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martedì 30 aprile 2024

IL REGNO DELLA FOLLA MINACCIA LA DEMOCRAZIA E TUTTE LE LIBERTÀ

Occupazione della Columbia University. 

Il “Regno della Folla” minaccia la democrazia e quindi tutte le libertà.
Lo disse il primo ministro inglese Sunak, in particolare dopo pressioni molto forti sui parlamentari del Regno Unito dopo l’attacco di Hamas contro civili israeliani del 7 ottobre. 

Cosa caratterizza questo “Regno della Folla”?: assenza di dialogo, spesso per incapacità di dialogare, uso invece della violenza a vari livelli, anche fisica, non rispetto della legalità e delle istituzioni della propria nazione. 

Ora la democrazia - che è il Regno del Popolo e non il Regno della Folla -, e il bene comune hanno bisogno di tempo per la riflessione, per la ricerca della soluzione migliore che spesso significa comprendere fin dove possono arrivare le varie parti della società e quindi stabilire un compromesso nel senso buono, saggio. Tutto il contrario dello scontro primario, istintivo. Tutto il contrario del populismo. E perché ci sia una democrazia libera e positiva è necessario che alla base le persone si accettino, che ci sia un tessuto sociale relativamente coeso. 

Purtroppo questa coesione che si nutre del rispetto di ogni persona in quanto tale, ed è facilitato dal condividere valori di base, si sta degradando da molto tempo. La nozione di persona viene sostituita da quella di individuo, l’individualismo si accentua, la sacralità della vita viene minata con l’aborto e l’eutanasia. Tutto questo genera sempre più violenza generale. Alain Bauer, criminologo francese di fama mondiale nota come città di medie dimensioni un tempo tranquille, sono da anni ormai teatro di violenze e traffici illegali che un tempo caratterizzavano solo metropoli come Marsiglia, ecc. Egli ricorda come negli anni 80-90 in Francia tutto era negoziabile, si parlava solo di diritti e mai di doveri, e si è instaurato così un clima di rivendicazioni soggettive, ripiegate sugli interessi dei singoli o dei gruppi, senza tener conto del bene comune. 

Anche la violenza domestica, cioè in famiglia, sta crescendo realmente. Non si tratta solo dell’effetto di una maggiore diffusione delle notizie. Ogni giorno, purtroppo, c'è qualche caso nuovo di omicidio o tentato omicidio tra persone private e la causa è spesso classificabile come “per futili motivi”. 

D’altra parte elementi violenti si infiltrano in manifestazioni legittime. E chi partecipa ai vari movimenti di opinione e di azione accetta sempre più diffusamente che la violenza sia un loro diritto, sia un mezzo legittimo. Quando si cerca di reagire contro il deturpamento di capolavori insostituibili del patrimonio storico e culturale, movimenti come “ultima generazione” dicono che la causa che difendono vale molto più delle opere d’arte del passato testimoni della cultura comune. Il Vaticano ha condannato a multe “pesanti” persone che avevano danneggiato la Pietà. Queste persone hanno gridato alla “mancanza di misericordia". Ci si arroga il diritto di danneggiare la proprietà altrui, o quella dello Stato, il patrimonio comune, in nome di una ragione privata, il cui fondamento razionale, etico, è spesso tutto da dimostrare. 

In ogni caso, è il metodo di lotta, la violenza, che è sbagliato. Agendo così si rompe il Patto Sociale, si soffoca la possibilità di dialogo e si regredisce verso lo stato di inciviltà. La mancanza di dialogo favorisce poi le ideologie che sono sempre negative. Il gruppo ideologico è per definizione violento nel proporre e imporre le sue verità e spesso passa dalla violenza delle idee a quella verbale e fisica, e alla repressione del dissenso. Così sono nati i fascismi tra le due guerre mondiali. In questi giorni vediamo studenti universitari in tutto l’Occidente inscenare manifestazioni e occupazioni anti Israele che spesso sono vere manifestazioni antisemite. Ma la violenza degli studenti non c'è solo per questa causa. Al convegno di Scienza & Vita all’Università di Catania di qualche giorno fa, i relatori, tra cui il vescovo, sono stati bloccati dall’irruzione di alcune decine di militanti di collettivi cittadini in polemica con contenuti ritenuti “transfobici”. Scrive “Avvenire” che a Catania gli amati giovani non vogliono ascoltare. Preoccupa che proprio luoghi che dovrebbero essere di formazione alla riflessione e al dialogo, di apertura, di costruzione dell’incontro tra persone e opinioni diverse, diventino luoghi di chiusura e di impoverimento culturale. 

È ovvio che bisogna reagire contro questo soggettivismo individualista. Un cristiano sa che nulla è stato mai perfetto e mai lo sarà. Però sa che i valori cristiani favoriscono il rispetto della persona nella sua integrità fisica e di libertà di espressione, favoriscono il confronto delle idee nel dialogo rispettoso e nella ricerca della verità, danno un grandissimo posto alla ragione e non solo alle emozioni e alle passioni. Un cristiano nota poi che l'attuale degrado della convivenza civile corrisponde all’emarginazione crescente, concreta e anche legale, dei valori religiosi. Disse con chiarezza Papa Giovanni Paolo II: “se non c'è Dio tra l’uomo e l’uomo comincia la lotta dell’uomo contro l’uomo”. Avendo vissuto la follia nazista e il giogo dell’ateismo marxista sapeva concretamente quanto era vero ciò che affermava. 


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