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domenica 28 febbraio 2021

IL TUO UNIGENITO CHE AMI, OFFRILO IN OLOCAUSTO / II Domenica di Quaresima

 

Siete tutti fratelli - Antum Jami'an Ikhwat

Siete tutti fratelli - Antum jami'an Ikhwat (Matteo 23,8)

Questa domenica viene proclamato il sacrificio di Abramo. Un episodio che ci fa rabbrividire e ci sgomenta. Com'è possibile che Dio chieda a un padre di sgozzare il suo figlio? (Per indicare quanto è prezioso, Dio chiama Isacco: “tuo unigenito che ami” quando Abramo aveva già avuto Ismaele da Agar!). È vero, la Lettera agli Ebrei dice che Abramo credeva alla fedeltà di Dio i cui doni sono per sempre, e quindi Dio avrebbe fatto risorgere Isacco. Ma che strazio, che solitudine per questo uomo, che desolazione anche se percepiva in qualche modo nel suo cuore la forza della fede e della speranza che lo sosteneva! Anche la ricompensa che Dio gli promette perché “ha obbedito alla sua voce” gli viene annunciata solo dopo che si è consumato il dramma. La sua è stata obbedienza pura.

Pensiamo spesso che i santi sono persone diverse da noi e che, essendo privilegiati, hanno avuto tutto relativamente facile. Invece non c'è nessun Amico di Dio che non abbia passato prove come quella di Abramo. Tutti, per gradi, hanno consegnato a Dio la loro vita e ciò che aveva di più prezioso affinché la purifichi la “trasfiguri “e la faccia “risorgere”.

Sappiamo della scelta definitiva del seminarista Bergoglio quando vacillò nella vocazione, di quanto coraggio e fede ebbe padre Bergoglio per salvare persone perseguitate dalla dittatura argentina, della sua obbedienza quando fu scartato per dieci anni. C'è un fioretto molto umano che dobbiamo conoscere: papa Francesco era legato visceralmente a Buenos Aires. Stando in Germania per studi, non riusciva ad ambientarsi e gli è capitato di andare a vedere gli aerei che decollavano dall’aeroporto in direzione dell’Argentina. Una tale nostalgia e in questa forma può sorprendere per un uomo adulto, già prete, anzi, già ex Padre Provinciale dei Gesuiti e Rettore di Università! Fatto sta che divenuto vescovo ausiliare e Vicario generale di Buenos Aires, questo attaccamento alla sua città natale non era passato. Quando il cardinale Quarracino, per ragioni di salute, chiese a Roma un vescovo coadiutore, cioè un vescovo per succedergli, Bergoglio non pensò minimamente di essere il prescelto e temette di essere fatto vescovo di un’altra diocesi e allontanato da Buenos Aires. Andò dal Cardinale per dirgli: “ho saputo che hai chiesto un coadiutore, ti chiedo un piacere. A me non importa di scendere di grado, vorrei rimanere vescovo ausiliare qui e non dover lasciare la mia città!” Quando il cardinale Bergoglio aveva già superato l’età della pensione e preparato il luogo dove ritirarsi, viene eletto Papa! Da allora nessun ritorno in Argentina, malgrado molti viaggi internazionali, anche in Sud America. In un libro appena uscito “La salud de los Papas” (La salute dei Papi) c'è questo dialogo: Lei pensa alla morte? “Sì”, dice il Papa. Ha paura? “No. Per nulla”. Come immagina la sua morte? “Come Papa, in carica oppure emerito. E qui, in Roma. In Argentina non torno”. È ovvio che questa scelta definitiva lo libera da ogni eventuale condizionamento nel suo ministero e lo consacra ancora più pienamente al servizio di Dio per il nostro bene.

Preghiamo per il prossimo viaggio di papa Francesco in Iraq, nella terra di Abramo e chiediamo a Dio di conoscere il nostro Isacco per offrirglielo in olocausto.

 

Prima Lettura  Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18
Il sacrificio del nostro padre Abramo

venerdì 26 febbraio 2021

NON USCIRAI DI LA' FINCHE' NON AVRAI PAGATO FINO ALL'ULTIMO SPICCIOLO / venerdì 1a sett. Quaresima

Il deserto di Atacama, il luogo più secco della Terra,
50 volte più della Death Valley in California,
appena si realizzano le condizioni
fiorisce in abbondanza
dopo anni di aridità assoluta .

 

“Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?”

Le letture di oggi ci dicono con insistenza e sapienza il desiderio struggente di Dio che ci allontaniamo dalla nostra condotta malvagia e viviamo.

Affinché viviamo, e viviamo in abbondanza (cfr. Giovanni 10,10), non basta riconciliarci con Dio. Gesù ci invita ad andare verso chi ce l’ha con noi per una riconciliazione. Sembra folle, utopico. Veramente non è facile. Ma la realtà comune della nostra vita ci invita a riflettere. Qual è questa realtà comune? Gesù la descrive così: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!” Infatti siamo prigionieri di disagi accumulati, di paure profonde, di muri che si sono alzati pian piano, di “guerre fredde”, di acredini e rancori reciproci, di giudizi silenti o di rivendicazioni gridate, non osiamo parlare, chiedere, proporre, unire, aprirci, lanciare iniziative, costruire progetti comuni …

Guardando onestamente la realtà comune della nostra vita scopriamo che è necessario fare la rivoluzione che Gesù ci invita a fare. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo e loro” (Matteo 7,12).

 

Prima Lettura   Ez 18, 21-28
Forse che io ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?

giovedì 25 febbraio 2021

VOLGI IL CUORE DEL RE ALL'ODIO CONTRO CHI CI COMBATTE! / giovedì 1a sett. di Quaresima

 


Come pregare? Dalla lettura del libro di Ester ci viene questa grande lezione: la preghiera non è un motivo per sottrarsi alla fatica e al rischio dell’azione. Ester si trova in una situazione da cui solo Dio può salvarla: non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore”. Ma si coinvolge – in modo intelligente oltre che coraggioso – in questa salvezza. I santi cristiani diranno: “pregare sapendo che tutto dipende da Dio, poi agire come se Dio non dovesse più aiutarci in eterno”. Inoltre la sua preghiera si appoggia alla Bibbia che testimonia la fedeltà di Dio all’Alleanza.

È un preghiera giusta per la causa che difende anche se chiede la morte dei nemici: manifesta ciò che è Ester. Gesù ci incoraggia a pregare con la stessa fiducia sincera ma vuole che la  nostra preghiera vada oltre nella nostra visione dei rapporti con l’altro: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro, questa infatti è la Legge e i Profeti! E tutti vogliamo comprensione e misericordia. Gesù ci dona la chiave della Bibbia. Quando ci appigliamo ad un versetto o ad una norma senza rimetterli in questo orizzonte di misericordia e di pace, siamo nell’errore. Lo sa bene san Paolo che in nome di Mosè perseguitava i seguaci di Gesù e la sua dottrina, mentre Mosè aveva scritto di Gesù. Chi rigetta il dialogo interreligioso e la ricerca di fraternità tra tutti gli uomini accusando il Papa di essere infedele a Gesù unico Salvatore manifesta la stessa chiusura di Paolo prima della conversione. Il fatto che, per lungo tempo, questa ricerca di fratellanza universale sia stata portata avanti da non cristiani e su basi non cristiane e la Chiesa si sia chiusa in un'ideologia di conquista missionaria manifesta quanto pesano la routine, la mancanza di coraggio nel discernimento, l'attaccamento alle posizioni di potere e di privilegio. Lo stesso è avvenuto per il movimento per l'unità dei cristiani, e per il movimento ecologico da cui inizialmente la Chiesa si è tenuta ai margini invece di elaborare con coraggio e sapienza una sua visione di queste necessità: che i discepoli di Gesù siano uniti e che la nostra casa comune sia custodita in modo giusto per tutti.

 

Prima Lettura    Est 4,17k-u
Non ho altro soccorso fuori di te, o Signore.

mercoledì 24 febbraio 2021

CHIEDERE SEGNI PER NON CONVERTIRSI / mercoledì 1a sett. Quaresima

 



Nel Vangelo di Luca il segno di Giona è la predicazione della Parola di Dio. Dio è Amore. L’Amore non è qualsiasi cosa vogliamo chiamare Amore. L’Amore ha una Natura, un’identità, una struttura ed essendo Amore si effonde, si comunica: è Verbo.

Verbo, Logos in greco, significa insieme pensiero e parola, cioè discorso interiore secondo ragione ed espressione di questo stesso pensiero. La Parola di Dio è quindi Dio stesso che si comunica e bussa al cuore. Ma quando il cuore è chiuso, quando è rivolto altrove, a volte si veste dei panni della religiosità e ricerca segni nel cielo, nelle nuvole, o altrove, basta che sia “celeste”, prodigioso, straordinario. Dio può dare segni e lo fa. Ma la sete di averli porta a vederne dove non ci sono. Anni fa alla chiesetta di san Giovanni a Mugnano un movimento del terreno sottostante spaccò l’intonaco della facciata disegnando una sagoma e tutti accorsero per “vedere la Madonna apparsa lì”, portando fiori e recitando il rosario sulla piazzetta...

La credulità non giova assolutamente al Regno di Dio, ma c'è peggio: c'è il rifiuto di credere, per non convertirsi. È il dramma che Gesù affronta lungo tutta la sua missione. La gente di Ninive invece si è convertita alla predicazione di Giona. La regina del sud ha intrapreso un lungo viaggio per acquistare più Sapienza.

 

Prima Lettura      Gio 3, 1-10
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

martedì 23 febbraio 2021

QUANDO PREGATE MOLTIPLICATE LE FORMULETTE! / martedì 1a sett di Quaresima

 


Nel vangelo di oggi, Gesù insegna ai suoi discepoli a pregare. La formulazione di Matteo è diventata la formula che permette ai cristiani di riconoscersi e di pregare uniti, ma spesso, la usiamo solo come formula di “parole moltiplicate” per i nostri vari “preghierifici” individuali o comunitari. Ben vengano le formule che, come già detto, ci permettono di pregare insieme, e anche di definire tempi dedicati alla preghiera. Ma se si riduce a un contare, o ad essere solo una preghiera di intercessione, come se Gesù non avesse detto “il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Un Padre può mai dare cose cattive ai suoi figli”, che dire? Non siamo più di fronte al Cristianesimo, ma ad un’altra religione.

Il “Padre nostro” è una scuola di preghiera per dei figli che crescono. Questo implica due cose al di là della recitazione: deve essere approfondito come Parola di Dio cioè come catechesi, anzi, come contemplazione. Secondo, deve essere realizzato: Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà nella mia vita e su tutta la terra come in cielo…. Ogni parola del “Padre nostro” deve realizzarsi nella mia vita, a cominciare da questa: Tu sei Padre, nostro Padre! Però quanto poco abbiamo questa conoscenza di Dio e questo rapporto filiale con il Signore! Sono cose che avvengono solo attraverso un cammino di conversione. Non a caso la consegna del Padre Nostro si fa nell’ultima tappa di preparazione dei catecumeni al Battesimo. L’insistenza di Gesù sul perdono non nega che il perdono di cuore “settanta volte sette” sia difficile, ma afferma che è centrale per un cristiano, per il Cristianesimo come via di Vita per tutti gli uomini. Quindi il perdono va compreso (come Gesù perdona?, come Paolo e gli altri apostoli perdonano?) e poi donato e ricevuto.

Troppe volte siamo tentati di trascurare ciò che non ci viene spontaneo nella nostra mentalità e nel nostro cuore ancora pagani. Così però non si cammina e la preghiera più bella e densa, più rivoluzionaria della Storia diventa una formuletta insignificante.

 

Prima Lettura    Is 55, 10-11
La mia parola opera ciò che desidero.

lunedì 22 febbraio 2021

UNITI ALLA CATTEDRA DI PIETRO / 22 febbraio

 

Pur avendo lavorato più degli altri apostoli,
Paolo cerca l'approvazione di Pietro.
Così si sostiene l'unità della Chiesa.

Dal IV secolo i cristiani ricordano la Cattedra di Pietro, vivo attraverso il carisma voluto dal Signore Gesù lungo i secoli. Questa festa è quindi molto importante per l’unità della Chiesa in ogni tempo, e anche in questo tempo in cui il Papa viene attaccato in modo impressionante, e anche stupido, mentre abbiamo un bisogno estremo di stringerci a lui. Senza Pietro non c'è Chiesa. Senza essere unito a Pietro non sto con la Chiesa.

Sconcerta che dei Cardinali possano mostrarsi pubblicamente delusi o peggio se, pur nell’osservanza di regole scritte da tempo sull’avvicendamento delle cariche, non vengono riconfermati nel loro ruolo. Un Cardinale veste di porpora, color del sangue, in quanto ha promesso di dare la vita per la Chiesa. Tanto più deve essere disposto a perdere un ruolo. Più di tutti gli altri battezzati deve dare l'esempio di considerarsi “servo inutile”, contento di aver fatto quello che doveva, e pronto a lasciare quando gli viene chiesto. Deve pascere il gregge a lui affidato, o compiere la missione ricevuta, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone (o delle mansioni) a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge”. Solo così, “quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce”, scrive san Pietro.

Invece un Cardinale ha manifestato pubblicamente il suo disappunto perché  il Papa ha accettato le sue dimissioni due giorni fa, più di 6 mesi dopo il raggiungimento dei 75 anni e dopo che il suo mandato come Prefetto sia scaduto. Chi, singoli o gruppi, ha il cuore cattolico, pone l’unità di anima e di testimonianza della Chiesa al di sopra delle sue preferenze personali. Mai la Madonna nei suoi interventi riconosciuti dalla Chiesa ha criticato il Papa. Bartolo Longo calunniato dai frati domenicani che egli stesso aveva portato al Santuario di Pompei da lui fondato, ha obbedito in silenzio quando ne è stato allontanato su ordine del Papa. Quanto bene hai fatto obbedendo, Beato Bartolo! Tu sì che eri un vero devoto di Maria. L'accettare di essere “servo inutile” deve caratterizzare ogni battezzato e l’amore per l’unità della comunità e della famiglia deve sempre prevalere.

 

Prima Lettura  1 Pt 5,1-4
Compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.

GESU' NEL DESERTO: SCEGLI DA QUALE PARTE STARE / 1a Dom di Quaresima B.

 

Briton Riviere - Cristo tentato nel deserto.

“In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”.

Marco è il più breve dei tre evangelisti che raccontano le tentazioni di Gesù. Non dice quali esse furono né come Gesù ne uscì vittorioso. Ma ogni sua parola è importante.

È lo Spirito Santo che spinge Gesù al deserto. Cosa trova nel silenzio di questa bellezza desolata?:  Dio e se stesso, la sua vita e la domanda: come camminare d’ora in poi? Gli rispondono però sia il Padre che il nemico. E Satana ha il potere di tentare Gesù. Sbalorditivo, Gesù tentato! è uomo come noi in tutto e avrebbe potuto peccare!!!? Per Gesù non è stato un teatrino ma un dramma profondo. La tentazione non è peccato, i pensieri involontari che talvolta ci sconvolgono, i sentimenti negativi che proviamo, non sono peccato. Ma Satana vuole approfittarne o anche suggerirli per portarci al peccato.

Nella tentazione Gesù non è abbandonato (non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male!). Anzi, vincendo nella fede, ritrova l’armonia con gli animali rotta dal peccato di Adamo e che sarà ricomposta dal Messia (Is. 6,9-11), ed è consolato dal Cielo. Sceglie il Padre, ed egli sperimenta che Dio salva ovunque e in qualunque situazione! Dio è totalmente Padre, e totalmente Onnipotente. Benché il Male sembri ancora avere la meglio con l’uccisione di Giovanni Battista, Gesù allora non esita non solo a combattere, ma ad annunciare la Buona Notizia del regno di Amore che viene. Conta solo Dio. Satana non è nulla nei suoi confronti. Siamo noi stessi a dare al Diavolo potere e importanza tremendi, non scegliendo Dio, o scegliendolo in modo superficiale o svogliato.

Riassumendo per il nostro cammino: battesimo: umiltà per ricevere lo Spirito Santo (“…  lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui”. At 5:32); deserto: combattere e scegliere da quale parte stare (chi non accumula con me disperde), esperienza interiore di Dio e del risanamento di tutta la vita quando lo si accoglie in tutto e per tutto (“stava con le fiere. - Il mare e il vento gli obbediscono, ecc.” …), annuncio con profonda convinzione della Buona Notizia (“Il nostro vangelo, infatti, non si è diffuso fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con potenza e con Spirito Santo e con profonda convinzione, come ben sapete … ”. 1Ts 1:5).

 

La quaresima è il tempo del deserto e del combattimento per la vittoria di Dio nella tua vita. Buon cammino verso la Pasqua.

 

sabato 20 febbraio 2021

PRUDENTI OPPURE AUDACI? / sabato dopo le Ceneri

 

Jan Vermeyen. «Come mai mangiate
 e bevete insieme ai
pubblicani e ai peccatori?».


“Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore, ma che si converta dalla sua malvagità e viva”, profetizza Ezechiele. Ma quando Gesù chiama Levi il pubblicano e poi, a sera venuta, mangia in casa sua con i suoi amici peccatori, i farisei si ribellano, scioccati. Come mai?

Isaia annuncia la prosperità e la felicità per il popolo se segue i precetti del Signore. Conviene obbedire al Signore. La Storia lo conferma. Però non sono così convertito da non essere tentato dal peccato. La frequentazione di chi segue altri criteri può corrompermi, e corrompere i miei figli. Meglio evitare. È proprio la costatazione realistica della mia, nostra fragilità che porta a questa prudenza. Chiaramente ci si mette anche il giudizio e la non conoscenza – proprio perché abbiamo rotto o limitato i rapporti – che tende a farmi dell’altro una immagine totalmente negativa, a demonizzarlo.

Questa prudenza però non deve spegnere la mia fiducia nel potere di Dio, nella grazia, nel Signore Gesù vincitore del peccato e della morte. “Preferisco una Chiesa incidentata e in uscita ad una Chiesa che senta la muffa di sagrestie chiuse” dice papa Francesco. Lo dicevano anche san Domenico e tanti altri. “Perché fare un Concilio?” chiesero a papa Giovanni XXIII. Il fioretto racconta che andò alla finestra e fece entrare l’aria buona della primavera.

Un credente senza audacia non crede nel Signore Gesù che ha abbattuto il muro di separazione cioè l’inimicizia, che è il contrario dell’amore. Chiediamo la grazia di essere prudenti ma anche semplici, appoggiati alla grazia, quindi audaci.

 

Prima Lettura   Is 58, 9b-14
Se aprirai il tuo cuore all’affamato, brillerà fra le tenebre la tua luce.

venerdì 19 febbraio 2021

DIGIUNO, NON DIGIUNO? UNA COSA E' CERTA: NON C'E' VITA CRISTIANA SENZA COMUNITA' / venerdì dopo le Ceneri

 


Papa Francesco bacia un lebbroso.


I discepoli di Gesù non digiunano perché lo Sposo (Gesù) è con loro. Ora, Isaia chiama digiuno la lotta per la giustizia sociale e la misericordia verso i meno favoriti. Questo significa che chi è con Gesù non si occupa dei poveri perché non digiuna? Evidentemente no. Ma la verità è che spesso fare queste cose ci pesa. Infatti, chiameresti “stare a nozze” introdurre in casa tua i miseri senza tetto, dividere il pane e i vestiti con il bisognoso? Capita anche spesso che i poveri non siano nemmeno educati né riconoscenti, e si facciano la guerra tra loro, altro che solo povere vittime.

“Siccome mi sembrava troppo amaro vedere i lebbrosi il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di corpo e di anima” scrive san Francesco nel suo Testamento ricordando il bacio al lebbroso. In lui si è realizzata la parola di oggi : «Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!” ».

“Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”. (1 Giovanni 4, 19-21). Chi pensa di servire Dio senza Comunità è un illuso o un mentitore. Non c'è vita cristiana senza essere membro del Corpo di Cristo.

La verità Signore è che non sono mai stato molto bravo a fare i digiuni di cibo e altre privazioni ma questo digiuno, o festa di nozze dell’Amore, come vorrai chiamarlo tu, è assai più difficile del primo. Eppure, se qualche progresso ho fatto è grazie ai poveri che mi hai fatto servire e alla mia Comunità che è tua, che è la tua Chiesa di carne e ossa e davvero non c'è altra via. Perché l’uomo è la via della Chiesa (Giovanni Paolo II. Redemptor Hominis). Grazie per l’Arcivescovo Domenico che ci hai donato, che lo vive e ce lo ricorda nella sua predicazione.

 

Prima Lettura   Is 58, 1-9
È forse questo il digiuno che bramo?

giovedì 18 febbraio 2021

FUGGI IL MALE NOIOSO DEGLI IGNAVI, SCEGLI LA VIA DELLA VITA / giovedì dopo le Ceneri

 


“quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?” Questo versetto del Vangelo mi ha sostenuto molto nel cammino di conversione. Mi dicevo: magari guadagnassi il mondo intero – e non varrebbe la pena – ma cosa guadagno, cosa guadagna l’uomo? Veramente non devo perdere né rovinare me stesso!

Poi sono arrivato in convento. Era una vita molto povera ma libera da molti problemi del mondo. Io che avevo compreso un po’ la croce ed ero pronto a tutto per seguire san Francesco povero e umile dietro a Gesù crocifisso, per un momento mi sono preoccupato: non era forse troppo comodo? Infatti questo scrupolo mi ha trattenuto a lungo sulla via della vocazione: la ricerca della pace non poteva essere mancanza di coraggio di fronte ai combattimenti che impone la vita e mi sapevo pigro e non particolarmente coraggioso. La certezza di essere stato chiamato da un Altro e non da me mi ha tranquillizzato, e ho potuto gustare la Vita Buona del Vangelo.

Ma prima del paradiso c'è il purgatorio. Chi vuole seguire Cristo non può farlo per comodità: deve rinnegare se stesso fino in fondo, prendere la sua croce ogni giorno, soffrire molto, essere anche rifiutato, “ucciso” per risorgere libero da sé, da ogni peccato e turbamento.

Ma sai, io non riesco a rinnegare me stesso. Quando ho tentato, è stato come dice Gesù: lo spirito è pronto ma la carne è debole, molto debole, ed non è bello avere sempre torto, sentirsi sempre peccatore. Anche perché altri se la spassano, anche in comunità, perché io no? Alla fine, non dite che Gesù è misericordioso?

Due cose. Primo: non lasciarti ingannare. Ognuno raccoglierà ciò che ha seminato. Molti che sembrano aver trovato la quadra con una faccia esterna pia e un comportamento abilmente egoista non seguono il Signore. Arriveranno le mani vuote e pieni di spavento quando bisognerà fare i conti con la verità di Gesù Cristo. Anche se attorno a te tutti vivono secondo la carne, tu segui Gesù e la sua Parola, benedici la croce. È la croce della tua salvezza, tuo perdono per ieri, tuo sostegno per oggi, tua speranza per domani. Ognuno renderà conto e nulla rimane nascosto allo sguardo del Signore.

Secondo: non sei solo peccatore. Innanzitutto sei amato. Fondamentalmente sei un santificato per misericordia, sei un santo perché amato dal Signore. Solo che porti questo tesoro in vasi di creta e non devi mai dimenticare la dimensione della croce nell’amore. Segui la via della vita e del bene, non la via della morte e del male. Fuggi quella morte e quel male noioso e banale degli ignavi, di coloro che non fanno nulla di straordinario e passano il tempo a lamentarsi e a giudicare e criticare gli altri.

 

Prima Lettura   Dt 30, 15-20
Io pongo oggi davanti a te la benedizione e la maledizione.

mercoledì 17 febbraio 2021

DA SOLO SEI SOLO POLVERE, MA SU QUESTA POLVERE RISUONA L'ANNUNCIO DI CRISTO RISORTO DAI MORTI / Mercoledì delle Ceneri

 


Preghiera, digiuno, misericordia. Queste sono le tre opere penitenziali che la Quaresima ci ripropone. La preghiera chiede, il digiuno ottiene, la misericordia realizza perché il Regno di Dio è Infinita Misericordia.

Ma l’errore più grande sarebbe di centrare questo impegno su me stesso per perfezionarmi. Invece la salvezza è di vivere con Dio, cioè di ritornare a Dio. Vedi il “buon ladrone” che di buono non aveva nulla apparentemente, ma ha affidato la sua vita così com'era al Signore, crocifisso accanto a lui, ed è andato dritto in paradiso. – Ma io vivo già con Dio, lo prego in me stesso, anzi, questa gente di comunità (parrocchiale) non è buona, non ha carità, è meglio non frequentare la Chiesa. – Se tu ami i nemici, sei pronto a scusare tutto, a morire per chi ti fa del male o non ti calcola, tutto sopporti col sorriso, se ti ritieni onorato di servire gli altri e di considerarli superiori a te stesso, senza ricevere ringraziamenti o ricompensa, allora vivi veramente con Gesù. Ma a questo punto sei stra-felice di vivere nella tua comunità-ecclesia, di servire umilmente tutti, di prendere l’ultimo posto, e ringrazi ognuno perché ciascuno è la garanzia che il Signore ti sta vicino. Infatti “dove due o tre o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” dice il Signore.

Sei polvere e da solo sei solo polvere, ma su questa polvere viene annunciata una Buona Notizia: credi alla Vittoria di Gesù Cristo sulla tua morte e i tuoi peccati. Approfitta di questa quaresima, è un kairos, un momento favorevole che il Signore prende l’iniziativa di donarti riempiendolo di grazie di conversione, non lasciarlo passare invano.

 

Prima Lettura  Gl 2,12-18
Laceratevi il cuore e non le vesti.

martedì 16 febbraio 2021

QUANTO E' DIFFICILE ASCOLTARE: LA STORIA DEL LIEVITO SUL LAGO / martedì VI sett. T.O.

 

In mezzo al lago, sulla barca, Gesù approfitta per parlare di cose spirituali e i discepoli invece parlottano tra loro preoccupati perché hanno dimenticato di prendere pane.

Questo Vangelo è un insegnamento formidabile e completo sull’ascolto e le sue difficoltà. Ascoltare è essenziale ma è molto difficile. La Parola di Dio di Dio è creatrice, è vitale per l’uomo (Matteo 4,4; Luca 4,4), ma ascoltare significa fare spazio e siamo pieni di noi stessi, delle nostre passioni e preoccupazioni. Basta che sorga un problema, una sollecitazione, e anche se stavamo ascoltando ci rivolgiamo subito a ciò che è più importante per noi concretamente. È ciò che succede agli apostoli. Matteo nota persino che sentendo parlare di lievito viene loro in mente il pane – fatto col lievito – e solo alla fine quando Gesù li ha rassicurati comprendono che senso aveva il lievito di cui parlava il Maestro. Il languorino, la paura di mancare, gli fanno capire in modo del tutto traviato le parole di Gesù!

Gesù sa quanta forza ha la preoccupazione per il mangiare. E quindi riparte da lì, non da un’esortazione ad essere spirituali. Ma si comporta così anche per un altro motivo. I discepoli hanno sperimentato che stare con Gesù significa essere sicuri della Provvidenza del Padre, che con lui si realizza la Parola: “cercate Dio e il suo Regno prima di ogni cosa e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta” (Vedi Matteo 6,33). Ora l’unico modo per cambiare è fare esperienza e farne memoria. La Parola di Dio è creatrice. C'è un momento in cui un’altra parola è creatrice: i primissimi mesi, anni di vita, poi tutto si chiude. Gli indirizzi e gli insegnamenti delle persone a me vicine, le relazioni da cui dipendo, colpiscono la mia intelligenza di bambino in modo affettivo e plasmano per sempre la mia personalità. D’ora in poi, tutto sarà filtrato da queste esperienze fondamentali, dalla struttura della mia personalità, arricchendola ma non trasformandola. L’unico modo per modificare profondamente la mia personalità è fare esperienze concrete. Nel nostro caso vivere il Vangelo.

Chi dice di credere in Gesù e non ha sperimentato nei fatti che la sua Parola si realizza è un illuso che non sa quello che dice, al meglio crede nel Gesù che si è fabbricato da sé. Per questo si domanda alle persone di fare memoria di ciò che il Signore ha fatto nella loro vita. Ma è molto difficile far partire la gente dalla Parola ascoltata o da ciò che Dio opera nella loro vita. Quasi sempre partono solo da sé stessi.

 

Prima Lettura  Gn 6,5-8; 7,1-5.10
Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato.

lunedì 15 febbraio 2021

CAMPAGNA DI QUARESIMA: PERCHE' SEI SCIUPONE? LOTTA AGLI SPRECHI

 

Impronta ecologica dello spreco alimentare.

200 milioni di persone potrebbero essere
 nutrite con gli alimenti sprecati in Europa.

QUARESIMA, EMERGENZA CLIMATICA E LOTTA AGLI SPRECHI.

Senza l’impegno di tutti, le decisioni giuste di chi ci governa a livello locale, nazionale e internazionale, difficilmente saranno applicate. Anzi, senza la spinta dal basso molte decisioni urgenti per salvare la giustizia sociale ed ecologica non saranno prese, saranno prese troppo tardi o saranno distorte.

Impegniamoci dunque tutti.

Un primo campo importantissimo dove possiamo e dobbiamo tutti fare qualcosa è lo sperpero alimentare: ogni anno, nel mondo, circa un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano va perduto! 

Lo sperpero alimentare comprende sia la perdita di cibo che lo spreco alimentare.

Per perdita di cibo s'intende la riduzione non intenzionale del cibo destinato al consumo umano che deriva da inefficienze tecniche dal campo allo stoccaggio perché mancano infrastrutture e competenze per il raccolto, il trasporto, la lavorazione e la conservazione del prodotto ecc.

Il termine spreco alimentare si riferisce invece allo scarto intenzionale di prodotti commestibili, soprattutto da parte di dettaglianti che sanno che questo prodotto ancora buono non sarà comprato dal consumatore, e dal consumatore stesso che compra ma non consuma e getta nella spazzatura.

Globalmente si costata che i paesi ricchi sperperano molto di più dei paesi poveri, ma soprattutto che mentre i paesi poveri sono toccati da perdite di cibo, nei paesi ricchi predomina lo spreco alimentare: io non finisco ciò che ho nel piatto, io cucino o compro più di quanto ho bisogno e così si ha una perdita che sarebbe facile evitare.

domenica 14 febbraio 2021

DARE SAPORE E SENSO AD OGNI MOMENTO DELLA MIA VITA / VI Domenica del T.O.

 



“Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo”.  È possibile? Io non faccio miracoli come Gesù né ho i carismi di Paolo. Certamente è possibile. Basta fare quello che dice Paolo: fare tutto affinché Dio sia glorificato, cercare non il mio interesse ma quello degli altri adattandomi alla loro situazione per portarli alla salvezza. È un programma completo di vita spirituale. Lo vediamo realizzato da Gesù nel Vangelo di oggi.

Gesù potrebbe avere successo e tornaconto dai suoi doni di guaritore ma non lo vuole. Eppure al grido di aiuto di un miserabile lebbroso, egli soffre con lui (con-patisce), e pur sapendo già dalle esperienze precedenti quello che potrà succedere dopo, si mette a servizio di quel fratello. Infatti tutta la vita di Gesù è per la Carità, cioè Dio, anche se sa che alcune vie sono migliore delle altre, e, per questo motivo caccia subito quell’uomo dopo averlo guarito, perché non si divulghi la notizia. L'amore di Dio non è sdolcinato.

San Paolo ci chiede di non essere motivo di scandalo per nessuno, anche nella comunità. Scandalo può sembrare una parola forte. Io non do mica scandalo. Il testo liturgico francese traduce: “non essere di ostacolo”. È facile che io sia di ostacolo in piccole cose. Basta una rigidezza, una durezza, una non accoglienza. Più volte san Paolo dimostra di essere attento a questo nel suo comportamento. Inoltre, come Gesù, egli cerca non l’intesa, non la risoluzione dei problemi umani in primo luogo, ma la fede delle persone che incontra o sentono parlare di lui. Neanche l'Amore di Paolo è sdolcinato.

Se avessimo queste priorità la nostra vita cambierebbe totalmente. E una vita che ci sembra oggi fallita, oppure noiosa e senza gusto, risorgerebbe, prenderebbe senso e sapore anche nelle più piccole cose, come perfino il mangiare e bere.

 

Prima Lettura  Lv 13,1-2.45-46
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento. 

sabato 13 febbraio 2021

IL GIOCO TRISTE DI ACCUSARE GLI ALTRI / sabato V sett. T.O.

 


Dopo il peccato Dio dialoga con Adamo ed Eva e inizia allora un gioco molto triste che spesso fa la trama dei nostri giorni: accusare l’altro, gli altri, criticare e gettare fango sugli altri. Ne sono piene le nostre vite quotidiane, la vita familiare, di lavoro, di comunità, le conversazioni nelle circostanze più diverse e la vita politica. Purtroppo. Questa è l’opera del demonio, sono le conseguenze del peccato e non della virtù che vorrebbe correggere, risanare, migliorare. È il modo migliore per dividere le famiglie, gli ambienti di lavoro, le comunità, le nazioni… Così diamo la vittoria al divisore (=diabolos).

Com'è diversa la vittoria di Gesù che dice: porterò tutto il peso del peccato, giustificherò il mio coniuge, i miei familiari, i membri della mia comunità, il mio popolo, hanno peccato è vero ma mi dichiaro colpevole per loro a costo della mia vita.

Ma così non si rischia l’omertà? Nella nostra debolezza, non si rischia di fare i sorrisi davanti e poi parlare dietro, fenomeno ben conosciuto nelle comunità? Il Vangelo va preso nella sua interezza. Spezzarlo infatti è pericoloso, opera dello spezzatore, del divisore. Se seguo Gesù nella mia debolezza, unito a lui, guidato da lui, sono sulla buona strada. Se Gesù dice: siate semplici e prudenti, non posso dire: io sarò solo semplice, oppure sarò solo prudente, ma, con l’aiuto di Gesù cercherò di essere prudente e semplice. Anche il Vangelo della moltiplicazione dei pani di oggi ci insegna. Ci sono quattromila persone affamate! Senza Gesù non succede nulla, ma egli chiede ai discepoli di mettere a disposizione tutto quello che hanno e fa il resto.

Per la correzione fraterna, in caso di colpa grave, Gesù ha indicato una scaletta: prima tu e lui da soli cercando la riconciliazione, poi con due o tre persone sagge, poi … Ogni parola di Gesù è della massima importanza. Oppure rimugini, poi esplodi e butti tutto in faccia pubblicamente? E soprattutto è tipica del cristiano la disponibilità ad essere crocifisso per il peccatore. Gesù è stato accusato e condannato al posto nostro. Sei pronto a lasciarti accusare di cose che non hai fatto? So bene quanto questa parola è difficile per me…

Interrogato sui motivi che l'avevano portato a diventare cristiano un uomo disse: "mi ha convinto il fatto che il cristiano accusa se stesso e non gli altri!"

 

Prima Lettura   Gn 3, 9-24
Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo.

venerdì 12 febbraio 2021

IL LEGAME TRA MENZOGNA E PECCATO / venerdì V sett. T.O.

 


Nel giardino il serpente tenta Adamo ed Eva. Il primo peccato inizia con una bugia. Senza la bugia non c'è peccato. Il peccato è sempre una bugia riguardo alla verità della vita.

Adamo ed Eva conoscevano la verità, conoscevano la volontà del Dio che li aveva creati e colmati di doni, e quindi peccarono distaccandosi da Dio e scegliendo di seguire un altro. Molti oggi sono senza verità, non la conoscono. Ma il meccanismo è sempre lo stesso: distorcere la verità crea le condizioni del peccato, della morte spirituale e di tutte le sue conseguenze terrificanti sulla vita dell’uomo fin da questo mondo. Aderire alla menzogna è peccare. Alla Luce di Cristo, verità totale e definitiva, siamo quindi alla ricerca della verità in tutti gli ambiti sapendo che la verità ci farà liberi.

Quali sono gli scogli da evitare? Innanzitutto la verità distaccata dall’amore, dalla misericordia. Diceva san Vincenzo de Paoli: “una verità senza carità non proviene da una carità autentica”. Poi, le verità parziali assolutizzate. Di fronte al cammino del dialogo tra i popoli e le religioni che prosegue con papa Francesco e l’Enciclica “Fratelli tutti” una ragazza evangelica mi dice: “gli altri (i non cristiani, e forse tra questi ci mette tutti noi cattolici)  non sono fratelli ma destinati all’ira di Dio!”. La parola “ira” riferita a Dio si trova 25 volte nel Nuovo Testamento. Questa ragazza cita quindi implicitamente alcuni versetti che dicono che A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui”. (Rm 5:9; vedi anche 1Ts 1:10) perché senza la salvezza di Cristo siamo tutti “per natura meritevoli d’ira” (Ef 2:3;  vedi Rom 9,22; Rom 12,19). Ma nella Scrittura, l’ira di Dio è per coloro che gli resistono consapevolmente, coloro che “soffocano la verità nell’ingiustizia” (Rom 1,18), che “non fanno penitenza ma induriscono il cuore” (Rom 2,5.8; ecc…), non per chi cerca la verità a tastoni senza trovarla ancora! Contro “Fratelli tutti” ci sono state molte reazioni. Ultimamente Mons. Viganò, l’ex Nunzio, ha detto: “Papa Francesco accoglie tutte le religioni ma non i cattolici”. Questo invece è semplicemente una menzogna.

Aver ben presente il legame intrinseco tra menzogna e peccato ci deve rendere molto attenti a non seguire e a non diffondere dicerie, giudizi temerari, notizie non verificate, attacchi al Papa e all’insegnamento della Chiesa. Siamo magnanimi e confrontiamo tutto con il Vangelo e il cuore di Cristo.

 

Prima Lettura   Gn 3, 1-8
Sareste come Dio, conoscendo il bene e il male.

giovedì 11 febbraio 2021

LA SCELTA DI DIO / S. Castrese Martire, 11 febbraio.

 

Resto di un'antica statua lignea di s. Castrese, custodita in parrocchia.

Come diceva un monaco di Tibhirine in Algeria: “il martirio non sta scritto nella Regola di san Benedetto che seguiamo, ma sta nel Vangelo”. Questo monaco e altri suoi 6 fratelli sono oggi beati perché martiri, uccisi in odio alla fede nel 1996. E al loro funerale l’Abate principale dei Trappisti disse: “hanno custodito la Regola e la Regola li ha custoditi!” Voleva affermare questa grandissima verità: essendo fedeli alla Regola che scandiva la loro vita quotidiana, in un clima di tensione e di minaccia sempre maggiore, hanno potuto affrontare questo durissimo periodo, rimanendo al loro posto testimoniando l’amore di Cristo per il popolo algerino in preda ad una guerra civile che lasciava morti in ogni villaggio, resistere alla tentazione della fuga e alla depressione, e diventare una comunità via via più unita e appoggiata al Signore Gesù e al suo Vangelo.

Gesù ci ha promesso un aiuto decisivo nelle persecuzioni ma finora non ci sono state e forse non avremo mai la grazia del martirio. Non per questo la sequela di Cristo per noi è di seconda classe. E lo Spirito Santo ci spinge a seguirlo giorno dopo giorno “nell'insegnamento (nella formazione spirituale e nella sete di conoscere la Scrittura), nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del prossimo, nella pazienza, nelle sofferenze”.

San Castrese accettò il martirio ma Dio decise diversamente e gli riservò ancora un lungo e fecondo apostolato. Colpisce il parallelismo con Giovanni Paolo II che veneriamo tanto nella nostra parrocchia: anche lui subì l’attentato in Piazza san Pietro senza morire. Il Signore forma ogni santo attraverso momenti decisivi in cui mettono in gioco tutta la loro vita.

 

2 Tim 2,8-13; 3,10-12

mercoledì 10 febbraio 2021

IL SIGNORE DIO POSE L'UOMO NEL GIARDINO DI EDEN / mercoledì V sett. T.O.

 


Due foto del Popolo Bishnoi.

Gli ebrei ortodossi e i musulmani come altre religioni osservano dei divieti alimentari. Gesù ci riporta all’origine in cui il Signore Dio diede all’uomo tutti gli alimenti, nessuno escluso. L’unica cosa che l’uomo non deve fare è decidere lui cosa è bene e cosa è male: “non deve mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male”. Fu questo il peccato di Adamo ed Eva e purtroppo stiamo in un’epoca in cui l’uomo pretende di negare la natura come se fosse il creatore di sé stesso, come se si fosse donato lui stesso la vita e non l’avesse ricevuta. “Nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire” dice il Signore Dio all’uomo. Si realizza sotto i nostri occhi questa Parola: andare contro la Natura non da vita ma morte.

Il libro della Genesi unisce due tradizioni del Racconto delle Origini. Nella prima Dio dona agli esseri viventi la missione di essere fecondi e moltiplicarsi, riempiendo la terra. Solo all’uomo ordina anche di dominare sugli animali, e riempiendo la terra di soggiogarla.  Qualcuno comprese: sfruttatela anche distruggendo tutto che troverete. Invece lo Spirito Santo rivelava all’uomo la sua superiorità di fronte alle forze fisicamente molto superiori a lui dei fenomeni naturali e di molti animali, evitando ogni idolatria presente nei popoli pagani. Non escludeva il rispetto per la Creazione. La seconda tradizione infatti completa questo punto chiedendo all’uomo di coltivare il giardino nel quale lo aveva collocato, così bello e ricco di vita e di custodirlo con amore.

I Bishnoi, una popolazione che vive in una zona desertica dell’India, non tagliano nessun albero e nessun suo ramo verde, né uccidono animali, ma li nutrono al bisogno. È considerata la zona desertica più ricca di vita e più popolata di uomini proprio perché gli abitanti sanno mantenere il loro fragile ecosistema.

 

Prima Lettura   Gn 2,4b-9.15-17
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden.