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lunedì 7 aprile 2025

CORAGGIO, NESSUNO TI FERMERÀ FINCHÉ NON AVRAI COMPIUTO L'OPERA DEL SIGNORE / Lunedì V sett. Quaresima, 2025.


“E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora”. (Giovanni 8,20). Un’altra volta nel Vangelo di Giovanni troviamo la stessa frase: “Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora”. (Giovanni 7, 30). Capita a Gesù altre volte, per esempio a Nazareth quando i presenti nella sinagoga “presi da ira” lo trascinano fin sul monte per precipitarlo giù e lui se ne va “passando in mezzo a loro” (Luca 4,30). Gesù ha coscienza che nulla gli impedirà di portare a termine l’opera che il Padre che ha tutto nelle mani, gli ha affidato, perché è sempre fedele al volere del padre. "In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". Egli rispose loro: "Andate a dire a quella volpe: "Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme". (Luca 13,31-33). È desideroso e insieme angosciato che venga quell’ora. Umanamente vorrebbe evitarla: “Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora!” (Giovanni 12, 27), ma dice di sì al Padre e questa fedeltà gli permette di vincere Satana, di gettarlo fuori (Giovanni 12, 31) e di amare i suoi “fino alla fine” (Giovanni 13, 1) (Satana è vinto dall’amore assoluto, dall’amore fino alla fine). 

Anche per noi esiste il “non era ancora venuta la sua ora”.  Santa Teresina prendeva le medicine per obbedienza, mortificata perché costose e "inutili". Era convinta che la sua malattia, mortale per la medicina di allora, era tutta nelle mani di Dio e che lei sarebbe morta solo quando avrebbe compiuto l’opera che il Signore le aveva affidato. Tra i giovani boy scouts c'era questo invito al coraggio : “non dire che sei morto prima di essere morto”. È importante per ogni cristiano sapere che ha un’opera da compiere e che, se non tenta il Signore (Matteo 4,7), potrà portarla a compimento malgrado le sue debolezze, perché sta nelle mani di un Padre Onnipotente e fedele che da un senso alla sua vita e gli ha già preparato un posto nel suo Regno.  


Dal libro del profeta Daniele Dn 13,41c-62 

domenica 6 aprile 2025

UNO SI PENTE ALL'ULTIMO MOMENTO E DIO LO PERDONA: NON È GIUSTO! / Perché Dio è giusto invece? aprile 2025



“Ci sforziamo di vivere il Vangelo, con fatica. Uno che ha ucciso o fatto una vita di peccato, si pente all’ultimo momento, Dio lo perdona e ci ritroviamo sullo stesso livello per Dio. Non è giusto”. 

Questa frase o altre del genere che si sentono esprimono un sentimento profondo e molto comune. Il Vangelo risponde perfettamente a questa obiezione, in vari episodi e modi, in ogni pagina. La parabola del Figliol prodigo, per esempio, è una risposta bellissima. Ma tutto nel Vangelo, nell’insegnamento e nelle azioni di Gesù conferma la posizione del Padre del Figliol prodigo: Dio non è ingiusto. Ha solo una logica diversa che il nostro cuore fa fatica a comprendere perché non siamo in comunione con lui (Luca 15,1-32). 

venerdì 4 aprile 2025

PRIMA IL SILENZIO, POI LA PAROLA, POI ANCORA IL SILENZIO ... / V Dom di Quaresima, C, 2025


Tutto il popolo va da Gesù perché spiega la Legge in modo nuovo e liberante. Allora gli scribi e i farisei irrompono nel cerchio degli ascoltatori per screditarlo davanti a tutti. Portano una donna colta in flagrante adulterio e Mosè ha comandato - non solo permesso - di lapidare gli adulteri. Sanno che Gesù non vuole questo e quindi l’occasione è ghiotta per poterlo accusare. Mi colpisce la violenza di questa irruzione e dell’atteggiamento interiore di scribi e farisei per i quali questa donna non esiste come persona ma è solo un pretesto e forse agita in loro pulsioni sessuali morbide. Già gustano la vittoria, certi di prendere Gesù in fallo. Gesù vede invece il loro cuore accecato dalla passione (collera, sentimento di rivincita, ecc.) e quindi chiuso a Dio. Devono rientrare in sé stessi per incontrare Dio e la propria umanità, come fece il figlio prodigo al contrario del fratello maggiore. Gesù cerca di portarli al silenzio, chinandosi e scrivendo nella polvere, di lasciarsi davanti a sé stessi. Prima il silenzio per rientrare in sé e poi la Parola, e poi ancora il silenzio affinché la Parola possa arrivare al cuore. L’ascolto è molto difficile. Chi pratica l’orazione mentale, o “preghiera silenziosa” sa quanta aridità ci può essere. Lo testimoniano anche grandi santi. Ma è sorprendentemente efficace. Purtroppo questa società più di altre non porta le persone all’interiorità e ad ascoltare, ad essere contemplativi, a praticare il silenzio per aprirsi al profondo, all’infinito. 

Vediamo in questa scena una donna (solo lei, l’uomo non c'è), in mezzo a uomini inferociti. Il bersaglio è Gesù ma la scena ha contorni di femminicidio. L’antropologo Mario Pollo nota che i giovani assassini sono frutto di una società che ha dimenticato l’anima, la conoscenza profonda di sé e la gestione dei propri impulsi e sentimenti. Questa società propone invece modelli superficiali che portano a reazioni d’impulso e quindi spesso violente. 

Le famiglie che dovrebbero essere la prima scuola di umanità, educano sempre di meno in questo senso. Nelle parrocchie, le nostre adorazioni eucaristiche, quando ci sono, sono poco frequentate e spesso, per non scoraggiare i pochi, sono riempite di parole e canti per evitare il silenzio. Ma anche lo stare da contemplativi davanti alla Parola di Dio affinché ci apra i suoi tesori, viene poco insegnato. La lettura della Scrittura si riduce ad una spiegazione del testo. Eppure il Signore vuole parlare al cuore di ciascuno di noi. “Cor ad Cor loquitur” 


Dal libro del profeta Isaìa  Is 43,16-21  

giovedì 3 aprile 2025

SOLO DIO VEDE I CUORI ! : QUANDO SI USA LA VERITÀ CONTRO LA VERITÀ. / Giovedì 03-04-2025



Solo Dio vede i cuori! Il Vangelo dice di non giudicare! Dio accetta tutti! Dio ha tante strade per la salvezza! ...

Quante volte sentiamo frasi di questo tipo. Cosa pensarne? 

Sono frasi che formalmente sono vere, ma sono le più perniciose quando sono usate come pretesto per non convertirsi a Dio, rifiutare la correzione, farsi un Dio o una morale di comodo. Ultimamente una donna su Facebook che scriveva cose davvero contrarie al Vangelo mi risponde : “lei dovrebbe sapere che il Vangelo vieta di giudicare”. E mi blocca immediatamente. 

mercoledì 2 aprile 2025

UN PONTIFICATO GRANDIOSO E CONTROVERSO. / 2 Aprile 2025, 20 anni dalla morte di Giovanni Paolo II.




Sono già passati 20 anni dall’andare al Padre di Giovanni Paolo II. Siamo in tanti ad essergli debitori in vari modi per la nostra vita. Ho constatato spesso che è particolarmente amato dalle persone il Papa del tempo della loro formazione spirituale, che corrisponda all’adolescenza o a un periodo successivo quando si è scoperto o riscoperto la fede. Giovanni Paolo II è stato questo per me oltre al suo valore assoluto nella storia della Chiesa e del mondo. 

Dopo la sua morte si è potuto scoprire anche alcuni suoi errori oggettivi come la gestione dell’affare Marcial Maciel e altre del genere. Ratzinger che spingeva per interventi più decisi ha avuto il compito ingrato, diventato Benedetto XVI, di subire il peso dello scandalo per la Chiesa quando tutto è venuto alla luce. Questi errori non tolgono nulla alla santità di Giovanni Paolo II e ci fanno capire come il Papa rimane un uomo, e che la preghiera di tutti noi per il vescovo di Roma (e gli altri vescovi, specialmente il proprio vescovo) e la nostra conversione, la nostra docilità, rende più facile ed efficace il servizio del pastore che deve rendere conto ed essere pieno di coraggio quando è necessario ammonire ed essere impopolare e quindi in un modo più o meno forte, ritrovarsi soli: “annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina”. (2 Timòteo 4, 2; vedi Ezechiele 3,18-19 e altri). 

CARLO ACUTIS MODELLO PER I GIOVANI DI OGGI?



Carlo Acutis sarà canonizzato il 27 di questo mese, a meno di 20 anni dalla sua morte. Un record di questi tempi, specialmente se parliamo di un ragazzo di appena 15 anni. Un dono immenso di Dio per tutta la Chiesa e in particolare per i giovani. 

In che cosa la sua vita può essere un modello per i giovani? Aveva tutto ma ha compreso che la sua vita aveva valore e senso solo in Dio. Era infatti di una famiglia molto più agiata della maggior parte dei giovani di oggi, ma oggi quasi tutti i giovani non hanno bisogno di lavorare, hanno vestiti e cellulari di qualità, tempo libero e soldi per il divertimento.

È nato in una famiglia “credente ma non praticante”, come ce ne sono tante, troppe. Ma, pur essendo molto rispettoso dei suoi genitori e obbediente alla loro autorità, ha scelto di seguire Dio e ha potuto vivere il Vangelo in modo stupendo, con grande carità e creatività, influenzando la sua famiglia, senza fare polemiche con il suo ambiente. Infatti una delle sue costanti è stato di avere le idee molto chiare sulla fede e sui comportamenti cristiani pur non giudicando nessuno. 

martedì 1 aprile 2025

1 APRILE!

 



1° aprile: l'unico giorno in cui tutti verificano la fonte di un'informazione prima di crederci o di diffonderla! 


Vogliamo estendere questa buona pratica ad ogni giorno dell'anno? ...

BLOCCHI LA GRAZIA OPPURE LA LASCI CRESCERE IN TE? / Martedì IV sett. Quaresima, 2025


Il fiume Okavango si disperde 
 nel deserto del Kalahari (Bostwana).

Nei deserti capita di vedere fiumi finire nel nulla perché, non alimentati da affluenti, la loro acqua viene assorbita dal terreno. Dall'Atlas algerino scendono vari di questi fiumi verso il deserto del Sahara. Il fiume che esce dal Tempio invece, senza affluenti,  cresce sempre di più: è immagine della grazia di Dio. Santa Teresina diceva: “il Tuo amore è cresciuto con me!” In realtà era lei che si apriva sempre di più alla grazia di Dio. Dice san Paolo: “il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto”. (2 Corinzi 6,11-12). 

Dalla sofferenza e la delusione per il troppo tempo a sperare invano la guarigione, il cuore del paralitico della piscina di Betzatà si è ristretto. I Giudei, custodi della purezza del Tempio, fanno la "polizia dei costumi". Anche loro sono allo stretto nei loro cuori. La guarigione di chi “da trentotto anni era malato”, ben conosciuto almeno di vista, non li smuove. Il fiume della grazia di Dio non deve allargarsi e superare gli argini stabiliti. Non si tratta nemmeno della sorpresa che induce alla prudenza, a un discernimento. No! È tutto bloccato. Chi pretende di cambiare la routine è un nemico da perseguitare. Anche se queste acque risanano tutto e fanno esplodere la vita non devono essere navigabili, non devono sfuggire al controllo di chi sa passare solo a guado. Quante volte siamo quei farisei che non si abbandonano alla grazia di Dio, anche se Abramo lasciò tutto "senza sapere dove andava", fidandosi di Dio, e così tutte le figure bibliche, anche se il Magistero ci spinge sempre ad andare al largo, ad essere cristiani e Chiesa in uscita. La paura della morte ci tiene schiavi tutta la vita.


Prima Lettura  Vidi l'acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungerà quest'acqua porterà salvezza.

Dal libro del profeta Ezechièle Ez 47,1-9.12