La lettura presenta il Battesimo dell’eunuco etiope, spesso usato per giustificare il dare i sacramenti senza (sufficiente) preparazione. È veramente così? Il Vangelo parla dell’Eucaristia. Ma in che modo? Abbiamo molto da imparare da queste due letture.In quanto a preparazione, l’eunuco è ebreo di nascita, è andato pellegrino a Gerusalemme, legge Isaia nel viaggio di ritorno. Era quindi pronto. A quel punto l’annuncio di Filippo “aprì … la (sua) mente per comprendere le Scritture” (Luca 24, 45), e l’eunuco chiede di rinascere in questa Parola, in questo annuncio, cioè in Gesù.
E comprendiamo che il Cristianesimo non è essere battezzato e fare tante comunioni o preghiere, ma conoscere il progetto di Dio, comprendere le Scritture, seguire Gesù. Il Battesimo e l’Eucaristia sono necessari per chi può riceverli ma relativi al Kerigma. “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo”. (1 Corinzi 1, 17). Noi invece continuiamo a battezzare senza annunciare il Kerigma, senza assicurarci che chi riceve il battesimo o la sua famiglia sia credente, sia capace e abbia la volontà di educare nella fede ! Continuiamo ad avere gruppi parrocchiali, di preghiera, di canto, di volontariato, senza verificare prima che i membri siano cristiani, né che il loro impegno li porti a diventarlo.
Quando il prof. J. Ratzinger accolse gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale in Germania, chiese quale era stata la loro esperienza di Cristo. Da questo decise di presentarli al vescovo, il quale nominò una Commissione per avere delucidazioni sul catecumenato che portavano avanti, e in particolare le sue finalità.
In poche parole l’episodio dell’eunuco e di Filippo ci mostra la centralità del kerigma, cioè dell’evento Gesù, del suo mistero pasquale, e della conversione personale ad esso (o della garanzia che il bambino sarà educato nella fede).
Filippo non trattiene l’eunuco pur sapendo che non troverà l’Eucaristia, perché non è padrone della sua vita ma solo strumento di Dio. Sarà poi Dio a provvedere, ad aggiungere grazia su grazia. Nel 1784 dei letterati coreani che avevano scoperto Gesù mandarono uno di loro per essere battezzato a Pechino. Formato meglio nella conoscenza del Vangelo, ritornò per battezzare i suoi compagni. Quasi senza il ministero sacerdotale per oltre un secolo, la neonata Chiesa coreana fu fervorosa ed ebbe molti martiri. Quei cristiani privati della celebrazione eucaristica si sono senz’altro cibati del “pane vivo, disceso dal cielo”, cioè “la mia carne (donata) per la vita del mondo”.
Prima Lettura At 8, 26-40 Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?
Dagli Atti degli Apostoli