La prima lettura ci mostra chiaramente che la Rivelazione si è sviluppata di pari passo con il piano divino di Salvezza. Leggiamo infatti:
«Soltanto voi ho eletto tra
tutte le stirpi della terra». L'elezione di Abramo e dei suoi discendenti, con l’atteggiamento
tipico delle popolazioni chiuse su se stesse che difficilmente conoscono gli
altri gruppi, poteva sembrare soltanto esclusiva: “Solo noi siamo
considerati da Dio, gli altri sono proprio poveretti senza alcuna Sapienza,
pieni di vizi. Incombe su di loro l’ira di Dio, sono senza nessun contatto con Lui!”.
Gli altri sono soltanto “cani”, “maiali”. Pian piano gli ebrei si
accorgeranno che Dio si preoccupa anche degli altri popoli ed è l’unico vero Dio
e Creatore di tutto l’Universo. Dal Dio di mio Padre al mio Dio (Giacobbe) si passa solo
successivamente ad una riflessione più ampia (vedi per esempio il libro di Giona).
Perché queste riflessioni sono soltanto successive? Perché per Dio la priorità è di
stringere un’Alleanza personale con noi affinché viviamo con lui. Se siamo sinceri nel nostro rapporto di conversione a Cristo, va bene, anche se abbiamo ancora tante cose da imparare e comprendere. Non gli interessa che facciamo subito belle
riflessioni su Dio "Motore Immobile" dei greci oppure "Grande Orologiaio dell'Universo" (Cartesio). Già notava
sant’ Agostino che Dio non vuole farci diventare "matematici", ma cristiani, non ci
vuole spiegare come funziona il cielo ma portarci in Cielo. Dio vuole convertirci, come suoi amici.
Nello
stesso brano troviamo ancora: «Avviene
forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore?» La
coscienza del potere di Dio fa riferire tutto a Lui, ed è giusto, ma solo in
seguito si prenderà sempre meglio coscienza delle cosiddette “cause seconde”,
cioè della autonomia delle realtà create da Lui e sopratutto del mistero della
libertà umana, che non mette in discussione l’Onnipotenza di Dio e la sua
responsabilità ultima su ogni cosa.
Questa
apertura di esperienza e di riflessione non contraddice quindi la verità di
base dell’elezione unica di Abramo, né quella della
assoluta onnipotenza di Dio. Anzi la logica dell'Alleanza spinge a conoscere sempre meglio il Dio che mi chiama. Leggiamo nel Vangelo di oggi che i discepoli si fanno spontaneamente la domanda: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».
Questa crescita di conoscenza e di esperienza è come un albero: l'albero maturo appare molto diverso dal seme. Anche la pianta che cresce, di anno in anno cambia aspetto, non produce frutti subito, eppure è lo stesso organismo vivente, non un altro. I vari stadi di crescita sono il logico sviluppo dello stadio precedente, non il suo tradimento. Eppure per alcuni è difficile accettare questo cammino audace di apertura di Dio anche se lo troviamo già nelle Scritture degli ebrei e, a molto maggior ragione, nelle Scritture dei cristiani. Lo sviluppo della Tradizione è una verità di fede cattolica. Chi non lo accetta blocca l'azione dello Spirito Santo in sé. Un albero che non cresce è malato. Certo non ogni novità è sviluppo della Tradizione autentica. Ecco allora che l’immagine dell’albero che cresce dalle sue radici ci dà il senso dello sviluppo della Tradizione e sopratutto è il Magistero che ce lo dà con sicurezza. Non dobbiamo tradire le nostre radici ma non dobbiamo neppure tradire il loro dinamismo che porta alla crescita infinita e quindi a novità mai sperimentate prima.
In questo tempo in cui continuano opposizioni al Concilio Vaticano II e al magistero dei Papi, è importante approfondire questa verità vitale. Chi non si lascia guidare dalla Chiesa e non mantiene la comunione con i legittimi pastori, si allontana dalla fede in Dio.
Questa crescita di conoscenza e di esperienza è come un albero: l'albero maturo appare molto diverso dal seme. Anche la pianta che cresce, di anno in anno cambia aspetto, non produce frutti subito, eppure è lo stesso organismo vivente, non un altro. I vari stadi di crescita sono il logico sviluppo dello stadio precedente, non il suo tradimento. Eppure per alcuni è difficile accettare questo cammino audace di apertura di Dio anche se lo troviamo già nelle Scritture degli ebrei e, a molto maggior ragione, nelle Scritture dei cristiani. Lo sviluppo della Tradizione è una verità di fede cattolica. Chi non lo accetta blocca l'azione dello Spirito Santo in sé. Un albero che non cresce è malato. Certo non ogni novità è sviluppo della Tradizione autentica. Ecco allora che l’immagine dell’albero che cresce dalle sue radici ci dà il senso dello sviluppo della Tradizione e sopratutto è il Magistero che ce lo dà con sicurezza. Non dobbiamo tradire le nostre radici ma non dobbiamo neppure tradire il loro dinamismo che porta alla crescita infinita e quindi a novità mai sperimentate prima.
In questo tempo in cui continuano opposizioni al Concilio Vaticano II e al magistero dei Papi, è importante approfondire questa verità vitale. Chi non si lascia guidare dalla Chiesa e non mantiene la comunione con i legittimi pastori, si allontana dalla fede in Dio.
Prima
Lettura Am 3,1-8; 4,11-12
Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?
Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?