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lunedì 31 gennaio 2022

INTERPRETARE GLI AVVENIMENTI ALLA LUCE DI DIO / S. Giovanni Bosco.

 

Simei maledice Davide.

Mentre Davide e i suoi fedelissimi scappano di fronte ad Assalonne, lasciando Gerusalemme città aperta per evitare una strage della popolazione, un parente minore di Saul approfitta della sventura di Davide per maledirlo pubblicamente. Oltre che essere mite, che potrebbe essere interpretato come debolezza, Davide sa interpretare alla luce di Dio gli avvenimenti della sua vita: Dio ha tutto nelle mani, egli innalza e abbassa, purifica nella prova i suoi servi. Egli c'entra se Simei maledice. Questo saper riportare tutto a Dio fa grande Davide e gli ottiene successo. Infatti sottomettersi alla volontà di Dio piuttosto che a quella di Davide rende più facile ad Abisai rinfoderare la spada e dominare la sua rabbia. Se Abisai avesse ucciso Simei, avremmo avuto due perdenti, Davide e Abisai, che si sfogano contro un altro perdente, Simei, più debole di loro… Triste spettacolo.

Ma Dio che rispetta le nostre libertà, pur guidandole, vuole spezzare il potere di Satana. È il senso di tutti gli esorcismi che Gesù fa ovunque anche, come oggi, in territorio pagano.  Cacciati, i demoni ottengono da Gesù di poter entrare nei maiali che pascolano vicino e li fanno affogare nel lago. Perché Gesù lo permette? È comunque certo che la sua venuta sconvolge la vita di questa popolazione e malgrado il grande beneficio ottenuto nella liberazione dell’indemoniato, preferiscono pregarlo di andare via. Anche dentro di noi ci sono forti resistenze alla conversione, specie se radicale, e lottare contro Satana ci spaventa.

San Giovanni Bosco ha fatto una lotta strenua contro il male ma è stato sempre protetto e spesso in modo miracoloso. Gli interventi del “Grigio”, il cane che sbucava all’improvviso per difenderlo e non invecchiava mai, ne è il segno più chiaro. Chi combatte il male in sé stesso e nella Società sarà ostacolato e dovrà contare solo sulla fede, ma non sarà abbandonato e si rafforzerà.

 

Prima Lettura   2 Sam 15, 13-14. 30; 16, 5-13
Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.

domenica 30 gennaio 2022

FACENDO INFURIARE LA GENTE DI NAZARETH, GESU' LI HA AMATI? / IV Dom. T.O., C.

 


Nelle letture di oggi si intrecciano tre temi che non possono essere separati: la chiamata personale per grazia, la fortezza, la carità.

-Siamo conosciuti dal grembo materno. Anche se siamo in tanti e possiamo essere contati, non siamo numeri ma figli, voluti prima ancora di essere concepiti nel grembo materno, con una missione. La fedeltà di Dio si sposa con la mia identità più profonda, la plasma. Sono fatto della fedeltà di Dio. È una forza incredibile. La maggior parte degli uomini e donne non lo sa. Noi ai quali è stato annunciato, facciamo fatica a crederci. Ma è anche grazia, cioè non possiamo pretendere come fanno i compaesani di Gesù. Infatti essi, quando afferma l’assoluta libertà di Dio, del suo amore, si infuriano.

-Questa grazia è affidata alla nostra libertà e quindi rimanervi fedeli, esige una fede coraggiosa. È l’ammonimento rivolto da Dio a Geremia: "non spaventarti di fronte a loro". Egli dovrà richiamare tutti, piccoli e grandi, anche il re e i capi del popolo, chiunque ha un’autorità, anche religiosa. Una missione tutt’altro che facile e Geremia sperimenterà la tentazione di scappare da essa. Ma la protezione di Dio lo accompagna.

-Tutto deve essere vissuto come amore e nell’amore. Abbiamo ascoltato lo stupendo “inno alla carità” di 1 Cor 13, la via più sublime. Fortezza e carità non possono essere dissociate. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza”. (2 Tim 1,7). Sorge una domanda: davvero Gesù, attaccando così fortemente i suoi compaesani li ha amati? Prima di rispondere “sì” perché la fede dice che Gesù è amore, conviene che ognuno esamini attentamente le emozioni che suscita in lui questa scena. Immaginiamo per esempio che Gesù, avendo riempito Napoli di miracoli e guarigioni, venga nella nostra parrocchia e dopo aver annunciato che porta un lieto messaggio anche a noi, aggiunga: “qui, però, per voi, niente miracoli!” Come reagiamo?

Ognuno deve comprendere nello Spirito Santo cosa significa amare con fortezza. L’ultima bellissima lettera del nostro vescovo “Voi come fiumi carsici” (La Gioia del Vangelo: VOI COME FIUMI CARSICI / Lettera di Don Mimmo Battaglia alla Chiesa che lotta contro la mentalità camorristica.ci può aiutare, spronandoci a non cedere alla Camorra e al suo spirito. La verità è che se c'è la Camorra con conseguenze disastrose per tutti nel nostro Comune, attualmente ancora una volta commissariato per infiltrazioni mafiose, è perché la popolazione, tutta battezzata, tutta nominalmente cristiana, non ha avuto e non ha gli anticorpi che renderebbero impossibile questo tipo di presenza. L’episodio delle immagini della chiesa di Vallesana è stato esemplare. Di fronte all’intervento del vescovo, le reazioni di molti, anche frequentatori della parrocchia, hanno messo in evidenza questo inquinamento da parte di uno spirito affine alla Camorra. (La Gioia del Vangelo: DALLE IMMAGINI DELLO SCANDALO ALLA OTTIMA REAZIONE DEL VESCOVO / L'affare dei quadri nella Rettoria di Maria SS. della Cintura a Marano di Napoli - La Gioia del Vangelo: "UNO DI VOI MI TRADIRA' "; ANCORA LE IMMAGINI DELLA RETTORIA DI VALLESANA / martedì della Settimana Santa - La Gioia del Vangelo: I QUADRI DELLA MADONNA DI VALLESANA. ALCUNE RISPOSTE.So che la nostra città non è un caso isolato, che il crimine esiste anche altrove, ma il cristiano non può comportarsi come gli altri.

 

Prima Lettura  Ger 1,4-5.17-19
Ti ho stabilito profeta delle nazioni.

sabato 29 gennaio 2022

VOI COME FIUMI CARSICI / Lettera di Don Mimmo Battaglia alla Chiesa che lotta contro la mentalità camorristica.

 


VOI, COME FIUMI CARSICI

Lettera di Don Mimmo Battaglia agli uomini e alle donne con le mani sporche di vangelo

Conosco una storia nascosta e silenziosa, per nulla appariscente, poco visibile agli occhi degli uomini e ai riflettori delle telecamere.

È la storia minima e tenace, discreta e coraggiosa di una Chiesa che quotidianamente la camorra la guarda in faccia, dritta negli occhi e senza piegare la schiena.

É la storia di preti che in certi territori dove l’unica legge sembra essere quella della sopraffazione e della violenza hanno fatto delle loro parrocchie avamposti credibili e autorevoli in difesa della dignità umana.  Preti che dinanzi alla cappa omertosa della sovranità mafiosa non arretrano neanche di un centimetro e propongono in alternativa la logica “eversiva” di spazi comuni da recuperare alla bellezza dello stare insieme, perché la tendenza all’isolamento alimentata dalla paura della camorra si vince solo con il gusto della condivisione e del fare comunità.

LA LEZIONE DI FEDE DI DAVIDE PECCATORE / sabato III sett. T.O., pari

 



Quindi Urìa è morto. Ioab manda un messaggero per riferire discretamente la notizia. Con grande ipocrisia Davide fa finta di arrabbiarsi per “l’errore tattico” commesso da Ioab e mostrarsi magnanime subito dopo. Betsabea fa il lutto per il marito, dopo di ché Davide può onorare la memoria di Urìa soccorrendo nel modo più prestigioso la sua vedova. Il prezzo è stato alto ma tutto si è risolto al meglio. Davide se ne esce pure come un uomo generoso! Nessuno sa. Certo, qualcuno fa ipotesi. Ma solo Davide sa tutta la verità.

Solo Davide? Dio sa tutto e gli manda Natan. Missione difficile. Natan non affronta Davide direttamente. Gli sottopone un caso simile che si scioglie in un dialogo drammatico. Davide sentenzia: chi ha fatto questo è degno di morte” – “Tu sei quell’uomo!”

Per la nostra vita spirituale questo meraviglioso racconto è estremamente ricco.

Davide viene rimproverato più per l’adulterio che per l’uccisione di Urìa. Oggettivamente l’adulterio è più grave dell’uccidere? No, la morale cattolica considera che, pur essendo gravi, i cosiddetti “peccati di carne” lo sono meno dei “peccati spirituali” come l’odio. Ma la gravità del mio peccato è fatta, oltre che del male commesso in sé, anche, e in modo determinante, della mia intenzione. Davide poteva benissimo controllare l’attrazione verso Betsabea. Invece, lei incinta, si trova intrappolato e si dibatte per trovare una via di uscita. Non voleva uccidere Urìa. Lo invita ripetutamente ad andare a letto con la moglie… Questa uccisione è solo la peggiore delle soluzioni al suo problema, certamente condannabile, ma non più così libera (confronta con l’episodio di Nabot “Hai assassinato e ora usurpi” (1 Re 21,19). Ancora ultimamente ho sentito qualcuno accusarsi di non essere andato a messa perché in isolamento fiduciario per Covid! Il peccato sarebbe stato di andare a messa, non di rimanere a casa! Devo dire la verità: è un po’ scoraggiante. Come potrà crescere spiritualmente una persona che non possiede nemmeno il discernimento elementare per comprendere quando pecca e quando no?

Colpisce il coraggio di Davide che si espone pubblicamente nei suoi digiuni e nella sua penitenza per questo bambino ammalato. La mentalità dell’epoca è che “Se un bambino muore nei primi mesi è un dolore. Ma capita!, se ne farà un altro!” Invece Davide sa che Dio è misericordioso e di fronte all’uomo che si converte “si pente del male che ha promesso”. Egli osa mettersi ancora davanti a Dio, da peccatore, umiliato ma fiducioso, fino alla fine. Quando morirà il bambino egli si alzerà e riprenderà la sua vita normale. I suoi ministri interpretano invece il suo dolore solo come attaccamento affettivo verso quella creatura e sua madre, come compassione verso la sofferenza. Interpretano il suo rivolgersi a Dio come supplica dell’uomo affinché Dio si impietosisca e conceda un po’ di sollievo. Quando muore il bambino, si aspettano che Davide si disperi. Non comprendono Davide perché non comprendono la fede. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» dirà Gesù.

Davide ha la grazia di avere presso di sé un profeta che non si lascia corrompere e la saggezza di ascoltarlo. Facilmente la corte è piena di falsi profeti (2 Cr.18, 4-13). 

 

Prima Lettura   2 Sam 12, 1-7. 10-17
Ho peccato contro il Signore.

venerdì 28 gennaio 2022

PIACERE SI', MA ANCHE PENSIERI E TRAGEDIA / San Tommaso d'Aquino, 28 gennaio.

 


Davide con tante mogli e concubine a disposizione, va a letto con la moglie di un altro e crede che sarà un momento alla Kinder Bueno: piacere sì, pensieri anche no! E invece diventa una tragedia: lei rimane incinta. Da lì tutto un darsi da fare di Davide per uscirsene senza danni per loro due, ma non funziona e la prima conseguenza sarà l'uccisione del marito, il fedele Urìa, ma anche di molti altri soldati.  

Eppure Dio offrirà la sua misericordia a Davide che, attraverso un pentimento doloroso, ci insegnerà come fidarci sempre della grazia di Dio. Gesù ce lo ripete con le parabole del Regno che è simile ad un seme che continua a crescere al di là delle nostre capacità.

San Tommaso affidava tutta la sua opera alla grazia, in particolare all'Eucaristia, pur usando a pieno e con rigore di ragionamento il dono della Ragione,.

 

Prima Lettura   2 Sam 11,1-4.5-10.13-17
Mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittita.

giovedì 27 gennaio 2022

GIORNATA DELLA MEMORIA, 27 GENNAIO.


Non sono riuscito a scrivere per l'Unità dei cristiani, per la Giornata di preghiera per l'Ucraina ieri, e per tante altre ricorrenze e argomenti di interesse. Che questo post di oggi valga per tutte le occasioni mancate e, chiaramente, in particolare per gli orrori della "Soluzione finale". Memoria per ieri e omaggio a chi ha sofferto senza nessuna giustificazione fino all'annientamento. Monito per oggi e per il futuro, specialmente comprendendo che il peccato originale è una realtà, e, comunque sia, la violenza esiste nei cuori, nella nostra società, e questa violenza potrebbe esplodere in chi non te l'aspetti, si radica dove non c'è abbastanza amore e vigilanza per rivolgere la sua energia verso il bene. Ricordiamoci che molti tedeschi (o cittadini di tutte le dittature totalitarie) che sono diventati criminali andando al di là degli ordini ricevuti, erano personali normali che in un contesto sano, o se avessero fatto un cammino di consapevolezza spirituale, non avrebbero mai commesso questi gesti. Ci sono anche i tanti che hanno obbedito a ordini iniqui perché temevano per la propria vita se si fossero opposti. Mai più!

Riprendo dal web questa testimonianza di Liliana Segre, una ragazzina quando è stata internata. Il suo rimorso è diventato il mio rimorso. Mai più!

“Ad Auschwitz superai la selezione per tre volte. Quando ci chiamavano sapevamo che era per decidere se eravamo ancora utili e potevamo andare avanti, o se eravamo vecchi pezzi irrecuperabili. Da buttare. Era un momento terribile. Bastava un cenno ed eri salvo, un altro ti condannava. Dovevamo metterci in fila, nude, passare davanti a due SS e a un medico nazista.

DA DAVIDE UNA GRANDE LEZIONE DI PREGHIERA / giovedì III sett. T.O., pari.

 


Le letture di oggi sono una grande lezione sulla preghiera: benedire Dio; con la misura con la quale misuriamo, sarà misurato a noi.

Davide vive in un palazzo lussuoso, degno di un re. In un momento di tranquillità politica egli prende coscienza che la Tenda del Convegno dove sta l’Arca è poca cosa accanto al suo palazzo. E vuole costruire un Tempio al Signore. Il profeta Natan lo incoraggia. Ma Natan è un uomo di preghiera, un uomo che ascolta e nella notte Dio gli precisa che non vuole un Tempio da Davide (anche perché ha gioito troppo dei suoi successi militari) ma vuole invece costruire a Davide una casa, rendendo stabile il suo casato.

Allora Davide va al luogo del Convegno. Non si rammarica per il suo progetto messo da parte dal Signore, ma benedice Dio che lo guida e lo colma di beni immeritati, riconosce che è tutto grazia e pur appoggiandosi alla promessa del Dio fedele sa che questo non gli da nessun diritto di pretendere in seguito. Dio può cambiare idea senza che nessuno abbia da obiettare. Egli è il Signore. Siamo nelle sue mani.

Quanto avremmo da imparare dal modo di pregare di Davide! Chi ha le mani vuote ed è disponibile all’ascolto, secondo il Vangelo è colui che ha e al quale sarà dato.

 

Prima Lettura   2 Sam 7, 18-19.24-29
Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa?

mercoledì 26 gennaio 2022

PERCHE' NON CREDO CHE LA MESSE E' MOLTA? / Santi Timoteo e Tito, Apostoli, 26 gennaio.

 

La messe è molta.


“La messe è molta!”… Siamo tentati di non credere a questa Parola oggi. Signore, non più. Ma Gesù dice:Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa,…” Invece difficilmente usciamo dal recinto delle pecore, quando non siamo “pettinatori di pecore, quelle poche, sempre le stesse” come dice il Papa. Certo, il rischio di uscire dal recinto è di essere criticato. Quando il Papa va incontro a tutti gli uomini di buona volontà per la pace, pecore di dentro (ma sono pecore dell’ovile di Gesù come l’hanno compreso gli apostoli e in particolare Paolo, Timoteo, Tito? Non me ne vogliano se lo chiedo) dicono: questo è un Papa islamico! Quando va incontro a fratelli e sorelle cristiani credenti in Gesù e nel suo Vangelo, ecco che queste stesse pecore lo accusano di essere eretico e luterano.

Signore aiutaci a guardare questo mondo senza speranza oltre la vita terrena, non per vedere nemici ma una messe abbondante, troppo abbondante per i pochi operai che siamo, i pochi operai che abbiamo formato. Troveremo spine, un gregge con chi ci attaccherà e noi dovremo essere come agnelli confidando nella tua protezione e nel tuo aiuto.

Come fare? Ecco le condizioni: Essere inviati. Lo siamo dal nostro stesso battesimo, ma anche esplicitamente dalla Chiesa. Andare. Andare senza nulla. Essere testimoni. Confidare nello Spirito Santo che è spirito di forza, carità e prudenza. Non vergognarci di dare testimonianza al Signore nostro. Non scandalizzarci di soffrire per il Vangelo.

 

La missione ha sempre la stessa dinamica, e lo stesso potere. Anche nelle prime missioni gli apostoli e i settantadue possono guarire gli ammalati e cacciare i demoni. Ma è molto chiaro che le missioni prima della Pentecoste sono molto più semplici come contenuto: si annuncia il Regno di Dio che sta per manifestarsi aprendo i cuori e ridestando la speranza. Invece, dopo, in particolare con l’arrivo dei pagani alla fede, bisogna annunciare il Mistero nascosto nei secoli e ora rivelato, il modo come Dio ha realizzato le sue promesse in Gesù Cristo crocifisso e risorto e ha effuso la Vita tramite il dono del suo Spirito, ma bisogna anche accompagnare e sostenere la crescita nella santificazione, formare, insegnare a discernere i falsi profeti, le vere e le false ispirazioni e gli spiriti che non vengono dal Signore…

Da frate partecipavo a missioni popolari. Una festa meravigliosa, poi andavamo via. Qualcuno riflettendo diceva: “noi pratichiamo una paternità irresponsabile. Annunciamo, generiamo alla vita cristiana e abbandoniamo”

 

Prima Lettura  2 Tm 1,1-8

Mi ricordo della tua schietta fede.

martedì 25 gennaio 2022

IO PERSEGUITAI A MORTE QUESTA VIA! / Conversione di s. paolo, 25 gennaio.

 



La conversione di san Paolo: un avvenimento celebrato solo da chi va a messa in settimana ma che probabilmente tutti i cristiani conoscono, intuendone l’importanza.

Nella prima lettura Paolo racconta la sua esperienza davanti alla folla di Gerusalemme che lo vuole lapidare perché alcuni vedendolo in città con un greco pagano hanno concluso che certamente lo aveva introdotto nel Tempio, commettendo un imperdonabile sacrilegio. E quindi bisogna ucciderlo subito! Aizzano la folla che si infiamma. È interessante fermarsi sui pregiudizi e il loro tremendo potere: da apparenze e ragionamenti sbrigativi si arriva ad una "certezza" sotto la spinta di motivazioni emotive poco chiare e si scatena la violenza!

Paolo coglie però l’occasione per annunciare la salvezza in Gesù Cristo.

Come parla del cristianesimo? Come di una “Società perfetta”, con una struttura gerarchica, un’organizzazione territoriale? No. Parla di una “Via”. Una Via spirituale, una Via di salvezza. A volte questa parola “Odon”, “Via” viene tradotta con “dottrina”. Non è sbagliato ma impoverisce il senso originario, mette in ombra la sua dimensione dinamica, di percorso di vita.  Gesù chiama se stesso “la Via” (Gv 14,6). Per Paolo il cristianesimo è il dono di un modo di vivere nuovo ed efficace, abbracciato da chi riconosce nel fatto di Gesù di Nazareth l’intervento definitivo di Dio.

Paolo spiega allora come era ben integrato nel giudaismo e godeva della fiducia dei suoi capi. Ricorda che chi lo ha battezzato nel nome di Gesù è un ebreo pio e osservante della Legge, non un suo trasgressore. Il Dio dei padri aveva promesso la salvezza! L’ha realizzata adesso in Gesù di Nazareth, aprendo questa Via che conoscono solo coloro ai quali viene rivelata la sua volontà, anche se Dio desidera che tutti gli uomini possano conoscerla e accettarla. Anche questo è una caratteristica fondamentale del cristianesimo: la sua universalità (“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”) si coniuga però con la grazia. Viene dall’alto. Non è frutto di un ragionamento, né dominata dall’uomo, ma è un incontro. Chiediamo al Signore di illuminarci e di confermarci sempre più nella “Via”.

 

Prima Lettura  At 22,3-16

Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il nome di Gesù.

 

Dagli Atti degli Apostoli

lunedì 24 gennaio 2022

PORTARE ALL'UOMO MODERNO LA PIENEZZA DELLA LUCE DI CRISTO / San Francesco di Sales

 

S. Francesco di Sales.

Davide, guidato dalla sua fede, è stato abile a conquistare la stima delle tribù e a unirle dietro di lui. Con un atto di guerra, egli stabilisce la sua capitale a Gerusalemme, la roccia di Sion, abitata dai Gebusei, che diventa la Città di Davide. La lettura di oggi termina così: “e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui”.

Mi viene una domanda: quante guerre fece Davide? Tante! Erano altri tempi, anche se il Dio degli eserciti che lo accompagna, gli rimprovererà di averne fatto qualcuna di troppo. Quante guerre ha fatto Gesù che rivela la vera natura del Dio della Pace? Nessuna. Non ha usato le armi che usano gli uomini e ha invitato a non usarle. Ultima domanda: Quante guerre hanno fatto i cristiani? Molte. Non tutte di difesa, e spesso strumentalizzando Dio e i valori cristiani, facendo al messaggio evangelico un danno enorme.

Noi cristiani, non siamo arrivati e dobbiamo camminare col Vangelo verso il Regno di Dio incarnato, realizzato, in Gesù Cristo. Il pericolo più diffuso e pericoloso nella Chiesa attualmente è la “mondanità” che può giungere all’estremo della bestemmia contro lo Spirito Santo che denuncia Gesù oggi. Essa consiste nell’attribuire a Satana le parole e azioni del nostro Salvatore. La “mondanità” annacqua il messaggio evangelico e le sue esigenze, ritenendolo impraticabile nel nostro tempo, per cui deve essere sostituito da una sapienza più realista e amica del mondo, giustificando i peccati e le mancanze dei cristiani e della Chiesa. Il risultato è che si cerca Dio ma, in realtà, si cerca innanzitutto se stessi e il successo mondano.

Il Patriarca greco cattolico ucraino, Sviatoslav Shevshuk, in una intervista del 17 gennaio scorso, riflettendo sulla “difesa dei valori cristiani” operata dal governo russo, fa notare che “siamo noi, come Chiese e cristiani, a dover fare il lavoro noi stessi, vivere i valori cristiani noi stessi, e impedire i politici di predicare l’idea cristiana nel mondo moderno, perché essi la offuscheranno in un modo o in un altro. Siamo discepoli di Cristo, e il nostro santo compito è di portare all’uomo moderno la pienezza della luce del Vangelo di Cristo”(mia traduzione. Tutta l’intervista si può leggere qui: Head of the UGCC Russias geopolitical considerations are based on values that differ from Christian postulates.).

In un tempo in cui la Chiesa duramente ferita si difendeva anche con l'arma della inquisizione e delle condanne, Dio faceva crescere nuovi carismi per portare il vangelo della sua tenerezza e della sua misericordia all'umanità. San Francesco di Sales scelse sopra ogni cosa la via della mitezza.

 

Prima Lettura   2 Sam 5, 1-7. 10
Tu pascerai il mio popolo.

RIMETTIAMO LA PAROLA DI DIO AL CENTRO DELLA PASTORALE E DELLA VITA DELLA CHIESA / Omelia del Papa per la III Giornata della Parola di Dio.

 


Molto lunga questa volta ma veramente da leggere e meditare nella sua ricchezza, ho voluto riproporre l'omelia del Papa di ieri:  

Santa Messa celebrata dal Santo Padre Francesco in occasione della III Giornata della Parola di Dio. Omelia del Santo Padre

 

"La Parola svela Dio e la Parola ci porta all’uomo"

Testo dell'allocuzione del Papa 

Nella prima Lettura e nel Vangelo troviamo due gesti paralleli: il sacerdote Esdra pone in alto il libro della legge di Dio, lo apre e lo proclama davanti a tutto il popolo; Gesù, nella sinagoga di Nazaret, apre il rotolo della Sacra Scrittura e legge un passo del profeta Isaia davanti a tutti. Sono due scene che ci comunicano una realtà fondamentale: al centro della vita del popolo santo di Dio e del cammino della fede non ci siamo noi, con le nostre parole. Al centro c’è Dio con la sua Parola.
Tutto ha avuto inizio dalla Parola che Dio ci ha rivolto. In Cristo, sua Parola eterna, il Padre «ci ha scelti prima della creazione del mondo» (Ef 1,4). Con la sua Parola ha creato l’universo: «Egli parlò e tutto fu creato» (Sal 33,9). Fin dai tempi antichi ci ha parlato per mezzo dei profeti (cfr Eb 1,1); infine, nella pienezza del tempo (cfr Gal 4,4), ha mandato a noi la sua stessa Parola, il Figlio unigenito. Per questo, terminata la lettura di Isaia, Gesù nel Vangelo annuncia qualcosa di inaudito: «Oggi si è compiuta questa Scrittura» (Lc 4,21). Si è compiuta: la Parola di Dio non è più una promessa, ma si è realizzata. In Gesù si è fatta carne. Per opera dello Spirito Santo è venuta ad abitare in mezzo a noi e vuole dimorare in noi, per colmare le nostre attese e sanare le nostre ferite.

domenica 23 gennaio 2022

LA GIOIA DEL SIGNORE SIA LA VOSTRA FORZA / Domenica della Parola di Dio.

 



Il popolo trascura a lungo le indicazioni e prescrizioni della legge che lo rendono compatto nell’Alleanza con Dio e nel vivere un rapporto ordinato e solidale tra tutti i suoi membri. Di conseguenza non riesce più a resistere ai nemici e viene deportato, Gerusalemme e il Tempio diroccati e bruciati. Con ancora nel cuore l’orrore dei massacri, il dolore dei lutti, il popolo è portato in esilio, privo ormai di ogni luogo dove placare il Signore con i sacrifici di animali, privo anche dei libri della legge.

Eppure, malgrado la prostrazione non viene meno la speranza nel Dio d'Israele che non abbandona mai fino in fondo la discendenza di Abramo. E proprio il ricordare ciò che ha fatto per il popolo nel passato risolleva e istruisce questi ebrei, anche quelli nati in esilio anche se tanti particolari si perdono col tempo e il ricambio generazionale. Dio continua a manifestarsi in seno a queste comunità, attraverso personalità speciali, ma anche nel quotidiano e nelle assemblee che proclamano i benefici del Dio fedele. Dio è in mezzo al suo popolo tramite la sua Parola! Il popolo conserva il più possibile la sua memoria, le sue tradizioni e la sua struttura di sacerdoti e leviti. Dopo 70 anni, il re pagano offre a chi vuole di poter tornare a Gerusalemme. Trovano tutto in rovina. Ma tra le macerie ecco un rotolo della Legge!

Ecco allora questa straordinaria convocazione che ci viene raccontata oggi. Per chi trova le letture troppo lunghe a messa, consideri che il popolo ascolta, in piedi, dall’alba fino a mezzogiorno! La parola è al centro dell’Assemblea, come nella sinagoga di Nazareth quando Gesù apre il rotolo di Isiaia, e il popolo si prostra davanti al Signore. Eppure non c'è un tabernacolo, un altare, una statua… La Parola sia il centro della tua vita, della tua comunità! Il popolo piange perché si rende conto che il non osservare i precetti di Dio porta solo danni. Ma ecco la reazione di Dio: “non fate lutto e non piangete!” fate festa condividendo con i poveri “perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”. Affida al Signore tutti i tuoi sensi di colpa - il Signore fa festa per ogni peccatore che si pente - e cammina con lui, ascoltando la sua voce. È l’ora di Dio, il momento favorevole, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Il suo Nome è “il Misericordioso”, “Ha-Rahman”, si chiama “Egli salva”, Gesù!

 

Prima Lettura  Ne 8,2-4.5-6.8-10

Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

venerdì 21 gennaio 2022

DAVIDE FA L'ELOGIO DEL SUO NEMICO / sabato II sett. T.O., pari.

 

La morte di Saul a Gelboe.

Saul e Gionata muoiono in battaglia sul monte Gelboe. Davide ha ormai la via spianata verso il Regno senza effusione di sangue tra partigiani dei due campi. Ed egli fa l’elogio funebre di Saul. Imitiamo la sua generosità verso i nemici che caratterizza tutta la sua vita.

Vediamo con rammarico la facilità con la quale molti cristiani anche praticanti si rallegrano delle disgrazie di chi non appartiene al loro campo. Viviamo in una società sempre più polarizzata. Non è nuovo ma si sta esasperando in questi ultimi decenni in tutti i settori e tra tutti i gruppi del nostro paese e nel mondo intero, persino all'interno della Chiesa. Anche la confusione che si è creata sulla pandemia e i vaccini ci ha divisi. La ricerca della verità non autorizza a stigmatizzare e gioire delle sofferenze di chi – sbagliando o meno – subisce le conseguenze del Covid. Il rispetto dell’altro è un insegnamento fondamentale di Gesù e ne abbiamo bisogno perché dobbiamo ancora vivere insieme. Anzi, solo uniti, vinceremo la crisi.

 

Prima Lettura    2 Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27
Perché son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia?

IL QUALE POI LO TRADI' / venerdì II sett. T.O., pari.

 


Il Vangelo di oggi ci relata la scelta dei dodici. E uno di loro lo tradì. Dio ci lascia liberi: dono fondamentale, meraviglioso e terribile.

Dio ha chiamato Saul e Dio ha chiamato anche Davide. Ma ecco che Saul cerca Davide per farlo morire per la gelosia di cui abbiamo già parlato. Quel giorno Saul si trova alla mercé di Davide senza accorgersene. Davide gli taglia solo un lembo del mantello e non approfitta per uccidere il suo nemico, perché Saul è il consacrato del Signore. Questa posizione che egli terrà sempre, riuscendo in questo modo a tenere a bada i suoi uomini anche in qualche altra occasione, mostra la sua sincerità. Gli darà grande forza e anche, alla fine, grande prestigio e autorevolezza verso tutti. Il suo rispettare Dio non per calcolo ma per fede lo rivestirà dell’aura di Dio. Non sarà così per Saul anche se, vedendosi risparmiato da Davide che poteva colpirlo impunemente, egli ha un momento di lucidità che potrebbe essere l’inizio di un cammino di conversione. Ahimé, non lo sfrutterà. Nelle parole di Saul appare chiaro che egli prende coscienza della posizione di forza di Davide nei suoi confronti, ma non sembra andare aldilà della situazione umana.

Per santa Teresina “è solo il primo passo che costa (il resto lo fa Dio)”. Umanamente più si ritarda questo primo passo più diventa difficile farlo: siamo sempre più legati, più deboli spiritualmente, sempre meno decisi a cambiare. Probabilmente si spegne man mano la fede nel potere della grazia. Dio però può salvarci e renderci santi in ogni momento. Quindi gridiamo con coraggio a Dio. Oggi è il momento favorevole.

 

Prima Lettura    1 Sam 24, 3-21
Non stenderò la mano su di lui, perché egli è il consacrato del Signore.

giovedì 20 gennaio 2022

PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI A POLVICA: CATECHESI PER GIOVANI, ADULTI E FAMIGLIE


La Natura stessa della Chiesa è di essere missionaria e di portare la Buona Notizia agli uomini e alle donne di ogni popolo e generazione. Il Signore ci ritiene degni del ministero e lo dobbiamo solo ringraziare e servire il meglio possibile in questo momento difficile.

Preghiamo e invitiamo affinché tutti quelli che il Signore chiama possano ascoltare queste catechesi in una parrocchia amica. 

PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI A POLVICA

Via Chiesa di Polvica (NA)

Tel: 081 740 0362

Dal 24 gennaio, ogni lunedì e mercoledì,

alle ore 20.00


DOMINA IL PECCATO! / giovedì II sett. T.O., pari.

 


Saul vuole uccidere Davide perché geloso dei suoi successi. Questa situazione apre due temi che vedremo svilupparsi nelle pagine successive della Bibbia: Davide troverà sempre aiuto e non sarà ucciso. Il modo in cui troverà questi aiuti attraverso la Provvidenza ma anche attraverso la sua stessa attività e atteggiamento è una grande lezione di vita per noi che vogliamo confidare in Dio ed essergli fedeli. Saul invece non dominerà questa gelosia che prendendo sempre più spazio nella sua psiche, pian piano lo porterà alla follia, creando danno anche a tutto Israele e specialmente al suo entourage più vicino.

Fermiamoci su questo secondo punto. I suoi successi attirano a Davide il favore del popolo. E questo tocca Saul su un punto sensibile, al punto di ritrovarsi in una situazione simile a quella di Caino verso il fratello: Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo».” (Gen. 4,4-7). Invece di rivolgersi a Dio per dominare la sua tentazione, ciò che avrebbe comportato per lui grandi grazie, grandi benedizioni, e avrebbe avviato un processo di guarigione della sua ferita, Saul resta chiuso nei suoi ragionamenti, nelle sue emozioni. Gionata suo figlio lo ammonisce di non peccare e Saul si lascia convincere questa volta, giurando per la vita del Signore. Ma sembra più un modo culturale di esprimersi in una società dove il riferimento a Dio è onnipresente. Questo modo superficiale non è sufficiente né allora né oggi. In verità, nessuno è mai arrivato in questo campo. Ma purtroppo molte persone rimangono ad un livello estremamente superficiale nel loro rapporto con Dio. Molti non pregano affatto, molti di più si accontentano di dire qualche preghiera, ma anche tra quelli che pregano molto, non tutti aprono il cuore alla conversione. Per loro pregare è supplicare Dio di fargli stare bene (loro e tutti i bambini del mondo), di evitargli i pericoli che non riescono a controllare (e di liberare l’umanità dalla pandemia affinché possiamo ritornare alla normalità).

- Ma allora ritieni menzogneri i messaggi della Madonna a Fatima che si è presentata come la Madonna del Rosario e tramite suor Lucia ha affermato che non c'è problema, anche internazionale, che non possa essere risolto con la preghiera del Rosario? – No! Affatto! Ma non possiamo fare un “marianesimo montfortiano” come dice un amico come se il Rosario bastasse a tutto. Eppure diffondo volentieri il “Trattato della Vera Devozione alla Vergine Maria”, letto prima ancora di entrare in noviziato, con evidente soddisfazione del mio Padre spirituale. Invece dico che le affermazioni della nostra Madre celeste che sottolineano sia la necessità di una preghiera intensa per essere avvolti dalla grazia, che la potenza della sua intercessione, non possono essere distaccate dalle parole di Gesù. Gesù parla di preghiera incessante ma non parla di campagne internazionali di preghiera (anche se queste possono trovare fondamento in brani come in Mt 24, 20 e Mc 13, 18 per esempio). Gesù invece parla di conversione, di Beatitudini e di visione nuova del mondo e della paternità di Dio sull’umanità, e invita tutti a mettersi in un cammino di conversione dietro a lui. Egli insegna ai suoi discepoli a conoscere il proprio cuore e ad aprirlo alla sua luce. Proprio questa mattina uno mi ha detto: “chiediamo al Signore di evitarci gli errori in mala fede!” No, caro, chiediamo al Signore di evitarci ogni errore, anche in buona fede!. Ogni secolo ha la sua mentalità e non vogliamo giudicare appunto la buona fede. Ma se la Chiesa avesse meditato più profondamente le parole di Gesù che dice: “imparate da me che sono mite e umile di cuore”, la doverosa difesa dell’Ortodossia non avrebbe mai comportato condanne capitali e roghi, guerre di religione di cui oggi ci vergogniamo, e nemmeno avrebbe permesso l’antisemitismo che attraverso “l’insegnamento del disprezzo” ha resa debole o addirittura complice la reazione dei cattolici di fronte alle leggi razziali e agli orrori che ne sono scaturiti.

 

Prima Lettura    1 Sam 18, 6-9: 19,1-7
Saul, mio padre, cerca di ucciderti.

mercoledì 19 gennaio 2022

E' LECITO IN GIORNO DI SABATO SALVARE UNA VITA O UCCIDERLA? / mercoledì II sett. T.O., pari.

 


Davide contro Golia e Gesù contro tutti. Due situazioni difficilissime dove si rischia la vita.

Davide sa discernere le buone armi, preferendo le sue di pastore che sa usare bene, e non il prestigio di un vero armamento, privilegio di pochi allora tra gli israeliti (vedi 1 Sam 13, 19-22). Ma la fionda era un'arma efficace, molto usata e stimata nelle guerre antiche. Soprattutto Davide confida nel Dio d'Israele. Come tutti, ma la fede del giovane Davide è superiore a quella degli altri in Israele e più intima. In quel tempo, la guerra è vista come una lotta tra divinità. Anche i Filistei attribuiscono la vittoria di Davide al suo Dio e fuggono davanti a Lui.

Nella sinagoga, Gesù ha contro di sé tutti i difensori dell’ordine, pronti a castigare ogni abuso. Preferiscono che un uomo perda l’occasione di guarire dal suo handicap purché trionfi la loro interpretazione della legge. Gesù, come sempre, riporta i precetti al loro fondamento. Essi dicono: "è lecito o no?"... Gesù risponde: "in principio"… Principio è l’amore di Dio, principio è il cuore dell’uomo. «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?» Ed essi, riportati al duplice principio, a Dio e al loro cuore, tacevano.

 

Prima Lettura      1 Sam 17, 32-33. 37. 40-51
Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra.

martedì 18 gennaio 2022

LE NOZZE DI CANA: UNA VERA FESTA / II Domenica del T.O., C.

 



Le nozze di Cana: un Vangelo infinito per bellezza e significati fondamentali. Infinito: infatti escono ancora ricchezze nuove, alla portata di tutti. Per esempio Papa Francesco dice: l’amore di Gesù non è mai annacquato!

Passiamo in rassegna alcuni di questi significati: la festa di nozze è un momento ancora oggi molto significativo e importante per tutti e se venisse a mancare il cibo o solo il vino, la Coca Cola per i più piccoli, che disagio!

A Cana, Maria è presente, attenta. Sarà determinante. Invitala alla tua vita. – È chiamata da Gesù “donna” in opposizione all’altra donna, Eva, cioè madre dei viventi che però partorisce nel dolore per una esistenza segnata dalla condizione di peccato. Gesù è il Nuovo Adamo, e Maria la Nuova Eva. – Gesù non vuole essere il distributore di grazie, né mettersi in mostra. Gli interessa amare nel dono puro di sé, fino alla croce, non nel successo facile. Ma il suo amore così consapevole e senza traccia di sentimentalismi, si lascia però sempre vincere dalla misericordia. – La mamma lo conosce fino in fondo e sa che egli opera tutto per la salvezza nostra secondo il volere del Padre. Quindi non contesta, non supplica, non insiste. Egli ha sentito. Di conseguenza, lei rivolge questa semplice frase: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» ai servi e a tutti noi che ci consideriamo servi di Dio, e vogliamo esserlo, sottomessi per avere il suo Spirito (Sal 122:2Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni; come gli occhi della schiava, alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio ”) anche se ci chiama amici. – L’acqua diventa vino, il vino buono dato alla fine, partendo da un’acqua contaminata perché versata in giare che si usano per la purificazione rituale, cioè per gettarvi i peccati. Dio prende l’acqua dei nostri peccati (questo abbiamo da offrigli) e attraverso la fede, il suo amore lo trasforma in vino di festa, di letizia. - Che regalo di nozze! Penso che quel giorno anche gli astemi avranno fatto a gara per gustare quel vino. Che animazione di colpo, in quel pranzo di nozze che ha segnato la vita di tanti, addirittura permettendo a molti di iniziare un cammino da credenti! Perché tutto quello che fa Gesù è segno perché crediamo.

I nostalgici vorrebbero che le nostre messe fossero tutto silenzio e raccoglimento. “Serie” insomma, “degne del Mistero che si celebra”. Va bene lo stupore e quindi va benissimo anche il sacro silenzio, ma le nostre messe non sono forse Eucaristia, ringraziamento, benedizione a Dio per quello che ha fatto per noi, per e con ciascuno di noi? Non sono forse una festa di nozze in cui non si può digiunare perché lo sposo è con noi? Il ragazzo che balla da solo perché la ragazza gli ha detto di sì, non è forse serio? Non c'è nulla di più serio del ballo e del canto quando proviene da un’autentica esultanza. No, per alcuni, ogni manifestazione di gioia spontanea è abuso liturgico. Bisogna fare festa, celebrare le nozze, senza guardarci in faccia, con il prete che ci volta le spalle, in una lingua rigorosamente incomprensibile, con formule rigidamente tutte scritte su un libro… Come siamo lontani dalle primitive comunità cristiane che celebravano la Vittoria sulla morte ed esultavano “finché le forze e il tempo lo permettevano” per l’era nuova che Dio offriva all’umanità nella risurrezione della carne. Questa risurrezione che era del suo Cristo ma veniva partecipata a chiunque apriva il cuore alla grazia! Certo il prete clown, i canti urlati nel microfono dai bambini che pensano di essere davanti a Maria De Filippi e conoscono solo i Talent Show, e altre bizzarrie anche peggiori non hanno mai avuto fecondità vera. Ma il Concilio Vaticano II è tutto Magistero solenne e la riforma liturgica era necessaria. Va vissuta con fedeltà, intelligenza e senza timore.

 

Prima Lettura  Is 62,1-5

Gioirà lo sposo per la sposa.