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sabato 12 luglio 2025

VIVERE I SACRAMENTI: 01 INIZIAZIONE CRISTIANA, PENITENZA, OLIO DEGLI INFERMI / Sacramenti 01, luglio 2025.


Mercoledì 9 luglio c'è stato un incontro sui Sacramenti con una bella partecipazione, promosso dalle Sentinelle Mariane. Ho trattato vari punti : A. Quali sono i sacramenti? B. Cos'è un sacramento? C. Come si vivono? D. La Vergine Maria e i sacramenti.

Per spiegare in modo decente la ricchezza di ogni sacramento ci vorrebbe più di un incontro per ciascuno, ma ci accontentiamo di brevissimi accenni. Durante l’incontro ho interrogato le persone presenti per verificare il già acquisito. Sapevano che i sacramenti sono sette e che Battesimo, Cresima e Eucaristia formano l’Iniziazione Cristiana. Per gli altri sacramenti e soprattutto la loro divisione c'era già qualche difficoltà. 

A/I sacramenti sono Sette. Per essere cristiano bisogna ricevere tre sacramenti: Battesimo, Cresima, ed essere ammesso alla Mensa Eucaristica. Sono i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Senza la Cresima l’Iniziazione è incompleta, rimane a livello infantile. È un grande errore non prepararsi a ricevere la Cresima subito dopo la Prima Comunione. Abbiamo lasciato credere che la Cresima è Confermazione, cioè che il battezzato conferma di voler vivere da cristiano. Per cui più tardi è, meglio è! Ma se sono io che confermo, dove sta il sacramento, l’azione di Dio? Invece la Cresima esiste, distinta dal Battesimo. Un giorno Paolo incontra un gruppo che crede in Gesù, ma si rende conto che manca lo Spirito Santo. Hanno ricevuto solo il Battesimo d’acqua di Giovanni Battista. Paolo spiega loro che non basta e quindi “Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano.“ (Atti 19,5-6)). La Cresima ha un grande effetto se chi la riceve ha una fede viva. 

venerdì 11 luglio 2025

TI AMIAMO AFFINCHÉ TI LODANO LE TUE OPERE / Messa per la Custodia del Creato. Castelgandolfo, 09 luglio 2025.



Papa Leone ha celebrato mercoledì la nuova Messa “per la Custodia del Creato” a Castelgandolfo, confermando la volontà di proseguire nel solco tracciato da Papa Francesco. Credere in Gesù Cristo implica prendersi cura della Casa Comune. Dice san Giovanni: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato ama anche chi da lui è stato generato” (1 Giovanni 5,1). Se un marito o una moglie non si prende cura della propria casa, non ama la sua famiglia.  Se il pane e il vino che presentiamo per l’Eucaristia fossero inquinati o provenienti da campi inquinati ci sentiremmo corretti verso il Signore? 

Eppure c'è chi accusa Papa Leone di “proseguire la dissoluzione della Chiesa cattolica iniziata dal Concilio Vaticano II, e si lascia ammaestrare dal mondo”. “E ovviamente il Papa era vestito di verde per diffondere il “Verbo Green”!” Ci sono secoli che si usano paramenti verdi nel tempo ordinario in segno di speranza. Un colore che ricorda effettivamente il verde del grano non ancora maturo, delle foglie e anche dei frutti che sono verdi all'inizio, ma porta la speranza del raccolto futuro. L’accusa più forte è che il Papa usa la parola “conversione” riguardo alla cura della casa comune. Ma se celebro un matrimonio e invito gli sposi a convertirsi ai valori cristiani della famiglia, non metto da parte Gesù Cristo, li istruisco semplicemente a vivere la loro “nuova via di santificazione”. Queste accuse sono casi estremi e manifestano rigidezza psichica. Ma c'è una reticenza generale al cambiamento nelle persone che frequentano le nostre comunità cristiane. Questa reticenza ci abita tutti e proprio per questo deve essere riconosciuta e presa molto sul serio.  


SANTA MESSA PER LA CUSTODIA DELLA CREAZIONE

OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV


Borgo Laudato si' (Castel Gandolfo)

Mercoledì, 9 luglio 2025

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In questa bellissima giornata, innanzitutto vorrei invitare tutti, cominciando da me stesso, a vivere quel che stiamo celebrando nella bellezza di una cattedrale, si potrebbe dire “naturale”, con le piante e tanti elementi della creazione che ci hanno portato qui per celebrare l’Eucaristia, che vuol dire: rendere grazie al Signore. 

SI RITIRÒ DAL MONDO CON L'IGNORANZA DI CHI SA TROPPO BENE... / S. Benedetto, patrono d'Europa, 11 luglio 2025.

Monastero di Sénanque
in Francia.


San Benedetto, lasciando la casa e l’eredità paterna

per essere gradito a Dio, si consacrò interamente

a lui nella vita monastica. * Abitò solo con

se stesso, sotto gli occhi di colui che vede tutto.

Si ritirò dal mondo, con l’ignoranza di chi sa

troppo bene, e con la sapienza di chi non vuol sapere.


Festeggiamo oggi san Benedetto, Patrono d'Europa. Come è potuto diventarlo? Facendo comizi? Fondando e guidando un partito politico? 

mercoledì 9 luglio 2025

PER CONOSCERE DIO BISOGNA CONOSCERE L'UOMO / 21 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 36-37.

Pr. Jérome Lejeune
e una giovane trisomica.
Per noi ogni essere umano 
è una persona.

36. In un certo senso, l’homooúsios stesso può avere una portata antropologica. Un uomo ha donato l’accesso a Dio. Beninteso, Cristo dice in maniera unica e propria: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9) in ragione del mistero dell’unione ipostatica. Tuttavia, questa unione unica in lui si realizza in coerenza col mistero dell’essere umano «creato a immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,27). In questo senso, e realmente, ogni essere umano riflette Dio, fa conoscere e dona accesso a Dio. Il Papa Paolo VI esprimeva questo paradosso sottolineando da una parte che «per conoscere l’uomo, l’uomo vero, l’uomo integrale, bisogna conoscere Dio», ma d’altra parte affermava anche che «per conoscere Dio, bisogna conoscere l’uomo».[49]Queste parole devono essere comprese in senso forte: non solamente ogni essere umano fa vedere l’immagine di Dio, ma non è possibile conoscere Dio senza passare per l’essere umano. Per di più, come abbiamo visto sopra (§ 22), la Chiesa farà ricorso all’espressione homooúsios per esprimere la comunità di natura del Cristo in quanto vero uomo, «nato da donna» (Gal 4,4), la Vergine Maria, con tutti gli esseri umani.[50] I due versanti di questa duplice “consustanzialità” del Figlio incarnato si rafforzano l’un l’altro per fondare in maniera profonda, efficace, la fraternità di tutti gli esseri umani. Noi siamo in certo senso fratelli e sorelle di Cristo per l’unità della medesima natura umana: «Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2,17; cf. 2,11-12). È questo legame nell’umanità che permette a Cristo, consustanziale al Padre, di coinvolgerci nella sua filiazione dal Padre, e di fare di noi dei figli di Dio, suoi fratelli e sorelle e, di conseguenza, fratelli e sorelle gli uni degli altri in un senso nuovo, radicale e indistruttibile. 

martedì 8 luglio 2025

VOCAZIONE UMANA ALL'AMORE DIVINO / 20 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 34-35



3.2. L’immensità della vocazione umana all’Amore divino

34. Tutto ciò che precede non può non avere conseguenze sulla visione cristiana dell’essere umano. Anche egli è rivelato nella grandezza sovrabbondante della sua vocazione come homo semper major. Il Simbolo di Nicea non comprende un articolo antropologico in senso stretto ma l’essere umano, nella sua vocazione alla filiazione divina in Gesù, potrebbe essere descritto come oggetto della fede. Conformemente alle Sacre Scritture, la sua vera identità è rivelata dal mistero di Cristo e dal mistero della salvezza come mistero in senso stretto, analogo a quello di Dio e di Cristo, benché essi lo superino incomparabilmente. 

domenica 6 luglio 2025

COSA SIGNIFICA "ESSERE NUOVA CREATURA"? / XIV Domenica del T.O., C, 2025.



L’annuncio di Isaia infonde gioia: il Regno di Dio verrà. Gesù invia i 72 * per ribadire: “È vicino a voi il regno di Dio”. Esso si manifesta già con guarigioni fisiche e  spirituali. Chi crede riprende speranza, si rialza e il demonio perde potere su di lui. L’esperienza dei 72 è prodigiosa sul piano umano e spirituale. L’incontro con Cristo e l’abbandono a lui non mi ha solo salvato, ma ha colmato di beni la mia vita e l’ha sviluppata in tanti modi. Un amico religioso aveva una passione: "Nessuno mi tocchi le vacanze! Voglio viaggiare, conoscere il mondo”. Ha imparato a ripudiare quell’idolo nel Cammino neocatecumenale. Ma offrendosi poi per la missione, ha viaggiato più di prima, questa volta per il Regno di Dio, con contatti molto più profondi con la gente e i luoghi visitati. Eppure Gesù dice che questo conta poco: “rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

Ecco perché san Paolo ci dice con forza che l’importante è “l’essere nuova creatura”. Sei diventato nuova creatura? Puoi dire quando? Cosa significa “essere nuova creatura”? Paolo stesso dona la chiave: “quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo”. Infatti siamo sempre sotto il giudizio della coscienza e quello degli altri. Il demonio e il mondo ci torturano con i sensi di colpa, obbligandoci a giustificarci sempre. Spesso tentiamo di superarli accusando gli altri. È un inferno! Gesù non toglie il giudizio della coscienza, ma lo risana, e soprattutto, ci libera avvolgendoci con il suo perdono, la sua misericordia. Quello che la Legge non poteva perché indicava solo il bene da fare senza dare la forza di realizzarlo fino in fondo, e quindi rinchiudeva tutti sotto il peccato, “la potenza di una vita indefettibile” (Ebrei 7, 16), quella di Gesù, ha effuso su di noi il perdono dei peccati e la possibilità di vivere nella giustizia. Sono perdonato dal primo istante della mia vita fino all’ultimo, qualunque peccato io abbia fatto e farò. L’angoscia della dannazione, la complicazione e l'inefficacia delle pratiche per ottenere la salvezza: precetti, divieti, tabù, formule di preghiera valide o più o meno “forti”, … tutto cade. C'è solo una cosa da fare: credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, Via, Verità e Vita! Opporre con vigore al demonio il rifiuto delle sue menzogne, e vantarci della Croce di Cristo perché “questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gàlati 2, 20). Che liberazione!

Sono un peccatore perdonato, che confida ancora nella sua misericordia per oggi e domani. Contemplando il suo amore crocifisso e la sua gloria nella risurrezione, come posso non desiderare di conformarmi a lui, e di diffondere la Buona Notizia intorno a me? Molti “credono” in Cristo, cioè sono in qualche modo rassicurati dalla loro fede in Cristo, ma rimangono fondamentalmente indifferenti a lui, e considerano ogni croce anche leggera come una maledizione. Paolo invece, dopo anni può affermare questa sua identificazione a Cristo e alla sua missione: “D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo”. Ma è tutto grazia, per lui come per il principiante: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen”

sabato 5 luglio 2025

L'ESORBITANTE PRETESA DELLA RISURREZIONE DEI MORTI / 19 NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 32-33.



32. Con l’esorbitante pretesa della risurrezione dei morti, la fede di Nicea professa che la salvezza è completa e piena. L’uomo è liberato da ogni male, compreso “l’ultimo nemico” che deve essere distrutto da Cristo perché tutto sia sottomesso a Dio (cf. 1Cor 15,25-26). La fede nella risurrezione implica non semplicemente la sopravvivenza dell’anima ma anche la vittoria sulla morte.[44]Di più, l’uomo non è salvato solo quanto alla sua anima ma anche nel suo corpo. Nulla di ciò che fa l’identità e l’umanità dell’uomo rimane al di fuori della creazione nuova offerta da Cristo. Infine questo dono sarà acquisito per sempre, dal momento che si dispiega nella “vita del mondo che verrà”, l’eschaton pienamente realizzato. A partire dalla Pasqua, nessun peccato ha più il potere di separare il peccatore da Dio – perlomeno se questi afferra la mano del Crocifisso Risuscitato, che si protende fino al più profondo dell’abisso per offrirsi alle pecorelle smarrite: «Sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente né futuro, né altezze né profondità, né qualunque altra cosa creata potrà separarci dall’amore che Dio ha per noi in Cristo Gesù nostro Signore» (Rm 8,38-39).