Siete tutti fratelli - Antum Jami'an Ikhwat |
Questa domenica viene proclamato il sacrificio di Abramo. Un episodio che
ci fa rabbrividire e ci sgomenta. Com'è possibile che Dio chieda a un padre di
sgozzare il suo figlio? (Per indicare quanto è prezioso, Dio chiama Isacco: “tuo unigenito che ami” quando Abramo aveva
già avuto Ismaele da Agar!). È vero, la Lettera agli Ebrei dice che Abramo credeva
alla fedeltà di Dio i cui doni sono per sempre, e quindi Dio avrebbe fatto
risorgere Isacco. Ma che strazio, che solitudine per questo uomo, che desolazione
anche se percepiva in qualche modo nel suo cuore la forza della fede e della speranza
che lo sosteneva! Anche la ricompensa che Dio gli promette perché “ha
obbedito alla sua voce” gli viene annunciata solo dopo che
si è consumato il dramma. La sua è stata obbedienza pura.
Pensiamo spesso che i santi sono persone diverse da noi e che, essendo privilegiati, hanno avuto tutto relativamente facile. Invece non c'è
nessun Amico di Dio che non abbia passato prove come quella di Abramo. Tutti, per
gradi, hanno consegnato a Dio la loro vita e ciò che aveva di più prezioso affinché la purifichi la “trasfiguri “e la faccia “risorgere”.
Sappiamo della scelta definitiva del seminarista Bergoglio quando vacillò
nella vocazione, di quanto coraggio e fede ebbe padre Bergoglio per
salvare persone perseguitate dalla dittatura argentina, della sua obbedienza quando fu scartato per dieci anni. C'è un fioretto molto umano che dobbiamo
conoscere: papa Francesco era legato visceralmente a Buenos Aires. Stando in Germania per studi, non riusciva ad ambientarsi e gli è capitato di andare a
vedere gli aerei che decollavano dall’aeroporto in direzione dell’Argentina. Una
tale nostalgia e in questa forma può sorprendere per un uomo adulto, già prete,
anzi, già ex Padre Provinciale dei Gesuiti e Rettore di Università! Fatto
sta che divenuto vescovo ausiliare e Vicario generale di Buenos Aires, questo attaccamento
alla sua città natale non era passato. Quando il cardinale Quarracino, per ragioni
di salute, chiese a Roma un vescovo coadiutore, cioè un vescovo per succedergli, Bergoglio non pensò minimamente di essere il prescelto e
temette di essere fatto vescovo di un’altra diocesi e allontanato da
Buenos Aires. Andò dal Cardinale per dirgli: “ho saputo che hai chiesto un coadiutore,
ti chiedo un piacere. A me non importa di scendere di grado, vorrei rimanere vescovo
ausiliare qui e non dover lasciare la mia città!” Quando
il cardinale Bergoglio aveva già superato l’età della pensione e preparato il luogo dove ritirarsi, viene eletto Papa! Da allora nessun ritorno in
Argentina, malgrado molti viaggi internazionali, anche in Sud America. In un
libro appena uscito “La salud de los Papas” (La salute dei Papi) c'è questo dialogo: Lei pensa alla morte? “Sì”, dice il Papa. Ha
paura? “No. Per nulla”. Come immagina la sua morte? “Come Papa, in carica
oppure emerito. E qui, in Roma. In Argentina non torno”. È ovvio che
questa scelta definitiva lo libera da ogni eventuale
condizionamento nel suo ministero e lo consacra ancora più pienamente al
servizio di Dio per il nostro bene.
Preghiamo per il prossimo viaggio di papa Francesco in Iraq, nella terra
di Abramo e chiediamo a Dio di conoscere il nostro Isacco per offrirglielo in
olocausto.
Prima
Lettura Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18
Il sacrificio del nostro padre Abramo