Mentre viviamo con lui e il suo popolo, l'angoscia e l'amarezza per questa guerra assurda, il vescovo Shevchuk ci invita a guardare il futuro.
Tra un Occidente per molti aspetti alla deriva,
e un Oriente, quello rappresentato da Mosca, radicalmente pervertito malgrado qualche
valore apparente, qual è il posto dell’Ucraina? Siamo in un mondo dove molti usano il Vangelo, travisandolo, pretendendo di aver
capito meglio i suoi valori della Chiesa stessa. La compassione giustifica uccisioni e aborti,
si dice che Dio, essendo buono, non può chiedere la conversione e lascia
la soggettività dell’uomo decidere ciò che è bene o male, oppure si è rigidi, invocando
“il fuoco dal cielo” su tutti quelli che non si sottomettono, come un tempo i
discepoli per quel villaggio di samaritani. L’Ucraina non era il paradiso sulla
terra, anche dal punto di vista spirituale. Ma l’evangelizzazione dell’Est europeo è scaturita fortemente dal Battesimo dei Rus di Kiev, compreso Mosca che ancora non esisteva, e la cultura e la lingua ucraine sono una realtà viva, malgrado i frequenti spostamenti di frontiera, prima e meglio della
cultura russa. Chi conosceva la Polonia prima di Giovanni Paolo II? Anche i Polacchi hanno subito varie dominazioni straniere conservando fondamentalmente la loro identità, legata alla fede. E così hanno contribuito in modo determinante a plasmare l’Europa attuale. Sarà lo stesso per l’Ucraina?
(Chiesa greco-cattolica ucraina,
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore, Roma)
27 giugno 2022
Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi è lunedì 27 giugno 2022 e la nostra
Patria sta già vivendo il 124° giorno di invasione militare di larga scala
della Russia sul territorio del nostro stato sovrano. Sono 124 giorni di
spargimenti di sangue, di grandi battaglie, dolore, pianto e di sofferenza dei
bambini innocenti.
L'ultimo fine settimana, in particolare la giornata di ieri, è stata segnata da
grandi tragedie in Ucraina. Al fronte, i combattimenti più intensi sono in
corso nelle regioni di Luhansk e Donetsk, da quanto apprendiamo dai rapporti
dei nostri militari. Ma ieri, l'Ucraina ha subito forse il più massiccio
attacco missilistico della Russia nella sua storia. I missili da crociera russi
si sono abbattuti su Kyiv, sulle regioni di Chernihiv e di Cherkasy, sulle
regioni di Odesa e Mykolayiv, sono state bombardate la città di Kharkiv e la
nostra regione di Sumy. In effetti, probabilmente non esiste una città, un
luogo, una regione dell'Ucraina che non fossero ferite da questa guerra
spietata.
Ma l'Ucraina resiste! L'Ucraina lotta! L'Ucraina prega! E ringraziamo il
Signore Dio, ringraziamo le Forze armate dell'Ucraina di essere sopravvissuti
fino a questa mattina, e di poter vedere la luce del giorno.
Oggi vorrei riflettere con voi su un altro, e molto importante, frutto
dell'azione dello Spirito Santo nell'uomo. È un certo segno che manifesta la
spiritualità anche del nostro popolo ucraino, della nostra santa Chiesa che
oggi commemora i nuovi martiri ucraini, martiri del comunismo innalzati agli
altari della Chiesa universale da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita
in Ucraina. E questo frutto speciale dello Spirito Santo è la fede. Spesso
sentiamo e parliamo della fede come di una virtù, di una virtù teologale. La
fede come virtù è l’inizio di ogni vita cristiana, perché per comunicare con
Dio bisogna credere in Lui, cioè bisogna fidarsi di Lui, aprirgli il proprio
cuore, la propria mente, la propria volontà, cioè la propria vita. E il
credente percorre le strade di questa vita terrena non più da solo, cioè, non è
solo. L’essere umano cammina, tenendo la mano del suo Dio amorevole e
misericordioso.
Ma la fede, come frutto dello Spirito Santo, mostra una particolare maturità
della persona credente. E l'uomo diventa partecipe della conoscenza divina. Lo
Spirito Santo è lo Spirito che rivela all'uomo i misteri divini. Infatti, il
frutto dello Spirito Santo - la fede - dà alla persona la possibilità di
sentire che Dio non ha più segreti davanti a lei. Dio la introduce nella
maestà, nell'incomprensibilità della sua Divinità. Il Santo Apostolo Paolo
descrive questo frutto speciale dell'azione dello Spirito Santo nell'uomo nella
prima Lettera ai Corinzi. L'Apostolo delle Genti scrive: «Lo Spirito infatti
scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell'uomo
se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno
li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo
ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che
Dio ci ha donato”.
Dunque, lo Spirito Santo, in quanto Consolatore, ci rende partecipi della
conoscenza che Dio ha di Sé stesso, e di conseguenza ci dona una capacità
speciale: il credente, nello Spirito Santo, è in grado di vedere il mondo e le
altre persone attraverso gli occhi di Dio. Cioè, guardare se stesso, il
prossimo con gli occhi, dall’altezza da cui ci guarda, da cui ci vede il nostro
Dio Signore, Creatore e Salvatore.
Questo è un dono speciale che talvolta si manifesta nella Chiesa come un dono di
preveggenza. É quando si tratta dei padri spirituali che, cercando di servire i
loro figli spirituali, ricevono da Dio il dono della conoscenza del cuore.
Ancor prima che una persona apra bocca, quel padre spirituale vede il cuore di
una persona e sa tutto di lei. Tale dono, il dono della preveggenza, viene
ricevuto nella Chiesa da un credente che può vedere tutti gli eventi di oggi
attraverso gli occhi di Dio e, quindi, anche in circostanze disperate può
vedere un raggio di speranza.
Oggi, durante le drammatiche circostanze in cui versa l'Ucraina, chiediamo al
Signore Dio questo dono speciale, il frutto speciale dello Spirito Santo che è
la fede. È la Fede con la quale hanno emanato lo splendore i nuovi martiri
della Chiesa ucraina, martiri che hanno portato la Parola di Dio fino ai
confini della terra, in Siberia, in Kazakistan e sulla costa del Pacifico.
Proprio oggi chiediamo che quei martiri che in carcere hanno potuto vedere il
futuro della Chiesa e delle persone, vivere e lottare per essa, ci aprano oggi
gli orizzonti per la nostra esistenza ucraina.
Oggi chiediamo al Signore Dio il dono di vedere, di vedere l'Ucraina dopo la
guerra e di costruirla oggi nella nostra coscienza e nei nostri cuori.
Il nemico viene a portarci via il futuro, a dirci a noi, ucraini, che non
dovremmo esistere, che non abbiamo il diritto di esistere come popolo, come
Stato. Ma attraverso il frutto dello Spirito Santo, che è la fede, vediamo che
il Signore Dio non solo vede l'Ucraina e la custodisce nel suo progetto originale,
ma ci ha anche preparato una missione speciale nel mondo moderno, nella chiesa
moderna, una missione per l'uomo del terzo millennio.
Oggi chiediamo: Dio, dacci questo frutto dello Spirito Santo. Dacci la
possibilità di credere, di credere in Te, di credere nella vittoria
dell'Ucraina, di credere nella persona che consideri buona, di credere nella
nostra forza che con l'aiuto della Tua forza e grazia, Signore, potremmo
indirizzare al bene. Dio, benedici tutti coloro che oggi sostengono l'Ucraina e
vedono il futuro dell'Ucraina attraverso il prisma della fede in Te, nostro Dio
Creatore e Salvatore.
Dio, benedici l’Ucraina!
La benedizione del Signore sia su di voi, con la Sua grazia e il Suo amore per
gli uomini, ore e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.