“Abito in una grande città e stimo molto il mio vescovo ma vedo che, a differenza dei suoi predecessori, non è ancora cardinale anche se lo meriterebbe, secondo me, più di tanti. Perché Papa Francesco non l’ha ancora nominato cardinale?”
Ritorna, con il recente annuncio del Papa di voler creare nuovi cardinali, la domanda sul modo di scegliere queste figure che oltre che consiglieri, sono anche gli elettori del prossimo Papa (tra i nuovi, 20 su 21 sono elettori, avendo meno di 80 anni).
Facciamo un breve, essenziale storico della questione.
Il Papa dei cattolici è il vescovo di Roma, perché successore di Pietro morto martire a Roma (assieme a Paolo). La Sede di Pietro fa della Chiesa di Roma quella che “presiede alle altre Chiese nella carità”.
All’inizio il vescovo veniva eletto dalla comunità cattolica tutta. Un esempio famoso è Ambrogio, eletto vescovo di Milano dal popolo, mentre non era neppure ancora battezzato. Così veniva eletto dalla comunità anche il vescovo di Roma, successore di Pietro, la "Roccia" che confermava la Chiesa nella fede.
Visto l’ingresso in massa di pagani nella Chiesa con sempre meno formazione cristiana, si decise di riservare l’elezione del vescovo ai "Cardinali", cioè al clero di Roma, “ossatura”, “cardini” della Chiesa. Evidentemente queste persone erano più qualificate per scegliere il nuovo Papa. Ma ci sono stati casi in cui i Cardinali, legati alle grandi famiglie romane, erano pesantemente condizionati da esse che attraverso il loro candidato cercavano più potere. Alcune lotte arrivarono al sangue.
Per ovviare questo scandalo che ricadeva su tutta la Cristianità essendo il vescovo di Roma il Papa di tutti i cattolici, si adottò il sistema che fondamentalmente esiste ancora oggi: attraverso una finzione si dichiarò che i vescovi delle principali sedi della cristianità erano membri del clero di Roma, così che vescovi rappresentativi di tutta la Chiesa siano incaricati dell'elezione del nuovo Papa. Ecco perché si parla di Sedi cardinalizie per alcune città e diocesi. Inoltre il clero di Roma come ovunque comportava vescovi ausiliari, preti e diaconi. Questo spiega perché ci sono Cardinali vescovi, Cardinali preti e Cardinali diaconi, avendo ciascuno un titolo, una parrocchia o chiesa di riferimento a Roma. Studiando a Roma ero presente quando un nuovo Cardinale svizzero “prese possesso” della parrocchia di cui ero ospite.
Il Papa ha sempre avuto la libertà però di scegliere i Cardinali anche fuori da queste Sedi e persino dall’ordine episcopale. San John Henry Newman (1801 - 1890) è stato creato cardinale pur non essendo vescovo. Il Cardinale L. E. Duval (1903 - 1996) era vescovo di Algeri, una sede non importante sul piano numerico, ecc.
Ma fondamentalmente la “porpora”, segno di prestigio e possibilità di diventare Papa, era riservata ai vescovi di Diocesi importanti e ai Prefetti della Curia Romana. Infatti Pio XII mandò il prosegretario della Segreteria di Stato Giovanni Battista Montini come vescovo a Milano ma non lo fece mai Cardinale. Qualcuno lo interpreta come la volontà di impedirgli di diventare Papa dopo di lui. Infatti alla morte di Pio XII, i già numerosi estimatori di Montini non osarono votare per un vescovo che non fosse Cardinale, anche se in teoria è possibilissimo. Ma poi Giovanni XXIII lo creò subito Cardinale e così Montini divenne Papa Paolo VI dopo Giovanni XXIII.
Il legare gli onori agli incarichi più importanti ha alimentato purtroppo il carrierismo. Ne abbiamo avuto vari esempi di recente, con la protesta pubblica del Cardinale Muller: non essendogli rinnovato il mandato di Prefetto della Congregazione per la Fede, dichiarò questo modo di fare “irrituale”. Con la protesta del Cardinale Becciu che quantificò in milioni di euro il danno provocatogli dalle accuse ricevute, perché “gli hanno sbarrato la strada all’elezione a Papa”! Con le lettere menzognere del vescovo Carlo M. Viganò a Benedetto XVI per non essere allontanato da Roma dove sperava diventare Cardinale, ecc…. È molto triste ma è la realtà della Chiesa.
Papa Francesco molto più fortemente di Papa Benedetto continua questa lotta al carrierismo, creando Cardinali vescovi di “sedi poco importanti”. Ma in quel modo rende anche concreto un Volto di Chiesa più vicina al Vangelo. Certo il Vescovo di una grande città può essere un santo. Ma il cardinale di Ulan Bator (con 1500 cattolici in tutto! A chi non lo sa lascio cercare Ulan Bator) vivendo in una situazione di minoranza, come il neo Cardinale Vesco di Algeri ed altri, ha un’esperienza magari più utile per la Chiesa e la sua missione di altri vescovi di grandi diocesi storiche.
La Chiesa è sempre cambiata per rispondere alle sfide che le si presentano.
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