Caterina da Siena esorta Gregorio IX a tornare a Roma. |
Qualche anno fa il Vangelo per la festa di santa Caterina da Siena era quello delle dieci vergini, le sagge e le stolte. Vergine saggia davvero fu Caterina che fece tanto nella sua breve vita e arrivò alle nozze con tanto olio, tanto Spirito Santo. La porta chiusa davanti alle vergini stolte del Vangelo mi obbligava ogni anno a meditare. Oggi il Vangelo è quello del Mistero rivelato ai piccoli. La Chiesa mette quindi adesso l’accento sul fatto che santa Caterina non sapeva leggere né scrivere e le sue Lettere di così profonda dottrina sono dettate. Una donna, analfabeta, va a parlare con il Papa ad Avignone e lo riporta a Roma! Questo è senz’altro promozione della donna nella Chiesa. Non pensiamo di risolvere il problema generale della donna con poche figure eccezionali, ma è chiaro che le sante e le eroine della Bibbia e della Chiesa sono una sicura indicazione di cammino per tutti.
Riscattati a caro prezzo, a prezzo del sangue di Gesù che “ci purifica da
ogni peccato”, dobbiamo rispondere con uno spirito simile a quello col quale Gesù
ci ha amati.
Caterina appoggiando tutta la sua vita al Signore Gesù, ha sperimentato che
il suo giogo è soave e il suo peso leggero. L’ha sperimentato direttamente su sé stessa e anche negli altri andando a consolare le persone comuni, persone umili smarrite da
tanti scandali al più alto livello nella Chiesa. Lei chiamava il Papa di allora, che non era per
nulla un santo, “Babbo mio”, “dolce Cristo in terra”,
andando oltre il rispetto dovuto alla sua funzione ma mostrando un affetto
filiale. Questo non era cecità, o bassa lusinga da parte sua, ma espressione di
una fede totale nel potere di Gesù Cristo, di Dio, che aveva nella sua mano quell’uomo
tutto discutibile, ed era capace di guidare la Chiesa aldilà dell’umanità del Papa.
Impariamo da santa Caterina da Siena, compatrona d’Italia e di Europa.
Prima
Lettura 1 Gv 1,5-2,2
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.