Oggi è l'anniversario del terremoto dell' '80. Sono arrivato al convento di Napoli ai primi di febbraio ‘81, e quella sera ci fu una scossa di assestamento. Ero nei vagoni e il mio pensiero immediato fu: tranquillo, qui non crolla niente. Infatti ero reduce del terremoto in Algeria, con morti e distruzioni, avvenuto a ottobre. Mi dissero invece i frati che il 23 novembre celebravano i Vespri e mentre cantavano l’antifona: “Tremò la terra e il mare davanti al volto del Signore, alleluia!” (III Domenica), il prefabbricato si mise a tremare con grandissimo rumore e spavento di tutti! Oggi, in questo anniversario il Vangelo dice: “non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.
Difficilmente scegliamo Dio come Roccia basilare della nostra vita. Con estrema facilità serviamo persone, cose, progetti, esigenze nostre, prima di Dio. Sono gli idoli. Alcuni non li vediamo come tali, specialmente le relazioni affettive, ma per altri, disobbediamo a Dio con leggerezza, essendo superstiziosi, nominando invano il suo Santo Nome (mentre ci cuciamo la bocca riguardo ai boss), disertando l’Assemblea domenicale dove sta la sorgente della Vita. Soprattutto non sappiamo fare silenzio per ascoltare la Voce dello Spirito che è “brezza leggera” (1 Re 19, 12, vedi Genesi 3, 8), e lasciarci guidare mentre “soffia dove vuole … e non sappiamo dove va” (cf. Gv. 3, 8).
Ma questa sordità, il tardare nel rispondere alla Voce dello Spirito, nell’accogliere la presenza salvifica del Signore nelle tenebre, può portare effetti disastrosi come vediamo oggi nel Vangelo. Anzi, questo si verifica ancora oggi sotto i nostri occhi. Il movimento di attacco alla famiglia, ai valori umani e alla fede è partito da troppo tempo e ha preso troppa potenza per essere fermato. Mentre il Concilio e il Magistero successivo hanno indicato la strada, molti vescovi, parrocchie e famiglie non hanno “riconosciuto il tempo” della visita del Signore.
Facciamo due considerazioni: Gerusalemme è stata veramente distrutta con tremende sofferenze. Non si può sottovalutarlo! Ma la missione di Gesù non è stata vinta. Il suo fallimento sulla croce, abbandonato dai discepoli, è stato il modo estremo per lui per amarci fino alla fine e salvare il mondo. Dalla sua fedeltà e speranza contro ogni speranza è nata la Chiesa, il coraggio degli apostoli e la perseveranza dei santi. Il Vangelo salva sempre e porta frutto. Il fallimento di Paolo come rabbino fariseo gli ha dato umiltà, e una maggiore luce e apertura sul progetto di salvezza di Dio. Il terremoto in Algeria ha contribuito ad aprirmi gli occhi sulla mia vita. "Per avere il trionfo in Dio è necessario il fallimento dell'io" (Fulton Sheen).
Coraggio! Oggi tutto comincia! “Vita Nova, Optima Poenitentia”; La Vita Nuova è la migliore Penitenza.
Prima Lettura 1 Mac 2, 15-29 Cammineremo nell’alleanza dei nostri padri.