DICASTERO
PER I LAICI, LA FAMIGLIA E LA VITA
ITINERARI CATECUMENALI PER LA VITA MATRIMONIALE
Orientamenti pastorali per le
Chiese particolari
PREFAZIONE DEL SANTO
PADRE FRANCESCO
« L’annuncio cristiano che riguarda la
famiglia è davvero una buona notizia » (Amoris laetitia, 1). Questa
affermazione della relatio finalis del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia
meritava di aprire l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia. Perché la
Chiesa, in ogni epoca, è chiamata ad annunciare nuovamente, soprattutto ai
giovani, la bellezza e l’abbondanza di grazia che sono racchiuse nel sacramento
del matrimonio e nella vita familiare che da esso scaturisce. A cinque anni
dalla sua pubblicazione, l’Anno “Famiglia Amoris laetitia” ha inteso
rimettere al centro la famiglia, invitare a riflettere sui temi
dell’Esortazione apostolica e animare tutta la Chiesa nell’impegno gioioso di
evangelizzazione per le famiglie e con le famiglie.
Uno dei frutti di questo Anno speciale sono
gli “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”, che ora ho il piacere di
affidare ai pastori, ai coniugi e a tutti coloro che lavorano nella pastorale
familiare. Si tratta di uno strumento pastorale preparato dal Dicastero per
i Laici, la Famiglia e la Vita dando seguito a un’indicazione che ho
espresso ripetutamente, cioè « la necessità di un “nuovo catecumenato” in
preparazione al matrimonio »; infatti, « è urgente attuare concretamente quanto
già proposto in Familiaris consortio (n. 66), che cioè, come per il
Battesimo degli adulti il catecumenato è parte del processo sacramentale, così
anche la preparazione al matrimonio diventi parte integrante di tutta la
procedura sacramentale del matrimonio, come antidoto che impedisca il
moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti » (Discorso
alla Rota Romana, 21 gennaio 2017).8
Emergeva qui senza mezzi termini la seria preoccupazione per il fatto che, con una preparazione troppo superficiale, le coppie vanno incontro al rischio reale di celebrare un matrimonio nullo o con basi così deboli da “sfaldarsi” in poco tempo e non saper resistere nemmeno alle prime inevitabili crisi. Questi fallimenti portano con sé grandi sofferenze e lasciano ferite profonde nelle persone. Esse restano disilluse, amareggiate e, nei casi più dolorosi, finiscono persino per non credere più nella vocazione all’amore, inscritta da Dio stesso nel cuore dell’essere umano. C’è dunque anzitutto un dovere di accompagnare con senso di responsabilità quanti manifestano l’intenzione di unirsi in matrimonio, affinché siano preservati dai traumi delle separazioni e non perdano mai fiducia nell’amore.
Ma c’è anche un sentimento di giustizia che
dovrebbe animarci. La Chiesa è madre, e una madre non fa preferenze fra i
figli. Non li tratta con disparità, dedica a tutti le stesse cure, le stesse
attenzioni, lo stesso tempo. Dedicare tempo è segno di amore: se non dedichiamo
tempo a una persona è segno che non le vogliamo bene. Questo mi viene in mente
tante volte quando penso che la Chiesa dedica molto tempo, alcuni anni, alla
preparazione dei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa, ma dedica poco
tempo, solo alcune settimane, a coloro che si preparano al matrimonio. Come i
sacerdoti e i consacrati, anche i coniugi sono figli della madre Chiesa, e una
così grande differenza di trattamento non è giusta. Le coppie di sposi
costituiscono la grande maggioranza dei fedeli, e spesso sono colonne portanti
nelle parrocchie, nei gruppi di volontariato, nelle associazioni, nei
movimenti. Sono veri e propri “custodi della vita”, non solo perché generano i
figli, li educano e li accompagnano nella crescita, ma anche perché si prendono
cura degli anziani in famiglia, si dedicano al servizio delle persone con
disabilità e spesso a molte situazioni di povertà con cui vengono a contatto.
Dalle famiglie nascono le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata; e
sono le famiglie che costituiscono il tessuto della società e ne “rammendano
gli strappi” con la pazienza e i sacrifici quotidiani. È dunque un dovere di
giustizia per la Chiesa madre dedicare tempo ed energie alla preparazione di
coloro che il Signore chiama a una missione così grande come quella famigliare.
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