Parto dopodomani mattina per qualche giorno
e non so se e quando potrò scrivere il commento alla liturgia del giorno. Forse
ci sarà qualche post saltuario. Quindi riposatevi anche voi dai miei scritti
noiosi. Ho però la ferma intenzione di annoiarvi di nuovo da lunedì 13 agosto.
Ma ovunque e in ogni momento siamo cristiani.
La Parola di Dio è il nostro pane quotidiano e il discernimento della realtà alla
luce di Cristo la nostra bussola costante. I primi nostri fratelli e sorelle credenti
non andavano in vacanze, ma forse viaggiavano, vivevano momenti e fasi diversi nella
loro vita. E, in ogni circostanza, tutta la loro vita era trasformata e
appoggiata sul kerigma. Di conseguenza, come rivela la Scrittura, la loro vita era
strutturata da questi pilastri: approfondire nella Scrittura e dalla bocca degli
apostoli le fondamenta della fede in Gesù di Nazareth come Messia (non era
scontato: era una sorpresa – di Dio – per tutti!) e le sue indicazioni per rinnovare
il mondo. Vivere la comunione che lo Spirito Santo aveva creato tra loro, uniti
nell’amore e nella preghiera. Celebrare tra credenti la cena del Sabato in
memoria di Lui, della sua vittoria sulla morte, sapendo che quello che mangiavano
e bevevano dopo aver ascoltato gli scritti dei profeti era la realizzazione di
ciò che Dio aveva promesso e che veniva loro comunicato. Mangiavano la vera carne
del Figlio dell’Uomo e bevevano il suo vero sangue che dava la Vita Eterna, in
attesa che Egli venga: Maran Atha’, Vieni Signore Gesù! Ecco, io vengo presto!
Dopo la scocciatura della scuola mi
prendo le vacanze e lascio i libri fino a settembre. Dopo lo sforzo dell’impegno
di volontariato saluto tutti per un momento di pausa… Ma come faccio a vivere senza Dio? Come faccio
a vivere senza mangiare?