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mercoledì 30 settembre 2020

DAL SEME AMARO DELL'IMPARARE AI FRUTTI SAPOROSI DELLA CONOSCENZA INTIMA DELLA SCRITTURA / 30 settembre san Girolamo

 

San Girolamo - Lionello Spada

Dicono che san Girolamo aveva un carattere facile all’ira. Certamente non fu solo questo. Scopriamo che usò tutto quello che era e aveva per l’amore della Scrittura, la sua diffusione e la difesa della fede, la formazione dei cristiani. Come dice san Paolo: “se poteste sopportare un po’ di follia da parte mia” (2 Cor 11,1). Il Cardinale Ursi, di venerata memoria, usò a volte questa espressione rivolto al suo gregge. Alla pubblicazione della traduzione  in lingua corrente del Nuovo Testamento egli regalò ad ogni prete di Napoli una copia, e ripeteva: Parola di Dio! Parola di Dio! Parola di Dio!

Papa Francesco – che più di un giornale vuole presentare come depresso e isolato, un uomo finito – ha appena reso pubblica una sua lettera in occasione dei 1600 anni della morte di san Girolamo. Inizia così: Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta è l’eredità che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere.”. Faremo bene a leggerla (SCRIPTURAE SACRAE AFFECTUS, 30 settembre 2020).

Infatti si distacca la sua (di S. Girolamo) imponente figura nella storia della Chiesa e il suo grande amore per Cristo. Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei testi biblici; di ardente e talvolta impetuoso difensore della verità cristiana; di ascetico e intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua generosità e tenerezza”. … Un giorno, in visione, “egli si sentì trascinato alla presenza del Giudice: «interrogato circa la mia condizione, risposi che ero cristiano. Ma colui che presiedeva soggiunse: “Tu mentisci!  Sei ciceroniano, non cristiano”».[2] Girolamo, infatti, aveva amato fin da giovane la limpida bellezza dei testi classici latini, al cui confronto gli scritti della Bibbia gli apparivano, inizialmente, rozzi e sgrammaticati, troppo aspri per il suo raffinato gusto letterario.

Quell’episodio della sua vita favorisce la decisione di dedicarsi interamente a Cristo e alla sua Parola, consacrando la sua esistenza a rendere sempre più accessibili le lettere divine agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore. Quell’evento imprime alla sua vita un nuovo e più deciso orientamento: diventare servitore della Parola di Dio, come innamorato della “carne della Scrittura”. Così, nella ricerca continua che ha caratterizzato la sua vita, valorizza i suoi studi giovanili e la formazione ricevuta a Roma, riordinando il suo sapere nel più maturo servizio a Dio e alla comunità ecclesiale”.

Molti oggi sentono di non comprendere la Scrittura e invece di cercare aiuto, la lasciano da parte. Molti di noi vanno a cercare sapienze di seconda o scarsa qualità, quando non francamente opposte al Cristianesimo, ma più di nostro gusto. Ed è un danno per tutti. Perché “l’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo”, ripete ancora san Girolamo.  Non è stato sempre facile per san Girolamo che confida: «Ogni tanto mi disperavo, più volte mi arresi; ma poi riprendevo per l’ostinata decisione d’imparare», condotto dal “seme amaro” di tali studi a raccogliere “frutti saporosi”.[11]. Il Vangelo di oggi ci sprona proprio a prendere decisioni radicali nella nostra sequela di Cristo.

 

Prima Lettura   Gb 9, 1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?

martedì 29 settembre 2020

ANGELI E INCARNAZIONE / 29 settembre Festa degli Arcangeli



Logo del 9 RCP paracadutista francese con san Michele Arcangelo.

 Qualcuno che combatta il drago e i suoi angeli a nostro fianco e meglio di noi, ben venga. Abbiamo bisogno di tutti gli aiuti che Dio ci dà nell’unica redenzione in Cristo. Anche se nulla avviene senza la nostra libertà. È soltanto liberamente che saremo cristiani oppure no.  

Dicendo a Natanaèle e agli altri che vedranno “il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo” Gesù promette qualcosa di prestigioso, glorioso. Ma già l’uomo è stato creato poco meno degli angeli, coronato di gloria e di onore (vedi salmo 8. La nuova traduzione recita “poco meno di un dio (ĕlōhiym)” ) ed è nella sua condizione di fragilità che il Verbo si è incarnato. Che immensa dignità ci ha dato Gesù assumendo la nostra natura! È nella propria condizione – abitata da Dio – che l’uomo deve cercare la salvezza e la sua realizzazione, non fuggendo da essa. Infatti ci sono due pericoli: perdersi in una dimensione “spirituale” che non lo è perché disincarnata, oppure guardare solo la natura umana senza Dio con la conseguenza che più si cerca di innalzare l’uomo senza Dio più si mette in evidenza le sue debolezze e contraddizioni senza speranza di redenzione come diceva Papa Paolo VI.

Infine gli angeli ci ricordano la necessità del discernimento degli spiriti. Anche una cosa buona che viene da uno spirito cattivo o è fatta per uno scopo cattivo, non deve essere accettata. E questo discernimento è uno dei compiti fondamentali del cristiano, ma facilmente l’ignoriamo o ci lasciamo trarre in errore. I padri del deserto, quando avevano un’idea o sentivano dentro di sé una mozione chiedevano, pregando lo Spirito Santo di illuminarli: “da dove vieni, dallo spirito buono o da quello cattivo?”

 

Prima Lettura   Ap 12, 7-12
Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.

lunedì 28 settembre 2020

MA POI SI PENTI' E VI ANDO' / XXVI Dom. T.O. A


 Il Vangelo di questa domenica ci rivela verità molto consolanti ma anche impegnative. Infatti si può avere cattivo carattere o tanti difetti e diventare santi. Conta infatti solo fare la volontà di Dio. Ma non si nasce santi, lo si diventa. Per questo bisogna scegliere tra il mio Io e Dio. E questo implica una seria lotta con sé stessi all’interno di un atto di fiducia sempre più grande nel Signore e nella sua Parola. Ma come farlo se non conosco la Parola di Dio e se non conosco me stesso? È un cammino progressivo. Mi rendo conto allora che ho bisogno di pentirmi per poter credere sempre più pienamente. Sembra paradossale, perché siamo stati abituati a pensare la fede come accettare un insieme di verità. Solo questo sarebbe riduttivo, sarebbe qualcosa di statico.  “Pistis”, la fede in greco, indica il “dare credito”, il fare fiducia, come la radice ebraica di fede indica un “appoggiarsi su”. Quindi la fede è sempre un movimento, un’azione che coinvolge la vita. Credendo in Giovanni Battista le persone non si accontentano di parlare bene di lui. I pubblicani che si convertono non si arricchiscono più sui poveri e indifesi, le prostitute smettono di prostituirsi… Se non mi pento, il mio orgoglio, il mio attaccamento al peccato mi impediranno di credere davvero. Se mi pento, se ogni giorno riconosco il mio peccato, il Signore verrà in aiuto alla mia debolezza. La via di Gesù è quella che san Paolo indica ai Filippesi nella seconda lettura. Meditiamola se vogliamo realizzarci. Ma non posso svuotarmi di me stesso totalmente da solo. Devo lasciarmi guidare e svuotare, umiliare. Per questo è necessaria l'obbedienza. Come allora già nelle prime comunità cristiane, anche oggi nelle nostre comunità c'è rivalità, vanagloria, egoismo….

 

Prima Lettura  Ez 18, 25-28
Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.

sabato 26 settembre 2020

DALLA PANDEMIA, O SI ESCE MIGLIORI O SI ESCE PEGGIORI. COSA SCEGLIAMO? / Intervento di Papa Francesco all'Assemblea delle Nazioni Unite


Ho tradotto qualche paragrafo dell'intervento di Papa Francesco all'Assemblea delle Nazioni Unite. Si trova sul sito del Vaticano solo in spagnolo, inglese, francese.
 

La pandemia ci chiama, di fatto, “a prendere questo tempo come un momento di scelta (---) : il tempo per scegliere tra ciò che conta davvero e ciò che passa, per separare ciò che è necessario da ciò che non lo è” (Meditazione durante il momento straordinario di preghiera in tempo di pandemia 27 marzo 2020). Può rappresentare un’opportunità reale per la riconversione, la trasformazione, per ripensare la nostra forma di vita e i nostri sistemi economici e sociali, che stanno ampliando le distanze tra poveri e ricchi, perché alla radice c'è una ingiusta ripartizione delle risorse. Ma può anche essere una possibilità per una “ritirata difensiva” con caratteristiche individualiste e elitarie.

Siamo confrontati, poi, alla scelta tra uno dei due cammini possibili: uno conduce al rafforzamento del multilateralismo, espressione di una rinnovata corresponsabilità mondiale, di una solidarietà fondata nella giustizia e nel completamento della pace e della unità della famiglia umana, progetto di Dio sul mondo; l’altro, dona preferenza agli atteggiamenti di autosufficienza, nazionalismo, protezionismo, individualismo e isolamento, lasciando fuori i più poveri, i più vulnerabili, gli abitanti delle periferie esistenziali. E certamente questo pregiudicherà l’intera comunità, causando autolesioni a tutti. E questo non deve prevalere.

venerdì 25 settembre 2020

COSA PENSARE DEL CASO BECCIU?

Mons. Becciu creato Cardinale.

Ieri sera abbiamo saputo delle dimissioni del Cardinale Becciu. Una notizia “schock”!

Sarebbe stupido giudicare un caso di cui non conosciamo le carte. E abbiamo imparato che le “rivelazioni”  e conclusioni di giornali e siti internet sono da prendere con la massima cautela. Ma, in fondo, la persona (con un volto da "buono") e il caso particolari non c’interessano più di tanto. L’unica cosa sicura è che uno dei Cardinali in carica tra i più importanti del Vaticano è stato invitato a fare un passo indietro per un affare di corruzione. Un fatto gravissimo. Cosa significa per la fede cristiana e la Chiesa?

giovedì 24 settembre 2020

GUARIRE IL MONDO DOPO IL COVID: PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA' E VIRTU' DELLA SPERANZA / Udienza del mercoledì 23 settembre




L'altro giorno, nel post "La Bibbia e la Politica" (martedì 22 settembre 2020) ho ricordato che, per la Chiesa, il principio di sussidiarietà è il migliore per lo sviluppo armonioso di una Società. Ho spiegato anche brevemente in che cosa consiste. Papa Francesco ha ripreso questo concetto ieri all'Udienza generale, spiegandolo molto meglio. E conviene che tutti, specialmente i cristiani, leggano il testo dell'Udienza di ieri.

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Cortile San Damaso
Mercoledì, 23 settembre 2020


Catechesi “Guarire il mondo”: 8. Sussidiarietà e virtù della speranza

Cari fratelli e sorelle, sembra che il tempo non è tanto buono, ma vi dico buongiorno lo stesso!

Per uscire migliori da una crisi come quella attuale, che è una crisi sanitaria e al tempo stesso una crisi sociale, politica ed economica, ognuno di noi è chiamato ad assumersi la sua parte di responsabilità cioè condividere le responsabilità. Dobbiamo rispondere non solo come persone singole, ma anche a partire dal nostro gruppo di appartenenza, dal ruolo che abbiamo nella società, dai nostri principi e, se siamo credenti, dalla fede in Dio. Spesso, però, molte persone non possono partecipare alla ricostruzione del bene comune perché sono emarginate, sono escluse o ignorate; certi gruppi sociali non riescono a contribuirvi perché soffocati economicamente o politicamente. In alcune società, tante persone non sono libere di esprimere la propria fede e i propri valori, le proprie idee: se le esprimono vanno in carcere. Altrove, specialmente nel mondo occidentale, molti auto-reprimono le proprie convinzioni etiche o religiose. Ma così non si può uscire dalla crisi, o comunque non si può uscirne migliori. Usciremo in peggio.

Affinché tutti possiamo partecipare alla cura e alla rigenerazione dei nostri popoli, è giusto che ognuno abbia le risorse adeguate per farlo (cfr Compendio della dottrina sociale della Chiesa [CDSC]186). Dopo la grande depressione economica del 1929, Papa Pio XI spiegò quanto fosse importante per una vera ricostruzione il principio di sussidiarietà (cfr Enc. Quadragesimo anno, 79-80). Tale principio ha un doppio dinamismo: dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. Forse non capiamo cosa significa questo, ma è un principio sociale che ci fa più uniti.

Da un lato, e soprattutto in tempi di cambiamento, quando i singoli individui, le famiglie, le piccole associazioni o le comunità locali non sono in grado di raggiungere gli obiettivi primari, allora è giusto che intervengano i livelli più alti del corpo sociale, come lo Stato, per fornire le risorse necessarie ad andare avanti. Ad esempio, a causa del lockdown per il coronavirus, molte persone, famiglie e attività economiche si sono trovate e ancora si trovano in grave difficoltà, perciò le istituzioni pubbliche cercano di aiutare con appropriati interventi sociali, economici, sanitari: questa è la loro funzione, quello che devono fare.

Dall’altro lato, però, i vertici della società devono rispettare e promuovere i livelli intermedi o minori. Infatti, il contributo degli individui, delle famiglie, delle associazioni, delle imprese, di tutti i corpi intermedi e anche delle Chiese è decisivo. Questi, con le proprie risorse culturali, religiose, economiche o di partecipazione civica, rivitalizzano e rafforzano il corpo sociale (cfr CDSC185). Cioè, c’è una collaborazione dall’alto in basso, dallo Stato centrale al popolo e dal basso in alto: delle formazioni del popolo in alto. E questo è proprio l’esercizio del principio di sussidiarietà.

martedì 22 settembre 2020

COVID-19: IO CREDO A DIO E NON A BABBO NATALE (CHE NON ESISTE)

Un artista della città di Austin (Texas) ha piantato davanti a casa sua una bandierina per ogni morto di Covid nello Stato del Texas. Ha cominciato quando erano 850, oggi sono più di 15000, solo nel Texas. Non sa più dove mettere le bandierine ed è molto arrabbiato e addolorato per tutte queste vite reali perdute, queste famiglie reali colpite, perché le autorità hanno detto di proposito: "va tutto bene, non portate le mascherine".

Alcuni nostri fratelli e sorelle della parrocchia sono canzonati quando vanno a fare la spesa o in altri luoghi perché portano la mascherina: “perché la portate voi che andate in Chiesa? Dio non vi protegge?”

È allucinante vedere quante persone rinnegano la minima logica. Negli Stati Uniti qualche predicatore che finora non aveva mai detto nulla per l'uso delle mascherine da parte del personale sanitario di ogni grado, proclama oggi, con questo Covid così tragicamente letale, che “coprirsi la faccia disonora Dio che ci ha dato un volto!”

A tali affermazioni stupide che, se hai fede, Dio ti protegge, bisogna rispondere semplicemente: “io credo in Dio non a Babbo Natale!”

Se si vuole essere più biblici, si può citare le tentazioni di Gesù nel deserto. Il demonio gli dice: vai, tanto, Dio ti protegge, buttati giù! E cita il salmo 90 per ingannare: se sei figlio di Dio (se hai fede), Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede.” Ma Gesù risponde: Sta scritto anche : “non metterai alla prova il Signore tuo Dio”. (Vedi Matteo 4,5-7). Dio ci ha dato l'intelligenza e non vuole farci vivere a colpi di miracoli, apparizioni e prodigi, ma incarnarci nella condizione umana e lodarlo per questa condizione rendendola ancora più bella diventando santi.

LA BIBBIA E LA POLITICA / martedì XXV sett T.O. /2

 



“Il cuore del re è un canale d'acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole”. 

Passato l’appuntamento elettorale posso prendere spunto da questa frase di Proverbi per dire qualcosa su come Dio vede la politica. Fino a Samuele il sistema degli ebrei era molto conforme all’ideale di Dio e della Chiesa: la famiglia naturale come cellula base della società e il principio di sussidiarietà. Il principio di sussidiarietà vuole che ogni livello della società sia lasciato libero e, anzi, sia aiutato dal livello superiore a compiere tutte le mansioni che sono di sua competenza e alla sua portata. In particolare ogni famiglia deve essere libera di scegliere l’educazione dei figli secondo i propri valori, aiutata a mandarli in una scuola che insegni questi valori, ogni famiglia deve poter fare libera impresa o poter cercare lavoro per provvedere ai propri bisogni, ecc.. Quello che non riuscirebbe a fare viene affidato al livello superiore, e così di grado in grado: la persona inserita nella famiglia, la famiglia, il clan, la tribù, e nel sistema israelita c'erano figure carismatiche suscitate da Dio per unire tutto il popolo: i profeti che talvolta sono anche Giudici, cioè con una funzione di autorità, e anche autorità militare quando occorre difendersi da un nemico esterno.

Ma guardando agli altri popoli che sembrano più potenti, più progrediti, il popolo e i suoi capi cominciano a desiderare di avere un re. Samuele ne è molto amareggiato e li mette in guardia: un governo centrale? Potere sì, ma non per tutti e sopratutto avrete tante tasse. Guardate l’Egitto, tutto il popolo deve lavorare gratuitamente per il Faraone, bisogna mantenere un esercito permanente, il re non è soddisfatto se non costruisce edifici prestigiosi e molto costosi anche se superflui, ecc… Dio risponde a Samuele: non ti preoccupare, non ti ascoltano perché cercando il potere e il prestigio rigettano me.

L'UOMO ABBANDONERA' SUO PADRE E SUA MADRE / martedì XXV sett. T.O. / 1


Nel Vangelo Gesù con la risposta: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica», afferma chiaramente il prevalere del rapporto con Dio e la sua Parola sui legami familiari. Chi non rompe con i propri genitori va contro la vita, contro la storia e la volontà di Dio. Onorare i genitori, prendersi cura di loro quando sono nel bisogno, specialmente nella vecchiaia, non significa non vivere la propria vita, in particolare sposarsi o consacrarsi al servizio del Vangelo. In questo senso, con tutto l’affetto, non si devono amare i genitori, ma si ama la moglie, i figli e nipoti, l’avvenire.

Che dire di chi abbandona i propri cari? Su questo, anche se ogni caso singolo va esaminato con carità e prudenza, non possiamo dimenticare che il giudizio di Paolo è molto netto: Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele”. (1 Tim 5,8) Ma prendersi cura non significa un amore morboso verso i genitori (vedi ceneri a casa perché non si riesce ad accettare il lutto, ecc.) né un amore timoroso da parte del figlio o possessivo da parte del genitore che fa vivere nel passato mentre Dio è accanto e davanti: “per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre, e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”. (Genesi 2,24).

È necessario lasciare la luce della Parola e dello Spirito Santo scendere profondo nell’intimo per vedere chiaro nei rapporti affettivi, specialmente nel rapporto genitori figli che è estremamente forte e denso di complicazioni. Ma comunque bisogna concretamente tagliare. Dio non ti da i tuoi genitori, la tua famiglia di origine, come vocazione, come progetto cristiano per la tua vita. E in ogni cosa, Dio è l'Unico e Primo, Unico Signore e Unico Liberatore.

 

Prima Lettura  Pr 21, 1-6.10-13
Proverbi di carattere vario.

lunedì 21 settembre 2020

PUNTO PRIMO: SE FAI PARTE DELLA CHIESA E' PERCHE' SEI UN PECCATORE / San Matteo, 21 settembre.

 


« Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Perché sei cristiano? Perché il Signore ti ha chiamato alla vita cristiana. Perché ti ha chiamato? Perché sei un peccatore. Da lì non si scappa.

Tanti sono “nati in chiesa”, dicono che sono sempre stati cristiani… Invece i Padri dicevano bene che “non si nasce cristiani, lo si diventa”. Anche se ho avuto la grande grazia di essere battezzato a pochi mesi, portato alla Chiesa da genitori credenti, devo incontrare ancora coscientemente  Cristo e aderire liberamente a lui. Ma questo significa conversione, cambiamento, rovesciamento di impostazione della mia vita. Santa Chiara d’Assisi parla della sua conversione a 17 anni. La mamma era una cristiana molto consapevole e impegnata e fin da bambina Chiara l’aveva sempre seguita nelle preghiere e nelle opere verso i bisognosi. Ma a 17 anni ha avuto la grazia di comprendere che il Signore la chiamava (amava) per nome a non vivere più per se stessa ma per lui che era morto e risorto anche per lei.

È difficile vivere in questa dimensione: peccatori “misericordiati”, peccatori e santi insieme. C'è chi si nasconde o trema di fronte al suo peccato e il demonio ne approfitta per dirgli che è umiltà e tarpargli le ali, mentre  Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2 Timoteo 1,7). Se san Paolo lo ricorda a Timoteo è perché sicuramente doveva lottare contro questa tentazione. La maggior parte delle persone che vivono in modo umano e non spirituale, invece, scelgono di proclamarsi (quasi) senza peccato. Infatti, abbiamo tendenza a considerarci o solo peccatori o solo santi. C'è chi entra in comunità “per comodità”, cercando un gruppo di amici, o altro del genere, non pensando di aver bisogno di conversione o non volendo convertirsi. C'è anche chi, come dice l’espressione napoletana, entra de sicc’ e poi si pone de chiatt’, entra nella comunità cristiana tutto umile, consapevole di essere stato misericordiato e dopo poco lo dimentica e comincia a far largo al proprio “Ego”, da “proprietario”, come se non avesse ricevuto gratuitamente i doni e la missione che gli sono stati conferiti. San Paolo ricorda alla problematica comunità di Corinto: “Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?” (1 Cor 4:7). Almeno altre quindici volte nelle sue lettere, san Paolo usa questo termine “ricevuto” nel senso della gratuità dei doni divini.

Grande è Matteo nel passare dal peccato al seguire Gesù fino alla croce, a morire per lui. È grande anche nell’accusare se stesso. Nel suo Vangelo, Matteo chiama se stesso col proprio nome. Luca nel suo Vangelo lo chiama Levi, usando il nome meno conosciuto, per non evidenziare il suo passato oscuro ai primi cristiani. Finezza di carità fraterna.

 

Prima Lettura  Ef 4, 1-7. 11-13
Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.

domenica 20 settembre 2020

SE QUALCUNO NON RICEVE PIU' IL BLOG

 


Capita che qualcuno mi dica che non riceve più il Blog tramite WhatsApp. Infatti ogni tanto accade che non passi più il link attraverso i broadcast senza che nessuno abbia fatto nulla. Se non me lo si dice, non posso sapere se quella persona ha scelto di non ricevere più il blog o meno. Oltre alla gioia di poter parlare del Vangelo, il mio è solo un servizio che molti troveranno poco utile. Ma se qualcuno desidera ricevere il blog, basta segnalarlo e posso ri-collegarlo facilmente al broadcast. 

Altrimenti si può sempre cercare su Internet "Il Blog di fra' Sereno". 

Qualcuno si fa lo scrupolo di passare il link ad altre persone. È ovvio che più questo blog potrà essere utile a nuove persone, più raggiungerà il suo scopo. Quindi chi lo diffonde, oltre a farmi un grande onore, forse, come spero, aiuta qualcuno in più a conoscere meglio il Vangelo, ad avere argomenti per nutrire la sua fede e difenderla. 

Allo stesso modo il mio cellulare e la mia mail si possono dare agli altri, essendo  strumenti a disposizione per la missione del Vangelo.

PENSIERI SU UNA VIGNA E DEGLI OPERAI / XXV Dom T.O. A

Padri bianchi a Gerusalemme. "La conversione al cristianesimo è un atto di "libera e spontanea volontà, non potendo credere se non chi lo vuole" Sant'Agostino.

Per il Signore la differenza più importante con noi non è nella potenza ma nella misericordia. Lui è misericordioso noi no, lui sa l’efficacia della misericordia noi non abbiamo fiducia in essa, lui ama noi non sappiamo amare. È molto importante che comprendiamo ciò che conta per il Signore, anche perché questa distanza tra lui e noi, per quanto grande, lui la vuole colmare.

La parabola degli operai dell’ultima ora non intende dirci come fare le leggi sociali, le retribuzioni. Sarebbe bellissimo, ma per arrivare ad applicare nella società quello che succede in quella vigna del Vangelo bisognerebbe infatti fare un cammino infinito. Ma quanto succede in quella vigna è ciò che accade a livello spirituale. È lo spirito nel quale dobbiamo camminare in allegria verso il cielo: Dio ci invita sempre a cominciare, a ricominciare, ad entrare nel cammino della Vita, a guardare al positivo, a far fiducia a Dio e quindi a noi stessi e agli altri, a prendere la gratuità come criterio della vita.

Il padrone della vigna rimprovera agli operai della prima ora di essere invidiosi. In confessione nessuno si accusa di peccati contro l’ambiente, né di invidia. I peccati contro l’ambiente, poco a poco, li vedremo e li confesseremo. I peccati di invidia non so. Perché è un peccato troppo stupido. Per ogni peccato trovi chi ti giustifica, ti batte le mani: fai bene a pensare a te stesso, a soddisfare le tue voglie, a mostrare orgoglio, ecc. Ma essere invidiosi è da puri sconfitti. Per questo il peccato di invidia è insieme così diffuso e così nascosto.

Santa Teresina si sentiva privilegiata e si chiedeva perché altri avevano ricevuto molto di meno. E ha compreso che il Signore vuole colmare tutte le sue creature. La tazzina contiene molto meno del boccale, ma se sono colmi tutti e due non possono desiderare di più, la loro felicità è piena in modo uguale. Anche perché in paradiso tutto è di tutti. I meriti e l'amore della Vergine Maria saranno miei come sarà di lei e saremo insieme di Cristo e di Dio.

Il Cardinale Lavigerie, fondatore dei Padri Bianchi che conosciamo, arrivando come vescovo di Algeri, voleva evangelizzare anche i musulmani e farlo con rispetto, con i metodi evangelici. E diceva: “vedete la mia figura con la mitria in testa, adesso col braccio metto sopra la mia testa anche il bastone pastorale: tutto questo dovrà scomparire nelle fondamenta della nuova Chiesa di Africa del Nord!” Con questo spirito di annientamento, di dedizione senza tornaconto personale, egli ha iniziato la sua opera e … ha visto frutti genuini di conversioni molto rapidamente in Kabilia, ecc. Questo è lo spirito che devi avere in comunità: non zero, ma sotto zero. 

 

Prima Lettura  Is 55, 6-9
I miei pensieri non sono i vostri pensieri.

sabato 19 settembre 2020

COME IMPEDIRE AL DEMONIO DI RUBARE LA PAROLA DI DIO? / San Gennaro, 19 settembre.


 Ancora una felice corrispondenza tra le letture e la figura del santo del giorno. San Gennaro, giovane e forte testimone di Cristo, responsabile della comunità dei cristiani, ha accolto in sé la Parola di Dio e, a sua volta, l’ha seminata, innaffiata e curata. Egli splende oggi associato al Risorto e ci invita a lottare per rimanere nella luce e nella conoscenza del Signore Gesù, sicuri della vittoria.

San Paolo continua il discorso sulla Risurrezione dei credenti, essenziale per il senso della vita umana. Oggi del Vangelo mi colpisce particolarmente i semi caduti lungo la strada. Come sappiamo sono coloro che hanno ascoltato la Parola di Dio, ma poi viene il diavolo e la porta via dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Hanno ascoltato ma sono rimasti chiusi. Cosa possiamo fare? Aprire il cuore è una grazia e una decisione estremamente libera. In questo non possiamo fare nulla. Ma possiamo impedire al demonio di venire e la Parola di Dio approfitterà della prima pioggia sul terreno per prendere radice.

Come? Pregare per chi è “strada”. “Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza”. (Giac 5:16). Diffondere la verità: il demonio è maestro di menzogna e di confusione, e da pena vedere quanti giornali e siti web, ecc., si ricopiano l'un l'altro senza verifica e diffondono notizie false, in particolare sulla Chiesa e il Papa. Per me che lo ascolto e conosco un po’ il Vangelo è un segno ulteriore che egli è la guida giusta, ma per chi è immerso nelle voci del mondo questi attacchi creano danno. Ultimamente ho letto un articolo “Cinque cose che deve fare assolutamente il Papa”. Di queste cinque cose papa Francesco ne aveva già fatte almeno tre! Un altro giornalista molto conosciuto, A. S., in questi giorni  canzonava questo Papa che "certamente un giorno parlerà di Dio!" Un consiglio: legga il Papa e anche il Vangelo e si accorgerà sia che papa Francesco parla di Dio, sia che parla come il Vangelo. Ma il dramma è che la gente ascolta in televisione A.S. e non legge papa Francesco e sopratutto non legge e non medita il Vangelo. Come diffondere la verità? Innanzitutto conoscendola. E poi parlandone, con “paressia”, con franchezza. Ma il vescovo Gennaro e la sua comunità hanno diffuso la verità sopratutto vivendola, essendo una realtà nella Società. La realtà, i fatti sono spesso incompresi e anche travisati, ma rimangono. Gennaro è stato una Parola di Dio da vivo, poi  seminata nei solchi della Storia per germogliare ancora. Purtroppo, anche se la sua voce non è stata soffocata, il demonio si accanisce anche dopo il martirio contro questo seme, rubandolo, facendo diventare un Testimone di Cristo solo un pupazzo che dispensa le grazie, una “faccia gialla”, o un’occasione di preoccupazione e di ricchezze di questo mondo con il suo Tesoro e gli interessi che girano attorno come abbiamo visto ultimamente. È inevitabile, mi dirai, ma è inquinamento del Vangelo. Benedico papa Francesco e chi lo aiuta di aver deciso di controllare le infiltrazioni della malavita nelle processioni religiose. Dove ci sono, queste infiltrazioni sono tentacoli che arrivano fin nel cuore delle persone e delle parrocchie.

 

Prima Lettura  1 Cor 15,35-37.42-49 È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità.

venerdì 18 settembre 2020

PERCHE' TANTI CRISTIANI NON CREDONO ALLA RISURREZIONE? / venerdì XXIV sett. T.O.


 “Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio”. Qual era questa buona notizia? Che Dio avrebbe fra poco stabilito lui stesso il suo Regno, che stava per compiere le sue promesse di pienezza di vita e di felicità per il popolo che si era scelto. Già questa promessa, se creduta, migliora la vita. Se sono ammalato e temo un esito funeste, già l’annuncio che guarirò sicuramente mi cambia la vita. Qual è il problema? Che dicendo “Regno di Dio”, ognuno comprende a modo suo questa espressione e indirizza diversamente la sua speranza, rischiando di essere deluso, se Dio, pur essendo fedele, ha idee e progetti diversi dai miei. Infatti, Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”. (Giovanni 6,66), e Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono”. (Marco 14,50).

 La fede che salva non è una cosa qualsiasi. È fondata su ciò che Dio fa per l’uomo, sulla grazia. La fede è credere nella risurrezione che passa attraverso la croce.

Perché alcuni non credono alla risurrezione pur dicendosi cristiani, mentre è la più bella notizia ed è il fondamento della nostra fede? La risurrezione mi obbliga a consegnarmi alla logica di Dio e a guardare la morte in faccia. Due cose dalle quali si preferisce stare lontani. Chi ha fatto esperienza della Risurrezione di Cristo sa che è solo pienezza di amore, un oceano d’amore come diceva un pastore evangelico salvato dalla droga e dallo spaccio dal suo incontro con Cristo. Molti stanno in Chiesa senza aver mai incontrato Cristo risorto, ma è anche possibile stancarsi del cammino quando vengono a mancare le consolazioni e ritornare indietro, ad una logica solo umana, a “sperare in Cristo soltanto per questa vita”.

 

Prima Lettura   1 Cor 15, 12-20
Se Cristo non è risorto, vana la vostra fede.

giovedì 17 settembre 2020

UN VANGELO SCANDALOSO / 17 settembre San Roberto Bellarmino.

 San Roberto Bellarmino, gesuita, fu un teologo della riforma voluta dal Concilio di Trento. Non si chiuse nei libri ma mise in pratica le indicazioni del Concilio dedicandosi alla catechesi dei poveri, e scrivendo anche un catechismo  che fu molto usato per insegnare al popolo.

Troviamo il suo percorso illustrato dalle letture di oggi.


A.L’attenzione alla verità:
“Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!” dice san Paolo ai Corinti. Paolo ripete, sotto forma di proclamazione, rende noto in modo forte e solenne la Buona Notizia  che ha già in precedenza “buonanotiziato” ai corinti. Per essere salvati bisogna rimanere saldi in questa Buona Notizia, senza modificarla. Altrimenti è TUTTO VANO! Non qualsiasi preghiera o devozione salva. Anzi, solo la fede nella Buona Notizia. 

E cosa bisogno credere? Quello che Dio ha fatto per noi, compiendo le sue promesse, e salvandoci gratuitamente, non chiedendo nulla in cambio dei nostri peccati, ma giustificando gratuitamente tutti, morendo per loro sulla croce e inaugurando un’era nuova per il mondo, risorgendo dai morti. Come può una notizia salvarmi? Non lo comprendiamo, per questo il nostro annuncio è quello di formule di preghiera efficaci, o di impegno in questo o quello.

B.La natura scandalosa dell'annuncio cristiano.  La verità del Vangelo però è ben lontana da ciò che ci aspettiamo da un catechismo. La gratuità dell'amore di Dio ci sconvolge, ci scandalizza. Il Vangelo di oggi lo mostra. In quella cena offerta dal fariseo Simone, la persona migliore benché si creda la peggiore, è una prostituta che si pente e lo manifesta con gesti “politicamente poco corretti” che mettono a disagio i commensali. Ma sono gesti sinceri di pentimento e Gesù li chiama gesti di amore. Infatti il pentimento è la base di ogni amore, ben lontano dalla mentalità del mondo che dice che il massimo dell' "amore è non chiedere mai perdono".  Questo episodio del Vangelo merita un commento dettagliato tanto mette in evidenza la franchezza di Gesù associata a delicatezza.


Prima Lettura 1 Cor 15, 1-11

mercoledì 16 settembre 2020

NARCISO E IL SELFIE

Narciso - Caravaggio. 

Conosciamo tutti il Mito di Narciso. Un giovane di eccezionale bellezza e orgoglioso di sé scopre in uno specchio d’acqua la sua immagine e se ne innamora. Per gli antichi questo auto innamoramento fu una punizione divina. Narciso non riesce più a staccarsi dalla propria immagine e cade in essa, cioè nell’acqua dove muore annegato.

Si può veramente cadere nel narcisismo e “morirne”, annegare e rimanere schiavi. Narciso scopre la sua immagine da adolescente perché all’epoca non esistevano gli specchi. Da allora è stato inventato lo specchio, poi la fotografia e il filmino e ultimamente la possibilità del selfie. Si moltiplicano le occasioni di ammirare se stessi invece di aprirsi agli altri

Sono impressionato di vedere quanti selfie si fanno anche credenti che fanno un cammino di fede. Vanità? Direi: certamente. Ma dietro: orgoglio o insicurezza? Forse molta insicurezza se devo continuamente verificare la mia immagine. Molta difficoltà a stabilire relazioni se non ho meglio da fare che specchiare me stesso. In ogni caso il selfie compulsivo indica un ripiegamento su se stessi, una difficoltà nella crescita. Dalla stessa radice inglese viene “selfish” che significa “egoista”. In ogni caso il selfie è il contrario del cammino cristiano che è dimenticare se stessi per donarsi, affidare a Dio e al suo giudizio il mistero della propria vita e perderla per amare Dio e il prossimo, rischiare la propria vita nella relazione con l’altro, con la comunità. Il tempo che passi a farti le fotografie da solo, magari con smorfie più o meno strane, ecc. (e anche i continui selfie di gruppo con te al centro) non è certamente un tempo dato a Dio e al prossimo. Certo ci sono tanti altri comportamenti autoreferenziali magari meno vistosi. Ma la malattia del selfie è una vera malattia. Tutti i comportamenti autoreferenziali vanno affrontati con la stessa scelta consapevole: passare dall'Io al centro all'Altro al centro. L'Altro in assoluto è Dio. Sant'Agostino usa per questo parole molto forti: passare dall'Avversione a Dio alla Conversione a Dio. Benedetto XVI in "Deus caritas est" (2005), parla di un cammino da compiere dall'Eros all'Agape, passando per la Filia, attraverso molte purificazioni successive, dall'amore centrato su di me all'amore gratuito, divino. 

 

martedì 15 settembre 2020

SPERONATA DAL FRATELLO A CAIVANO, CADE E MUORE. COSA PENSARE?

 




Oggi ci saranno i funerali della ragazza diciottenne di Caivano (NA) nella parrocchia dell’amico fraterno don Maurizio Patriciello, nella terra dei fuochi. È morta perché speronata con la moto dal fratello che non sopportava la sua relazione con un ragazzo che presentano come trans gender.

Questa tragedia presenta per noi due punti di riflessione:

1.      PrimoAggredita con violenza e forse con la volontà di uccidere perché diversa dai miei valori. Questo ci riporta a tanti altri atti di violenza dei nostri giorni, tra cui purtroppo la recentissima uccisione di Willy Duarte. Come cristiani ripetiamo senza esitazione alcuna: “ALL LIVES MATTER!”  ʾ ttirəẕā  non ucciderai. LItalia è stato uno dei primi paesi a sopprimere la pena di morte, prima della Francia! Ma non basta una legge. Su questo il Cardinale Hollerich, Presidente dei vescovi europei, ha dato questa risposta illuminante:

Odiano perché pensano che per resistere si debba odiare. È la loro esperienza di vita. Noi dobbiamo far capire invece che non è vero. Che la criminalità distrugge il loro stesso avvenire. È vero, ci troviamo di fronte a nuove forme di barbarie. Per questo, ai giovani della mia diocesi ho provato a parlare di virtù. Può sembrare una parola di un’altra epoca ma per essere felici bisogna saper scegliere il bene e farlo con tutto il cuore. L’odio porta sempre alla morte e non soltanto alla morte dell’altro ma anche alla morte di se stessi. Ma questo è un discorso che ci chiama dentro tutti. Abbiamo consegnato ai nostri giovani un mondo dove l’economia ha preso tutto lo spazio. Chi è rimasto ai margini dello sviluppo economico, non vede più senso alla propria vita e a quello che fa. Bisogna quindi dire basta anche a quelli che mettono al centro del loro pensiero e del loro agire soltanto il profitto economico e non la persona umana”.

lunedì 14 settembre 2020

COME DIVENTARE SIGNORI. / Lunedì XXIV sett. T.O.

 


San Paolo ci rivela che la condizione dell’uomo è quella del servo, anzi, schiavo “doulos” “avad - עבד”. È questa la condizione che ha scelto Gesù svuotandosi della sua condizione divina. L’uomo invece, per scappare dalla sua condizione di schiavo cerca di salire, di riempirsi e diventare dio con le proprie forze, le proprie magie, ricoprendosi di distintivi e titoli ingannatori, medaglie e immagini.

Invece san Paolo comprende che la via è quella della “kenosis”, dello svuotamento, e della “tapeinosis”, dell’abbassamento, dell’umiliazione e dell’obbedienza affinché Dio possa esaltare il suo servo e farlo diventare davvero Signore. L’uomo consacrato a Dio con  il battesimo, sopratutto se ha voluto confermare liberamente e coscientemente il dono del battesimo deve seguire la stessa via per essere un giorno esaltato da Dio e non scomparire nella pattumiera della storia. Come fare una cosa così difficile e ripugnante per la nostra natura? Impossibile con lo sforzo. C'è una sola soluzione. Quella che ci offre il Signore stesso: guardare a lui, serpente innalzato nel deserto, che di fronte alla colpa dell’uomo, reagisce offrendo una misericordia infinita e totalmente gratuita. Ma proprio così, si riceve la stessa natura di Dio che cresce fino a farci diventare sempre più come lui, capaci di umiltà.

Rimaniamo sconcertati, ma è la via cristiana, è l’unica via di salvezza, dove il Signore vuole abbracciarci tutti, invitandoci a fare passi sempre più avanti in questa via fino a fare “passi da gigante” come disse di se stessa santa Teresina. Lei, piccola perché giovane, e quindi incapace di fare le penitenze “grandi” che proponeva la sua comunità come mezzi di santificazione, ha scelto di seguire la "piccola via”, di valorizzare ogni occasione di umiliazione e di servizio che le veniva posta innanzi. Diceva che Gesù cammina e dà rose profumate, spargendo petali e spine e che seguendolo, lei voleva raccogliere ogni petalo e ogni spina, anche la più piccola.

Chi è svuotato di sé stesso lo è anche da ogni piano prestabilito, ed è totalmente libero per fare discernimento. Questo però  richiede una preghiera continua per chiedere a Dio qual è la sua volontà momento per momento, una totale dipendenza come quella dello schiavo:

“Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni; come gli occhi della schiava, alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi”. Sal 122:2

 

Prima Lettura    Fil 2, 6-11
Cristo umiliò se stesso; per questo Dio lo esaltò.