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venerdì 31 ottobre 2025

PAPA LEONE PARLA DI FORMAZIONE AI GIOVANI / San John Henry Newman, Educatore e Dottore della Chiesa


Domani S. John Henry Newman sarà proclamato Dottore della Chiesa durante il giubileo del mondo educativo. Significa che, tra l’altro, il suo progetto educativo è magistero della Chiesa! Una dimensione che sta molto a cuore a Papa Francesco e Papa Leone, anche lui docente per un periodo. Ecco alcune citazioni dal suo discorso sapiente rivolto agli studenti: Agli Studenti partecipanti al Giubileo del mondo educativo (30 ottobre 2025)

Pier Giorgio Frassati diceva spesso:  “Vivere senza fede non è vivere, ma vivacchiare” e ancora: “Verso l’alto”.  Non accontentatevi delle apparenze o delle mode: un’esistenza appiattita su quel che passa non ci soddisfa mai. “Sogno di più, Signore, ho voglia di più: ispirami tu!”. Questo desiderio è la vostra forza ed esprime bene l’impegno di giovani che progettano una società migliore, della quale non accettano di restare spettatori. Come riuscirci? attraverso l’educazione, uno degli strumenti più belli e potenti per cambiare il mondo.

siete chiamati a essere truth-speakers e peace-makers, persone di parola e costruttori di pace. 

giovedì 30 ottobre 2025

PERCHÉ NON CELEBRIAMO HALLOWEEN, MA CELEBRIAMO LA NOTTE DI LUCE.



Perché non celebriamo Halloween? 

Perché il nostro Dio è il Signore della Vita e non della morte

Perché serviamo un Dio di Luce e non di tenebre: “Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna”. (1 Giovanni 1, 5)

Perché decoriamo le nostre case con cose belle e sante e non con brutture, fantasmi e simboli satanici. Ci sono già tante cose brutte in giro, ogni giorno, perché aggiungerne?

Perché festeggiamo i santi che, appoggiandosi al Vangelo,
hanno lasciato una testimonianza di umanità, di civiltà, di gioia, di amore totale e vivono in eterno. 

mercoledì 29 ottobre 2025

L'EVENTO GESÙ CRISTO ASSUME, PURIFICA ED ELEVA LE CULTURE / 51. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 87.



87. Il Concilio di Nicea non è semplicemente un evento di assunzione e di fecondazione della cultura da parte della Rivelazione, ma è anche l’occasione di incontri interculturali. Ora, questo incontro delle culture è anch’esso un aspetto maggiore dell’evento di Sapienza che l’evento di Gesù Cristo suscita, in quanto la Rivelazione collega e mette in comunione le culture tra loro, rendendo possibile il più alto grado di interculturalità. Lo scambio e la fecondazione mutua fa già parte di tutte le culture, che non esistono se non nel processo in cui sono poste in contatto le une con le altre, e così si evolvono, si arricchiscono e talvolta si oppongono e si mettono in pericolo reciprocamente. 

lunedì 27 ottobre 2025

LA PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO 7/7 Lettera di Mons. Suetta (Fine). 27-10-2025.

Mons. Suetta con Leone XIV.


E, più avanti, si chiudeva con la richiesta d’aiuto a san Michele Arcangelo per combattere le insidie del maligno.

Esiste poi, appunto, la versione più breve: quella conosciuta oggi e recitata dalla maggior parte dei fedeli. Fu papa Leone XIII in persona a dare l’ordine che venisse recitata in tutte le chiese del mondo al termine della Messa, nel contesto delle cosiddette “Preci leonine”, una serie di preghiere e invocazioni solenni a Dio e alla Vergine Maria, già in uso dal 1859.

La preghiera scritta e introdotta nel Rituale romano da Leone XIII, nella forma breve, recitava così: 

domenica 26 ottobre 2025

CHIUNQUE SI ESALTA SARÀ UMILIATO, CHI SI UMILIA SARÀ ESALTATO / XXX Dom. T.O.,C 2025.



“Chi soccorre (la vedova) ... la sua preghiera arriva fino alle nubi. (invece) La preghiera del povero attraversa le nubi, né si quieta finché non sia arrivata (a Dio)”

Chi soccorre i poveri per vanagloria, per un suo tornaconto mondano anche nella realtà parrocchiale, la sua preghiera non arriva nemmeno al tetto. Chi lo fa con cuore retto, pur elevandosi molto in alto, la sua preghiera si ferma alle nubi. La preghiera del povero le attraversa. Conviene quindi essere poveri. Ma non lo siamo già? Siamo tutti poveri mortali e poveri peccatori. Il problema è che non lo accettiamo. Gesù che “da ricco che era si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà” (2 Corinzi 8,9), la Scrittura, i bellissimi carismi di carità che arricchiscono la storia della Chiesa, nulla riesce a smuoverci. Papa Leone nella “Dilexi te” ci ricorda che i poveri non sono esterni alla Chiesa ma il suo cuore. Vale la pena leggere, o ascoltare anche il discorso che ha fatto ai membri dei Movimenti popolari (Il Papa: migranti trattati come spazzatura e popoli derubati, servono giustizia e solidarietà - Vatican News).

Il pubblicano è povero davanti a Dio e può appoggiarsi solo alla sua misericordia. Il fariseo è ricco delle sue opere. Infatti non prega Dio, prega, ma “tra sé”. La sua preghiera è un elenco non dei doni di Dio ma di ciò che lui fa e delle persone che può disprezzare. La preghiera del pubblicano è breve, accorata, rivolta a Dio.  “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Prima ancora di fare “frutti degni della conversione” (Luca 3, 8, vd. Matteo 3, 8), il pubblicano è reso giusto da Dio. Dovrà perseverare, ma riceve la salvezza immediatamente! Nulla di strano allora che questa frase sia stata usata da tanti cristiani che, ripetendola col cuore, vi hanno trovato enorme giovamento, anzi, santificazione. Facciamo silenzio e poi ripetiamo dal profondo del nostro animo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.


Dal libro del Siràcide  Sir 35,15b-17.20-22a 

venerdì 24 ottobre 2025

VIVERE IL VANGELO FINO IN FONDO ("SINE GLOSSA"). È POSSIBILE?



“Nel nome del Signore incomincia la vita dei frati minori. La regola e la vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”. 

Continuiamo ad imparare ad essere cristiani da san Francesco, il nostro santo di riferimento per questo anno pastorale. 

giovedì 23 ottobre 2025

DEVOZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO 6/7 . Lettera di Mons. Suetta. 23 ottobre 2025.


San Michele Arcangelo

Esorto a promuovere la devozione a San Michele Arcangelo e, a questo scopo, raccomando la preghiera composta da Leone XIII, suggerendo anche di recitarla, dopo la comunione, prima di concludere la Santa Messa. Di seguito una breve presentazione storica (di Antonio Tarallo) e il testo (latino ed italiano) della preghiera.

«Centoventidue anni fa moriva papa Leone XIII (1810-1903), il pontefice della “Rerum Novarum”, la prima enciclica sociale della Chiesa. Ma Leone XIII non è stato solamente il pontefice “sociale” che buona parte dei libri di storiografia giustamente ci consegna. È stato, infatti, anche l’autore di una particolare preghiera a san Michele Arcangelo, un vero e proprio esorcismo. E dietro a questa orazione si nasconde una storia affascinante, tutta da scoprire, da ricordare.