Certamente la vita del discepolo non è sempre tranquilla.
Egli “è messo a morte tutto il giorno, considerato come pecora da macello”… Ma nulla
può togliergli la “più che vittoria”, la comunione con Cristo vincitore della
morte.
A condizione però che lo voglia. La visita del Signore
se non genera conversione può portare al deserto spirituale, alla desolazione,
al terribile abbandono alla propria volontà: non hai voluto lasciarti aiutare,
ecco, sarà fatto come vuoi, morirai nella tua meschinità, nei tuoi vizi, “la
tua casa sarà abbandonata a te” ci sarai tu dentro ma Dio no…
Frase terribili che sono dette come ammonimento da
chi mi ama perché può solo amarmi. È Amore e non può rinnegare se stesso. Però non
ci possiamo adagiare su questo e indurire il nostro cuore o diventare statue di
sale. È troppo pericoloso. Gesù ha detto questo molto seriamente. E sappiamo cosa
è successo a Gerusalemme.
I farisei danno a Gesù un buon avvertimento, quasi
caritatevole, ma è solo perché egli da fastidio, per allontanarlo. Ma lui non si
allontana anche se vede profilarsi l’insuccesso della sua missione. Sarà umiliato,
offeso, distrutto, per amore tuo. Potrai rifiutare il suo amore ancora? Coraggio, grida al Signore! Digli che d'ora in poi vuoi fare solo la la sua volontà. Il malfattore si è trovato Gesù crocifisso accanto a lui, per amore suo, ed è andato in paradiso. L'altro malfattore crocifisso che aveva indurito il cuore non si sa.
Prima
Lettura Rm 8, 31-39
Nessuna creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù.
Nessuna creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù.