E Gesù, emesso un alto grido, spirò. 51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, ( Matteo 25,50-51)
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38 Il velo del tempio si squarciò in due, dall`alto in basso. (Marco 15,37-38)
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò. (Luca 23,44-46).
I tre Vangeli Sinottici, Matteo, Marco e Luca, riportano al momento della morte di Gesù che il velo del Tempio si squarciò in due, dall’alto in basso, cioè per opera di Dio. Cerchiamo di comprendere meglio il senso di questo segno che dona Dio stesso alla morte di Gesù, quando “tutto è compiuto”.
Il velo del Tempio introduceva nel Santo dei Santi, al quale si arrivava attraverso un percorso sacro. Dal Cortile dei Gentili dove potevano stare anche i pagani (gentili), si va oltre il "muro dell’inimicizia", scuotendo i sandali dalla polvere, contaminata dai pagani in città e nel Tempio stesso o da attività impure, e si entra nello spazio sacro propriamente detto. Prima il Cortile delle donne, poi il Cortile d’Israele riservato agli uomini. Dopo c'è il Cortile dei sacerdoti con l’altare dei sacrifici. Infine un breve vestibolo da nel "Santo". In quel punto era collocato il velo che separava dal Santo dei Santi, dove, solo una volta all’anno entrava il Sommo Sacerdote in occasione di Yom Kippur, la festa della purificazione dei peccati. Nel Santo dei Santi c'era la Shekinah, ossia la presenza fisica di Dio nella casa da lui scelta come dimora in mezzo al suo popolo. Il velo che si squarcia è il segno che il mistero di Dio, finora nascosto, è stato rivelato fino in fondo, tutti possono ormai vederlo, accedervi: È la croce, è l’amore incondizionato che lo rivela. Dio è questo amore. La via per andare verso il mistero di Dio è l’amore senza condizioni, è la croce. All’occhio umano però il Santo dei Santi è una stanza vuota:
«dentro non vi era nessuna immagine di divinità: la sede era vuota e vuoti i loro misteri» (Tacito, Historiae V, 9). «Gli ebrei non avevano nessuna statua nel tempio in Gerusalemme; … ritengono che il Dio debba essere indicibile e non rappresentabile.» (Dione Cassio, Storia Romana XXXVII).
La croce che plasma la nostra fede si apre sul vuoto! Vuoto per lo sguardo materiale, non per la fede che fa entrare in comunione con Dio. Abituiamoci ad accogliere Dio “nel vuoto”, senza immagini, nel silenzio. Ma fin quando siamo nella carne abbiamo la via dell’incarnazione, “questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne” (Ebrei 10, 20), seguendo Gesù, Unico Modello.
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