Iefte, un giudice di Israele, spinto dallo Spirito
Santo, organizza una campagna militare a difesa del popolo. Per rendersi
benevolo il Signore, egli fa voto di compiere un sacrificio umano: se tornerà
vincitore, la prima persona che uscirà di casa sua sarà uccisa in olocausto a Dio.
Pensava a qualche servo, ma ecco che esce festante la sua unica figlia. Per coerenza,
Iefte la ucciderà con le proprie mani e la brucerà in onore del Signore.
Ci viene la pelle d’oca. Come può esistere questo? Quale
Spirito Santo è presente? Questa storia terribile ci aiuta a fare
discernimento.
1.
La Bibbia non dice che quello che ha
fatto Iefte è buono, lo racconta soltanto.
2.
Se il primo impulso viene dallo Spirito
non significa che tutto quello che fai dopo è giusto e viene da lui. Altrimenti
i preti, chiamati dal Signore, sarebbero senza peccato e infallibili. Non è così.
Anche il Papa si confessa. E quindi ognuno deve costantemente vivere in
comunione con Dio e chiedere l’assistenza dello Spirito per compiere alla perfezione
la missione voluta in origine da Dio.
3.
Vediamo anche la forza terribile dei
condizionamenti. Sono di due tipi almeno. Quello personale e quello culturale, cioè
della mentalità comune.
4. Nella nostra Società in cui la parola data vale quasi nulla, ci impressiona la forza di questa nel caso di Iefte. Ma il suo voto non era secondo Dio. Egli avrebbe potuto salvare la
sua figlia e rappresentare un progresso enorme per l’umanità se fosse stato del
tutto libero dall’orgoglio, dalla vanità, disponibile all’umiltà e al dialogo con
tutti di fronte ai problemi. Probabilmente gli mancava l’abitudine a dire:
Scusatemi, ho sbagliato (mi è piaciuta molto questa battuta: “io sono una
persona molto matura. Quando sbaglio chiedo scusa. – Non ti ho mai sentito chiedere scusa… - Non ho
mai sbagliato!). Probabilmente gli mancava l’interiorità necessaria per guardarsi
nel profondo e mettersi in discussione.
5.
C'è anche il condizionamento esteriore,
della mentalità comune. Se l’idea che i sacrifici umani sono un abominio per Dio
fosse stata diffusa tra la gente, sarebbe
stato più facile per Iefte ritornare sui suoi passi, oppure tra i suoi guerrieri
qualcuno avrebbe detto: Dài, capo, oggi il Signore ci ha dato la vittoria, è giornata
di festa per tutti, prendiamo invece un bell’agnello e non ne parliamo più…. Invece cambiare in meglio le mentalità comuni è difficilissimo.
Per questo motivo, lo Spirito Santo ci insegna il
discernimento nell’abbandono fiducioso ed esigente alla sua guida. Abbiamo bisogno
di essere salvati, e poi ancora di convertirci giorno dopo giorno. La libertà interiore
non è mai né completa né definitiva.
Sant’Agostino ci offre una parola di forza di fronte al male: “Iefte
ha sbagliato nel fare quel voto, e, una volta fatto, ha sbagliato ancora nel metterlo in esecuzione”.
Prima
Lettura Gdc 11, 29-39
Chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in
olocausto.