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lunedì 30 aprile 2018

FRATELLO E' TEMPO DI CAMBIAMENTO! LO ZOPPO DI LISTRA / lunedì V sett. Pasqau

Michel Corneille - Paul et Barnaba a Listra.

In modo narrativo e pittoresco il brano degli Atti ci dice verità fondamentali:
Infatti a Listra c'è uno, “impotente ai piedi” dalla nascita. L’espressione greca rende un’immagine più forte: “dal ventre di sua madre”. Non sarebbe stato un incidente al momento del parto, ma una malformazione congenita. Ad ogni modo “è sempre stato così”. Potrà mai cambiare qualcosa nella sua vita? Invece questo uomo ha “fede di essere salvato”. Non solo “guarito” ma “salvato” (sothenai). Allora Paolo può, si sente spinto ad intervenire e lo risana. Pesa dallo stupore, la folla interpreta quell’avvenimento secondo le sue chiavi di lettura abituali: gli dèi sono scesi in forma umana presso di loro. Sono pieni di entusiasmo e anche di devota buona volontà. Che situazione apparentemente favorevole per gli apostoli! Ma la fede autentica ha un contenuto. Non basta la devozione e la buona volontà. Non solo Paolo e Barnaba non approfittano dell’equivoco per essere glorificati, ma non permettono che queste persone rimangano ingannate. Hanno un messaggio, e questo devono portare al mondo. Trovano però resistenza e solo a fatica fanno desistere la folla dall’offrire loro sacrifici.

sabato 28 aprile 2018

CHI SEI TU GESU'? / sabato IV sett. Pasqua.


“Da tanto tempo sono con voi e non mi hai conosciuto!” È il rammarico di Gesù verso Filippo.
Anche noi siamo da tanto tempo con Gesù. Lo conosciamo? Questa incomprensione riguardo a Gesù si applica pure a tutte le persone che incontriamo, con le quali viviamo. Ognuno fa la sua piccola guerra e proietta le sue idee sugli altri che non si sentono riconosciuti. È un limite doloroso di cui dobbiamo prendere coscienza. È necessario diventare più prudenti e più distaccati da noi stessi in modo da avere sopratutto una maggiore capacità di ascolto. Dice il Papa nella “Gaudete et Exsultate”:
Parla, Signore
172. Tuttavia potrebbe capitare che nella preghiera stessa evitiamo di disporci al confronto con la libertà dello Spirito, che agisce come vuole. Occorre ricordare che il discernimento orante richiede di partire da una disposizione ad ascoltare: il Signore, gli altri, la realtà stessa che sempre ci interpella in nuovi modi. Solamente chi è disposto ad ascoltare ha la libertà di rinunciare al proprio punto di vista parziale e insufficiente, alle proprie abitudini, ai propri schemi. Così è realmente disponibile ad accogliere una chiamata che rompe le sue sicurezze ma che lo porta a una vita migliore, perché non basta che tutto vada bene, che tutto sia tranquillo. Può essere che Dio ci stia offrendo qualcosa di più, e nella nostra pigra distrazione non lo riconosciamo.

ABSOLUTELY HEARTBROKEN! ALFIE EVANS.


Il mio gladiatore ha messo giù il suo scudo e si è guadagnato le sue ali alle 2.30. Con il cuore totalmente spezzato. TI AMO RAGAZZO MIO.

Ci sono molte cose da dire. Non adesso.

C'è un enorme combattimento di amore per la vita da portare avanti. Grazie Thomas Evans e Kate James. Grazie Alfie piccola vittima di un sistema senza cuore che rovescia i valori fondamentali e ha considerato al tua vita "futile".

venerdì 27 aprile 2018

NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE / venerdì IV sett,. Pasqua



Dio ci ha buttato in avventure più grandi di noi. Innanzitutto la vita. Non abbiamo deciso la nostra nascita, né il luogo né la data, né la famiglia, ecc. Non possiamo controllare la nostra morte e nemmeno gli anni che passano. Non conosco nessuno che, per quanto abbia preso responsabilmente in mano il timone della sua vita e ne affronti coraggiosamente le sfide, possa dire: “gli ultimi dieci anni sono andati esattamente come avevo programmato!” Le cose non vanno come vogliamo, anche in senso positivo. Soltanto in parte – una parte preziosissima – le  cose vanno come decidiamo. Ma Dio ci apre un’altra avventura ancora più grande di noi: la nostra santificazione, il nostro cammino di cielo.

giovedì 26 aprile 2018

UN SERVO NON E' PIU' GRANDE DEL SUO PADRONE / giovedì IV sett. Pasqua



Paolo predica la Buona Notizia, ricordando il piano di Dio, la Storia nella quale il Signore ha agito. Importantissimo.
Gesù spiega come deve andare l’Apostolo: lavando i piedi ai suoi fratelli, non abitando in palazzi nobili o usando mezzi di trasporto lussuosi mentre Dio viveva povero, accettando le persecuzioni pur nella piena consapevolezza della propria dignità e autorevolezza divina. Così agivano san Paolo e gli altri Apostoli. Anche questo è importantissimo.

CULTURA DELLA MORTE E DIFESA DELLA VITA: ALFIE EVANS.


Non piace a nessuno mettersi a giudicare ciò che non si conosce. Ma, come nel caso di Charlie Gard, e molto di più perché per Alfie Evans non si è fatta nessuna diagnosi, si evidenzia una volontà di giudicare il valore della vita umana su criteri utilitaristici e soggettivi, fino a scambiare per compassione ciò che è una vera cultura della morte: per il bene del minore è meglio sopprimerlo.

HazTeOir, la branca spagnola di CitizenGo che difende i valori umani e cristiani invita per questa sera alle ore 20 a fare raduni silenziosi nella piazza principale della tua città, o di fronte alla Chiesa Cattedrale, magari con uno striscione "Per Alfie Evans", e con una candela in mano, di pregare silenziosamente. C'è il link per mandare le foto e continuare anche così a fare pressione in difesa della vita.

E' tardi per lanciare questa iniziativa tra noi. Però in questi giorni abbiamo pregato, abbiamo firmato petizioni e le abbiamo diffuse. Continuiamo a farlo. Mettiamoci in piedi con fermezza e compassione per le vittime della cultura della morte.

mercoledì 25 aprile 2018

DA SIGNOR NESSUNO AD APOSTOLO / Festa di San Marco.

S. MARCO - Emmanuel Tzanes.

Festeggiammo oggi san Marco evangelista, la personalità meno interessante a prima vista  tra i nomi che riporta il Nuovo Testamento, e la liberazione da un sistema che pretendeva costruire l’uomo senza Dio, senza il Vangelo e ha portato la rovina. Mettendoci davanti  a Dio chiediamoci se ci appoggiamo alla Grazia come fece san Marco o non piuttosto agli Idoli come fece il nazifascismo e tante ideologie del passato e del tempo presente.
Marco è quel ragazzetto che seguiva Gesù nell’orto del Getsemani ma poi fuggì nudo perché per paura di essere afferrato lasciò cadere il lenzuolo che lo copriva (Marco 14,51). Marco è tra i primi credenti  assieme alla sua famiglia e Pietro li conosce visto che, liberato dal carcere dall’angelo, si reca a casa loro (Atti 12,12). Ed ecco che accompagna Barnaba, di cui è cugino, e Saulo nel primo

PREGHIERA PER LA PACE TRA LE DUE COREE.

Qualche rarissimo incontro tra familiari, separati dal 1953 per la divisione delle due Coree.

«Signore, che attraverso gli incontri del vertice Nord-Sud giunga un accordo di pace. Aiutaci, per favore, a realizzare altri vivaci scambi civili tra il Sud e il Nord. Signore, porta la riconciliazione e la pace in occasione degli incontri e apri un’era di convivenza pacifica nella penisola coreana. Signore, attraverso la pace nella penisola coreana, aiutaci a esportare la pace in tutto il mondo. Nel nome di Gesù Cristo preghiamo, Amen».
Vincerà la Pace e la Libertà sul Filo spinato e la Guerra?

Questa è la preghiera che suggeriscono tutte le chiese cristiane coreane unite, in vista del prossimo Summit tra Corea del Nord e Corea del Sud del 27 aprile, da recitare ogni giorno a mezzogiorno. 

Ognuno farà anche altro come gli suggerirà il cuore. Ci ricordiamo che la preghiera chiede, il digiuno ottiene, la misericordia realizza.

martedì 24 aprile 2018

GRAZIE A BARNABA MI CHIAMO CRISTIANO / martedì IV sett. Pasqua

Barnaba e Saulo evangelizzano.

Dopo le difficoltà di ieri, centrate su usanze secondarie, la Chiesa si apre sempre di più ai pagani. Quando un’idea nuova e buona passa, ci vogliono comunque persone per incarnarle. Se Barnaba trova campo più libero, è comunque attraverso di lui e si può anche aggiungere grazie a lui, al suo discernimento, alla sua virtù e alla sua docilità allo Spirito Santo che ad Antiochia si realizza questo progetto di Dio. Barnaba sa anche chiedere aiuto, non è geloso, non si crede Dio onnipotente. Barnaba va a cercare Saulo.
Grande lezione!
Gli oppositori di Gesù nel Vangelo di oggi hanno l’atteggiamento contrario: chiedono e chiedono ancora per non decidere da quale parte stare, per poter rimandare la conversione, per non abbandonare le loro sicurezze e il loro potere.

lunedì 23 aprile 2018

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo IV / In preghiera costante, nn. 147-157

Avitien, 3° vescovo di Rouen, è uno dei sei padri del Concilio di Arles, nel 314.

In preghiera costante
147. Infine, malgrado sembri ovvio, ricordiamo che la santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione. Il santo è una persona dallo spirito orante, che ha bisogno di comunicare con Dio. E’ uno che non sopporta di soffocare nell’immanenza chiusa di questo mondo, e in mezzo ai suoi sforzi e al suo donarsi sospira per Dio, esce da sé nella lode e allarga i propri confini nella contemplazione del Signore. Non credo nella santità senza preghiera, anche se non si tratta necessariamente di lunghi momenti o di sentimenti intensi.
148. San Giovanni della Croce raccomandava di «procurare di stare sempre alla presenza di Dio, sia essa reale o immaginaria o unitiva, per quanto lo comporti l’attività».[109] In fondo è il desiderio di Dio che non può fare a meno di manifestarsi in qualche modo attraverso la nostra vita quotidiana: «Sia assiduo all’orazione senza tralasciarla neppure in mezzo alle occupazioni esteriori. Sia che mangi o beva, sia che parli o tratti con i secolari o faccia qualche altra cosa, desideri sempre Dio tenendo in Lui l’affetto del cuore».[110]

IL CRISTIANO: IDENTITA' ESTERNA O INTERNA? / Lunedì IV sett. Pasqua.

La visione di Pietro a Giaffa.

Per portare Pietro e la comunità a comprendere che anche i pagani sono chiamati alla salvezza, e devono essere accolti come fratelli nella Chiesa, Dio sembra usare un giro complicato e non logico, partendo dai divieti alimentari. Infatti, se avessero chiesto a Pietro cosa fosse essenziale nella sua fede, certamente non avrebbe citato le regole alimentari. Eppure quando il Signore, in visione, gli propone di mangiare cibi finora ritenuti impuri, Pietro gli risponde col grido del cuore: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. Questo grido è radicato in ciò che gli ha insegnato e fatto praticare da sempre la mamma, nei rimproveri degli adulti quando la curiosità innocente del bambino gli faceva portare alla bocca alimenti non permessi o fare domande. E questo ha strutturato la sua identità umano-religiosa. È difficile cambiare identità da adulto. Ma proprio questo significa rinascere, non resistere allo Spirito Santo.
Noi cristiani siamo dei privilegiati perché 2000 anni di vita ecclesiale (e anche 60 anni di riforma conciliare!) ci hanno liberato da un’infinità di usi e costumi sacralizzati che sovrastavano spesso l’essenziale della fede.

sabato 21 aprile 2018

QUESTA PAROLA E' DURA, CHI PUO' ASCOLTARLA? / sabato III sett. Pasqua

Cappella Brancacci - Pietro guarisce lo storpio e fa risorgere Tabità. Masolino.

Il quadro che tratteggia il brano degli Atti degli Apostoli sembra proprio idilliaco: Chiesa in pace, si consolida e cammina nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo cresce di numero!
Ma se cercassimo di camminare anche noi nel timore del Signore, di consolidarci con serietà ma anche semplicità nella fedeltà al Vangelo e a Pietro che è la nostra roccia, non saremmo anche noi in pace e non sentiremmo il conforto dello Spirito Santo? Anzi, sicuramente attireremmo molte persone nuove a Cristo.

venerdì 20 aprile 2018

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo IV nn. 129-146: PARESSIA, AUDACIA E FERVORE

Jean de la Lande e Isaac Jogues sono due gesuiti martirizzati nella prima evangelizzazione del Canada.

Le letture della Messa di oggi mi invitano ad osare, ad andare oltre le mie sicurezze. Come Anania che deve andare dal nemico che lo vuole morto (Saulo) per fargli del bene, come Gesù che vuole che io mangi il suo corpo e il suo sangue. A proposito, se gli Ebrei si ribellano, sono sconvolti alla prospettiva di mangiare il corpo di Gesù e bere il suo sangue, e noi tutti, facciamo tante comunioni innocue e riduciamo spesso la Festa di Prima Comunione ad  una coreografia sentimentale, non è forse che loro, gli Ebrei, hanno preso di petto quello che Gesù dice e noi l'abbiamo edulcorato?
Lascio che sia il testo della Gaudete et exsultate a fare da migliore commento alla liturgia di oggi.

Audacia e fervore
129. Nello stesso tempo, la santità è parresia: è audacia, è slancio evangelizzatore che lascia un segno in questo mondo. Perché ciò sia possibile, Gesù stesso ci viene incontro e ci ripete con serenità e fermezza: «Non abbiate paura» (Mc 6,50). «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Queste parole ci permettono di camminare e servire con quell’atteggiamento pieno di coraggio che lo Spirito Santo suscitava negli Apostoli spingendoli ad annunciare Gesù Cristo. Audacia, entusiasmo, parlare con libertà, fervore apostolico, tutto questo è compreso nel vocabolo parresia, parola con cui la Bibbia esprime anche la libertà di un’esistenza che è aperta, perché si trova disponibile per Dio e per i fratelli (cfr At 4,29; 9,28; 28,31; 2 Cor 3,12; Ef 3,12; Eb 3,6; 10,19).

giovedì 19 aprile 2018

L'EPISODIO DELL'EUNUCO: UN LAICO SENZA CHIESA? / giovedì III sett. Pasqua

Filippo e l'Eunuco. Icona moderna.

Il diacono Filippo viene portato dallo Spirito Santo presso il carro di un eunuco, funzionario etiope di alto rango che torna dal pellegrinaggio a Gerusalemme. Sta leggendo il quarto canto del Servo del Signore dal profeta Isaia (Isaia 53,7-8). Non riesce a comprenderne il senso anche se lo tocca profondamente perché in molti punti assomiglia tanto alla sua propria vita e accetta volentieri l’aiuto di Filippo che gli svela il Mistero di Cristo. Egli crede nel Signore Risorto e viene battezzato subito. Immediatamente Filippo scompare ai suoi occhi ed egli, pieno di gioia, continua la sua strada da solo, unico cristiano del suo popolo. Sicuramente, tornato a casa, non troverà una parrocchia, dei sacerdoti per celebragli la Messa, ecc. Egli invece sarà senz’altro il primo missionario (laico) del suo popolo.

mercoledì 18 aprile 2018

PERSECUZIONE, EVANGELIZZAZIONE, CREDIBILITA' / mercoledì III sett. Pasqua

Solinas - persecuzione dei cristiani.

Scoppia una violente persecuzione contro la Chiesa e, giustamente, molti suoi membri si mettono al riparo. Ma non si ripiegano su loro stessi, sull’ingiustizia subita, ma vanno in giro,  “evangelizzando” la Parola (euaggelizòmenoi  tòn lògon). La persecuzione, le traversie, diventano un’occasione positiva.
 Le folle prestano ascolto a Filippo, innanzitutto perché lo sentono "kerigmatizzare" (annunciare con voce forte e franchezza) il Cristo, e anche perché compie segni (semeia).

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo IV / 1a parte, nn. 110-128

Vetrate di Yvetot, particolare: 

Dall’alto in basso, Santa Hildemarque, prima badessa del monastero femminile di Fécamp, fondato nel VII secolo. Sant’Hildevert, vescovo di Meaux all’VIII secolo. Le sue reliquie furono trasferite a Gournay en Bray al XII secolo. San Hugues (Ugo), monaco di Jumièges, fu posto dallo zio Carlo Martello sulla sede episcopale di Rouen (722). Promosse lo sviluppo delle abazie di Jumièges e Saint Wandrille.

CAPITOLO QUARTO: ALCUNE CARATTERISTICHE DELLA SANTITÀ NEL MONDO ATTUALE
110. All’interno del grande quadro della santità che ci propongono le Beatitudini e Matteo 25,31-46, vorrei raccogliere alcune caratteristiche o espressioni spirituali che, a mio giudizio, sono indispensabili per comprendere lo stile di vita a cui il Signore ci chiama. Non mi fermerò a spiegare i mezzi di santificazione che già conosciamo: i diversi metodi di preghiera, i preziosi sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, l’offerta dei sacrifici, le varie forme di devozione, la direzione spirituale, e tanti altri. Mi riferirò solo ad alcuni aspetti della chiamata alla santità che spero risuonino in maniera speciale.
111. Queste caratteristiche che voglio evidenziare non sono tutte quelle che possono costituire un modello di santità, ma sono cinque grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo che considero di particolare importanza a motivo di alcuni rischi e limiti della cultura di oggi. In essa si manifestano: l’ansietà nervosa e violenta che ci disperde e debilita; la negatività e la tristezza; l’accidia comoda, consumista ed egoista; l’individualismo, e tante forme di falsa spiritualità senza incontro con Dio che dominano nel mercato religioso attuale.
Sopportazione, pazienza e mitezza
112. La prima di queste grandi caratteristiche è rimanere centrati, saldi in Dio che ama e sostiene. A partire da questa fermezza interiore è possibile sopportare, sostenere le contrarietà, le vicissitudini della vita, e anche le aggressioni degli altri, le loro infedeltà e i loro difetti: «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Questo è fonte di pace che si esprime negli atteggiamenti di un santo. Sulla base di tale solidità interiore, la testimonianza di santità, nel nostro mondo accelerato, volubile e aggressivo, è fatta di pazienza e costanza nel bene. E’ la fedeltà dell’amore, perché chi si appoggia su Dio (pistis) può anche essere fedele davanti ai fratelli (pistós), non li abbandona nei momenti difficili, non si lascia trascinare dall’ansietà e rimane accanto agli altri anche quando questo non gli procura soddisfazioni immediate.
113. San Paolo invitava i cristiani di Roma a non rendere «a nessuno male per male» (Rm 12,17), a non voler farsi giustizia da sé stessi (cfr v. 19) e a non lasciarsi vincere dal male, ma a vincere il male con il bene (cfr v. 21). Questo atteggiamento non è segno di debolezza ma della vera forza, perché Dio stesso «è lento all’ira, ma grande nella potenza» (Na 1,3). La Parola di Dio ci ammonisce: «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità» (Ef 4,31).

martedì 17 aprile 2018

LA LINGUA TRAE LA SUA FIAMMA DALLA GEENNA / martedì III sett. Pasqua.

Turkmenistan - "Bocca dell'inferno".


Grazie a Dio, non ci sogniamo di uccidere qualche nostro oppositore, come faranno i membri del Sinedrio. È vero però che le parole possono essere peggio delle pietre come costata la sapienza popolare. E cadiamo in questo. Papa Francesco in Gaudete et exsultate (GE) vede che su internet anche cattolici usano espressioni molto dure, l’insulto, perfino la menzogna contro gli avversari o propagano informazioni e opinioni dubbie o false. Molto spesso, tra noi, si tratta della "spiritualità" del “copia e incolla” che fa diffondere notizie ricevute senza verificarle. “Me l’hanno mandato” è la risposta abituale che ricevo. Che te l’abbiano mandato o che sia tu a scriverlo, tu sei responsabile di ciò che metti su internet. Se non sei sicurissimo della qualità e opportunità di ciò che hai ricevuto, di ciò che dici, che tutto si fermi a te! Se no sei tu che aggiungi confusione nella Chiesa. Il Magistero parla chiaro, devi applicare le tue energie a comprenderlo, non ad aumentare la confusione e le paure tra i fedeli.

lunedì 16 aprile 2018

COME IL VOLTO DI UN ANGELO / lunedì III sett. Pasqua

Discorso di Stefano - Beato Angelico.

Annunciando la Buona Notizia gli apostoli non piacciono a tutti. In particolare Stefano  trova resistenza. Il testo degli Atti si premura di chiarire che i testimoni dicono il falso contro di lui, perché, difatti, Stefano non dice proprio nulla contro il Tempio né contro la Legge di Mosè. Ne annuncia il compimento. 
Ma possiamo anche pensare che questi falsi testimoni non hanno dovuto impegnarsi molto per inventare false accuse. Forse hanno riportato quello che gli sembrava di aver ascoltato – un ascolto superficiale, che non si mette in discussione – perché il compimento che porta Gesù, se da parte di Dio è soltanto il tratto finale e logico di un cammino progressivo, per qualcuno che si è fermato ad una religiosità tradizionale può sembrare un “cambiare la religione”, un “andare contro la fede dei genitori”. 
Sappiamo che Gesù annuncia il “Culto in Spirito e Verità”. E questo ci disorienta, noi che cerchiamo spesso piuttosto una religiosità fatta di tradizioni e di formule, una religione per ottenere le grazie, “per saziarsi di pane” come dice Gesù nel Vangelo e non la fede che trasforma e fa rinascere. I membri del Sinedrio vedono il volto di Stefano come quello di un angelo, ma non possono aprirsi a questa bellezza. Sono prigionieri.
Beato invece chi sa obbedire ai segni che dà Dio e si apre alla fede.

domenica 15 aprile 2018

RISURREZIONE E FRAGILITA' DELL'UOMO / III Domenica di Pasqua

Gesù fu in mezzo a loro.

Quando stavo all’OPG, nell’ufficio degli psichiatri c'era una frase al muro che diceva: “la fragilità è la condizione più sicura dell’uomo!”
Quando Gesù ha chiamato i discepoli questi hanno fatto scelte radicali: si trattava di aiutare Gesù nell’Avvento del Regno di Dio. Per questo hanno lasciato terra, famiglia, lavoro. Eppure rimangono fragili. Quando Gesù parla del lievito dei farisei, non ascoltano o interpretano male e tra loro discutono di qualcosa che gli appare allora molto più importante: non hanno pane e come si farà? Eppure hanno visto almeno due moltiplicazioni dei pani! Quando Gesù parla loro della sua crocifissione, tra loro discutono chi sia il più grande, Giuda convive con l’attaccamento disonesto ai soldi … e così via.

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo III/B nn. 95-109


Vetrate di Yvetot - Discesa di Croce.

La grande regola di comportamento
95. Nel capitolo 25 del vangelo di Matteo (vv. 31-46), Gesù torna a soffermarsi su una di queste beatitudini, quella che dichiara beati i misericordiosi. Se cerchiamo quella santità che è gradita agli occhi di Dio, in questo testo troviamo proprio una regola di comportamento in base alla quale saremo giudicati: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (25,35-36).
Per fedeltà al Maestro
96. Essere santi non significa, pertanto, lustrarsi gli occhi in una presunta estasi. Diceva san Giovanni Paolo II che «se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi».[79] Il testo di Matteo 25,35-36 «non è un semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia, che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo».[80] In questo richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi.

sabato 14 aprile 2018

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo III/A nn. 63-94


 
Chiesa di Yvetot, i primi pannelli partendo da sinistra.
La prima figura in basso è il parroco di allora.
CAPITOLO TERZO: ALLA LUCE DEL MAESTRO
63. Ci possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni. Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità. Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini.[66] In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita.
64. La parola “felice” o “beato” diventa sinonimo di “santo”, perché esprime che la persona fedele a Dio e che vive la sua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera beatitudine.
Controcorrente

SONO IO, NON ABBIATE PAURA! / sabato II sett. Pasqua

Dal web - anniversario dieci anni di diaconato.


Appena formatasi la prima comunità cristiana, gli apostoli si trovano di fronte a un problema di giustizia-gelosia tra vari membri che è segno della loro profonda imperfezione, della loro non conversione (c'è mormorazione!).  Invece di accontentarsi di rimproverare, inventano una soluzione per risolvere al meglio il problema reale. Inventano addirittura una soluzione sacramentale! Creano i Diaconi:

venerdì 13 aprile 2018

LA PARROCCHIA DI YVETOT



Volendo presentare l’Esortazione di papa Francesco sulla Chiamata alla Santità, mi è venuto in mente di illustrare i post con le vetrate di Max Ingrand (1908 – 1969) che illuminano la chiesa parrocchiale Saint Pierre di Yvetot, nella diocesi di Rouen. Infatti prima della Gmg di Parigi, con un altro confratello siamo andati a servire questa parrocchia, permettendo al parroco di prendere qualche settimana di vacanza (allora, c'era un prete per 22 campanili, più un bravissimo e pio prete anziano che continuava a confessare e ricevere la gente ma praticamente non poteva più uscire da casa sua! Cosa ne sarà oggi?).

Vale la pena di raccontare qualcosa di questa chiesa eccezionale in modo particolare per la sua vetrata di 1046 m.2, considerata la più grande di Europa.

PICCOLO E' GRANDE / venerdì II sett. di Pasqua

Ecce Homo - Honoré Daumier.

Con argomenti forse fragili ma fondati sul buon senso e la fede in Dio che guida la Storia, e anche con la forza del suo prestigio, Gamaliele offre a tutto il Sinedrio una scappatoia per allentare la tensione e liberarsi del caso degli apostoli. Ma bisogna comunque salvare la faccia e “far capire chi comanda qui”: gli apostoli vengono flagellati e di nuovo ammoniti di non parlare nel nome del Signore Gesù, anche se tutti sanno che continueranno a farlo. E loro? Loro “se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.” Niente di meno!

Se questo è il frutto della Pentecoste, dell’aver ricevuto lo Spirito Santo, com'è la mia vita?
La verità è che non ricordo quando è stata l’ultima volta in cui sono stato giudicato degno di subire oltraggi per il nome di Gesù. Oltraggiato sì, qualche volta, raramente, ma perché sono pesante, egoista, pigro, poco accogliente, o perché qualcun altro ha anche lui brutto carattere. Ma non perché annunciavo il nome di Gesù e la Risurrezione. E poi non indaghiamo troppo su come reagisco in questi casi …

Allora sono completamente fuori del Regno di Dio? Davvero questo Regno è troppo alto per me. Ma io voglio entrarci anche se non sarei giudicato degno di tanto onore.
Ecco che, oltre a chiedere al Signore di donarmi davvero il suo Spirito, il Vangelo mi viene in soccorso: c'è una folla molto grande da sfamare e un ragazzo ha solo cinque pani d’orzo e due pesci, nemmeno buon pane bianco di farina di frumento. Ma li mette a disposizione e Gesù fa il resto. 

Questi pani d’orzo assomigliano tanto alle contraddizioni che subisco. Non sono persecuzioni per la mia testimonianza cristiana, “in odio della fede” per la mia santità, ma sono sempre scocciature e io voglio metterle a disposizione del Signore Gesù, essere almeno una persona un po’ più corretta, non dare troppo scandalo ma dimostrare buona volontà. Sarà sempre meno di niente. E il Signore farà il resto. Certo il ragazzo quei cinque pani li ha dati tutti, non si è riservato nulla. Così hanno fatto i santi che erano “nulla più il mio peccato” e il Signore li ha benedetti.

Sant'Agostino diceva (cito a memoria) : "una cosa piccola è piccola, ma essere fedele nelle cose piccole è una cosa grande!"

Prima Lettura   At 5, 34-42
Gli apostoli se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, si alzò nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di far uscire [gli apostoli] per un momento e disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 26
Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Canto al Vangelo    Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.

Vangelo
   Gv 6, 1-15
Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne vollero.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

giovedì 12 aprile 2018

OBBEDIRE A DIO PIUTTOSTO CHE AGLI UOMINI / giovedì II sett. di Pasqua


Santa Teresina - Vetrate della chiesa di Yvetot.

“Volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo!” Da parte dei Sadducei che non credono nella vita eterna, questo rimprovero fatto agli apostoli ha un sapore molto terreno: “volete farci lapidare (occhio per occhio, dente per dente, vita per vita!), o perlomeno far mettere in discussione la nostra autorità e il nostro potere!” 

GAUDETE ET EXSULTATE Capitolo II, nn. 35 - 62


Chiesa di Yvetot, Francia - Vetrate di Max Ingrand, particolare:
Saint Wandrille et saint Maurille, tra i primi evangelizzatori della Normandia.
CAPITOLO SECONDO: DUE SOTTILI NEMICI DELLA SANTITÀ
35. In questo quadro, desidero richiamare l’attenzione su due falsificazioni della santità che potrebbero farci sbagliare strada: lo gnosticismo e il pelagianesimo. Sono due eresie sorte nei primi secoli cristiani, ma che continuano ad avere un’allarmante attualità. Anche oggi i cuori di molti cristiani, forse senza esserne consapevoli, si lasciano sedurre da queste proposte ingannevoli. In esse si esprime un immanentismo antropocentrico travestito da verità cattolica.[33] Vediamo queste due forme di sicurezza dottrinale o disciplinare che danno luogo «ad un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente».[34]
Lo gnosticismo attuale
36. Lo gnosticismo suppone «una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti».[35]
Una mente senza Dio e senza carne

mercoledì 11 aprile 2018

GAUDETE ET EXSULTATE, il testo nn. 1 - 34

Chiesa Saint Pierre di Yvetot, Francia: la santità che parte dal Cristo in Croce - Maestro vetraio Max Ingrand.

Ho visto una rivista di stampa che pubblica il testo di GAUDETE ET EXSULTATE a puntate. Ho pensato che fosse una bella idea. Lo so che non c'è bisogno che io lo faccia, basta andare sul sito del Vaticano, oppure andare in libreria e comprarlo - che è sempre la soluzione migliore: avere il libretto cartaceo - ma comunque, per la gioia di condividere questa riflessione così bella del nostra Papa, su un argomento così importante per tutti, nella speranza di rendere servizio al meno ad uno o due amici, ecco, lo faccio anch'io. Chi vorrà potrà così averlo più comodamente sul suo cellulare.


ESORTAZIONE APOSTOLICA GAUDETE ET EXSULTATE
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CHIAMATA ALLA SANTITÀ NEL MONDO CONTEMPORANEO
1. «Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. In realtà, fin dalle prime pagine della Bibbia è presente, in diversi modi, la chiamata alla santità. Così il Signore la proponeva ad Abramo: «Cammina davanti a me e sii integro» (Gen 17,1).
2. Non ci si deve aspettare qui un trattato sulla santità, con tante definizioni e distinzioni che potrebbero arricchire questo importante tema, o con analisi che si potrebbero fare circa i mezzi di santificazione. Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» (Ef 1,4).
CAPITOLO PRIMO: LA CHIAMATA ALLA SANTITÀ
I santi che ci incoraggiano e ci accompagnano

ORA SONO VERAMENTE PRONTO A VENIRE CON TE IN PRIGIONE E ALLA MORTE! / mercoledì II sett. di Pasqua



Ecco, come sempre le mie piccole riflessioni marginali e di poco conto sui testi: giustamente il versetto della prima lettura che il lezionario mette in evidenza perché esprime il senso centrale del brano è che gli apostoli non sono impediti nell’annuncio della Buona Notizia. Invece a me colpisce il fatto che gli Apostoli si lascino arrestare senza resistenza. 
Eppure, Luca sottolinea la violenza dell’azione nel primo arresto : infatti i Sadducei sono pieni di gelosia, "gettano le mani" sugli apostoli e li rinchiudono in carcere con ogni misura di sicurezza e “guardia a vista”. Quando vengono arrestati per la seconda volta, sarebbe facile per loro resistere, perché tutto il popolo è dalla loro parte, pronto a lapidare le guardie. Ma si lasciano condurre senza resistenza davanti al Sinedrio, che Luca chiama con rispetto "Senato dei figli di Israele".

martedì 10 aprile 2018

CON GRANDE FORZA DAVANO TESTIMONIANZA DELLA RISURREZIONE

Risurrezione - P. Rupnik.


Nella prima lettura, dagli Atti, si parla di condivisione assoluta dei beni e questo ci colpisce moltissimo. La Chiesa ha temperato in seguito la condivisione totale degli inizi non tanto per raffreddamento dei discepoli ma perché ha scoperto che doveva durare nel tempo. E quindi con la stessa carità ha saputo organizzare questo aspetto. La condivisione totale, il comunismo volontario, però continua ad affascinare tutti quelli che si confrontano con il Vangelo e si vive appunto modulandolo secondo le varie situazioni  e la maturità del cammino cristiano di ogni comunità.

Questo aspetto potrebbe però non farci dare la dovuta importanza al versetto 33: “Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.”