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Al centro il nuovo Arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit. |
Dopo la lettera al Popolo di Dio di papa Francesco del 20 agosto, ancora poche diocesi e realtà ecclesiali hanno pubblicamente reagito. Lo ha fatto immediatamente la Chiesa di Hong Kong stabilendo con iniziative concrete che questo mese di settembre sarebbe dedicato alla preghiera e al digiuno in risposta all'appello del papa. C'è stato domenica scorsa una lettera di un vescovo del centro Italia e oggi un messaggio del vescovo di Parigi che pubblico sotto in una mia traduzione. Riguardo alle realtà ecclesiali i Gesuiti hanno pubblicato linee guida. E' poco ma il popolo di Dio comprenderà e reagirà.
Cari
fratelli e sorelle,
La
fine dell’estate è stata segnata dalla rivelazione di un’inchiesta di grande
portata attorno ad abusi sessuali vari che hanno ferito profondamente persone e
che hanno reso più fragile la fiducia dei fedeli verso la Chiesa.
Papa
Francesco ha scelto di rivolgersi a tutti in una “Lettera al Popolo di Dio”.
Segna una tappa supplementare in una lotta risolutamente ingaggiata dal
pontificato di Benedetto XVI. Ho chiesto a tutti i parroci di Parigi di volervi
trasmettere questo messaggio.
Come
risponderemo a questo appello?
“La dimensione e la grandezza degli
avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e
comunitaria”
(papa Francesco, Lettera al popolo di Dio, 2). Chiamo tutti i fedeli della
diocesi, laici, preti, diaconi e consacrati, a prendere il tempo di leggere
attentamente questa lettera.
"Urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per
garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di
vulnerabilità” (Lettera
al popolo di Dio, introduzione). Vorrei dirvi di nuovo quanto la diocesi di
Parigi è pienamente impegnata in questo percorso da anni, con un dispositivo
rafforzato per l’ascolto delle persone ferite, l’accompagnamento, la piena
collaborazione con le autorità civili e la prevenzione. Al seguito di papa
Francesco, chiamo ciascuno a non scegliere mai un silenzio complice con il
male, conservando sempre il senso della responsabilità: “poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere
svelato, e di segreto che non debba essere manifestato” (Matteo 10,26)