Seguire i passi Maria! Una deliziosa immagine che mi è stata mandata in risposta al mio post dell'Immacolata. |
Francesca con l'abito da postulante. |
Per la vestizione, la postulante si presenta con la veste battesimale |
L’otto dicembre, Solennità dell’Immacolata,
ho partecipato con grande gioia assieme alla famiglia alla vestizione/entrata
in noviziato di Francesca che conosco da quando era bambina. La (mia) vestizione
tra i FMR aveva un senso profondo ma era una celebrazione intima con solo i
membri della comunità religiosa. Per Francesca c'è stato un concorso di amici che
ha sorpreso tutti e ha contribuito al clima di festa. Un vero momento di grazia. Voglio fermarmi, con il dialogo iniziale, sulla profondità del rito stesso:
Celebrante:
Figlia carissima, cosa domandi?
Postulante: La
misericordia di Dio, la povertà dell’Ordine e la compagnia delle sorelle in
questo monastero dei Santi Teresa e Giuseppe di Monache Scalze della Beata
Vergine Maria del Monte Carmelo. Desidero seguire Cristo Crocifisso e Maria,
sua madre, essere povera, obbediente e casta, vivere in perenne orazione,
incontro di amicizia con Dio nella solitudine e fondamento di questa casa,
immolarmi generosamente nella penitenza, servire nella vita contemplativa
fervorosa la Santa Chiesa e tutti gli uomini, formando con le sorelle un cuor
solo e un’anima sola, osservando la nostra Regola e le nostre Costituzioni.
Celebrante: Dio,
Padre misericordioso, ti assista nel tuo cammino e Cristo, maestro di verità,
illumini i nostri cuori.
Tutti: Amen
Priora: Dio fonte di ogni
vocazione nella Chiesa, ascolta la preghiera di questa tua figlia, Francesca,
che per servirti più perfettamente desidera essere accolta nella nostra
famiglia teresiana; e fa che la partecipazione alla vita comune di queste
sorelle della Beata Vergine Maria diventi sempre più una vera comunione
d’amore. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
A parole mie, riporto il commento molto bello
del celebrante sulla richiesta della postulante:
“chiedere la misericordia di Dio”
significa che tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio. Ci verrebbe da
dire “tutti, ma più o meno, secondo i peccati che abbiamo fatto!” Non è così,
perché Dio è la Misericordia e incontrare lui, vivere con lui significa
rinascere dalla Misericordia. Rinascere, quindi radicalmente, diventare
misericordia. Inoltre, logicamente, la Misericordia si vuole donare e uno
chiede la misericordia per diventare canale di misericordia, per riversarla sul
mondo e su ogni creatura.
Chiedere “la povertà dell’Ordine” è
desiderare vivere nel modo semplice e povero del monastero stabilito dalla
regola. La povertà è la madre e il baluardo della vocazione diceva sant’Ignazio
di Loyola. La povertà deve quindi essere sempre materiale. Ma non avrebbe
valore se non fosse soprattutto spirituale. Ecco che la povertà dell’Ordine
comprende le imperfezioni delle sorelle, l’umiltà e i limiti di una vita
nascosta, nella grazia dell’obbedienza. Significa aver compreso profondamente
il mistero dell’Incarnazione e abbracciare con amore tutte le imperfezioni che
si incontreranno.
“La compagnia delle sorelle” è la
ricchezza e il sostegno della fraternità, della comunione, e cioè della Chiesa nel
suo volto concreto. Inoltre la postulante chiede la compagnia delle sorelle di
quel monastero per radicarsi profondamente in un luogo, in una
comunità, che accanto a tanti lati positivi potrà anche apparire limitante.
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