mette subito alla sua ricerca? È così anche per la donna (una donna qualunque, comprendiamo solo che è del popolo) che non ritrova tutte le monete messe da parte.

sabato 10 settembre 2016

LITANIA DELL'UMILTA'

Ho ritrovato sul sito di Aleteia - opportunamente tradotta in italiano!! - una preghiera che conoscevo in Francia come attribuita ad un laico del secolo XIX° soprannominato  "il santo di Tours", dalla sua città natale sul fiume Loira.

Penso che possa stimolare la nostra preghiera.

Litania dell’Umiltà
O Gesù! mite ed umile di cuore! Esaudiscimi.
Dal desiderio di essere stimato – Liberami, Gesù.
Dal desiderio di essere amato – Liberami, Gesù,
Dal desiderio di essere decantato – Liberami, Gesù.
Dal desiderio di essere onorato – Liberami Gesù.
Dal desiderio di essere lodato – Liberami, Gesù.
Dal desiderio di essere preferito agli altri – Liberami, Gesù.
Dal desiderio di essere consultato – Liberami, Gesù,
Dal desiderio di essere approvato – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere umiliato – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere disprezzato – Liberami, Gesù.
Dal timore di soffrire ripulse – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere calunniato – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere dimenticato – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere preso in ridicolo – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere ingiuriato – Liberami, Gesù.
Dal timore di essere sospettato – Liberami Gesù.
Che gli altri siano amati più di me – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri siano stimati più di me – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri possano crescere nell’opinione del mondo e che io possa diminuire – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri possano essere impiegati ed io messo in disparte – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri possano essere lodati ed io, non curato – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa – Gesù, dammi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri possano essere più santi di me, purché io divenga santo in quanto posso – Gesù dammi la grazia di desiderarlo!


venerdì 9 settembre 2016

KERYGMA, CORREZIONE FRATERNA, CONVERSIONE - venerdì XXIII sett T.O.

Risurrezione - Agnani, S. Pietro in Vigneis
Nella prima lettura san Paolo annuncia la Buona Notizia dell’Amore incondizionato e misericordioso di Dio manifestato in Gesù Cristo incarnato, crocifisso e risorto. Questo è il suo culto spirituale, il suo dovere, la sua missione. Dio gliene ha dato l’incarico in modo imperativo. Egli non dimentica di attendere alla propria conversione, riducendo il proprio corpo “in schiavitù” per non essere uno che “dice e non fa”, uno che predica ciò che non vive.
Nel Vangelo Gesù nota che siamo propensi a correggere gli altri (anche quando non ne abbiamo ricevuto l’incarico) mentre trascuriamo di convertirci, predicando ciò che non viviamo.

Annunciare la Buona Notizia e fare la correzione fraterna sono due modi di evangelizzare, due dimensioni che non devono essere separate.
Se ti scopri intento a rilevare i difetti degli altri non dimenticare di annunciare loro la misericordia di Dio, il suo amore che tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, e non tiene conto del male ricevuto.
Se sei uno che dice solo: “eh! non fa niente” e non ha mai la forza di dire di no, di correggere, forse non va bene neppure (o senza forse). In “Amoris Laetitia” il papa intitola il capitolo settimo: “rafforzare l’educazione dei figli” e parla al n. 268 del “valore della sanzione come stimolo”. In quel paragrafo dice: “Ugualmente, è indispensabile sensibilizzare il bambino e l’adolescente affinché si renda conto che le cattive azioni hanno delle conseguenze…”. E al n. 321, nel capitolo ottavo: “… Prendiamoci cura, sosteniamoci e stimoliamoci vicendevolmente, e viviamo tutto ciò come parte della nostra spiritualità familiare. La vita di coppia è una partecipazione alla feconda opera di Dio, e ciascuno è per l’altro una permanente provocazione dello Spirito.

giovedì 8 settembre 2016

NASCOSTA NELLA NASCITA, NASCOSTA NELLA MORTE, GLORIFICATA IN TUTTE LE GENERAZIONI!! 8 settembre, Natività della B. V. Maria

Domenico Ghirlandaio - Natività della Vergine Maria -
Santa Maria la Novella , Firenze
Festeggiamo oggi la nascita della Beata Vergine Maria. Nascosta alla nascita, nella vita e nella morte, glorificata davanti agli angeli ai piedi della croce ma non agli occhi del mondo. Glorificata oggi di una gloria che non ha eguale tra le creature.

Nessuno sa quando è nata. Solo qualche apocrifo ne parla. Le circostanze della fine della sua vita anche nella sostanza un po’ più profonda (Dormizione oppure Morte e Risurrezione?) rimangono sconosciute. Il suo agire esterno è stato circoscritto e la sua vera identità velata agli occhi dei suoi contemporanei.

Questo ci porta a due riflessioni importanti:

mercoledì 7 settembre 2016

VERGINITA' E MATRIMONIO mercoledì XXIII sett. T.O.

Gioacchino e Anna - Giotto
Nella prima lettura di ieri, Paolo ha dato indicazioni riguardo alle liti nella comunità invitando a risolverle facendo ricorso all’arbitrato fraterno, interno alla stessa comunità, a preferire di perdere qualcosa piuttosto che alimentare polemiche e rancori. Infatti paragonando l’altissima dignità di coloro che, perché chiamati gratuitamente ad essere discepoli di Gesù, un giorno giudicheranno gli angeli alla meschinità delle cause tutte materiali e terrene che si trovano ad avere tra fratello e fratello, Paolo conclude che non vale la pena fare causa a nessuno per nessun motivo. Meglio lasciarsi spogliare di qualcosa che, comunque, si dovrà lasciare qui sulla terra. 

Egli continua poi il suo discorso ( 1 Cor 6,12 – 7,24. Questo brano importante non è proclamato nella liturgia) raccomandando di vivere in tutto per la gloria di Dio, fuggendo l’immoralità ad ogni costo, anzi astenendosi il più possibile da ogni cosa anche lecita che non giovi al Regno di Dio. In particolare considera il peccato sessuale e osserva che tocca profondamente l’intimo della persona e quindi ha una sua connotazione specifica. 

martedì 6 settembre 2016

UNA SCELTA GRATUITA E DEFINITIVA martedì XXIII sett. T.O.

Chiamata dei dodici - Giotto
Continuiamo a vedere che ci sono molti problemi e liti in questa comunità di Corinto. In particolare ci sono difficoltà riguardo ai soldi e alle proprietà. “La roba è un certo qual sangue delle vene che per cavarselo ci vuole un miracolo…” diceva sant’Alfonso De Liguori.
La sfida che Gesù si è assunta chiamandoci amici e donandoci la sua grazia e la sua fiducia, è enorme: far unità tra persone che non si sarebbero mai scelte per simpatia e affinità, affinché il mondo creda e si salvi. Gesù vuole formare comunità.
Benché credenti in Gesù crocifisso e battezzati, benché unti dallo Spirito Santo, questi membri della prima comunità cristiana devono ancora molto camminare. Devono cominciare a vedere quanto in loro non corrisponde alla mentalità di Gesù ma appartiene ancora a “l’uomo vecchio” e affidarlo alla misericordia di Dio perché li sostenga nel necessario cammino di conversione.

Di fronte all’enormità di certe contraddizioni tra fede professata e comportamento ci possono essere varie reazioni:
-          Un prima reazione è il rifiuto della fede cristiana perché i cristiani “dicono e non fanno”. Questo è la posizione dell’Islam che nel Corano ci chiama “Dhallìn” (sùra 1, El Fatiha), cioè “smarriti”. Smarriti, sentimentali, adolescenti romantici e immaturi, sognatori irrealistici di amore ma inefficaci nel concreto.
-          Questo rifiuto dei musulmani è presente anche in tanti battezzati che tante volte non lo esprimono con chiarezza però lo sentono nel cuore e dicono “non vengo in chiesa perché non c'è bisogno, credo dentro me stesso, credo in Cristo ma non nella Chiesa ecc.”. Questa posizione talvolta di comodo (è facile criticare dalla soglia, senza mettere se stesso alla prova) va contro la scelta esplicita di Gesù di rischiare con noi fino in fondo, fino a chiamare sue membra persone deboli e peccatrici, fino a dire a Saùlo sulla strada di Damasco, parlando dei cristiani: “Saùlo, Saùlo, perché mi perseguiti?”. Questa posizione di rifiuto, però, invoca comunque da noi cristiani la vera conversione che diventi testimonianza.

domenica 4 settembre 2016

"LA GIOIA DELL'AMORE"

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Quattro incontri nella PARROCCHIA DI SAN CASTRESE per conoscere l’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” scritta da papa Francesco dopo i due Sinodi del 2014 e 2015, e il suo messaggio di amore e saggezza per le nostre famiglie.
Un contatto diretto con il testo di papa Francesco e il pensiero della Chiesa sulla famiglia, i suoi valori e le sue problematiche oggi, aldilà di semplificazioni superficiali e di opinioni talvolta fuorvianti che hanno potuto presentarcela.
Gli incontri, di circa un’ora ciascuno, si terranno nel salone parrocchiale lunedì 5, martedì 6, mercoledì 7, giovedì 8 settembre alle ore 20.00.   

                                                       D. Luigi e Fra’ Sereno

sabato 3 settembre 2016

GREGORIO MAGNO PAPA E DOTTORE DELLA CHIESA

con ringraziamenti al Sito Maranathà
Oggi la Chiesa ricorda papa Gregorio (540 – 604). Fu un uomo veramente mirabile, una personalità che conquista per la forza e l’amabilità del carattere. Sebbene esile e sovente malato, in lui l’immensità del cuore e lo spirito cristiano sostenevano tutto. Nato dalla famiglia senatoriale degli Anicii, fu prima Prefetto di Roma, poi, verso i 35 anni, divenne monaco, appassionato della contemplazione dei misteri di Dio nella lettura della Bibbia. Mandato dal Papa come suo rappresentante a Costantinopoli, vi restò sei anni, monaco in mezzo alla corte. Tornato a Roma e eletto Papa, il 3-IX-590, si dimostrò uomo di azione, pratico e intraprendente (chiamato per questo motivo «l’ultimo dei Romani»), attento a tutte le necessità. Fu amministratore avveduto ed energico, sia nelle cose sociali e politiche in tempi particolarmente bui e convulsi, per provvedere alle popolazioni bisognose di aiuto e di protezione e abbandonate dal potere politico, sia nelle questioni interne della Chiesa universale. Fu sollecito particolarmente dell’Italia provata da alluvioni, carestie, pestilenze, incursioni dei Longobardi che rapivano, portavano via le persone per venderle schiave, ecc.. Di questi avviò la conversione e mandò missionari in Inghilterra. Riorganizzò a fondo la liturgia romana, e promosse il canto tipicamente liturgico che da lui si chiama «gregoriano».

venerdì 2 settembre 2016

GIUSTIFICAZIONE E INFERNO venerdì XXII sett T.O.

Nella prima lettura San Paolo si presenta come servo di Dio. Il suo culto spirituale è evangelizzare. E sa che l’annuncio del Kerygma lo attraversa per creare in chi lo ascolta con cuore aperto una realtà nuova di cui egli non è padrone e di cui non può prevedere tutti gli effetti. Questo rende le persone che ha generato alla fede dei “rinati in Cristo” come lui, e quindi sono suoi fratelli quanto suoi figli. 

Però, pur essendo “neonati in Cristo” e ancora piccoli nella fede, anzi, proprio per questo motivo, qualcuno si sente già un po’ arrivato, si erige a maestro, capace di giudicare Paolo stesso. E lui si trova nella posizione poco facile di dover esercitare un compito di catechista e di padre nella fede senza creare rotture e rispettando la libertà di ognuno da una parte e il disegno segreto di Dio su ciascuno dall’altra parte. Ma Paolo non si appiattisce sulla comunità, non lascia negare la sua missione di Apostolo.

La difesa di Paolo di fronte a chi si gonfia è un capolavoro di prudenza. Ma è anche un profondo insegnamento della verità. In particolare alla fine dice: “io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!” 
Ma, come?!, se uno “non fa nisciuno peccato” non dovrebbe potersi proclamare giusto e con il biglietto per il paradiso in tasca? Dio è quindi uno che nel suo arbitrio può fare le pulci a tutti e trovare difetti a chi vuole e dannarlo?
Secondo il Corano in cui Dio promette che riempirà certamente l’inferno di uomini e djinn, questo deve essere accettato (Sura XXXII, 13 As-Sajda) perché Dio è un Dio assoluto e l’uomo sua creatura.