Monserrat - la zona nella quale Sant'Ignazio sviluppò l'esperienza del discernimento degli spiriti. |
Ieri la prima lettura sottolineava come Salomone abbia chiesto il dono per eccellenza, cioè il discernimento, il comprendere il bene e il male. Oggi la Chiesa ricorda sant’ Ignazio di Loyola, il grande maestro del discernimento degli spiriti, che disse: “Molta sapienza unita a una moderata santità è preferibile a molta santità con poca sapienza.” Nel popolo cristiano purtroppo ci sono tante persone senza discernimento. Magari pregano tanto e si disperano perché, ignoranti dei modi di Dio, pensano di non essere ascoltati, oppure non fanno la volontà di Dio che vuole salvarli e guarirli. Sono come ammalati che si rivolgono al migliore medico ma non comprendono la terapia che egli indica o vogliono seguirne una a modo loro. Avranno poco risultato, forse rischiano di peggiorare.
Uno scoglio comune è il voler sentire la presenza di Dio e giudicare tutta la vita spirituale in base alle emozioni. Purtroppo questo si insegna spesso ai bambini che si preparano alla Prima Comunione: “vedrai che emozione, che dolcezza sentirai al ricevere Gesù!”. Per vari motivi, è chiaro che la prima volta suscita emozioni. E si dice al bambino di tornare ogni domenica per fare ancora la comunione. Ma l’emozione scema e il bambino deluso, non sostenuto dalla famiglia, non torna più a Messa. Eppure l’alternarsi di consolazione e desolazione fa parte della vita di fede e dice sant'Ignazio: “Chi si trova nella desolazione si sforzi di conservare la pazienza, che si oppone alle sofferenze che patisce; e pensi che presto sarà consolato, se si impegna con ogni diligenza contro quella desolazione.”
Altro scoglio è il seguire solo la propria inclinazione, non avendo né una vita cristiana comunitaria, né una guida spirituale. In quel modo si arriva ad essere squilibrati umanamente e spiritualmente. E il nemico favorisce questo meccanismo. Dice infatti ancora sant’Ignazio: “Il nemico osserva bene se un'anima è grossolana oppure delicata; se è delicata, fa in modo da renderla delicata fino all'eccesso, per poi maggiormente angosciarla e confonderla”. Molti scambiano la loro eccessiva sensibilità per un dono - “sono una persona spirituale” - mentre è l’opposto.
La prima lettura oggi mostra un popolo ancora senza discernimento: non sopporta l’assenza di Mosè salito sul Monte e riempie il vuoto con gli idoli. Il Vangelo invece ci annuncia la forza e la fecondità del battesimo che cresce alimentato dalla Parola.
Concludiamo con la frase scritta sulla tomba di sant’Ignazio che rende testimonianza all’Incarnazione di Cristo e al movimento della vita spirituale cristiana: “Non coerceri maximo | contineri minimo, divinum est.” ossia “Non esser costretto da ciò ch'è più grande, essere contenuto in ciò ch'è più piccolo, questo è divino!”
Prima Lettura Es 32, 15-24. 30-34 Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro.