Questa mattina c'è stato il funerale del ragazzo ucciso dal coetaneo che ha travolto volontariamente il suo motorino con la macchina, ferendo gravemente l’altro. Ne abbiamo già parlato (La Gioia del Vangelo: OMICIDIO ... ). Lo abbiamo affidato assieme alla sua famiglia alla misericordia del Signore che sappiamo essere infinitamente potente. Il funerale si è svolto sul grande parcheggio. Forse duemila persone. Un lutto che ci tocca profondamente tutti. Diciannove anni. Un ragazzo morto e tante vite devastate. Corrado è stato vittima di un gesto che il GIP ha qualificato di volontario. Io spero sempre nelle circostanze attenuanti.
Il Vangelo di oggi mi ricorda che Corrado è stato anche vittima indiretta, assieme a tante persone a Marano, in particolare giovani, di una mentalità senza speranza.
Matteo il pubblicano era consenziente ma anche vittima. Perché faceva il collettore delle tasse sfruttando soprattutto i più deboli? Forse ci è entrato un po' per caso, un po' per volta. Quello che è sicuro però è che questa vita riempiva il suo tempo ma non il suo cuore. Guadagnava soldi certo. Poteva permettersi tanti banchetti. Ma in cambio suscitava l’odio del suo popolo. Era forse temuto ma non amato. E sapendo di non seguire la sua coscienza, in fondo non era amato da sé stesso. Probabilmente si giustificava: “se non lo faccio io, lo farà un altro al mio posto. Gli altri non sono migliori di me. Ormai mi sono abituato a un certo lusso. Come cambiare? E quale motivo profondo sufficiente avrei per farlo ? Magari qualche giorno lo farò. Ma oggi non me la sento. Almeno mi godo i miei beni….”
Gesù incontra questa mentalità, queste vite piene di tanti falsi valori e occupazioni, di tante schiavitù, specialmente riguardo a quel padrone terribile che è la ricchezza. La ricchezza, goduta o sognata, che non è mai abbastanza, che significa esistenza, potere, rispetto, ma anche combattimento perpetuo contro chi vuole rubartela, significa cura, paura e sfida … La ricchezza che è vita insomma, anche se poi è una vita insufficiente. Tutti schiavi di quel padrone che non ci fa accorgere che servendo lui non possiamo servire Dio in spirito e verità. La ricchezza che dissimula la sua nudità col rumore, con la religiosità esteriore, con qualche elemosina o buona azione che tutti devono notare, con qualche preghiera, qualche devozione particolare … La ricchezza non permette mai di ripartire da Dio.
Questa mentalità esiste anche tra noi come in tutto il mondo. Porta all’oscurità, si nutre di vanità e apparenza, eccita le passioni e l’orgoglio, ma non dona speranza. Eventualmente porta alla morte.
Ecco che viene Gesù oggi e dice: "«Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì".
Contro la mentalità che c'è anche a Marano, per avere la forza di aprire gli occhi su quello che siamo, la forza di rompere le catene delle nostre schiavitù, devi alzarti e seguire Gesù. Marano, come il mondo intero, ha bisogno che altri si alzino oggi e seguano Gesù come Matteo. Gli affidino la loro vita. Si lascino toccare il cuore. Affinché la morte di Corrado che è fin troppo reale non rimanga inutile. Gesù ha amato Matteo. “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Gli ha offerto non una vita di sacrifici ma una vita con la vicinanza e l’amicizia di Dio, una vita che valeva la pena, apriva i suoi orizzonti, poteva riempire il suo cuore.
Prima Lettura Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Ef 4,1-7.11-13