Una frontiera è un limite ma anche una soglia che apre verso altro. Qui
finisce il tuo territorio, la tua capacità, il tuo progetto, le tue relazioni
sicure, la tua “comfort zone” come si dice; oltre, inizia il territorio di un altro
popolo, di Dio, della grazia, di opportunità di una vita più grande, più ricca
e migliore.
Dio vuole che usiamo le nostre capacità ma ci invita ad andare oltre, lì
dove non siamo capaci ma dove ci guida e agisce la sua grazia. Acaz non vuole
attraversare questa soglia e – può succedere anche a noi – riveste di
religiosità il suo rifiutare l’aiuto del Signore!!! Ma questo non ferma il
progetto di Dio. È lui che se ne esclude.
Maria e Giuseppe, hanno anche loro il loro progetto. Ma Dio
sembra contraddirlo, anche se è santo. Giuseppe si vede tradito da Maria su un
punto estremamente sensibile, eppure non pensa alla vendetta, alla collera, ma sentendosi
escluso dalla storia di lei la vuole preservare quanto più possibile. C'è
una immensa grandezza in questo atteggiamento, dove l'essere giusto diventa rispetto e misericordia. Ma Dio raccoglie il suo progetto e lo introduce
nel suo: Maria è veramente la sua sposa e lui lo sposo, sarà lui a dare il nome al bambino e a renderlo figlio di Davide.
Cerchiamo quindi
in questi giorni di preparazione al Natale di vedere quali soglie il Signore ci
chiede di attraversare. Una soglia difficile è quella del perdono. Dal sito
ANSA (Il
Natale di Kiev senza luci e senza "perdono" - Cronaca - ANSA) apprendiamo che i vescovi ucraini (solo
di Kiev?) hanno concordato di non parlare di perdono a Natale. Ci scandalizziamo?
Guardiamo le nostre difficoltà a perdonare e a chiedere perdono in ambiente
familiare, sociale, ecc., e dal nostro divano vorremmo giudicare chi soffre già
da otto anni per l’aggressione al proprio paese, in particolare da dieci mesi
con decine di migliaia di morti e 5 ondate successive di sfollati all’estero o
all’interno del paese? Dice il vescovo latino di Kiev: “Abbiamo deciso di non parlare di perdono, non è il momento giusto per
farlo. A nome di chi dovremmo offrire il perdono, di una donna che è stata
stuprata? Di una mamma che ha visto ucciso il figlio al fronte e non sarà per questo
alla tavola della festa ? A chi dovremmo dare il nostro perdono: a chi non lo
ha mai chiesto?". "Si potrà cominciare a parlare di perdono, se
vogliamo dare valore a questa parola e non farne una caricatura, solo quando
sarà finita la guerra".
Una buona preparazione al Natale sarà di chiedere e offrire il perdono
attorno a noi. Attraverso la comunione dei santi, aiuterà anche altri ad
aprirsi alla misericordia di Dio.
Prima
Lettura Is 7, 10-14
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Dal libro del profeta Isaia
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 23
Ecco, viene il Signore, re della gloria.
Del Signore è la terra
e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il
monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà
benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Seconda Lettura Rm 1, 1-7
Gesù Cristo, dal seme di Davide, figlio di Dio.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il
vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre
Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la
carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in
virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di
lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza
della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche
voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e
santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore
Gesù Cristo!
Canto al Vangelo Mt 1,23
Alleluia, alleluia.
Ecco, la vergine concepirà e darà la luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele: «Dio con noi ».
Alleluia.
Vangelo Mt 1, 18-24
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.
Dal
vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del
Signore e prese con sé la sua sposa.
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