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sabato 31 dicembre 2022

GRAZIE PAPA RATZINGER!

 


Papa Benedetto da Cardinale aveva come motto “cooperatores veritatis” “cooperatori della verità”. Questa espressione fa riferimento alla terza lettera di san Giovanni al versetto 8. Parlando di fratelli che hanno lasciato tutto per portare la Buona Notizia nel mondo, dice che “Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità”, “ut cooperatores simus veritatis” secondo la Vulgata latina.

Da bambino avevo l’immagine della Chiesa primitiva come Chiesa dei martiri. Ci sono stati tanti martiri e ci sono ancora oggi (più che nei primi secoli secondo tutte le statistiche, purtroppo) perché il cristianesimo è vita, testimonianza con la propria vita e carne. Ma è innanzitutto Rivelazione di Dio, della sua volontà. Il Vangelo è vero. E deve essere preservato nella sua verità. Solo la verità è degna di diffusione. Nelle lettere degli apostoli, compresa l’Apocalisse, il termine “verità” appare 69 volte. A parte qualche occasione in cui l’autore della lettera rafforza la sua affermazione (“dico la verità”) le altre volte si riferisce alla verità di Dio, al Vangelo che è verità, all’amore per la verità che può salvare, a chi resiste alla verità e la vuole soffocare…

Papa Benedetto mi ha fatto capire che accanto alla testimonianza del sangue, il cristianesimo si è diffuso innanzitutto pacificamente come “Religione vera” a differenza delle religioni pagane e i loro dèi che la gente cominciava chiaramente a percepire come miti inventati. E anch’io chiedo al Signore di essere “cooperator veritatis”, perché questa è una lotta: interna, cercare la verità, ed esterna imitando, anche se da molto lontano, il coraggio e la costanza di san Paolo e dell’umile lavoratore nella vigna del Signore: Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi”. (Gal 2:5) .

Grazie Papa Ratzinger per quanto hai fatto in questa tua vita luminosa.

venerdì 30 dicembre 2022

06 ITINERARI ... nn. 6-9 / A chi spetta questo compito?

 


Il matrimonio non è un punto di arrivo: è una vocazione, è un cammino di santità che abbraccia tutta la vita delle persone.

Sacramento dell’Ordine, consacrazione religiosa e sacramento del matrimonio meritano tutti la medesima cura, poiché il Signore chiama con la medesima intensità e con lo stesso amore uomini e donne ad una vocazione o all’altra.

« Non si può definire “preparazione al matrimonio” tre o quattro conferenze date in parrocchia. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un sacramento. Ma si deve preparare con un vero catecumenato »

 

A chi spetta questo compito

6.L’elaborazione di un itinerario di preparazione al matrimonio di tipo catecumenale e l’accompagnamento concreto delle coppie lungo questo percorso sono un compito che spetta a tutta la comunità ecclesiale, in un cammino condiviso tra sacerdoti, sposi cristiani, religiosi e operatori pastorali, che debbono collaborare fra loro e in accordo col proprio vescovo. Il matrimonio non è solo un fatto sociale, ma per i cristiani è un fatto “ecclesiale”. Dunque tutta la Chiesa, come corpo di Cristo, se ne fa carico e sente il bisogno di mettersi al servizio delle future famiglie.7

UN MIO EX CONFRATELLO SEGUE L'EX PRETE MINUTELLA / CHE BRUTTA FINE FRATELLO MIO!

 

Alessandro Minutella e fra' Celestino.

Ho saputo che un mio ex confratello, fra’ Celestino della Croce, sta attualmente in Veneto con il signor Alessandro Minutella ex prete della diocesi di Palermo ridotto allo stato laicale poi scomunicato, cioè non facendo più parte della Chiesa. Fra’ Celestino pure è oggetto da parte del suo vescovo (è incardinato nella diocesi di Patti in Sicilia) di una sospensione dal ministero (predicazione, celebrazione dei sacramenti) fino a ravvedimento, per sostenere pubblicamente le posizioni del Minutella. Malgrado questo, egli celebra la messa e confessa le persone che partecipano agli incontri con il Minutella. È sull’orlo di essere escluso dalla Chiesa! Che bruttissima fine per uno che ha cominciato con san Francesco! San Francesco è stato chiamato “Vir totus catholicus”, “Uomo tutto cattolico” perché in un tempo burrascoso con molti movimenti ereticali che contestavano la Chiesa volendola più evangelica, ha scelto in fedeltà al Vangelo di stare con la Chiesa e con Pietro, e raccomandava ai suoi frati di non ferire mai la comunione con essa, in particolare con il Papato. Questa raccomandazione si ritrova spesso nei suoi scritti, segno inequivocabile del suo essere preoccupato per il problema, molto diffuso allora. Li ritroviamo infatti nella Regola Non Bollata e nella Regola Bollata, nel Piccolo Testamento di Siena e in quello più ampio che redasse dopo.

mercoledì 28 dicembre 2022

NATALE, S. STEFANO, S. GIOVANNI, I SS INNOCENTI: CHE SENSO HA L'OTTAVA DI NATALE? / SS Innocenti, 28 dicembre 2022.

 


Che senso ha l’Ottava di Natale? Già gli ebrei festeggiavano alcune ricorrenze per otto giorni, ossia una fase completa della luna. E la prima Ottava è senz’altro quella della Pasqua che inizia col plenilunio: la notte senza tenebre. L’Ottava serve quindi ad estendere la gioia e la pienezza di una festa.

Ma quali indicazioni la Chiesa vuole darci attraverso la liturgia dell’Ottava di Natale? Nella Notte e nel Giorno di Natale abbiamo letture che raccontano i fatti successi a Betlemme. Ma già la sera c'è il Prologo di san Giovanni che parla del Logos, del Verbo fattosi carne. Molte letture durante l’Ottava non raccontano episodi della nascita e dell’infanzia di Gesù. Già il 26, si ricorda il primo credente ucciso per la sua fede in Cristo risorto, Messia e Signore, che lo imita fino a chiedere il perdono dei suoi persecutori. Poi ecco san Giovanni Evangelista con un Vangelo della risurrezione e la sua esperienza di incontro fisico con la Vita in Gesù Cristo. Oggi di nuovo una pagina di dolore con l’uccisione dei Santi Innocenti, una delle pagine difficili della Bibbia. Tutto questo per scarsità di testi disponibili?

Gesù è stato un uomo in tutto simile a noi tranne che nel peccato. Da neonato, suscita in noi i sentimenti che suscitano i neonati. Il suo abbassamento e anche la sua povertà appaiono amabili. I sentimenti verso l’umanità di Gesù sono legittimi e positivi per la nostra fede. San Francesco è un grande santo e cattolicissimo e al suo tempo si valorizzava molto l’umanità di Gesù. Non è dunque un caso se egli ha inventato il presepe. Ma la Chiesa vuole che non ci limitiamo al sentimento o peggio deriviamo verso il sentimentalismo che è una tentazione così forte e diffusa. Ecco perché ci presenta il mistero pasquale completo subito. Cristo è venuto per salvarci e Dio lo ha reso possibile mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne,” (Rm 8,3).

L’episodio dei Santi Innocenti afferma che l’Incarnazione e la Missione salvatrice di Gesù si estende anche a tutto il dolore innocente, è capace di portare ogni aspetto della condizione umana, proprio "condannando il peccato nella carne!" Comprendiamo che senza attingere continuamente a Lui che è la Sorgente, il Salvatore e il Signore non siamo capaci di vincere il male, ma che, dal momento che c'è Lui, la nostra responsabilità si accresce assieme al nostro potere per rendere questo mondo più abitabile. Ma diceva qualcuno dopo l’attentato alle torre gemelli dell’11 settembre 2001: tante persone nel mondo amano sinceramente la pace, poche sono pronte ad impegnarsi per la pace. Da quale parte sono io?

 

Prima Lettura  1 Gv 1,5-2,2
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

lunedì 26 dicembre 2022

05 ITINERARI CATECUMENALI nn. 4-5 / I. INDICAZIONI GENERALI. Perché un catecumenato


Nella Chiesa antica – secondo la comune convinzione dei Padri – un chiaro orientamento cristiano di vita doveva precedere la celebrazione del sacramento.

INDICAZIONI GENERALI

Perché un catecumenato

4.L’idea di costruire degli itinerari catecumenali per il matrimonio non è nuova nella riflessione ecclesiale.1 Dopo i due Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015, papa Francesco l’ha proposta a più riprese nel suo magistero ordinario ed essa ha gradualmente preso forma nella sua riflessione pastorale, disegnando le linee di rinnovati percorsi di accompagnamento al matrimonio.2

5.Nella Chiesa antica – secondo la comune convinzione dei Padri – un chiaro orientamento cristiano di vita doveva precedere la celebrazione del sacramento. « Prima bisogna diventare discepoli del Signore e poi essere ammessi al santo Battesimo », afferma San Basilio.3

Segni certi del nuovo orientamento di vita erano la fede e la conversione. Il catecumenato antico era, infatti, il tempo nel quale si formavano i candidati al Battesimo, alimentando in loro la fede e incoraggiandoli alla conversione. La fede apriva il cuore e la mente a Dio e all’opera di salvezza di Gesù Cristo, la conversione mirava a correggere comportamenti, abitudini, prassi di vita incompatibili con la nuova esistenza cristiana che i catecumeni stavano per abbracciare.

In modo analogo a quanto avveniva per il Battesimo nella Chiesa antica, una formazione alla fede e un accompagnamento nell’acquisizione di uno stile di vita cristiano, specificamente rivolti alle coppie, sarebbero di grande aiuto, oggi, in vista della celebrazione del matrimonio. 4 Il catecumenato, infatti, può ispirare in ogni epoca nuovi cammini di rinnovamento della fede perché propone uno stile di accompagnamento delle persone – pedagogico, graduale, ritualizzato – che conserva sempre la sua efficacia. Il catecumenato matrimoniale, nello specifico, non intende essere una mera catechesi, né trasmettere una dottrina. Esso mira a far risuonare tra i coniugi il mistero della grazia sacramentale, che appartiene loro in virtù del sacramento: far vivere la presenza di Cristo con loro e tra loro.5 Per questo è necessario, nei confronti di coloro che intendono sposarsi, superare lo stile di sola formazione intellettuale, teorica e generale (alfabetizzazione religiosa). È necessario percorrere con loro la strada che li conduca ad avere un incontro con Cristo, o ad approfondire questo rapporto, e a fare un autentico discernimento della propria vocazione nuziale, sia a livello personale che di coppia.6

04 ITINERARI CATECUMENALI ... / PREMESSA nn. 1-3

 Il Santo Padre Francesco ha espresso in diverse occasioni la sua sollecitudine in seno alla Chiesa per una migliore e più approfondita preparazione al matrimonio delle giovani coppie, insistendo sulla necessità ...


PREMESSA

La proposta del Santo Padre Francesco di un “catecumenato matrimoniale”

1. Il Santo Padre Francesco ha espresso in diverse oc­casioni la sua sollecitudine in seno alla Chiesa per una mi­gliore e più approfondita preparazione al matrimonio del­le giovani coppie, insistendo sulla necessità di un itinerario relativamente ampio, ispirato al catecumenato battesimale, che permetta loro di vivere più consapevolmente il sacra­mento del matrimonio, a partire da un’esperienza di fede e di incontro con Gesù.1

2.Il presente documento, riprendendo quanto già esposto sul medesimo tema in un documento dell’allo­ra Pontificio Consiglio per la Famiglia,2 vuole essere una risposta a questa preoccupazione del Santo Padre e un aiuto alle Chiese particolari nel pensare o ripensare i loro itinerari di preparazione al sacramento del matrimonio e di accompagnamento dei primi anni di vita matrimoniale. Questi “orientamenti pastorali” non vanno intesi, perciò, come un “corso pre-matrimoniale” strutturato e completo, nella forma e nei contenuti, già pronto per essere usato nel­la pastorale ordinaria. Lo scopo, invece, è quello di esporre alcuni principi generali e una proposta pastorale concreta e complessiva, che ogni Chiesa locale è invitata a prendere in considerazione nell’elaborazione di un proprio itinerario catecumenale per la vita matrimoniale, rispondendo così in modo creativo all’appello del Papa.3

3. La situazione attuale richiede un rinnovato impegno pastorale per rinforzare la preparazione al sacramento del matrimonio nelle diocesi/eparchie e nelle parrocchie di tutti i continenti. Il numero sempre più ridotto di persone che in generale si sposano, ma anche e soprattutto la breve durata dei matrimoni anche sacramentali, così come il pro­blema della validità dei matrimoni celebrati, costituiscono una sfida urgente, che mette in gioco la realizzazione e la felicità di tanti fedeli laici nel mondo. All’origine di molte difficoltà che si trovano a vivere le famiglie c’è un’evidente fragilità del matrimonio, causata a sua volta da una serie di fattori quali: la mentalità edonista che distorce la bel­lezza e la profondità della sessualità umana, l’autoreferenzialità che rende difficile l’assunzione degli impegni della vita matrimoniale, una limitata comprensione del dono del sacramento nuziale, del significato dell’amore sponsale e del suo essere un’autentica vocazione, ossia una risposta alla chiamata di Dio all’uomo e alla donna che decidono di sposarsi, etc. La premura che la Chiesa-madre sente nei confronti di questi suoi figli, bisognosi di aiuto e di guida, deve spingere a investire nuove energie a favore delle cop­pie « perché la loro esperienza di amore possa diventare un sacramento, un segno efficace della salvezza ».4

domenica 25 dicembre 2022

DIO SI INCARNA, DIO SI RIVELA / Natale 2022.

 


Non si poteva inventare un Dio così. È la riflessione del vescovo di Parigi. La condivido pienamente. Ricordo in un film, un ragazzo si confessa per compiacere la fidanzata credente ma ha molti dubbi. Dio non si vede. È un’invenzione degli uomini. E il prete gli dice: “Guarda gli dèi nell’antichità. Chi poteva inventare il Dio di Gesù Cristo, il Dio che si incarna nella nostra condizione umana portandoci tutta la sua divinità”. Era già il grido di gioia degli ebrei: Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?” (Deuteronomio 4,7). Quanto più noi gustiamo questa gioia con l’incarnazione del Verbo, con Gesù, che nel mistero della sua nascita bambino ci sottolinea come egli è in tutto uguale a noi, tranne che nel peccato. Non è un grido di superiorità ma di gratitudine che diventa servizio a tutta l’umanità essendo suoi testimoni. La nascita di Gesù sottolinea la completezza dell’incarnazione del Verbo, fin dal concepimento, in ogni istante e dimensione di una vita umana che nasce e cresce, senza escludere nulla. Assumendo tutta la nostra condizione umana, Gesù la redime totalmente e la nobilita in tutti i suoi aspetti. Tu vali, tu sei figlio di Dio.

Ma chi è Dio? Dio, nessuno lo ha mai visto”! (Giovanni 1,18).

Questo era vero prima della venuta di Gesù. E per questo motivo ci sono tanti dèi diversi nel paganesimo ma nessuno che sia come Gesù Cristo. E anche gli idoli che gli uomini di oggi inventano e servono sono diversi da Gesù Cristo che è “il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.”

Noi conosciamo Dio perché Gesù èimmagine del Dio invisibile” (Col 1,15) , “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza”, (Ebrei 1,3). Gesù afferma nell’Ultima Cena: “Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?” (Gv 14,9). Paolo prega perché i Colossesi camminino “crescendo nella conoscenza di Dio” (Col 1,10). Se tu desideri conoscere Dio, rallegrati. Si è rivelato pienamente in Gesù Cristo e vive con te, si fa tuo compagno di viaggio. Ma la domanda rimane: hai un desiderio autentico di conoscere Dio?

 

Prima Lettura  Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio
 

venerdì 23 dicembre 2022

SANTO E GIOIOSO NATALE!

 




Faccio mia la riflessione e gli auguri del vescovo di Parigi Mons. Laurent Ulrich, tratti da una sua recente intervista.

– In questa società abituata alle feste ma, allo stesso tempo, abbastanza indifferente alle questioni religiose in genere, spero che i parigini che vogliono celebrare il Natale in verità prendano il tempo di soffermarsi sul significato profondo di ciò che è il mistero della Natività , di stupirsi che Dio abbia scelto di venire in mezzo a noi. È qualcosa che non dovrebbe lasciarci indifferenti: Dio decide che, attraverso suo Figlio, non rimarrà invisibile ai nostri occhi, ma entrerà nella nostra vita, abbracciando le difficoltà, le sofferenze e le gioie umane. Non avremmo potuto inventarlo! Dio lo fa e si fa riconoscere come uomo. È una meraviglia, e mi auguro che i cristiani se ne meraviglino e ne siano profondamente gioiosi!


texte original en français L. U. – Dans cette société habituée aux fêtes mais, en même temps, assez indifférente aux questions religieuses de façon générale, je souhaite que les Parisiens qui veulent célébrer Noël en vérité prennent le temps de s’arrêter sur le sens profond de ce qu’est le mystère de la Nativité, de s’étonner de ce que Dieu ait choisi de venir au milieu de nous. C’est quelque chose qui ne devrait pas nous laisser indifférent : Dieu décide que par son Fils, il ne va pas rester invisible à nos yeux, mais se mêler à nous en embrassant les difficultés, les souffrances et les joies humaines. On n’aurait pas pu l’inventer ! Dieu le fait et se fait reconnaître comme homme. C’est une merveille, et je souhaite que les chrétiens s’en émerveillent et en soient profondément joyeux !

Propos recueillis pour Paris Notre Dame par Charlotte Reynaud


Con tutti i motivi di dolore e di tristezza che ci sono oggi, in particolare le guerre e le loro vittime: morti, feriti, sfollati, deportati, feriti nell’anima e negli affetti, ripartiamo dalla parola degli angeli rivolta ai Pastori: “vi annunciamo una grande gioia che sarà di tutto il popolo!”, ripartiamo da Gesù Cristo, venuto nella carne. Sta a noi ad attingere forza grazia e luce da lui e a renderlo presente nel mondo. Gioioso Natale del Signore a tutti voi!

giovedì 22 dicembre 2022

03 ITINERARI CATECUMENALI ... / PREFAZIONE DEL PAPA (fine)

"Faccio appello, perciò, alla docilità, allo zelo e alla creatività dei pastori della Chiesa e dei loro collaboratori, per rendere più efficace questa vitale e irrinunciabile opera di formazione, di annuncio e di accompagnamento delle famiglie, che lo Spirito Santo ci chiede di realizzare in que­sto momento". (Papa Francesco)

 


Perciò, per dare concretezza a questa urgente necessità, « ho raccomandato di attuare un vero catecumenato dei futuri nubendi, che includa tutte le tappe del cammino sacra­mentale: i tempi della preparazione al matrimonio, della sua celebrazione e degli anni immediatamente successivi » (Discorso ai partecipanti al corso sul processo matrimoniale, 25 febbraio 2017). È quello che si propone di fare il Documento che qui presento e di cui sono grato. Esso si articola secondo le tre fasi: la preparazione al matrimonio (remota, prossima e immediata); la celebrazione delle nozze; l’accompagnamento dei primi anni di vita coniugale. Come vedrete, si tratta di percorrere un importante tratto di strada insieme alle coppie nel cammino della loro vita, anche dopo le nozze, soprattutto quando potranno attraversare crisi e momenti di scoraggiamento. Così cercheremo di essere fedeli alla Chiesa, che è madre, maestra e compagna di viaggio, sempre al nostro fianco.

È mio vivo desiderio che a questo primo Documento ne segua quanto prima un altro, nel quale vengano indicati concrete modalità pastorali e possibili itinerari di accompagnamento specificamente dedicati a quelle coppie che hanno sperimentato il fallimento del loro matrimonio 10 e che vivono in una nuova unione o sono risposate civilmente. La Chiesa, infatti, vuole essere vicina a queste coppie e percorrere anche con loro la via caritatis (cfr. Amoris laetitia, 306), così che non si sentano abbandonate e pos­sano trovare nelle comunità luoghi accessibili e fraterni di accoglienza, di aiuto al discernimento e di partecipazione.

mercoledì 21 dicembre 2022

IO SONO DEL MIO DILETTO E IL MIO DILETTO E' MIO / 21 DICEMBRE 2022

 

Ecco il mio amato, viene,
saltando sui monti.

In previsione del loro Nuovo Anno secondo il calendario ebraico, gli ebrei si preparano durante l’ultimo mese elevando suppliche a Dio per l’anno a venire ma anche leggendo il cantico dei Cantici. Questo ultimo mese dell’anno si chiama “Elul” che gli ebrei interpretano come l’acronimo dell’espressione: Anì ledodì wedodì lì (לי ודודי לדודי אני) le cui rispettive iniziali formano appunto לולא ("Elul"). Questa espressione è un versetto del Cantico, in italiano : "Io sono del mio diletto, e il mio diletto è mio" (Ct 6,3). Qualcuno sarà sorpreso di non trovare corrispondenza esatta (A/E; u/w) ma è tutto giusto per ragioni grammaticali e fonetiche. Concentriamoci sul bellissimo significato: il mese che conclude l’anno e in cui chiedo a Dio di soccorrermi è il mese in cui Egli si avvicina con amore ai suoi servi e figli come l’amato, il fidanzato. Si avvicina con potente grazia saltando come un cerbiatto sopra le montagne dei miei peccati. Montagne che, per avvicinarmi io a lui, avrei avuto bisogno di più vite di sforzi per scavalcarle. Ecco l’amore di Dio. Ecco Dio che si fa prossimo all’uomo rivestendo la sua carne, la sua condizione umana.  

Dio che si unisce totalmente a chi lo accoglie, che diventa suo bambino. Maria è Uno con Gesù e un suo semplice saluto come nella visita a Elisabetta diventa presenza di Dio che rallegra nel profondo, illumina, santifica. Il frutto è la gioia che contrassegna in particolare il Vangelo di Luca. Ma questa gioia è presente in tutta la Bibbia e corre con la diffusione della Buona Notizia della Risurrezione.

Accogliamo Maria per accogliere Gesù, e accogliamo direttamente Gesù secondo il suo desiderio profondo di salvarci nel suo amore.

Proclamare queste letture per un funerale come ho fatto questa mattina è un grande aiuto per illuminare il mistero della morte.

 

Prima Lettura   Ct 2, 8-14
Ecco, l’amato mio viene saltando per i monti.

12 DISCERNIMENTO: LA VIGILANZA


PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 14 dicembre 2022

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Catechesi sul Discernimento. 12. La vigilanza

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Entriamo ormai nella fase finale di questo percorso di catechesi sul discernimento. Siamo partiti dall’esempio di Sant’Ignazio di Loyola; abbiamo poi considerato gli elementi del discernimento – cioè la preghiera, il conoscere sé stessi, il desiderio e il “libro della vita” –; ci siamo soffermati sulla desolazione e la consolazione, che ne formano la “materia”; e quindi siamo giunti alla conferma della scelta fatta.

Ritengo necessario inserire a questo punto il richiamo a un atteggiamento essenziale affinché tutto il lavoro fatto per discernere il meglio e prendere la buona decisione non vada perduto, e questo sarebbe l’atteggiamento della vigilanza. Noi abbiamo fatto il discernimento, consolazione e desolazione; abbiamo scelto una cosa…tutto va bene, ma adesso vigilare: l’atteggiamento della vigilanza. Perché in effetti il rischio c’è, come abbiamo sentito nel brano del Vangelo che è stato letto. Il rischio c’è, ed è che il “guastafeste”, cioè il Maligno, possa rovinare tutto, facendoci tornare al punto di partenza, anzi, in una condizione ancora peggiore. E questo succede, per questo bisogna stare attenti e vigilare. Ecco perché è indispensabile essere vigilanti. Pertanto oggi mi è sembrato opportuno mettere in risalto questo atteggiamento, di cui tutti abbiamo bisogno perché il processo di discernimento vada a buon fine e rimanga lì.

02 ITINERARI CATECUMENALI / PREFAZIONE DEL PAPA



DICASTERO PER I LAICI, LA FAMIGLIA E LA VITA

ITINERARI CATECUMENALI PER LA VITA MATRIMONIALE

Orientamenti pastorali per le Chiese particolari

 

PREFAZIONE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

« L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia » (Amoris laetitia, 1). Questa affermazione della relatio finalis del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia meritava di aprire l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia. Perché la Chiesa, in ogni epoca, è chiamata ad annunciare nuovamente, soprattutto ai giovani, la bellezza e l’abbondanza di grazia che sono racchiuse nel sacramento del matrimonio e nella vita familiare che da esso scaturi­sce. A cinque anni dalla sua pubblicazione, l’Anno “Famiglia Amoris laetitia” ha inteso rimettere al centro la famiglia, invitare a riflettere sui temi dell’Esortazione apostolica e animare tutta la Chiesa nell’impegno gioioso di evangelizzazione per le famiglie e con le famiglie.

Uno dei frutti di questo Anno speciale sono gli “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”, che ora ho il piacere di affidare ai pastori, ai coniugi e a tutti coloro che lavorano nella pastorale familiare. Si tratta di uno strumento pastorale preparato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita dando seguito a un’indicazione che ho espresso ripetutamente, cioè « la necessità di un “nuovo catecumenato” in preparazione al matrimonio »; infatti, « è urgente attuare concretamente quanto già proposto in Familiaris consortio (n. 66), che cioè, come per il Battesimo degli adulti il catecumenato è parte del processo sacramentale, così anche la preparazione al matrimonio diventi parte integrante di tutta la procedura sacramentale del matrimonio, come antidoto che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti » (Discorso alla Rota Romana, 21 gennaio 2017).8  

L'IMPORTANZA DELLA CONFESSIONE E DEL PERDONO NELLA CHIESA CATTOLICA / G. K. CHESTERTON

Chesterton con la moglie Frances sposata nel 1901.

«Quando la gente chiede a me o a qualsiasi altro: “
Perché vi siete uniti alla Chiesa di Roma?”, la prima risposta essenziale, anche se in parte incompleta, è: “Per liberarmi dai miei peccati”. Perché non v’è nessun altro sistema religioso che dichiari veramente di liberare la gente dai peccati. Ciò trova la sua conferma nella logica, spaventosa per molti, con la quale la Chiesa trae la conclusione che il peccato confessato, e pianto adeguatament
e, viene di fatto abolito, e che il peccatore comincia veramente di nuovo, come se non avesse mai peccato. […] Dio lo ha fatto veramente a Sua immagine. Egli è ora un nuovo esperimento del Creatore. È un esperimento nuovo tanto quanto lo era a soli cinque anni. Egli sta nella luce bianca dell’inizio pieno di dignità della vita di un uomo. L’accumularsi di tempo non può più spaventare. L’uomo può essere grigio e gottoso, ma è vecchio solo di cinque minuti. L’idea cioè di accettare le cose con gratitudine, e non di prenderle senza curarsene. Così il Sacramento della Penitenza dà una vita nuova, e riconcilia l’uomo con tutto ciò che vive: ma non lo fa come lo fanno gli ottimisti e i predicatori pagani della felicità. Il dono viene fatto ad un prezzo ed è condizionato alla confessione. Ho detto che questa religione, rozza e primitiva, di gratitudine, non mi salvò dall’ingratitudine del peccato, che per me è orribile al massimo grado, forse perché è ingratitudine. Ho trovato soltanto una religione che osasse scendere con me nella profondità di me stesso». (dall’Autobiografia di G. K. Chesterton 1874 – 1936; battezzato da bambino nella Chiesa anglicana si convertì nel 1922 al cattolicesimo).

Buon Natale.

LA TRADIZIONE E' LA FEDE VIVA DEI MORTI, IL TRADIZIONALISMO E' LA FEDE MORTA DEI VIVI / Intervista di Papa Francesco a ABC

 

L'albero con le sue radici è una buona immagine
della Tradizione cristiana: le radici sono le stesse,
i rami e il fogliame crescono e si rinnovano.

Le crea problema che alcune correnti storicamente più vicine alla Chiesa credano che non si dà la stessa attenzione alle questioni della dottrina?

L’attenzione si mantiene a lo stesso livello. A volte ci sono posizioni di fede immatura che non si sentono sicure e si legano a una cosa, si afferrano a ciò che si faceva prima. Il problema non è la tradizione. La Tradizione è la fonte di ispirazione. La Tradizione sono le nostre radici che ti fanno crescere e vanno avanti crescendo e ti fanno crescere in verticale. Il problema è quando si va indietro.

In che senso?

In italiano lo chiamo "indietrismo": “no, meglio stare come si faceva prima”, “è più sicuro”, “non rischiare”. Questo è andare indietro. E la Lettera agli Ebrei dice: “Noi non siamo gente che va indietro, ma avanti”. Questo è il peccato di andare indietro per sicurezza. E credo che è quello che succede nella Chiesa.

martedì 20 dicembre 2022

01 ITINERARI CATECUMENALI PER LA VITA MATRIMONIALE / INTRODUZIONE

 


Nel 1981, “Familiaris Consortio” chiedeva itinerari catecumenali per la preparazione al matrimonio. Sotto l’impulso di Papa Francesco che ha aperto questo tema fin dalla sua elezione, il 15 giugno scorso, come frutto dell’anno “Amoris Laetitia” e di varie esperienze concrete in alcune Diocesi, innanzitutto a Roma, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha pubblicato Orientamenti dal titolo “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”.

Dal 1981, non vedo parrocchie o diocesi che abbiano accolto integralmente l’invito di Papa Giovanni Paolo II tranne chi ha il Cammino Neocatecumenale. Ma anche questi ultimi “Orientamenti”, a mia conoscenza, non suscitano grande interesse. Eppure la famiglia è la base naturale della società umana e della Chiesa. Da essa dipende l’equilibrio e la trasmissione dei valori e il futuro stesso dell’Umanità e della Chiesa. E oggi è la realtà più attaccata. Ora, la pastorale comune di preparazione al matrimonio continua a produrre matrimoni nulli, oppure validi ma con sposi talmente impreparati da non essere capaci di superare le inevitabili prime crisi, per cui molti finiscono rapidamente con separazioni e divorzi e, col tempo, con nuove unioni. Papa Francesco trae anche un’altra conclusione: nei confronti dei fidanzati è un’ingiustizia non proporre loro una solida preparazione al matrimonio, come – aggiungo io – ogni parrocchia ha il dovere di giustizia verso tutti di proporre un catecumenato serio e profondo sia pre che post-battesimale. Non è normale che, come ancora domenica scorsa, un padrino dopo aver fatto l’incontro di preparazione al battesimo e celebrato il rito mi dica: “il mio compito è di prendermi cura del bambino (solo su un piano umano affettivo)!” Egli ha appena promesso qualche minuto prima di aiutare i genitori ad educarlo nella fede! Non è possibile che dopo aver preso l’impegno di educare il suo bambino nella fede, il padre dica: “la Cresima, vabbè, se vorrà” nel senso che, tutto sommato, la Cresima è facoltativa e la famiglia non deve influire sulla scelta del ragazzo.  Certamente non si costringe un figlio a fare la Cresima. Ma un padre che crede che il più grande tesoro che può dare è trasmettergli la fede non dice “vabbè” riguardo ai sacramenti. Dio dice di Abramo: Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso»(Gen. 18,19, vedi anche 17:9 ). Perché lo dimentichiamo?

lunedì 19 dicembre 2022

11 DISCERNIMENTO: LA CONFERMA DELLA BUONA SCELTA / Papa Francesco

 

Pellegrini sul Cammino di Santiago.

PAPA FRANCESCO

Aula Paolo VI
Mercoledì, 7 dicembre 2022

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Catechesi sul Discernimento11. La conferma della buona scelta

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel processo del discernimento, è importante rimanere attenti anche alla fase che immediatamente segue la decisione presa per cogliere i segni che la confermano oppure quelli che la smentiscono. Io devo prendere una decisione, faccio il discernimento, pro o contro, sentimenti, prego… poi finisce questo processo e prendo la decisione e poi viene quella parte in cui dobbiamo essere attenti, vedere. Perché nella vita ci sono decisioni che non sono buone e ci sono segni che la smentiscono invece le buone la confermano.

MARIA E GIUSEPPE: ATTRAVERSARE LA SOGLIA DELLA SPERANZA / IV Domenica di Avvento 2022.

 


Una frontiera è un limite ma anche una soglia che apre verso altro. Qui finisce il tuo territorio, la tua capacità, il tuo progetto, le tue relazioni sicure, la tua “comfort zone” come si dice; oltre, inizia il territorio di un altro popolo, di Dio, della grazia, di opportunità di una vita più grande, più ricca e migliore.

Dio vuole che usiamo le nostre capacità ma ci invita ad andare oltre, lì dove non siamo capaci ma dove ci guida e agisce la sua grazia. Acaz non vuole attraversare questa soglia e – può succedere anche a noi – riveste di religiosità il suo rifiutare l’aiuto del Signore!!! Ma questo non ferma il progetto di Dio. È lui che se ne esclude.

Maria e Giuseppe, hanno anche loro il loro progetto. Ma Dio sembra contraddirlo, anche se è santo. Giuseppe si vede tradito da Maria su un punto estremamente sensibile, eppure non pensa alla vendetta, alla collera, ma sentendosi escluso dalla storia di lei la vuole preservare quanto più possibile. C'è una immensa grandezza in questo atteggiamento, dove l'essere giusto diventa rispetto e misericordia. Ma Dio raccoglie il suo progetto e lo introduce nel suo: Maria è veramente la sua sposa e lui lo sposo, sarà lui a dare il nome al bambino e a renderlo figlio di Davide.

Cerchiamo quindi in questi giorni di preparazione al Natale di vedere quali soglie il Signore ci chiede di attraversare. Una soglia difficile è quella del perdono. Dal sito ANSA (Il Natale di Kiev senza luci e senza "perdono" - Cronaca - ANSA) apprendiamo che i vescovi ucraini (solo di Kiev?) hanno concordato di non parlare di perdono a Natale. Ci scandalizziamo? Guardiamo le nostre difficoltà a perdonare e a chiedere perdono in ambiente familiare, sociale, ecc., e dal nostro divano vorremmo giudicare chi soffre già da otto anni per l’aggressione al proprio paese, in particolare da dieci mesi con decine di migliaia di morti e 5 ondate successive di sfollati all’estero o all’interno del paese? Dice il vescovo latino di Kiev: “Abbiamo deciso di non parlare di perdono, non è il momento giusto per farlo. A nome di chi dovremmo offrire il perdono, di una donna che è stata stuprata? Di una mamma che ha visto ucciso il figlio al fronte e non sarà per questo alla tavola della festa ? A chi dovremmo dare il nostro perdono: a chi non lo ha mai chiesto?". "Si potrà cominciare a parlare di perdono, se vogliamo dare valore a questa parola e non farne una caricatura, solo quando sarà finita la guerra".

Una buona preparazione al Natale sarà di chiedere e offrire il perdono attorno a noi. Attraverso la comunione dei santi, aiuterà anche altri ad aprirsi alla misericordia di Dio.

 

Prima Lettura  Is 7, 10-14
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.