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giovedì 29 aprile 2021

IL POTERE DELLE DONNE E DELLO SPIRITO / Santa Caterina da Siena, 29 aprile

 

Caterina da Siena esorta Gregorio IX a tornare a Roma.

Qualche anno fa il Vangelo per la festa di santa Caterina da Siena era quello delle dieci vergini, le sagge e le stolte. Vergine saggia davvero fu Caterina che fece tanto nella sua breve vita e arrivò alle nozze con tanto olio, tanto Spirito Santo. La porta chiusa davanti alle vergini stolte del Vangelo mi obbligava ogni anno a meditare. Oggi il Vangelo è quello del Mistero rivelato ai piccoli. La Chiesa mette quindi adesso l’accento sul fatto che santa Caterina non sapeva leggere né scrivere e le sue Lettere di così profonda dottrina sono dettate. Una donna, analfabeta, va a parlare con il Papa ad Avignone e lo riporta a Roma! Questo è senz’altro promozione della donna nella Chiesa. Non pensiamo di risolvere il problema generale della donna con poche figure eccezionali, ma è chiaro che le sante e le eroine della Bibbia e della Chiesa sono una sicura indicazione di cammino per tutti.

Riscattati a caro prezzo, a prezzo del sangue di Gesù che “ci purifica da ogni peccato”, dobbiamo rispondere con uno spirito simile a quello col quale Gesù ci ha amati.

Caterina appoggiando tutta la sua vita al Signore Gesù, ha sperimentato che il suo giogo è soave e il suo peso leggero. L’ha sperimentato direttamente su sé stessa e anche negli altri andando a consolare le persone comuni, persone umili smarrite da tanti scandali al più alto livello nella Chiesa. Lei chiamava il Papa di allora, che non era per nulla un santo, “Babbo mio”, “dolce Cristo in terra”, andando oltre il rispetto dovuto alla sua funzione ma mostrando un affetto filiale. Questo non era cecità, o bassa lusinga da parte sua, ma espressione di una fede totale nel potere di Gesù Cristo, di Dio, che aveva nella sua mano quell’uomo tutto discutibile, ed era capace di guidare la Chiesa aldilà dell’umanità del Papa. Impariamo da santa Caterina da Siena, compatrona d’Italia e di Europa.

 

Prima Lettura  1 Gv 1,5-2,2
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

mercoledì 28 aprile 2021

COME IL VANGELO E' ARRIVATO IN EUROPA / mercoledì IV sett. Pasqua




Abbiamo ascoltato come Barnaba e Saulo (Paolo) sono stati scelti per iniziare l’evangelizzazione che condurrà il Vangelo per la prima volta in Europa, fino a noi. Leggendo attentamente questo testo notiamo alcune cose:

“la parola di Dio cresceva e si diffondeva”. Il fondamento è la Parola (“In principio era la Parola”. Gv 1,1) che cambia la vita dell’uomo proponendo la grazia di Dio e una scelta radicale di vita a chi ascolta. I protagonisti umani, voluti da Dio e quindi necessari, sono però secondari nei confronti del Messaggio. Gesù che è la Parola stessa, sembra mettersi in secondo piano come persona nei confronti del Messaggio che viene direttamente dal Padre: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”.

Chi non si converte alla Parola è in grave pericolo. Non contano le posizioni, i titoli, le onorificenze … Le stesse strutture sono relative. Quando la Chiesa fa favoritismi di persone si allontana dalla sua missione e oscura l’annuncio che salva. San Giacomo stigmatizza il fatto  che già nelle prime comunità cristiane si tiene conto della posizione sociale o della ricchezza (Giacomo 2,4). Nella prima lettura abbiamo un elenco di nomi e Saulo sta all’ultimo posto. Per Dio non importa molto. Anzi, l’ultimo posto può essere il migliore da occupare con grande letizia: “gli ultimi saranno i primi!” Purtroppo la corsa all’ultimo posto non ha mai goduto grande favore.  

“imposero loro le mani e li congedarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo”. L’attore principale della missione è lo Spirito Santo. Ma non si può distaccarlo dalla comunità che Egli anima e che diventa suo strumento. Senza la conferma della Chiesa non c'è missione. D’altra parte la Chiesa che “non prega e non digiuna”, non è in ascolto dello Spirito, oscura l’annuncio che salva e perde la sua missionarietà.

 

Prima Lettura   At 12,24-13,5
Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.

martedì 27 aprile 2021

IO DO LA VITA ETERNA ALLE MIE PECORE, VOI NON FATE PARTE DELLE MIE PECORE. / martedì IV sett. Pasqua

 

Paolo e Barnaba inviati ai pagani.

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”.

Che parole rassicuranti! E Gesù le rafforza proclamando il suo essere Uno col Padre. Per favore, nutriamoci di queste parole, appoggiamo come su solida roccia tutta la nostra vita su du esse e affidiamo i nostri cari e l’umanità intera all’amore invincibile e fedele di Dio.

Ma c'è anche l’altro aspetto. Voi “non fate parte delle mie pecore!” Se ci guardiamo attorno, ci sembra di vedere troppa gente che non crede davvero, non ascolta la parola del Signore, non lo segue. Ci sono ormai tante bibbie in giro eppure molte case non ce l’hanno, molti non si nutrono mai della Parola di Dio, non sanno applicarla alla loro vita, rimangono nel vago riguardo ai pilastri stessi della fede. Mi stupisce come tanti che chiedono il certificato di cresima, non ricordano neppure l’anno in cui sono stati cresimati anche quando è stato di recente.

Che fare di fronte a questa situazione? Non basta dire: "non si può giudicare, nessuno è perfetto..." Questo atteggiamento è falsamente consolatorio. Certo che non si può giudicare. Ma come disse Papa Francesco, Gesù non ci vuole Generali di un esercito già sconfitto ma soldati nella trincea. Quando dice ai Giudei che essi non fanno parte del suo gregge, Gesù proclama una sentenza di condanna terribile sopra di loro ma lo fa per invitare ancora alla conversione. Infatti ricorda le sue opere che sono sotto gli occhi di tutti e permettono di riflettere (vedi il cieco nato che arriva alla fede attraverso il segno della sua guarigione: Gv 9,30-33). Barnaba ad Antiochia vede che molti possono arrivare alla fede se c'è chi evangelizza e istruisce, e va a chiamare Saulo in aiuto.

Sei pronto/pronta a proclamare con decisione e pubblicamente nella tua famiglia, nel tuo gruppo di amici, nel tuo gruppo ecclesiale, la tua fede in Dio, in Gesù Cristo, nella Chiesa, la tua fedeltà al Papa?

Sei disposto, come diceva il giovane Jean Marie Vianney quando sentiva la vocazione, ad offrire tutta la tua vita per “aiutare il Buon Dio a salvare anime”?

 

Prima Lettura   At 11, 19-26
Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.

lunedì 26 aprile 2021

FRATELLI TUTTI / 80 Soprattutto con gli ultimi.

 


Soprattutto con gli ultimi

233. La promozione dell’amicizia sociale implica non solo l’avvicinamento tra gruppi sociali distanti a motivo di qualche periodo storico conflittuale, ma anche la ricerca di un rinnovato incontro con i settori più impoveriti e vulnerabili. La pace «non è solo assenza di guerra, ma l’impegno instancabile – soprattutto di quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilità – di riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perché possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazione».[220]

234. Spesso gli ultimi della società sono stati offesi con generalizzazioni ingiuste. Se talvolta i più poveri e gli scartati reagiscono con atteggiamenti che sembrano antisociali, è importante capire che in molti casi tali reazioni dipendono da una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale. Come hanno insegnato i Vescovi latinoamericani, «solo la vicinanza che ci rende amici ci permette di apprezzare profondamente i valori dei poveri di oggi, i loro legittimi aneliti e il loro specifico modo di vivere la fede. L’opzione per i poveri deve portarci all’amicizia con i poveri».[221]

TUTTI COLORO CHE SONO VENUTI PRIMA DI ME SONO LADRI E BRIGANTI / Lunedì IV sett. Pasqua

 


“Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”

Gesù  sembra chiudersi ad ogni apertura e in modo anche violento. Con chi se la prende? Certamente i profeti non sono ladri e briganti ma amici dello Sposo. Per la Bibbia di Gerusalemme, Gesù parla dei farisei. Ieri come oggi, chi vuole appropriarsi del Regno di Dio è un ladro e un brigante, uccide. Chi vuole la Chiesa come una fortezza, chi la vuole schierare nello "Scontro di Civiltà", uccide il Vangelo. Il brano degli Atti invece presenta un abbattere i muri di separazione in modo impressionante. I due testi però hanno un punto comune: solo Gesù Cristo salva. Egli è l’unica porta attraverso la quale si entra nel recinto delle pecore, che però, godranno allora di una grande libertà: chi sarà salvato “entrerà e uscirà e troverà pascolo. … ; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Questo è il punto fermo: Gesù è l’unico Salvatore! Come gestire però l’apertura senza derive? L’ecumenismo e il dialogo interreligioso non sono forse pericolosi, per non parlare della fratellanza umana universale?

Per i cristiani l’Unico Salvatore è Gesù perché ha amato soltanto, donando la sua vita fino alla fine, sulla croce, rivelando così la sua Natura divina. Nella risurrezione egli effonde su di noi la vita che vince la morte. Come? Attraverso la fede in lui, Salvatore e Signore. Dio può donare la fede a chiunque, di ogni popolo e lingua. E quindi i salvati esprimono l’unica fede nella lingua e nella cultura loro proprie. Questo è chiaro fin dall’inizio del Cristianesimo e le più antiche liturgie ci mostrano un’unità è totale sul Mistero Pasquale, mentre le lingue, i testi, i canti, sono propri di ogni popolo. Invece, in epoche in cui si credeva nella supremazia di una cultura sulle altre, si è cercato di imporre a tutti la stessa lingua (il latino e il greco). Non è questo uno degli aspetti migliori della Storia della Chiesa. Non si deve mai confondere l'unica fede, con le tante culture nella quale si esprime. “Respirare a due polmoni (Oriente e Occidente)” è essenziale per la Chiesa diceva Giovanni Paolo II e fa tanto bene a un cristiano di conoscere questa ricchezza e relativizzare i propri modi di vivere la fede.

Ci sono poi anche i vari gradi nella fede. Chi ha conosciuto la verità nella Chiesa sa che "fuori dalla Chiesa non c'è salvezza". Ma non significa che chi è fuori non ha dei doni di grazia. Già sant’Agostino che con la sua comunità subiva gli attacchi dei cristiani donatisti riconosceva che era valido il loro battesimo e che erano fratelli in Cristo e li invitava a tornare a una piena comunione. A maggior ragione chi nasce oggi in una comunità cristiana non cattolica può essere salvato. Il movimento ecumenico è, seguendo il desiderio di Gesù, pregare e operare per giungere alla piena unità di fede dei cristiani, senza cancellare le differenze culturali create dalla Storia o dall’appartenenza a popoli diversi.

Il Cammino della fratellanza umana universale non è rinnegare la fede in Gesù Cristo ma è applicare il Vangelo che proclama beati gli operatori di pace. Questo movimento è diventato oggi indispensabile a causa della globalizzazione della vita umana e delle sfide da affrontare oggi sulla Terra.

 

Prima Lettura  At 11, 1-18
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.

domenica 25 aprile 2021

CONOSCO LE MIE PECORE E LE MIE PECORE CONOSCONO ME ... / IV Domenica di Pasqua

 

Il Buon Pastore - P. Sieger Koder.

In questa domenica, ogni anno, preghiamo per le vocazioni, in particolare quelle sacerdotali. Sono necessarie e … scarseggiano. Possiamo dire che quella scarsità dipende soprattutto dalla scarsa vitalità spirituale ed evangelica delle comunità cristiane nelle quali crescono i giovani che il Signore vuole chiamare. Il clima culturale dintorno non aiuta certo, ma  l’essere cristiano significa rottura radicale – in radice anche se con mitezza e sapienza –  con la mentalità comune.

Ognuno di noi è pastore nella fede, nella sua famiglia, nel suo ambiente. La comunità cristiana intera, come presenza di Cristo è pastore. Ma i pastori umani sono strumenti, sono gli “Amici dello Sposo”. Il Buon Pastore è soltanto lui, Gesù. Solo nel dono della sua vita abbiamo tutti la Vita, la Vita che vince la morte eterna. Ed Egli vuole una comunione diretta con ognuna delle sue pecore, con te. Una comunione simile a quella tra lui e il Padre.

Quando Gesù parla di pecore che "non provengono da questo recinto" ci impegna a diffondere il Vangelo. Ma ci dice anche che chi cerca Dio con cuore sincero fa già parte in qualche modo del gregge di Cristo. Non dice forse Gesù che il Regno di Dio è simile a uno che ha trovato un tesoro in un campo, e vende tutto quello che ha per comprare quel campo, sicuro che il tesoro una volta dissotterrato lo ripagherà un milione di volte di quello di cui si è privato. Ci sono non cristiani che hanno veramente venduto tutto per il Regno di Dio. Noi, pensando forse alla gratuità della salvezza, possiamo invece essere sordi a queste parabole del Regno e “non vendiamo niente”, non vogliamo rompere con niente, mentalità e relazioni, rimaniamo ingombrati in tempo e in pensieri, preoccupazioni, da realtà che non solo impediscono al Regno di Dio di trovare spazio in noi ma ce ne allontanano anche.

 

Prima Lettura  At 4, 8-12
In nessun altro c’è salvezza.

sabato 24 aprile 2021

ADERIRE A CRISTO SIGNIFICA ADERIRE PIENAMENTE ALLA CHIESA? / sabato III sett. Pasqua

 

Celebrazione nelle baracche con il Cardinale di Madrid.

Ovunque passa Pietro e arriva la Buona Notizia, arriva la Risurrezione, l’abbondanza della grazia e la gioia. E molti credono. A Giaffa Pietro trova già un bel gruppo di fedeli e di vedove. Sembra tutto facile e naturale. Ma da dove viene questo potere degli apostoli, del Vangelo? Viene dalla croce, dal cammino stretto. Solo Cristo è morto per i peccatori, ma i suoi discepoli lo seguono sulla sua Via.

Oggi nel Vangelo ne vediamo un esempio perfetto. Gesù afferma che per avere la Vita bisogna mangiare il suo corpo e bere il suo sangue. Non spiega che sarà una piccola festa col giglio in mano, e nemmeno che sarà sotto forma del pane e del vino della Cena di Pasqua. No. Conta la sostanza. E la sostanza è che per essere cristiano devo cibarmi del corpo e bere il sangue di Cristo, essere una cosa sola con lui, vivere di lui. Non posso essere “un po’ e un po’ ”, o “fino ad un certo punto”, “credere a modo mio”. Anche se il giogo di Gesù è dolce e il suo peso leggero, l’adesione deve essere totale. Pietro e gli apostoli non capiscono quel mangiare il corpo di Gesù. Condividono le difficoltà degli altri, ma non se ne vanno. La loro è  pura fede : non capisco, avrei fatto diversamente, ma faccio fiducia, mi lascio guidare.

Tutti i grandi movimenti nella Chiesa hanno come radice l'adesione totale, sofferta, ma senza esitazione alla Chiesa e al suo insegnamento. È il segno che vengono da Dio, dallo Spirito e non dalla carne: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla”.

La Chiesa era molto più criticabile di oggi, quando san Francesco iniziò, ma la sua adesione al Papa fu totale e costante, anche se molti frati vivevano situazioni difficili con i vescovi e i preti. E Francesco ricorda ancora alla fine della sua vita (vedi Piccolo Testamento di Siena e Testamento) ciò che aveva scritto nella Regola (Cap. XII): “Inoltre, impongo per obbedienza ai ministri che chiedano al signor Papa uno dei cardinali della santa Chiesa romana, il quale sia governatore, protettore e correttore di questa fraternità, affinché, sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica (Cfr. Col 1,23), osserviamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso”.

A Chiara Lubich fu imposto di farsi da parte come responsabile dei Focolarini fondati da lei. Era una chiara ingiustizia: la Chiesa era più molto più clericale di oggi. Lei non esitò però ad obbedire e il suo movimento ebbe lo sviluppo che conosciamo.

Kiko Arguello si sentiva confortato dalla frase di Giovanni XXIII sulla Chiesa dei Poveri quando il Signore lo condusse tra i baraccati di Madrid. Qualche prete veniva a celebrare l’Eucaristia con il primo nucleo di comunità. C'erano molti frutti e grande gioia. Ma la Curia di Madrid vietò le celebrazioni perché fatte in “luoghi indegni dell’Eucaristia. Kiko fu allora molto tentato di disobbedire per amore dei poveri. Ma preferì obbedire alla Chiesa perché Essa sola dona la fede e ha parole di vita eterna. Quando il Cardinale di Madrid ritornò dal Concilio, volle conoscere questa esperienza in mezzo ai poveri e la sostenne con fermezza. Chi sceglie la carne non ha futuro, perché solo lo Spirito da vita.

 

Prima Lettura   At 9, 31-42
La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.

venerdì 23 aprile 2021

IL CASO DELL'EUNUCO DELLA REGINA CANDACE. / giovedì III sett. Pasqua

 

Filippo e l'eunuco etiope.

“Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?”

Il Signore porta Filippo da uno sconosciuto che egli battezza dopo un solo colloquio. Perché, quindi, crearsi problemi per battezzare chiunque lo desidera o qualunque bambino su richiesta dei suoi genitori? Tutte queste preparazioni non sono forse esagerate, per non parlare poi di catecumenato?

Ci sono dei percorsi particolari che Dio apre, accompagnandoli con dei segni manifesti. Negli altri casi, dobbiamo seguire i percorsi normali che la prudenza ispirata dallo stesso Spirito Santo impone. È come per i medici: quasi tutti hanno visto guarigioni miracolose,  o comunque eccezionali che vanno ben oltre i protocolli sanitari. Ma cosa dire di un medico che dopo che un paziente sia guarito di tumore dopo aver preso una compressa di aspirina, trattasse tutti i tumori dando solo un'aspirina? Nel caso dell’eunuco della Regina Candace un angelo del Signore manda Filippo su una strada precisa, lo Spirito Santo gli indica  il carro da avvicinare, poi lo porta via miracolosamente …  Non tutti i giorni succedono cose del genere.

Ma soprattutto ci sono elementi normali inseriti anche in questo contesto eccezionale, perché  il processo di evangelizzazione ha una struttura che non si può trascurare senza vanificare tutto.

Questo sconosciuto è già un credente. Dall’Etiopia è venuto fino a Gerusalemme (più di 3500 km: due mesi di viaggio solo andata col suo carro!). Il motivo del suo pellegrinaggio era di adorare Dio nel Tempio. Nel viaggio di ritorno legge la Scrittura! Non sono elementi comuni tra chi desidera far battezzare i suoi bambini o avvicinarsi ai sacramenti.

Quest’uomo non presume di poter interpretare da solo la Scrittura ma chiede l’aiuto della Chiesa (2 Pt. 1:20 “Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione”). Egli si rispecchia nella Scrittura: è un eunuco, cerca di sapere di chi parla il profeta perché anche a lui è stato negata la giustizia, procurandogli una profonda umiliazione come un agnello senza difesa portato al macello. Infatti anche a lui è stata recisa la vita, non potrà avere una famiglia e una discendenza. L’Annuncio di Gesù Cristo crocifisso e risorto non è per lui una curiosità, o qualcosa da sapere, ma è vita, è la giustificazione della sua esistenza che finora, malgrado la posizione agiata, non aveva senso. La sua vita diventa giusta solo in Cristo, ed egli crede con tutto il cuore, si tuffa davvero nella Via nuova e vivente che Gesù ha inaugurato nella sua carne per tutti gli uomini (Eb 10:20; vedi anche Eb 9,8).

Ricerca del senso della vita, fede nel Dio unico, confronto con la Scrittura senza la pretesa di comprendere da solo ma accogliendo l’insegnamento della Chiesa, apertura del cuore per rispecchiarsi intimamente nella Parola di Dio, annuncio della Buona Notizia, conversione e atto di fede in Gesù Cristo unico capace di rendere giusta la mia vita per obbedirgli d’ora in poi come Signore, seguendo la sua Via. Se si trovano questi elementi in qualcuno, è ovvio che può essere battezzato, immerso sacramentalmente in Cristo!

 

Prima Lettura    At 8, 26-40
Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?

giovedì 22 aprile 2021

GIORNATA DELLA TERRA: BIODIVERSITA'.

 

Polly sulla scrivania.

Misurando le staffe. Il tubo
con il tappo arancione contiene le larve. 



In posizione sul muro. Buona primavera piccole api!

Oggi è la 51ma “Giornata della Terra”. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative per questo evento. La verità è che ogni anno ci sono tante giornate dedicate a questo o a quel problema. Senz’altro ogni argomento, gruppo umano o situazione messo in luce ha la sua importanza. Di Terra però ne abbiamo una sola ed è la base, il supporto di tutto il vivente e quindi ingloba in qualche modo tutte le altre situazioni particolari. Per esempio la nostra stessa sopravvivenza come specie umana dipende dalla biodiversità che costituisce un intreccio equilibrato di scambi benefici tra specie diverse e con l’ambiente fisico. Per non parlare della desolazione spirituale che produce ogni distruzione colpevole della vita e delle risorse terrestri. E senza lo spirito la nostra vita perde senso ed energia.

mercoledì 21 aprile 2021

FUGGIRE O RESTARE? EVANGELIZZARE SEMPRE. / mercoledì III sett. Pasqua

 


L’uccisione di Stefano segna l’inizio di una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme che disperde i cristiani. Essi, pieni di Spirito Santo, non smettono di evangelizzare anche se non sfidano la persecuzione. I cristiani non sono provocatori fanatici, ma sanno che l’annuncio di Cristo è vitale. Se Cristo ha fatto loro dono della fede è per salvarli ma anche per costituirli missionari della Buona Notizia. Le due cose non possono essere separate. E Gesù li accompagna in quest'opera con segni e prodigi.

Il male, Satana, si combatte con l’evangelizzazione.

Troppi vivono la loro fede così: Gesù è il Signore, sta in cielo, mi ha promesso il paradiso se mi comporto bene, se porto con pazienza la mia croce (siamo nati per soffrire, non si può avere tutto, Cristo ha sofferto tanto, quindi anch’io devo soffrire). Questa vita è bella anche se non riempie il mio desiderio di felicità, solo in paradiso ci sarà felicità piena, ma posso migliorare la mia vita qui con la preghiera che permette di ottenere le grazie. Gesù, la Madonna, i santi, fanno le grazie. Quando non ottengo quelle che desidero è perché ho chiesto cose troppo grandi, oppure ho pregato poco, oppure male, o non meritavo.

Pochi vivono con la consapevolezza che Cristo è qui, con noi, in questa vita terrena, e che in Lui abbiamo ricevuto tutto, ma che abbiamo ancora una mentalità, degli obiettivi, contrari al vero bene. Eppure questo è il punto di partenza. Al giudizio sulla loro vita da parte di un Dio misericordioso ma che non dà certezza sull’esito del giudizio, al paradiso e all’inferno, alla risurrezione dei morti alla fine dei tempi, credono anche i musulmani. Quello che risuona per loro come una novità assoluta è la risurrezione oggi, partecipata ai credenti fin da adesso, è un Dio che non è solo giudice ma avvocato dell’uomo che libera dal giudizio. Ti lascerai guidare da Cristo in questa giornata? Sarai attento/a ai segni della sua presenza nella tua vita?

Bisogna imparare a credere. È un cammino. Santa Teresina lo esprime in questo modo: “Il Tuo Amore è cresciuto con me”. Purtroppo ci sono troppe persone ingannate che “hanno tanto fede!” poi la “perdono” nelle prove.

 

Prima Lettura    At 8, 1-8
Andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

martedì 20 aprile 2021

IL DISCORSO DI SANTO STEFANO ERA SBAGLIATO? / martedì III sett. Pasqua

 


Il rivolgersi di Stefano a tutto il popolo, agli anziani e agli scribi, è poco “politicamente corretto”. Se l’hanno ucciso non è perché “se l’è un po’ cercato”? Non poteva avere un atteggiamento più conciliante? Non ha mancato di carità? Tratta tutti di “sklerotrakeloi” duri di cervice, orgogliosi che non si vogliono piegare. Per Stefano sono peggio dei “cani e porci” pagani non circoncisi, anche se sono circoncisi nella carne. Infatti, pur essendo ebrei,  rifiutano la grazia di Dio, sono stati coloro che hanno tradito il giusto promesso. Comprendiamo quindi che Stefano non insulta gratuitamente ma ricorda fatti concreti. Però è evidente che tali invettive non fanno piacere! Anzi Stefano poteva prevedere una forte reazione, come avvenne. Non c'è poi forse contraddizione tra il tono del suo discorso e l’ultima sua frase: «Signore, non imputare loro questo peccato»?

Ogni santo ha un carattere, e nessuno deve imitare l’altro umanamente, ma lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, secondo il proprio carattere ma anche secondo le varie circostanze. Ora l’ultima frase di Stefano è perfettamente coerente con il suo discorso precedente. Egli doveva scuotere le coscienze, come Pietro a Pentecoste: “voi l’avete crocifisso!”, tanto più che sono già passate settimane da quel giorno, molte conversioni sono avvenute e anche molti segni. Quindi l’indurimento di chi resiste è più grave. Il discorso di Stefano è una misericordia per la conversione di queste persone ed egli  non può che invocare ancora la misericordia su di loro al momento di morire.

Oggi che dobbiamo fare? Come allora, come sempre, ci dobbiamo lasciar guidare dallo Spirito Santo che vuole parlare per mezzo nostro in modo adatto alle persone e alle situazioni particolari. La situazione generale di confusione, di scandali nella Chiesa lungo i secoli, ci orienta ad avere un atteggiamento generale di mitezza e pazienza. I “cristiani” che abbiamo davanti non sono stati formati, forse sono stati educati in una religiosità che è l’opposto della Buona Notizia, la voce della Chiesa non gli arriva direttamente ma sono sommersi da altre notizie, e quando le notizie riguardano la Chiesa, per lo più sono incomplete, travisate, quando non proprio false. Ma la chiarezza deve essere sempre presente, e, lo Spirito Santo può anche ispirare atteggiamenti di fermezza. È sempre Lui che conosce i cuori e i disegni di Dio. Come lo riconoscerò? senza la preghiera le mie parole saranno solo umane. Se è lo Spirito che mi guida mi metterà nel cuore la volontà di non staccarmi dall’amore di Dio e di “morire” per le persone che ammonisco. Se il discorso di Stefano fosse stato frutto della collera, non avrebbe invocato la misericordia per i suoi uccisori, ma li avrebbe maledetti.

 

Prima Lettura    At 7, 51- 8,1a
Signore Gesù, accogli il mio spirito.

lunedì 19 aprile 2021

GESU', UN SALVATORE CHE NON SALVA? / lunedì III sett. Pasqua

 

"Cercate il cibo che dura per la vita eterna".

L’ebraismo è molto abituato al dialogo, alla discussione, sulla Scrittura, su tutto. E quindi il fatto che alcuni vogliano uccidere Stefano per il suo annuncio sorprende. Infatti questa opposizione così risoluta mette in evidenza che la battaglia non è fondamentalmente tra uomini di opinioni diverse ma tra lo Spirito Santo e lo spirito del Nemico che chiude gli uomini all’Annuncio e li aizza contro i missionari e la Chiesa.

Nel Vangelo di oggi la gente costata che Gesù, pur non essendo salito in barca con i discepoli, ha attraversato lo stesso il mare, e prima di loro. Stupita, vorrebbe una spiegazione. Ma Gesù non accontenta la curiosità, va al cuore, opera per la salvezza degli uomini e quindi per la loro conversione. Meditiamo su questo e sulla superficialità di tante nostre conversazioni, anche "religiose". Gesù pone alla folla e a noi una domanda fondamentale. Quali sono le tue intenzioni profonde: conoscere Dio e abbandonare la tua vita a Lui o cercare delle grazie?

Visto che Gesù compie questi grandi segni, la gente vuole mettersi in regola con Dio e il suo Inviato e chiede quali opere Dio vuole veramente, quali osservanze, quali formule di preghiera. La risposta, oggi, sembra a molti troppo facile: Egli vuole solo che si creda in Gesù. Infatti è più facile nella misura in cui Gesù è un Pastore mite e paziente, infinitamente misericordioso e i discepoli di Gesù, di norma, soffrono di meno degli altri uomini. Ma il Cristianesimo non richiede una risposta superficiale. Purtroppo si cade spesso nell’equivoco su cosa significa credere. Credi in Gesù Cristo? -  Certamente, e che ci vuole? - Posso dire a un medico che ho molto fiducia in lui e non seguire la terapia che egli mi ha indicata? - Certamente no! - Allora perché non segui le indicazioni di Gesù? Ma forse ti senti sano, non ammalato, non bisognoso di conversione e di guarigione… 

Quanto abbiamo snaturato il Cristianesimo, facendolo scadere a quasi nulla. Dico di credere tanto in Qualcuno che non conosco, di cui non conosco il pensiero, le parole, gli esempi. Dico che Egli è la stessa Onnipotente Bontà, ma devo insistere, moltiplicare le preghiere, per strappargli le grazie di cui ho bisogno, senza nemmeno la certezza di ottenerle. Dico di credere in Qualcuno che ha cambiato la Storia ma io non lascio cambiare la mia storia né la mia mentalità. Dico di credere in Qualcuno che ha offerto la sua vita sulla croce per il perdono dei peccati ma io non ho peccati… Ti ritrovi in qualcuna di queste osservazioni? Evidentemente Gesù non è venuto per te. Non ti servirebbe a nulla. Di fatto "quel Gesù" in cui credi non ti salva.

 

Prima Lettura   At 6, 8-15
Non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui Stefano parlava.

FRATELLI TUTTI / 79 Ogni persona può essere un fermento efficace con il suo stile di vita quotidiano

 


231. Molte volte c’è un grande bisogno di negoziare e così sviluppare percorsi concreti per la pace. Tuttavia, i processi effettivi di una pace duratura sono anzitutto trasformazioni artigianali operate dai popoli, in cui ogni persona può essere un fermento efficace con il suo stile di vita quotidiana. Le grandi trasformazioni non si costruiscono alla scrivania o nello studio. Dunque, «ognuno svolge un ruolo fondamentale, in un unico progetto creativo, per scrivere una nuova pagina di storia, una pagina piena di speranza, piena di pace, piena di riconciliazione».[216] C’è una “architettura” della pace, nella quale intervengono le varie istituzioni della società, ciascuna secondo la propria competenza, però c’è anche un “artigianato” della pace che ci coinvolge tutti. A partire da diversi processi di pace che si sviluppano in vari luoghi del mondo, «abbiamo imparato che queste vie di pacificazione, di primato della ragione sulla vendetta, di delicata armonia tra la politica e il diritto, non possono ovviare ai percorsi della gente. Non è sufficiente il disegno di quadri normativi e accordi istituzionali tra gruppi politici o economici di buona volontà. […] Inoltre, è sempre prezioso inserire nei nostri processi di pace l’esperienza di settori che, in molte occasioni, sono stati resi invisibili, affinché siano proprio le comunità a colorare i processi di memoria collettiva».[217]

FRATELLI TUTTI / 78 L'architettura e l'artigianato della pace.

 


L’architettura e l’artigianato della pace

228. Il percorso verso la pace non richiede di omogeneizzare la società, ma sicuramente ci permette di lavorare insieme. Può unire molti nel perseguire ricerche congiunte in cui tutti traggono profitto. Di fronte a un determinato obiettivo condiviso, si potranno offrire diverse proposte tecniche, varie esperienze, e lavorare per il bene comune. Occorre cercare di identificare bene i problemi che una società attraversa per accettare che esistano diversi modi di guardare le difficoltà e di risolverle. Il cammino verso una migliore convivenza chiede sempre di riconoscere la possibilità che l’altro apporti una prospettiva legittima – almeno in parte –, qualcosa che si possa rivalutare, anche quando possa essersi sbagliato o aver agito male. Infatti, «l’altro non va mai rinchiuso in ciò che ha potuto dire o fare, ma va considerato per la promessa che porta in sé»,[212] promessa che lascia sempre uno spiraglio di speranza.

229. Come hanno insegnato i Vescovi del Sudafrica, la vera riconciliazione si raggiunge in maniera proattiva, «formando una nuova società basata sul servizio agli altri, più che sul desiderio di dominare; una società basata sul condividere con altri ciò che si possiede, più che sulla lotta egoistica di ciascuno per la maggior ricchezza possibile; una società in cui il valore di stare insieme come esseri umani è senz’altro più importante di qualsiasi gruppo minore, sia esso la famiglia, la nazione, l’etnia o la cultura».[213] I Vescovi della Corea del Sud  hanno segnalato che un’autentica pace «si può ottenere solo quando lottiamo per la giustizia attraverso il dialogo, perseguendo la riconciliazione e lo sviluppo reciproco».[214]

FRATELLI TUTTI / 77 Percorsi di un nuovo incontro

 



CAPITOLO SETTIMO

PERCORSI DI UN NUOVO INCONTRO

225. In molte parti del mondo occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia.

Ricominciare dalla verità

226. Nuovo incontro non significa tornare a un momento precedente ai conflitti. Col tempo tutti siamo cambiati. Il dolore e le contrapposizioni ci hanno trasformato. Inoltre, non c’è più spazio per diplomazie vuote, per dissimulazioni, discorsi doppi, occultamenti, buone maniere che nascondono la realtà. Quanti si sono confrontati duramente si parlano a partire dalla verità, chiara e nuda. Hanno bisogno di imparare ad esercitare una memoria penitenziale, capace di assumere il passato per liberare il futuro dalle proprie insoddisfazioni, confusioni e proiezioni. Solo dalla verità storica dei fatti potranno nascere lo sforzo perseverante e duraturo di comprendersi a vicenda e di tentare una nuova sintesi per il bene di tutti. La realtà è che «il processo di pace è quindi un impegno che dura nel tempo. È un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta».[209] Come hanno affermato i Vescovi del Congo a proposito di un conflitto che si ripete, «gli accordi di pace sulla carta non saranno mai sufficienti. Occorrerà andare più lontano, includendo l’esigenza di verità sulle origini di questa crisi ricorrente. Il popolo ha il diritto di sapere che cosa è successo».[210]

domenica 18 aprile 2021

PERCHE' GESU' RISORTO NON SI MOSTRA PIU' COME FECE AGLI APOSTOLI? / III Dom di Pasqua

 


Mentre i discepoli di Emmaus raccontano come l’hanno incontrato e riconosciuto, Gesù stesso appare in mezzo a loro ma essi stentano a credere.  E tu, credi?

Gesù è veramente risorto dai morti. Le anime dei nostri cari morti nella fede vivono felici in comunione con Dio ma senza il corpo. Gesù invece si è rialzato nel suo corpo glorificato. È lo stesso corpo nato da Maria e attraverso il quale ha annunciato la venuta del Regno di Dio, risanato i bisognosi, e soprattutto ha sofferto il supplizio della croce fino a morirne. Nelle prime apparizioni Gesù dà molte prove della sua vittoria totale sulla morte nel suo corpo glorificato, perché è fondamentale per la nostra fede. Lo Spirito creatore della materia non la abbandona. Il Verbo di Dio non la disprezza una volta concluso il suo abbassamento nella nostra condizione umana ma la esalta e la glorifica nella risurrezione, conservando nella sua carne i segni dell’amore estremo: quelli della crocifissione.

Questa verità ha costruito una civiltà veramente adatta alla natura umana – quella cristiana – e ancora oggi può farlo se diamo credito alla vittoria di Cristo. Ma credi veramente? Credi che oggi, in questa assemblea, Cristo è presente allo stesso modo in cui lo fu quella sera di Pasqua?  Ma io non vedo, non tocco la sua carne e le sue ossa come fecero i discepoli! Santa Teresa d’Avila ragionando su quanto sarebbe stato bello vivere al tempo di Gesù, camminare con lui, condividere la vita quotidiana e ascoltare la sua viva voce, ecc., conclude che mentre i discepoli si chiedevano chi fosse costui al quale obbedivano il vento e il mare, non capivano cosa significasse mangiare suo corpo e bere il suo sangue e soprattutto brancolarono nel buio al momento della crocifissione, lei aveva molto più chiaro il senso della sua vita e del suo Mistero Pasquale, confermato da quindici secoli di Cristianesimo vissuto, specialmente dai santi, e viveva realmente con lui attraverso la fede e i sacramenti, sotto la guida della Chiesa.

Ma cosa può impedire la fede, il giocarci la vita sulla risurrezione di Cristo? Il Vangelo di oggi indica da una parte la paura. Se Maria a Nazareth si fosse lasciata dominare dal suo turbamento, non avrebbe mai dato credito al messaggio dell’angelo. Dall’altra parte la gioia. Ci sorprende che un sentimento così positivo possa essere di ostacolo. Forse siamo incapaci di accogliere con semplicità la gioia!? Ma, in ogni caso, le emozioni sensibili non sono la vita profonda dell’anima dove si radica la fede, l’incontro con Dio. Troppo attaccamento all’esteriorità, alle emozioni, alla nostra sensibilità, sono un ostacolo maggiore alla vita di fede che si appoggia sul REALE.

Invece, al contrario ci aiuta la testimonianza delle Scritture. Tutta la Scrittura è Cristo e Gesù ha compiuto le promesse di Dio. Ogni Parola è ispirata, utile per istruire, edificare, … Ma bisogna avere lo Spirito Santo per comprenderla. Gesù dà questo Spirito ai suoi discepoli, per poter testimoniare la risurrezione e cambiare la Storia.

 

Prima Lettura  At 3, 13-15. 17-19
Avete ucciso l'autore della vita: ma Dio l'ha risuscitato dai morti.

FRATELLI TUTTI / 76 Recuperare la gentilezza





 

Recuperare la gentilezza

222. L’individualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillità. Dunque si finisce per trattarli come fastidi e l’aggressività aumenta. Ciò si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del “si salvi chi può”. Tuttavia, è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità.

223. San Paolo menzionava un frutto dello Spirito Santo con la parola greca chrestotes (Gal 5,22), che esprime uno stato d’animo non aspro, rude, duro, ma benigno, soave, che sostiene e conforta. La persona che possiede questa qualità aiuta gli altri affinché la loro esistenza sia più sopportabile, soprattutto quando portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle angosce. È un modo di trattare gli altri che si manifesta in diverse forme: come gentilezza nel tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano», invece di «parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano».[208]

224. La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici. Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire “permesso”, “scusa”, “grazie”. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, è capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della gentilezza non è un particolare secondario né un atteggiamento superficiale o borghese. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una società trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti.

[208] Esort. ap. postsin. Amoris laetitia (19 marzo 2016), 100: AAS 108 (2016), 351.