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sabato 4 maggio 2024

PERCHÉ MOSCA È ANCHE CHIAMATA LA TERZA ROMA? COSA SIGNIFICA?

Stemma della Russia.
L'aquila bicefala è presa da Bisanzio

Sappiamo quanta importanza ebbe l’Impero romano e la città di Roma nell’antichità. Poi declinò a livello politico ma la sua eredità rimase fondamentale nei secoli successivi sia sul piano del Diritto, che organizzativo e culturale. Ma anche simbolico. Non a caso il sovrano prusso ancora all'inizio del XX secolo era chiamato Kaiser, ossia Cesare. 

Con l’avvento del Cristianesimo, questa religione un tempo perseguitata divenne “romana” e tramite Pietro e i suoi successori, Roma divenne anche il centro spirituale della Cristianità.

Sul piano politico però, la pressione dei popoli barbari obbligò l’Imperatore - diventato cristiano - a spostarsi verso le frontiere, e in particolare verso una città che divenne sede permanente della Corte imperiale, Costantinopoli. L’Impero essendo presente dove stava l’Imperatore, Costantinopoli divenne la Seconda Roma e la Prima perse molta della sua importanza. Il successore di Pietro era sempre il vescovo di Roma (la prima) ma il Patriarca di Costantinopoli (la seconda Roma) crebbe in prestigio e potere. Tanto più quando la parte dell’Impero con Roma al centro, detto Impero romano d’Occidente finì, dividendosi in vari regni, la data tradizionale è il 476 dopo Cristo.

giovedì 2 maggio 2024

IL MIO (E NOSTRO) DEBITO PERSONALE VERSO GIOVANNI PAOLO II / Visita del Cardinale Dziwisz alla Casa della Gioia, 30 aprile 2024.

Il Cardinale Dziwisz nella cappella
 della Casa della Gioia.

Martedì mattina 30 aprile, abbiamo avuto la visita fuori programma - ma poi risultata non tanto breve - del Cardinale Dziwisz, 85 anni appena compiuti, storico segretario personale di Karol Wojtyla fino alla sua morte, poi suo successore nella Sede di Cracovia. È stato semplice e affettuoso dando con semplicità testimonianza di Giovanni Paolo II per la grande gioia di un’Assemblea piuttosto numerosa, soprattutto tenendo conto del giorno lavorativo e dell’orario, e molto fervorosa. Tutti abbiamo un grande debito verso Giovanni Paolo II, personale oppure attraverso la Chiesa. In particolare le nuove generazioni della parrocchia con don Luigi che ricorda il suo primo incontro con Giovanni Paolo II assieme ai giovani allo Stadio san Paolo, e tutte le GMG alle quali ha partecipato. A questa visita a Napoli anch’io 
ero presente, tornato apposta da Roma per l’Eucaristia in Piazza Plebiscito. Anche don Giovanni ha la sua storia con Giovanni Paolo II e la parrocchia gli sarà grata per sempre, per la Statua monumentale del Papa polacco in piazza e per il suo camice personale. Questo camice è un dono dello stesso Dziwisz tramite Mons. Pennacchio, Nunzio in Polonia, maranese, amico di don Giovanni fin dalla scuola. Sono quindi tanti legami che rendono ancora più prezioso questo incontro di martedì scorso. 

Per me Giovanni Paolo II è stato un segno fin dalla sua elezione come Papa.

UN INCOERCIBILE IMPULSO ALL'IMPEGNO PER L'ATTUAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II / Papa Giovanni Paolo II

Il Cardinale Dziwisz alla Casa della Gioia con,
da destra, d. Luigi, Mons. Pennacchio e d. Giovanni.

Martedì scorso abbiamo avuto la grazia di accogliere il Cardinale Dziwisz, testimone di Giovanni Paolo II come suo segretario personale per più di 40 anni. Sto scrivendo qualche rigo sul debito che abbiamo verso questo Papa e in particolare il mio debito nei suoi confronti. Il debito più grande però è il suo proprio debito verso il Concilio Vaticano II e la sua volontà di metterlo in pratica. Nel 1985 volle un Sinodo speciale a 20 anni dalla chiusura del Concilio. Leggiamo quello  che disse all’angelus del 6 ottobre 1985 e facciamo nostre le sue parole:  


GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 6 ottobre 1985

1. Il principale protagonista del Concilio è lo Spirito Santo. Papa Giovanni XXIII, grande ideatore e primo padre del Concilio Vaticano II, aveva radicata profondamente in sé questa convinzione, e la espresse in molte circostanze.

Fu il pensiero che lo animò fin sulle soglie dell’eternità. Nel suo ultimo messaggio, registrato all’inizio della malattia e radiodiffuso nella Germania occidentale il giorno della sua santa morte, fu questa l’estrema invocazione: “La riuscita di una sì grande opera richiede la piena e concorde collaborazione di tutti i fedeli; ma non bisogna peraltro dimenticare che il Concilio Ecumenico è opera soprattutto dello Spirito Santo, che è come il cuore della Chiesa, e il perpetuo autore e datore della sua rifiorente primavera” (Discorsi, Messaggi, Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, V, p. 274).

mercoledì 1 maggio 2024

UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI PER GLI AUGURI DI COMPLEANNO E IL MESSAGGIO DI SANTA CATERINA DA SIENA / 29 aprile 2024

29 - 04 - 2024.

Grazie a tutti per gli auguri numerosi e calorosi. Grazie di cuore. Non posso rispondere a tutti individualmente. Lo faccio con questo post.

È stato bello celebrare santa Caterina da Siena attorno all’altare del Signore. In Italia ho scoperto che la mia data di nascita coincideva con la sua festa. Ne sono grato al Signore anche se non vuol dire nulla se non mi converto, ma è un felice richiamo: essere legato per il nome di battesimo e la data di nascita ai due patroni d’Italia. 

Anni fa il Vangelo di quel giorno era quello delle dieci vergini (Matteo 25) e chiaramente mi ritrovavo ogni anno con le vergini stolte. Poi la Chiesa ha scelto il Vangelo dei piccoli e ho provato un certo sollievo. Perché non capivo ancora. Il Vangelo delle vergini è un gioioso e sincero invito del Signore che mi salva con tanto amore e pazienza. E il Vangelo dei piccoli non è meno esigente: bisogna essere umili! Ogni pagina del Vangelo è un’offerta sincera e generosa del Signore che è “solo amore e misericordia” (Santa Teresina), ma esige una risposta totale di fede. 

Santa Caterina da Siena è nata dal tintore di panni Jacopo di Benincasa e di sua moglie Lapa, ventitreesima di venticinque figli!!! Dalla loro generosità venne questa gemma preziosa. Anche le richieste di generosità che ti fa la vita o direttamente il Signore porteranno frutto, non temere!

Decisa a consacrarsi a Dio, Caterina non poteva entrare in un monastero, i suoi non avendo i soldi necessari per la dote. Fu dunque ammessa dopo varie difficoltà tra le terziarie domenicane dette “mantellate”. Una sua difficoltà è che non sapeva leggere né scrivere e non ci riuscì nemmeno in seguito. Caterina è un prodigio totale di grazia e di completa donazione di sé al Signore. Questo è il messaggio di Caterina a noi italiani: se sei umile e ti consegni totalmente a Dio non devi temere i tuoi limiti. 

San Francesco nel 1200 fu un tale evento che qualcuno ipotizzò che ormai tutto sarebbe andato bene, e che era arrivata l’era dello Spirito, dopo quella del Padre (l’Antico Testamento) e quella del Figlio! Invece, un secolo dopo la Chiesa si dibatteva con problemi enormi, con i Papi di Avignone e l’inizio dello Scisma d’Occidente che vide disputarsi Papi e Antipapi! Santa Caterina intervenne con tutte le sue forze e la sua preghiera. Non scoraggiarti di fronte alle difficoltà della Chiesa di oggi. C'è stato molto peggio. Ma solo con la nostra conversione e il  nostro impegno il Signore può porvi rimedio.

Santa Caterina fu eletta compatrona d’Europa da Giovanni Paolo II. Anche oggi i cristiani hanno una grande missione per la salvezza dell’Italia e dell’Europa. È la nostra missione. Non dobbiamo disinteressarci dall’Europa. 


Prima Lettura  1 Gv 1,5-2,2  Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

martedì 30 aprile 2024

IL REGNO DELLA FOLLA MINACCIA LA DEMOCRAZIA E TUTTE LE LIBERTÀ

Occupazione della Columbia University. 

Il “Regno della Folla” minaccia la democrazia e quindi tutte le libertà.
Lo disse il primo ministro inglese Sunak, in particolare dopo pressioni molto forti sui parlamentari del Regno Unito dopo l’attacco di Hamas contro civili israeliani del 7 ottobre. 

Cosa caratterizza questo “Regno della Folla”?: assenza di dialogo, spesso per incapacità di dialogare, uso invece della violenza a vari livelli, anche fisica, non rispetto della legalità e delle istituzioni della propria nazione. 

Ora la democrazia - che è il Regno del Popolo e non il Regno della Folla -, e il bene comune hanno bisogno di tempo per la riflessione, per la ricerca della soluzione migliore che spesso significa comprendere fin dove possono arrivare le varie parti della società e quindi stabilire un compromesso nel senso buono, saggio. Tutto il contrario dello scontro primario, istintivo. Tutto il contrario del populismo. E perché ci sia una democrazia libera e positiva è necessario che alla base le persone si accettino, che ci sia un tessuto sociale relativamente coeso. 

lunedì 29 aprile 2024

D.I. 07 SVILUPPI DEL PENSIERO CRISTIANO nn. 12-13 di Dignitas infinita.


12. Gesù nasce e cresce in condizioni umili e rivela la dignità dei bisognosi e dei lavoratori.[20] Nel corso del suo ministero, Gesù afferma il valore e la dignità di tutti coloro che portano l’immagine di Dio, indipendentemente dalla loro condizione sociale e dalle circostanze esterne. Gesù ha abbattuto le barriere culturali e cultuali, ridando dignità alle categorie degli “scartati” o a quelle considerate ai margini della società: gli esattori delle tasse (cf. Mt 9, 10-11), le donne (cf. Gv 4, 1-42), i bambini (cf. Mc 10, 14-15), i lebbrosi (cf. Mt 8, 2-3), gli ammalati (cf. Mc 1, 29-34), i forestieri (cf. Mt 25, 35), le vedove (cf. Lc 7, 11-15). Egli guarisce, sfama, difende, libera, salva. Egli è descritto come un pastore sollecito per l’unica pecora smarrita (cf. Mt 18, 12-14). Egli stesso si identifica con i suoi fratelli più piccoli: «ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei, l’avrete fatto a me» (Mt 25, 40). Nel linguaggio biblico, i “piccoli” non sono solo i bambini di età, ma i discepoli indifesi, i più insignificanti, i reietti, gli oppressi, gli scartati, i poveri, gli emarginati, gli ignoranti, i malati, i declassati dai gruppi dominanti. Il Cristo glorioso giudicherà in base all’amore verso il prossimo che consiste nell’aver assistito l’affamato, l’assetato, lo straniero, il nudo, l’ammalato, il carcerato, con i quali egli stesso si identifica (cf. Mt 25, 34-36). Per Gesù, il bene fatto a ogni essere umano, indipendentemente dai legami di sangue o di religione, è l’unico criterio di giudizio. L’apostolo Paolo afferma che ogni cristiano deve comportarsi secondo le esigenze della dignità e del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani (cf. Rm 13, 8-10), secondo il comandamento nuovo della carità (cf. 1Cor 13, 1-13).


Sviluppi del pensiero cristiano

domenica 28 aprile 2024

UNA PARABOLA PERFETTA : LA VITE E I TRALCI / V Dom di Pasqua, 2024.


La prima lettura - come tutto il Nuovo Testamento - ci mostra che la Chiesa ha dovuto affrontare molte difficoltà interne ed esterne. “di questa setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione". (Atti 28,22). Tre anni fa ho sviluppato questo aspetto attraverso la figura di Paolo e l'attualità allora dell'attentato al vescovo Carlassare organizzato dal Vicario Generale (La Gioia del Vangelo: FEDELTA' A CRISTO O AL CLAN? / V Domenica di Pasqua   ). Ma proprio il confronto tra queste difficoltà e l’espansione così rapida del Vangelo ci conferma che la Chiesa è la Vigna del Signore che estende i suoi tralci in tutte le direzioni e ovunque porta frutto. E le difficoltà non vincono la pace e la sicurezza intime che provano i discepoli uniti al Signore Risorto! (At 9,31).

Infatti Gesù ci offre nella parabola della Vite e dei Tralci un’immagine perfetta di ciò che siamo. Conosciamo tutti la vite. Abbiamo tutti visto la potatura, l’eliminazione dei tralci non più utili, e la riduzione a due o tre gemme di quelli che portano frutto. Sappiamo che il tralcio cresce veloce e porta subito il frutto prezioso buono da consumare a tavola o per fare il vino. Ma questo legno meraviglioso nel suo frutto è fragile, e staccato dalla vite secca subito. Non ha nessun valore come legno a sé.  Il vimini serve a fare cesti ma non il tralcio secco. Serve solo ad essere bruciato. D’altra parte la vite non produce uva dal tronco, solo tramite i tralci dell’anno. Siamo i tralci, stupenda responsabilità! Ma senza la vite non possiamo fare nulla.

Come fare?

Gesù ci ripete: “rimanete in me”. Quel verbo “rimanere” in Cristo, in Dio, è un tema costante in san Giovanni. Lo troviamo due volte nella seconda lettura e sei volte nel Vangelo di oggi (e altre tre volte nei due versetti seguenti)! Indica intimità e riposo, ristoro (Luca 24, 29). Entriamo dunque con fiducia e pieno abbandono nel riposo di Dio, appoggiando tutto noi stessi al suo Figlio Gesù Cristo, alla sua guida e al suo insegnamento. Infatti la gloria di Dio è che portiamo molto frutto e diventiamo discepoli: amici e figli, non più servi. 


Prima Lettura  At 9, 26-31  Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.

Dagli Atti degli Apostoli