Agar e Ismaele cacciati nel deserto. |
Agar andava bene quando Abramo e Sara decisero di usarla per fare un figlio, Ismaele. Certo, per loro, rimase solo una schiava, e quando volle fare la signora scoppiò il conflitto con Sara. Quando nasce Isacco, Sara vede il pericolo e non esita ad allontanare Ismaele che è comunque anche lui figlio di Abramo che gli vuole bene, l’ingenuo, ma adesso non è più suo figlio come prima, ma di “questa schiava”. La mia grande amica Alberta Temin, ebrea, era desolata per come era stata trattata Agar. Ma ecco che Dio, invece, dà ragione a Sara e invita Abramo ad obbedirle in tutto. Dio non ha antipatie, anzi, nella sua generosità, assicura che anche Ismaele sarà benedetto e fatto grande. Eppure segue la linea di Sara perché tutto sia chiaro: l’Alleanza è un dono di Dio, non è una cosa pasticciata dall’uomo. Il bambino appena nato dall'adulterio tra Davide e Betsabea si ammala e muore, malgrado le preghiere e penitenze di suo padre. Una volta che Davide ha sposato Betsabea, hanno un altro figlio, Salomone, e questo diventerà re dopo suo padre Davide.
Beato chi non si scandalizza, non fa moralismo, ma comprende
l’agire di Dio, e l’importanza della purezza della radice in ogni realtà
ecclesiale. Il Papa ha appena sciolto il “Movimento
apostolico” sorto più di 40 anni fa a Catanzaro e che, nel corso del tempo, si
è ramificato nel mondo, ”ha trovato adesioni tra i fedeli laici, ha visto
nascere vocazioni”, ricevendo anche approvazione ufficiale diocesana nel 2001, ma
il problema è che "le presunte
rivelazioni che hanno originato il Movimento attraverso la fondatrice, signora
Maria Marino, sono da ritenersi non di origine soprannaturale” (cito il decreto
di soppressione).
Siamo tutti peccatori
e fragili, e si può anche perdere la vocazione iniziale, come Salomone alla fine della sua vita, ma Dio, da parte sua, è fedele alla sua chiamata. Dio non ha paura della nostra fragilità e del nostro peccato
e Davide che ritorna sempre a chi l’ha scelto quando era solo un pastorello ignorato
dalla sua stessa famiglia, sarà "il re secondo il cuore di Dio", e dalla sua discendenza,
tanto peccatrice a volte, nascerà il Salvatore. Ci sono purtroppo nella Chiesa delle
iniziative che nascono dalla buona volontà umana, o da uno spirito di vanità,
talvolta di orgoglio, ed è buono che la Chiesa faccia pulizia quando non finiscono
da sole, esaurita la spinta di entusiasmo iniziale.
I martiri, invece,
danno la prova che la loro chiamata veniva da Dio. Oggi celebriamo i primi
martiri di Roma, evangelizzati da Pietro e Paolo ed altri, che hanno sperimentato
così forte l’incontro con il Signore risorto che la loro fede era più preziosa
della loro stessa vita, era più vita della loro stessa vita.
Prima
Lettura Gn 21, 5. 8-20
Il figlio di questa schiava non deve essere
erede con mio figlio Isacco.