«Ti prego, di quale persona il profeta
dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?», chiede
l’eunuco della regina Candace. Cosa cambia che il profeta parli di sé o di qualcun
altro? Dietro la domanda di quest’uomo che ha molti privilegi e, in un certo modo,
è sicuramente invidiato, si nasconde la domanda essenziale: “la Scrittura parla
di me? Dio si interessa di me?” Tra i pochi che hanno dato una svolta totale alla
propria vita durante il soggiorno in carcere, un ragazzo aveva ricevuto dal
cappellano la Bibbia, e aprendola a caso per la prima volta trovò la storia di Davide.
E lui si chiamava Davide. “La Bibbia parla di me!” fu la sua prima reazione. Così
iniziò il suo cammino di conversione e di redenzione (diede una svolta totale alla
sua vita perché era giovane e decise di trasferirsi in un’altra regione d’Italia.
Quando qualcuno non lascia il suo ambiente è difficile che possa cambiare veramente
vita, a meno che non abbia una famiglia solida, una fidanzata che non ha mai
condiviso l’illegalità…).
Sì, quell’uomo umiliato al quale è stato negato la
giustizia, che non potrà avere discendenza poiché è stata recisa la sua vita, è
lui l’eunuco, al quale da bambino è stato fatta questa violenza fondamentale nella
sua mascolinità, nel suo desiderio di condivisione totale di amore con un’altra
persona e di avere figli a sua immagine, ai quali comunicare amore, esperienza,
beni materiali…
E scopre nella vita di Gesù trattato come pecore al macello e nel suo amore totale,
una giustificazione alla sua vita. Non può tornare indietro, non potrà mai
ricuperare ciò che gli è stato tolto nel passato e dovrà continuare nella sua
condizione di eunuco fino alla fine della sua vita. Però il vero senso della vita,
la vera pienezza non è quella che rimpiangeva fino a questo momento.
Quell’eunuco sei tu! Tu, quell’uomo, quella donna che
non è stato amato, amata come era giusto che sia, che ha perso un genitore da bambino
o sofferto tanto per una ragione o l’altra, e soffri ancora. In Gesù risorto dai
morti, risorto dall’umiliazione del rigetto, della condanna come schiavo
ribelle al supplizio della croce, c'è il senso della tua vita, la sua giustificazione, e la possibilità
di cambiarla davvero e trovare una pienezza che non avresti nemmeno
immaginato. Però per questo devi seguire Gesù come unico maestro misericordioso,
fino a morire al mondo in lui e risorgere a vita nuova in lui.
Il Vangelo e il resto del Nuovo Testamento sono
pieni di figure che non vanno fino in fondo di questo cammino, e di avvertimenti contro questo grande pericolo.
È facile in fatti che accada. Succede a tutti quelli che sono battezzati validamente, ma non si lasciano immergere
pienamente in Cristo vivo. Anche da religiosi o cristiani molto attivi succede
spesso: quando conta il titolo, il successo, l’arricchimento, non si corre con perseveranza
verso l’ultimo posto. Ma ci sono anche coloro che, benché deboli e duri a
convertire, hanno fatto fiducia fino alla fine a Gesù e sono diventati i nostri
maestri, i nostri garanti, i testimoni che in Cristo Gesù abita la pienezza della
divinità e dell’umanità finalmente felice.
Prima
Lettura At 8, 26-40
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?