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domenica 31 ottobre 2021

PERCHE' TU SIA FELICE / XXXI Dom T.O., B.

 

Scrivendo lo Shema', gli ebrei ingrandiscono lo 'Ayin
e il Daleth, l'ultima lettera della parola Shema' (Ascolta)
e della parola Ehad (Uno). Insieme, queste lettere 
costituiscono la parola 'ED (testimone). Israele
 è il testimone dell'Unicità di Dio.

Ricevere le Tavole con le parole di vita (i dieci comandamenti) 50 giorni dopo la Pasqua che ha segnato la liberazione dall’Egitto (la prima festa di Pentecoste) fu un’esperienza emozionante per il popolo, traumatica e gioiosa insieme. Il Dio dei nostri Padri si avvicina a noi, si prende cura di noi, ci dona la sua sapienza, ci svela il segreto della felicità, ci vuole felici. Certamente qualcuno avrà ricevuto queste leggi come un peso e nel quotidiano, ci sono momenti di tentazione, di ribellione per tutti. Ma fondamentalmente  il Popolo ostenta come un privilegio, con orgoglio, la Legge data dal Signore. È così anche per te? Senti che Dio, strutturando la sua Alleanza con te, ti ama, oppure i comandamenti sono solo limiti alla tua libertà? Si può dire che tra ignoranza e rigetto puro e semplice, la maggior parte delle nostre società occidentali hanno rigettato i comandamenti come dono. Eppure sono il fondamento di una società giusta e felice.

I dieci comandamenti iniziano con  ‘Anokhì (Io … sono il Signore Dio tuo…) e terminano con ləʿekā (al prossimo tuo). Gli ebrei hanno notato questo e sanno bene che le due realtà sono legate e quindi lo scriba che interroga Gesù non è sorpreso che Gesù metta al centro di tutto il comandamento dell’amore per Dio e il comandamento dell’amore per il prossimo. Neppure è sorpreso che Gesù citi lo Shema’ che recitano due volte al giorno che chiede di “Ascoltare”. Cosa difficile. Ma è questo il vero primo comandamento: fare spazio a Dio, ascoltare la sua voce, lasciarsi insegnare, non credersi arrivati, essere discepoli, ascoltare anche gli altri. Il nostro vescovo ci ha donato la sua prima lettera pastorale dal titolo: “Shema’ … Ascolta!”. È la base di ogni cambiamento e di ogni conversione. Lo Shema’ prosegue affermando l’Unicità di Dio di cui Israele è il testimone tra le nazioni (‘ED).

 

 

Prima Lettura   Dt 6, 2-6
Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.

sabato 30 ottobre 2021

CHI SI UMILIA SARA' ESALTATO / sabato XXX SETT. T.O., dispari.

 

Crocifissione di El Hallaj, mistico musulmano.


San Paolo soffre perché tanti membri del suo popolo rifiutano l’annuncio di Gesù Cristo crocifisso e risorto. Mentre nasce nella Parola del Vangelo un popolo nuovo, pieno di vitalità, la Comunità degli ultimi tempi nella quale si realizza la pienezza delle Promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza, il popolo prediletto non entra in questa realtà nuova. È la fine per loro? No! Se tutto concorre al bene di coloro che amano Dio (Rom 8,28), a maggior ragione tutto serve a Dio per salvarci. Il rifiuto della maggior parte degli ebrei ha spinto la piccola Comunità di Gesù a uscire da se stessa e andare verso i pagani, a fare loro spazio. E l’amore di Dio verso il suo popolo è rimasto inalterato.   

Questo mistero ha un senso immediato per noi: non essere presuntuosi, non crederci migliori degli altri, essere servi della verità e non suoi proprietari. Gesù, come nel Vangelo di oggi, ci invita a prendere sempre l’ultimo posto e invece noi corriamo verso i primi posti. Quanto danno la corsa ai primi posti fa nella Chiesa! Figuriamoci cosa succederebbe se tutti fossero cristiani cattolici, se ci fosse un’unica religione trionfante, dominante, amica del potere! Con quanta facilità il demonio potrebbe prendere il posto di Dio in questa Chiesa, travolgere in senso pagano il Vangelo! Per aiutarci il Signore ci mette accanto altri, altre religioni. Che strano: Gesù è l’unico Salvatore, è La Via, La Verità e La Vita, e io per conoscerlo ho bisogno che qualcuno non creda in Lui!!!

Ci aiuti dal cielo dove sta certamente Husayn ben Mansur, detto “El Hallaj el qulub” ossia il Cardatore dei cuori per il suo discernimento delle coscienze, un mistico musulmano persiano (858 – 922). Egli disse: “non voglio più morire nella religione della Mecca e di Medina ma nella religione del patibolo” e fu crocifisso, benedicendo i suoi crocifissori. Infatti anche noi, più viviamo e moriamo a noi stessi nella religione del patibolo, più siamo cristiani.

 

Prima Lettura  Rm 11,1-2a.11-12.25-29
Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

venerdì 29 ottobre 2021

DDL ZAN. NESSUNO SIA DISCRIMINATO MA NEPPURE IO VOLEVO ESSERE DISCRIMINATO.

 


Dopo il voto di due giorni fa, si sono visti i Senatori contrari al DDL Zan fare il tifo da stadio. Poi sui social si sono scatenati commenti, dall’esultanza con ironia pesante verso gli avversari sconfitti fino all’anatema verso gli oscurantisti che riportano indietro l’Italia, passando per posizioni più moderate e anche analisi interessanti. Insomma fino agli insulti da una parte e dall’altra. Credo che i “tolleranti” i “non discriminatori” non abbiano fatto bella figura nell’insieme, ma dobbiamo essere tutti attenti a non cadere nella trappola.

Che dopo la tensione e il muro contro muro ci sia stato un momento di esultanza liberatoria, ci sta, e anche bene. Io mi rallegro sinceramente che questa legge non sia passata. Era inutile e pericolosa perché scritta male, poteva creare discriminazioni verso chi ha posizioni diverse e in particolare nell’educazione dei bambini e dei giovani. Ma dopo la legittima soddisfazione per chi crede in certi valori, credo che l’appello del Cardinale Bassetti per un dialogo costruttivo per pacificare il dibattito tra le parti e renderlo più razionale sia la posizione giusta. La partita non è finita. E senza una testimonianza chiara e senza polemica che i nostri valori aderiscono al bene delle persone e lo promuove, senza la testimonianza di vita che manifesti a tutti la felicità delle famiglie cristiane, la battaglia vinta in questi giorni sta sull’orizzonte di una guerra persa.

PRONTO A RINUNCIARE A CRISTO PER ESSERE COME CRISTO NEL SUO ABBASSAMENTO ASSOLUTO / venerdì XXX sett. T.O., dispari

 

Gesù guarisce l'idropico.

I farisei si sentono guardiani della legge, dell’obbedienza a Dio, delle tradizioni, ma Gesù mette in luce che usano due pesi e due misure, severi verso gli altri e indulgenti verso se stessi. Come siamo tutti noi: pronti a trovare giustificazioni e scuse quando si tratta di noi, centrati sul nostro io, e facilmente duri con gli altri (è importante notare come Gesù non si ferma allo squilibrio “io – gli altri”, ma riporta tutti al sentimento di umanità: se un tuo figlio … Denunciando l’abuso indica la via della guarigione: questo idropico è tuo fratello). Al contrario, Paolo è pronto a rinunciare a tutto a vantaggio del prossimo. Paolo è pronto a rinunciare a Cristo per essere come Cristo nel suo abbassamento assoluto !

Paolo che ha trovato in Cristo la Verità e la Vita si scontra però con la resistenza di molti ebrei ad accettare la Grazia di cui sono i primi destinatari. A difesa del loro rifiuto usano i doni di Dio, la Legge e gli esempi dei Padri, mentre i pagani, nella loro povertà spirituale, accettano con gioia la Buona Notizia. È terribile fare della religione uno strumento per la propria promozione, per occupare un posto nella Chiesa, per trasformare il servizio in potere sugli altri e in onorificenza, per giustificare la mia non conversione al Dio vivo.

Ma la radice di questa perversione è nel cuore stesso dell’uomo. San Paolo dovrà costatare che questo fenomeno si manifesta anche tra i pagani diventati credenti. Egli scrive ai Corinti: Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi” (1 Cor 4,8).

Oggi preghiamo così: Signore, fa di me quello che a te piace, accetto tutto!

 

Prima Lettura   Rm 9, 1-5
Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli.

giovedì 28 ottobre 2021

SUL FONDAMENTO DEGLI APOSTOLI / SS Simone e Giuda, Apostoli.

 


Con quale entusiasmo san Paolo ricorda ai credenti di origine pagana che sono entrati alla pari degli ebrei nella pienezza della comunione di Dio e nella sua comunità di salvati!

Gesù di Nazareth, ucciso fuori dall’accampamento, portando su di sé la massima marginalità possibile nei confronti dell’establishment religioso di allora, è la pietra d’angolo, effonde tutta la potenza di Dio, la sua conoscenza, il suo amore infinito. Messo da parte dal Vangelo e per il Vangelo ti trovi gratuitamente al Cuore della Vita, libero perché conosciuto e amato per nome da Dio stesso, Colui che non si può nominare né rappresentare, Colui che abita la nube oscura e il fuoco e le profondità dell’Universo.

Ma questo non è solo un’esperienza mistica privata ma è un progetto umano completo, un progetto comunitario, seme di una società nuova. Non ci sono libri e manuali ancora, la Tradizione scritta e orale viene illuminata dalla conoscenza rivelata in Cristo e affidata a dei testimoni: gli apostoli e i profeti.

Di Simone e Giuda sappiamo poco. Ma sono persone vive, con un carattere e una storia. Sapere per esempio che Simone era "zelota" dice quanto, forse molto di più degli altri, ha dovuto cambiare mentalità: da braccio armato della resistenza ebraica ad agnello pronto a lasciarsi crocifiggere come il Maestro perché possa venire davvero il Regno di Dio!

 

Prima Lettura  Ef 2,19-22
Edificati sopra il fondamento degli apostoli.

FAISONS LE POINT SUR LA MESSE PRECONCILIAIRE ET LA PRISE DE POSITION DU PAPE FRANCOIS

 



 Alors qu'encore beaucoup de catholiques préfèrent la Messe en latin selon sa forme d'avant le Concile Vatican II, le 16 Juillet dernier par un document, « Traditionis Custodes » (TC), le Pape François a pris une position très nette en faveur de la Messe issue de la Réforme Conciliaire, provoquants beaucoup de plaintes et de critiques. Moins en Italie.

« Nous sommes obéissants à l’Église pourquoi nous priver de la Messe de la Tradition, la Messe de toujours, qui fait tant de bien ? Le Pape ne nous connaît pas, et il manque de miséricorde, il ne sait pas écouter les attentes des fidèles ! ... »

Quand il faut opérer, mettre seulement de la pommade n’est pas être miséricordieux. Le Pape suit les intentions de ses prédécesseurs et redresse avec miséricorde une situation qui reposait sur une équivoque car la « Messe de la Tradition » ne suit pas la Tradition  vivante catholique, la « Messe de toujours » n'est pas la messe de toujours, une « Messe qui fait tant de bien » ne peut pousser pas à certaines façons de protester, à des abandons de l’Église ou simplement à s’en poser la question.

J’essaie de m’expliquer :

Après TC les fidèles du Missel de 1962 souffrent ! Quiconque se voit privé de ce à quoi il tient, souffre. Tous les saints ont souffert par l’Église, ont obéi à des décisions qu’ils ne comprenaient pas. C'est la Croix. Mais subjectivement ma souffrance n'a pas plus de valeur que celle de n'importe qui. Je ne peux pas me réjouir du stop de la Congrégation à la bénédiction des couples homosexuels (ce que j'ai fait personnellement) sans comprendre que là aussi il ya des personnes qui espéraient voir reconnu ce qu'ils considéraient depuis longtemps comme un progrès nécessaire. La souffrance de mes amis ne dit pas qu'ils ont raison, comme la souffrance des "autres" ne dit pas qu'ils ont tort. Il faut donc raisonner de façon objective.

mercoledì 27 ottobre 2021

O SANTI O NIENTE / mercoledì XXX sett. T.O., dispari.

 


Da una parte la porta stretta, trovata da pochissimi, dall’altra lo Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza, perfeziona la nostra preghiera timida, impacciata e confusa. Da una parte il rischio molto serio di dannazione, con la porta chiusa davanti a noi, dall’altra un alleato che non avremmo mai immaginato: “forza della vita, Spirito d’amore, Dolce Iddio, grembo di ogni cosa, la tenerezza immensa, verità nel mondo”, come canta P. Sequeri.

O niente, oppure tutto! Veramente tutto. Perché esitiamo?

San Giovanni Bosco era molto attento ai suoi ragazzi. Insegnava loro che teatro e gioco rimavano con la santità, perché “il demonio teme gente gioiosa”, che la santità è facile perché è fare con fiducia il proprio dovere quotidiano, ma era attento al peccato e attraverso grazie speciali li poteva preparare al meglio alla morte. Per ciascuno di loro voleva la santità.

Ma forse non vuoi la santità per te, per i tuoi. Come mai?

 

Prima Lettura   Rm 8, 26-30
Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio.

QUANDO LO STATO VUOLE TOGLIERE IL SEGRETO DI CONFESSIONE.

 



Con il recente rapporto sugli abusi sessuali nella Chiesa francese si è di nuovo parlato del segreto della confessione che, per lo Stato francese sarebbe solo un segreto professionale e come tale non inviolabile: nel caso in cui qualcuno si accusasse di peccati di pedofilia, il prete dovrebbe denunciarlo. La Francia non è l’unico caso. Si discute aspramente e si vorrebbe rimettere in discussione il segreto della confessione anche in Australia, Cile, Belgio, Germania.

Ma a chi gioverebbe? Facciamo alcune considerazioni sulle motivazioni che rendono indispensabile il segreto di confessione.

Il segreto nella confessione in forma personale è sempre stato protetto dalla Chiesa.

Nella Nota della Penitenzieria apostolica del 1° luglio 2019 si legge: «Recentemente, parlando del sacramento della riconciliazione, il santo padre Francesco ha voluto ribadire l’indispensabilità e l’indisponibilità del sigillo sacramentale. “La riconciliazione stessa è un bene che la sapienza della Chiesa ha sempre salvaguardato con tutta la propria forza morale e giuridica con il sigillo sacramentale. Esso, anche se non sempre compreso dalla mentalità moderna, è indispensabile per la santità del sacramento e per la libertà di coscienza del penitente; il quale deve essere certo, in qualunque momento, che il colloquio sacramentale resterà nel segreto della confessione, tra la propria coscienza che si apre alla grazia di Dio, e la mediazione necessaria del sacerdote. Il sigillo sacramentale è indispensabile e nessun potere umano ha giurisdizione, né può rivendicarla, su di esso”».

«Ogni penitente che umilmente si rechi dal sacerdote per confessare i propri peccati, testimonia così il grande mistero dell’incarnazione e l’essenza soprannaturale della Chiesa e del sacerdozio ministeriale, per mezzo del quale Cristo risorto viene incontro agli uomini, tocca – cioè realmente – la loro vita e li salva. Per tale ragione, la difesa del sigillo sacramentale da parte del confessore, se fosse necessario usque ad sanguinis effusionem, (fino all'effusione del sangue) rappresenta non solo un atto di doverosa lealtà nei confronti del penitente, ma molto più: una necessaria testimonianza – un martirio – resa direttamente all’unicità e all’universalità salvifica di Cristo e della Chiesa». La rimozione del segreto è un’offesa alla libertà della Chiesa, una violazione della libertà religiosa e della libertà di coscienza.

Il sacerdote è solo un tramite tra Dio e il penitente. La confessione non è un atto solo umano ma trascende l’umano.

 

Sarebbe controproducente per la protezione dei minori (e della Società in generale) togliere il segreto della confessione.

martedì 26 ottobre 2021

IL PESO LEGGERO E MOMENTANEO DELLE NOSTRE SOFFERENZE ... / martedì XXX sett. T.O., dispari.

 


Le parabole del seme e del lievito sono una Parola di Dio da accogliere con fede piena. Ci infondono fiducia e coraggio. Ma non devono farci adagiare come tante volte siamo tentati di fare. Abbiamo in questo periodo Papi straordinari ma chi rimpiange Giovanni Paolo II o Benedetto XVI non può nascondersi che anche con loro i paesi di Antichità Cristianità hanno continuamente perso fedeli, vocazioni, presenza nella società.

Per quanto ci riguarda, chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà, e chi semina zizzania non raccoglierà frumento. Bisogna seminare con abbondanza, fiducia e coraggio.

Anche san Paolo ci incoraggia di fronte alle sofferenze presenti e momentanee (2 Cor 4,17) per la promessa della gloria futura. Per Cristo, san Paolo ha perso le amicizie di un tempo, nelle sue comunità c'è qualche falso fratello che lo combatte alle spalle, i pagani reagiscono spesso in modo violentissimo. Ed egli sa di non lottare soltanto contro uomini ma contro il potere immenso e spaventoso del caos demoniaco dove c'è solo tenebra e angoscia. Però si sente più che vincitore per la Vittoria di Colui che ci ha amati!

In questi giorni preghiamo specialmente per le anime dei defunti. È un’opera davvero meritoria e pia. Ma possiamo pregare solo per coloro che sono stati salvati e si purificano. Immaginiamo che qualcuno dei nostri famigliari o amici fosse all’inferno: non possiamo più pregare per lui! Forse se la testimonianza e l’annuncio gli fossero arrivati in modo più autentico poteva aprire il suo cuore a Dio. Siamo richiamati in questo tempo alla conversione sincera e all’apostolato zelante.

 

Prima Lettura  Rm 8, 18-25
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.

lunedì 25 ottobre 2021

NON UNO SPIRITO DI SCHIAVI PER RICADERE NELLA PAURA MA DI FIGLI ADOTTIVI / Lunedì XXX sett. T.O., dispari.

 


Gesù, nella sinagoga, chiama a sé una donna che da diciotto anni non riesce a raddrizzarsi e la libera dal suo male. Ma è di sabato. Il capo sinagoga si risente, ma non osa attaccare di petto Gesù e nemmeno la donna. Egli se la prende con la gente in genere “che viene a farsi curare di sabato”. Oggettivamente la sua posizione è ridicola: perché è Gesù che ha preso l’iniziativa non la donna, ed egli non interpreta la Legge in modo corretto. Ma qualche dubbio, qualche senso di colpa nella gente, persino in questa donna, riuscirà senz’altro a insinuarlo. Gesù allora reagisce fortemente per proteggere la verità.

Nel Vangelo di ieri, la folla voleva prima zittire il cieco, poi, quando Gesù lo chiama, lo incoraggia. La folla non è cattiva ma è labile, influenzabile, si appoggia di qua poi di là ... Nel primo momento però, come il capo sinagoga di oggi, la folla è strumento di Satana: quel cieco poteva scoraggiarsi! La verità è che tutti, chi più, chi meno, siamo ancora “debitori verso la carne”. Interiormente ci chiediamo: “a chi devo dare retta?”. Ci confrontiamo sempre alla mentalità comune, della società, del gruppo, della famiglia, ai nostri propri gusti e interessi, ecc. Non osiamo contraddire chi ci circonda, chi ci sostiene, chi conta per noi sul piano affettivo. E poi, si dice, bisogna rispettare le idee degli altri.  - Ma questa persona diffonde idee contrarie alla fede! - Va bene ma non dirglielo, perderemmo un membro del nostro gruppo! Va bene, ma in fondo ognuno la pensa come vuole! Va bene ma se queste idee (la) fanno stare bene, che male c'è? … e così via. Bisogna rispettare le persone, sempre,  ma non cedere alla “dittatura del relativismo” come la chiamava Benedetto XVI. 

San Paolo dice che abbiamo un alleato, lo Spirito di Dio che ci guida e ci fa figli, ci difende nella nostra lotta di liberazione dal male e dalla soggezione al pensiero comune. Questo però  ci lega a Dio, alla sua maestà immensa, al pensiero del suo giudizio!, ma non ci rende schiavi, non stabilisce con lui un rapporto di paura. Egli ci porta alla gloria se ci lasciamo amare e guidare da Lui.

 

Prima Lettura   Rm 8, 12-17
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».

domenica 24 ottobre 2021

SONO FORSE CIECO IO? / XXX Dom. T.O., B

 



Un uomo ha perso la vista ed è ridotto a mendicare. Viene informato che quel rumore di folla è per Gesù nazareno che passa e si mette ad invocarlo con un titolo messianico, gridando. Chiede pietà! E dà fastidio… Ma non si lascia scoraggiare, anzi.

Senza Gesù non può fare nulla, ma continua a gridare. Quando Gesù lo chiama, punta tutto su di lui gettando il suo mantello. - Fratello perché non rifletti? Corri più veloce? E se il tuo Gesù non ti guarisce, come lo ritrovi il mantello, tu che sei cieco?! Ma la preghiera insistente, anche con l’ambiente che si fa ostile, e il gesto del mantello, significa fede. Quella fede che ottiene la guarigione. Il frutto della fede poi è che quel cieco segue Gesù, cammina da discepolo dietro a lui.

San Marco racconta questo episodio con un intento chiaramente spirituale. Infatti i discepoli che vedevano tutto roseo,  quando Gesù, per tre volte, rivela le esigenze del Regno, si sentono scossi, non vedono tutto buio, “perdono la fede”.

Accetti che sei uno cieco che ha bisogno di essere guarito da Gesù? - Ma io vedo benissimo. Anzi, proprio perché vedo sono anche scoraggiato e amareggiato per questo mondo che va malissimo. Cos’altro dovrei vedere?  - Dovresti vedere la vita vera, il progetto di salvezza di Dio per te. È scritto in un libro sigillato e nessuno riesce ad aprirlo, se non l’agnello immolato (Apocalisse capitolo 5). L’agnello è degno perché è stato immolato e “ e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”.

Questa è la luce che ci manca: vedere tutto attraverso Gesù, Gesù crocifisso e risorto. Non Gesù risorto soltanto, risorto non si sa da dove se non è morto. Non Gesù morto soltanto e noi siamo nati per soffrire, ma Gesù crocifisso, morto e risorto, Signore del Creato e della Storia. Se non vedi Gesù e la vita attraverso il Mistero della sua Pasqua, non capisci più nulla e sei nelle tenebre, sei cieco. “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”

 

Prima Lettura   Ger 31, 7-9
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.

sabato 23 ottobre 2021

SE NON VI CONVERTITE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO! / sabato XIX sett. T.O., dispari.

 

Crollo della torre di Siloe - James Tissot.

“se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”

Come accettare parole così dure di condanna? Purtroppo non si scappa. Con un’immagine più gentile ma non meno implacabile, Gesù dice a Nicodemo (Gv 3): “se uno non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo non può entrare nel Regno di Dio”. E con tante altre frasi di cui finora non abbiamo capito il senso pieno, Gesù non ammorbidisce mai la sua posizione: bisogna convertirsi. Assieme al disperare della salvezza, peccato “mortalissimo” è la PRESUNZIONE DI SALVARSI SENZA CONVERSIONE, il credersi già arrivato, già maestro.

Ma forse il nostro problema principale è che non sappiamo cosa significa conversione. San Paolo ci aiuta a comprenderlo. Conversione non è diventare perfetto, essere esente da ogni sbaglio o debolezza. Per quanto uno si sforzi, nessuno mai osserverà in tutto la legge. Convertirsi significa abbandonarsi allo Spirito Santo, CAMMINARE CON LUI, DOVE LUI VUOLE, in ascolto della sua voce. Solo lui può farci nuove creature.

Chi è statico, non è in cammino, non vuole cambiare, non si lascia guidare dallo Spirito, non sarà mai cristiano. Chi cammina secondo lo Spirito è già salvo nella speranza  e perseverando fino alla fine vedrà spalancarsi per lui le porte del paradiso. E il Dio fedele risusciterà il suo corpo mortale nell’ultimo giorno.

Quanti però iniziano la giornata rimettendo la loro vita nelle mani di Dio, disponibili a tutto ciò che Egli vorrà?

 

Prima Lettura  Rm 8, 1-11
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

venerdì 22 ottobre 2021

L'OBBLIGO DI CERCARE LA GRAZIA PER NON ESSERE CONDANNATO / S. Giovanni Paolo II, 22 ottobre.

Champ de Mars, JMJ 1997.

 

San Paolo dice che il male che egli compie non lo fa lui, ma il peccato che abita in lui. Potrebbe essere interpretato in modo molto deresponsabilizzante. Quante volte, come gli altri, anche noi ci discolpiamo facilmente: sono fatto così, è più forte di me, non ci posso fare nulla. La storia dei raptus, quando non sono una scusa, ci fanno capire che ci sono infatti delle forze molto potenti dentro di noi. Eppure fin dalle prime pagine della Bibbia Dio dice a Caino: il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo” (Gen. 4,7).

San Paolo non cerca di deresponsabilizzarci ma di aprirci gli occhi su una realtà enorme: nessun uomo con le proprie forze potrà compiere la giustizia, nemmeno con le tante preghiere. Senza la Grazia sono “venduto al peccato”, “rinchiuso sotto il peccato”. Ma la Grazia esiste, è arrivata per liberarci. È la mia unica opportunità per essere salvo, per uscire dalla logica del peccato e della morte, dell’egoismo che mi obbliga a cercare me stesso in tutto, a riportare tutto a me.

Ma se la Grazia è l’unico mio ricorso, io posso discernere i segni dei tempi e ho l’obbligo di accogliere la Grazia, di lasciarmi guidare da essa, e anche di cercarla. “Sono inescusabili!...” tuona Paolo all’inizio di questa lettera ai Romani. “Mi dicono che l'uomo non è capace di vivere certi precetti morali! Ma di quale uomo parliamo? – diceva Giovanni Paolo II al Champ de Mars durante la GMG, con la voce rauca per la tosse  – dell’uomo senza la Grazia o dell’uomo con la Grazia?"

 

PRIMA LETTURA 

Chi mi libererà da questo corpo di morte?

giovedì 21 ottobre 2021

COME PUO' ESSERE MITE UN FUOCO CHE CREA DIVISIONE? / giovedì XXIX sett. T.O., dispari.

 


Non possiamo essere equidistanti, neutri. Non possiamo neppure essere “al di là del bene e del male” secondo un’espressione famosa e come molti vorrebbero oggi. Vorrebbero essere i creatori di se stessi, punto di riferimento assoluto, senza tener conto di essere creature, di aver ricevuto la vita senza averlo scelto né voluto. Non ho scelto di nascere, né il luogo, né la data, né il mio sesso e tanti aspetti della mia persona, né i miei genitori e la mia famiglia, ecc., e certamente non ho scelto di essere mortale.

O seguo il male oppure seguo il bene, cioè la giustizia che Dio mi offre e che diventa il cammino della mia vita. Perché il dramma è che se Dio non mi salva sono già prigioniero della morte e del male. Liberato dal peccato divento servo di Dio, servo della Parola per non essere schiavo di nessuno. Ecco che allora entra in gioco la mia libertà di scelta che diventa sempre più libertà autentica. La bella immagine dei due lupi dentro di me che si combattono dice che vincerà il lupo al quale darò di più da mangiare.

Gesù dice che all’impegno per il bene non c'è limite: vorrebbe che diventasse fuoco che illumina e purifica tutto anche a costo di divisioni. Ahimè, quante volte confondo lo zelo per il bene con la violenza che è il contrario di quanto predica il nostro Maestro, mite e umile di cuore. Tra i santi ci sono magnifici esempi di mitezza che diventa fuoco fino alla divisione in famiglia. Il più conosciuto è senz’altro san Francesco che abbandona tutto per servire il Signore ed è, in un primo tempo, rinchiuso nella casa paterna, poi gira per Assisi mendicando per la ricostruzione di san Damiano. Questo rende la sua famiglia oggetto di dicerie, e il suo padre e il suo fratello lo maledicono vedendolo come fonte di vergogna. Francesco reagisce con creativa mitezza, non opponendo resistenza. Quanto fuoco ha acceso san Francesco, quante persone ha attirato al Signore!

 

Prima Lettura   Rm 6, 19-23
Ora, liberati dal peccato, siete stati fatti servi di Dio.

mercoledì 20 ottobre 2021

DIO CI PROTEGGE NELLA TENTAZIONE / mercoledì XXIX sett. T.O., dispari.

 

Beato quel servo che il padrone,
 arrivando, troverà al suo lavoro.


Le letture di oggi ci mettono in guardia contro il peccato in due modi:

nel Vangelo la Legge si presenta come un pedagogo, un vigilante che minaccia di castigo chi viene meno ai propri doveri quando non sente più la presenza del Signore. Questa minaccia è un dono per i nostri cuori “non circoncisi”, duri.

Nella lettera ai Romani, Paolo presenta un altro aspetto, una tentazione profonda: sperimentare l’amore sovrabbondante di Dio che cancella gratuitamente tutti i nostri peccati e ci libera dalla paura, può portare a pensare che se Dio è così buono, se il peccato può essere cancellato così facilmente, perché non essere liberi davvero, peccare ancora e poi magari chiedere perdono? È una tentazione propria dei convertiti. In coloro che sono lontani di Dio si manifesta in modo più rozzo: Vabbè, che fa? Dio è misericordioso, mi perdona… Ma Paolo sa che se ti leghi al peccato diventi suo schiavo.

“Abuserò” della misericordia di Dio tornando a lui pentito, credendo sempre che egli mi aspetta per abbracciarmi. Dio mi preservi però dall’abusare della sua misericordia per allontanarmi da lui.

 

Prima Lettura   Rm 6, 12-18
Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.

martedì 19 ottobre 2021

PERCHE' COMPRENDO IL VANGELO E NON SAN PAOLO? / Santi martiri canadesi, 19 ottobre

 


Vigilate, la veste stretta ai fianchi (lavorando, servendo) in modo che, quando arriva e bussa (il padrone), gli aprano subito”.

Questa parabola la comprendo bene Signore, grazie dell’ammonimento, cercherò di fare meglio in avvenire. Ma sinceramente quelle cose che dice san Paolo non le comprendo tanto bene. Mi sorprende che egli scriva cose tanto difficili ai cristiani comuni di Roma, po’eretti.  

Forse non comprendo perché sono abituato a un cristianesimo moralista, dove bisogna meritarsi il paradiso, e se non faccio nulla di male a nessuno, che peccati posso avere?

Solo chi ha fatto esperienza della grazia sa che malgrado tutti gli sforzi non riusciva ad essere giusto. Nato  nella condizione umana decaduta dopo la colpa di Adamo, era prigioniero del peccato e della morte. Ma è successo un FATTO prodigioso, un EVENTO: un UOMO mandato da Dio, di origine divina, anzi Dio che assume lui stesso la nostra condizione umana, si fida del Padre fino attraverso la morte, di fronte al baratro del nulla, il buio della sofferenza totale e dell’annientamento disobbedisce alla paura della morte e Dio lo ha rialzato e costituito Signore. E nella sua potenza e nel suo amore, egli che è mio FRATELLO mi apre una via di liberazione. Non c'è più nessuna condanna per chi è in Cristo, anzi, dove ha abbondato il peccato sovrabbonda la grazia.  

Non è moralismo ma fede. È la base del cristianesimo. Signore mantienimi fedele alla grazia, come i gesuiti, morti martiri in Canada.

 

Prima Lettura  Rm 5, 12. 15b. 17-19. 20b-21
Se per la caduta di uno solo la morte ha regnato, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

lunedì 18 ottobre 2021

UN PAGANO LAICO ANNOVERATO TRA GLI APOSTOLI / San Luca, 18 ottobre

 





San Luca: per lui, un laico, si usa nella Messa il prefazio degli Apostoli! San Luca, un pagano convertito, diventa un membro fondamentale della giovane Chiesa, ricevendo la grazia di scrivere due libri tra i più importanti di tutta la Bibbia: il Vangelo e gli Atti degli Apostoli. Dio non fa preferenze di persone.

La pagina scelta per la sua festa mette in scena l’apostolato dei laici. Gesù ne manda settantadue a coppia ad annunciare il Regno di Dio. Non appaiono volti, predomina il messaggio da consegnare e le condizioni per farlo. Potrebbe sembrare molto “tecnico”. Ma nella lettera di Paolo a Timoteo scopriamo che è tutta gente che si conosce, che forma una comunità, che è felice di ricevere notizie degli uni e degli altri. Tra loro ci sono pure difficoltà, abbandoni,  tradimenti, rischi di giudizio reciproco disinnescati sul nascere da Paolo. Non esiste la comunità ideale, ma la verità unita alla misericordia sono il suo legame costitutivo, la gloria della Parola viva fa grande la debolezza e la povertà umana dei suoi membri. 

Quante notizie sulla vita della Chiesa in pochi versi!

 

Prima Lettura  2 Tm 4, 10-17
Solo Luca è con me.

sabato 16 ottobre 2021

AVERE LA MASSIMA AMBIZIONE: CAMBIARE IL MONDO. MA COME? / XXIX DOM T.O., B

 

Maestro, vogliamo sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra.

I discepoli erano pronti ad annunciare il Regno di Dio, cioè erano disposti a fare anche grandi cose, grandi sforzi, ma per Gesù non erano pronti, non avevano ancora capito, avrebbero fatto guai, avrebbero annunciato se stessi. Per questo scopriamo ancora meglio dal Vangelo di oggi che il cuore del nostro annuncio e della nostra salvezza è Gesù, lui solo, quello che egli fa, come egli lo fa, con quale Spirito. Gesù e il suo Spirito. Non c'è bisogno di altro. Tutto il resto è di troppo. Benché imperfetti, dobbiamo ogni giorno camminare servendo con fiducia ma anche spogliarci sempre di più, umiliarci perché la Chiesa sia veramente Chiesa.

Non si tratta però di reprimere – per esempio le ambizioni –anzi si tratta di avere l’ambizione massima, quella di Gesù: cambiare davvero il mondo, coinvolgendo tutti. Ma per questo bisogna reindirizzare le nostre capacità ed energie nel senso della vera vita, della vera crescita; anche quando questo significa fare una lotta, ci sembra un morire, significa amare nella dimensione della croce.

 

Prima Lettura   Is 53,10-11
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.

COME COMPRENDERE ALCUNE FRASI DIFFICILI DI GESU'? / Santa Margherita Maria Alacoque, 16 ottobre.

 

Il bambino non comprende tutto
del suo Padre ma gli fa fiducia.

Nel Vangelo di oggi Gesù fa due affermazioni che sono spesso strumentalizzate a danno delle persone. Gesù dice: “… ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio”. Quante volte questa frase viene usata in messaggi anonimi per spingere chi li riceve a diffonderli presso i propri contatti, a scrivere “Amen”, e così via! È un abuso grave! Nessuno ha il diritto di appropriarsi di una frase di Gesù e cercare di condizionare persone fragili, ansiose, ecc. Allo stesso modo è un abuso grave mandare messaggi tipo: “il Signore realizzerà presto nella tua vita un miracolo che aspetti da molto tempo! Scrivi Amen” Non cedere mai a nessun ricatto e neppure a nessuna lusinga.

Gesù dice anche: “…ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”. Questa frase crea problemi di coscienza alle persone più sensibili, specie se leggono da soli la Parola di Dio. Proprio ieri qualcuno mi ha chiesto il significato di questo peccato. La mia risposta, valida per tutti, è stata: “cammina sinceramente con Dio e non farai mai il peccato contro lo Spirito Santo”. Ho invitato questa persona a venirmi a trovare per parlarne.

Visto che qualcuno può comprendere male, Gesù non doveva dire queste cose, la Chiesa deve nasconderle? No, Gesù, deve dire la verità. Come il Papa deve dire la verità anche se poi sarà attaccato. Egli ripete che l’aborto è un crimine, è uccidere una vita umana e qualche giornalista cattolico lo accusa di “svolta a destra sul corpo delle donne”, verso i conservatori, ecc. Invece il problema è che senza una Chiesa che vive il messaggio e lo porta alle persone concrete, si fa prossima, la verità della Bibbia può essere malintesa.

Ma chi ha amore per la verità e la cerca non sarà mai abbandonato, anche se nel suo cammino passa per momenti difficili. San Francesco di Sales era un ragazzo angosciato dalla prospettiva di essere dannato. Si è fatto chiudere una notte intera in una Chiesa per un faccia a faccia con Dio e ne è uscito la mattina consolato e guarito dai suoi scrupoli, diventando poi, con gli anni, il grande maestro capace di incoraggiare tutti con dolcezza, specialmente i più deboli e paurosi. All’Istituto che egli fondò apparteneva la santa di oggi, Margherita Maria Alacoque. Fu la messaggera del Sacro Cuore (i primi venerdì, per intenderci), un segno di Dio per quanti erano schiacciati dalla predicazione allora comune sull’inferno e il giudizio di Dio.

 

Prima Lettura  Rm 4, 13. 16-18
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.

venerdì 15 ottobre 2021

TEMI DIO, NON IL DIAVOLO / S. Teresa d'Avila, 15 ottobre.

 

Particolare della Porta dell'Inferno di Rodin
che mostra tutta la disperazione e negatività
di quel luogo e non invita certo ad andarci.

Per tenere allegre le ricreazioni
S. Teresa faceva cantare alle monache
 canzoni d'amore popolari modificate
 inserendo Gesù come soggetto.


Nel Vangelo di oggi, Gesù in poche frasi ricorda i pilastri del cammino del credente.

1.      Guardarsi dall’ipocrisia che, come un lievito, guasta tutto.

2.      Aver paura di Dio. E solo di lui.

3.      Non aver paura, nemmeno di Dio che ci difende.

All’inizio credevo di dover temere il diavolo che cerca di gettarmi nella Geenna. Maurizio Patriciello (don), che allora era studente con noi, mi riprese dicendo che dovevo temere solo Dio. A quell’epoca mi fece un gran bene. Vorrei dire a quanti si agitano tanto per la Porta dell'Inferno di Rodin in Quirinale, che la loro paura del demonio è segno di non fede e fa il suo gioco, del demonio, seminando inquietudine e anche divisione nella Chiesa. La disfatta del demonio è la nostra conversione.

Devo aver paura di Dio e non devo aver paura di Dio! È un paradosso. Ma, di fatti, siamo nelle sue mani e solo a lui dobbiamo obbedire (Giacomo 4,12). Sapendo fino a quale punto Dio ci ha amati, donando il suo Figlio in riscatto per noi, non possiamo temere se ricorriamo alla sua misericordia eterna. Questa certezza, che ci spinge a vivere guidati dalla Parola e dalla nostra coscienza, ci dà una forza crescente di fronte alle sfide e alle tentazioni che la vita ci pone, e quindi anche verso il Nemico di Dio che è anche il nostro.

Santa Teresa d’Avila illustra bene tutto questo: si rallegrava perché i suoi difetti erano palesi a tutti e così poteva essere corretta! Fu detto di lei che era “donna dal coraggio più grande di quello di un uomo”. Si ricorda sopra tutte questa sua frase: “Misericordias Domini, in Aeternum cantabo”, canterò in eterno le misericordie del Signore.  

 

Prima Lettura   Rm 4, 1-8
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.