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domenica 30 aprile 2023

DA PECORE A FRATELLI DI CRISTO, MEMBRA DEL SUO CORPO / IV Domenica di Pasqua.


Come un sapiente architetto, il Signore costruisce prima le fondamenta, poi le mura portanti, poi il resto della struttura, ecc.

Nel Vangelo di oggi, il fondamento è la porta e  il pastore. La porta è l’apertura per uscire dall’immobilismo sterile alla pienezza della vita, che diventa anche avventura. Il Pastore guida il gregge verso pascoli verdi. Le pecore lo seguono perché chiama ciascuna per nome, ed esse conoscono la sua voce e lo ascoltano. 

L'immagine della porta del recinto e del pastore è familiare a molti ascoltatori di Gesù perché nella realtà le cose si svolgono proprio così. Il pastore conosce ogni pecora a un dettaglio, al modo di camminare, ecc., e le pecore conoscono la voce di chi procura loro giorno dopo giorno di poter pascolare e dissetarsi in sicurezza. 

Ma le pecore cercano solo pascolo e acqua, cercano solo “grazie”. Noi siamo pecore e Gesù è il nostro Buon Pastore anche in questo senso di cercare protezione e grazie, ma non siamo solo pecore. Gesù vuole discepoli che compiano le sue opere, credenti in Spirito e Verità, fratelli che possano sedere accanto a lui sul trono del suo Padre e giudicare le tribù d’Israele….

E per diventare discepolo del Vangelo bisogna cambiare mentalità. Le pecore non si sentono trafiggere il cuore, i cristiani, sì! Perché si rendono conto di aver rinnegato in tanti modi il Cristo e il progetto del Padre per seguire i loro progetti. Tutti noi un giorno dobbiamo dire: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».  Lasciamoci guidare dalla Chiesa e dal suo annuncio. Non serve stare in chiesa senza conversione.


Prima Lettura  At 2, 14a.36-41   Dio lo ha costituito Signore e Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli

ISTRUZIONI DI SAN FRANCESCO A COLORO CHE VANNO TRA GLI INFEDELI PER ANNUNCIARE IL VANGELO / 1 di 3


In questo periodo di Pasqua è particolarmente bello annunciare la Risurrezione. San Francesco e la sua fraternità hanno come principale carisma l’evangelizzazione, come Gesù e i suoi discepoli. Il 1200 era un tempo di Cristianità, ossia, tutti erano cristiani in Europa. Ma san Francesco, proprio perché voleva la salvezza di tutti, si sentiva debitore del Vangelo anche verso i non cristiani. 

Possiamo dire che oggi benché quasi tutti attorno a noi siano battezzati, moltissimi non hanno mai ascoltato l'annuncio della Risurrezione e non credono. Sono pagani di fatto. Le indicazioni di san Francesco sono quindi molto opportune.


REGOLA NON BOLLATA. CAPITOLO XVI

 Dl COLORO CHE VANNO TRA I SARACENI E GLI ALTRI INFEDELI

Dice il Signore: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe".

....

I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio a e confessino di essere cristiani.

L'altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio.

DEI PREDICATORI /S. FRANCESCO E L'EVANGELIZZAZIONE 2 di 3

Predicazione in piazza di san Bernardino da Siena.

Nella prima Regola, San Francesco parla dei missionari che vanno verso gli infedeli prima di coloro che predicano ai cristiani. Questo ci dice il suo slancio missionario fin dall'inizio della sua avventura, e ci ricorda che alla base di ogni discorso cristiano ci deve essere il kerygma e la disponibilità al martirio. In questo capitolo che riguarda i predicatori tra i battezzati, Francesco ci dona ancora altre indicazioni preziose.


REGOLA NON BOLLATA DI SAN FRANCESCO

CAPITOLO XVII

DEI PREDICATORI

Nessun frate predichi contro la forma e le prescrizioni della santa Chiesa e senza il permesso del suo ministro. E il ministro si guardi dal concederlo senza discernimento. Tutti i frati, tuttavia, predichino con le opere. E nessun ministro o predicatore consideri sua proprietà il ministero dei frati o l'ufficio della predicazione, ma in qualunque ora gli fosse ordinato, lasci, senza alcuna contestazione, il suo incarico.

Per cui scongiuro, nella carità che è Dio, tutti i miei frati occupati nella predicazione, nell'orazione, nel lavoro, sia chierici che laici, che cerchino di umiliarsi in tutte le cose, di non gloriarsi, né godere tra sé, né esaltarsi dentro di sé delle buone parole e delle opere anzi di nessun bene che Dio dice, o fa o opera talora in loro e per mezzo di loro, secondo quello che dice il Signore: "Non rallegratevi però in questo, perché vi stanno soggetti gli spiriti".

DELLA ESORTAZIONE E DELLA LODE CHE POSSONO FARE TUTTI I FRATI / S. Francesco e l'Evangelizzazione, 3 di 3


Al tempo di s. Francesco, si può dire che tutti erano credenti. Ma Francesco sa che bisogna continuare ad esortare a una vita migliore, scuotere il torpore, incitare alla preghiera e in particolare alla lode di Dio. E vuole aiutare tutti i suoi frati, anche i fratelli laici - molti erano analfabeti - ad essere evangelizzatori. Possiamo solo ammirare questo suo slancio e la bellezza del testo che egli scrisse. Ci accorgiamo che ha disposto nella sua Regola un ordine: Pre Evangelizzazione e Primo Annuncio; Annuncio e Catechesi;  Esortazione e Lode. Scopriamo che questo ordine è quello delle tappe dell'evangelizzazione secondo il Concilio nel Decreto "Ad Gentes" che la Chiesa riconosce sempre di più come la sequenza normale di ogni opera di evangelizzazione.


CAPITOLO XXI  -  DELLA ESORTAZIONE E DELLA LODE CHE POSSONO FARE TUTTI I FRATI

 E questa o simile esortazione e lode tutti i miei frati, quando a loro piacerà, possono annunciare ad ogni categoria di uomini, con la benedizione di Dio:

"Temete e onorate,  lodate e benedite,  ringraziate e adorate  il Signore Dio onnipotente   nella Trinità e nell'Unità,   Padre e Figlio e Spirito Santo,  creatore di tutte le cose.

Fate penitenza,  fate frutti degni di penitenza,  perché presto moriremo.

Date e vi sarà dato,  Perdonate e vi sarà perdonato;  E se non perdonerete agli uomini le loro offese,  il Signore non vi perdonerà i vostri peccati.

Confessate tutti i vostri peccati.  Beati coloro che muoiono nella penitenza,  poiché saranno nel regno dei cieli.  Guai a quelli che non muoiono nella penitenza,  poiché saranno figli del diavolo  di cui compiono le opere,  e andranno nel fuoco eterno,

Guardatevi e astenetevi da ogni male  e perseverate nel bene fino alla fine".


sabato 29 aprile 2023

UN'ANALFABETA DOTTORE DELLA CHIESA, O LA POTENZA DELLA GRAZIA / S. Caterina da Siena, 29 aprile.


«Spirito Santo, vieni nel mio cuore, per la tua potenza tiralo a te, Dio vero. / Concedimi carità e timore. / Custodiscimi o Dio da ogni mal pensiero. / Inflammami e riscaldami del tuo dolcissimo amore, / acciò ogni travaglio mi sembri leggero. / Assistenza chiedo ed aiuto in ogni mio ministero. / Cristo amore, Cristo amore.» 
Santa Caterina pregava così lo Spirito Santo.

Un’analfabeta Dottore della Chiesa per la sua Dottrina, prima donna a ricevere questo titolo, 24° figlia (su 25 figli) di un artigiano senese, resiste alla volontà dei suoi genitori di procurarle un matrimonio vantaggioso perché vuole consacrarsi totalmente a Dio. Senza dote per entrare in monastero si ripiega sulle terziarie domenicane che però accolgono solo vedove o donne in età matura e di buona fama, e quindi rifiutano la sua prima domanda. In soli 33 anni detta libri e più di 300 lettere a persone di ogni condizione, compreso Papi, Re e Principi, ottiene dal Papa che ritorni da Avignone a Roma, pacifica persone, famiglie, città…. e merita così il titolo di Compatrona d’Italia assieme a san Francesco e anche di Europa

Questa santa così vicina a noi per le sue umili origini e la sua assenza totale di appoggi umani, e così lontana da noi per il suo vivere fedelmente l’unione con Cristo crocifisso non ci deve scoraggiare ma invece darci fiducia nella potenza del Signore e della sua grazia che opera anche in noi. Così si realizza la Parola “«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli».


Prima Lettura  1 Gv 1,5-2,2  Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

venerdì 28 aprile 2023

LA FEDE DEI DISCEPOLI DOPO LA PENTECOSTE; ANANIA / Venerdì III sett. di Pasqua.

Anania impone le mani a Saulo.


“Si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?»”. La proposta di Gesù di dare la sua carne da mangiare - per non dire: il suo sangue da bere! - è incomprensibile per un ragionamento umano e, addirittura ripugnante, scioccante. Per cui i suoi ascoltatori si ribellano e molti non seguono più Gesù. Gli apostoli, capeggiati da Pietro, faranno fiducia senza comprendere.

Le proposte di Dio sono spesso incomprensibili se non assurde per la sola ragione umana. La Vergine Maria ne sa qualcosa. La sua prima risposta all’angelo è: “Com'è possibile?”. Ma dopo la Pentecoste i discepoli sanno che il Signore fa davvero prodigi impensabili ma reali e che l’unica cosa che conta è lasciarsi guidare dallo Spirito Santo che hanno ricevuto, senza per questo annullare la loro intelligenza. Ananìa scelto per accogliere Saulo nella Chiesa, presenta le sue obiezioni: “Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli…”, ma quando è sicuro che la visione viene davvero da Dio egli va, in piena obbedienza. Immediatamente chiama “fratello” Saulo che finora era un nemico! 

Dobbiamo anche noi fare come la Vergine Maria, come Ananìa, come tutti i discepoli del Signore: «Chi sei, o Signore?, che devo fare?». Per questo bisogna accettare che il Signore faccia cose che non comprendiamo, che superano la nostra intelligenza e avere una vera vita di preghiera, una vera intimità col Signore che permette il discernimento. Infatti, siccome l’essere umano ha bisogno di meraviglioso, il demonio si veste di “angelo di luce” o piuttosto di “Madonna” e spaccia “rivelazioni”, “missioni celesti” “prodigi” e molti cadono nelle sue grinfie. Ancora questa mattina qualcuno mi ha chiesto cosa bisogna pensare della Madonna di Trevignano! Era un po' scettico ma comunque turbato: sarà vero?... In genere il demonio si appoggia sul bisogno di meraviglioso  e sul bisogno di criticare della gente. La Vergine Maria chiama alla conversione, all’umiltà e alla carità, non critica mai il Papa, i Vescovi e nemmeno i preti. Neppure chi è ispirato da Lei o parla in suo nome critica la Chiesa. Altri due segni sono il distacco dal denaro e l’obbedienza alla Chiesa. Se la mia ispirazione viene dalla Vergine Maria se la Chiesa mi chiede di smettere i miei “incontri con la Madonna”, smetto immediatamente. Vedi il post  La Gioia del Vangelo: (3/4) I CRITERI DI DISCERNIMENTO / Papa Francesco sopprime Comunità e Associazioni. e quelli ad esso collegati. 


Prima Lettura    At 9, 1-20 Egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni.

Dagli Atti degli Apostoli

giovedì 27 aprile 2023

L'EUNÙCO ETIOPE: SI PUÒ ESSERE CRISTIANO DA SOLO?


Quanto ho scritto l’anno scorso sulla conversione e il battesimo dell’eunuco può essere ancora interessante 
La Gioia del Vangelo: L'EUNUCO GIUSTIFICATO DICHIARA DIO GIUSTO / giovedì III sett. Pasqua.

Nei giorni scorsi mi colpiva la grande circolazione di informazioni tra i primi cristiani, almeno tra quelli più impegnati nell'evangelizzazione. Certo, la Pax Romana favoriva gli scambi ma c'è, fondato sulla fraternità, un vero interesse per ciò che opera il Signore e vivono gli altri. Non c'è nessuna volontà di conquistare il potere, di “esportare la rivoluzione” o la “globalizzazione” al modo umano; c'è la meraviglia per ciò che ha fatto il Signore nella sua Pasqua e lo zelo per diffondere la Buona Notizia a tutti. 

La convinzione è questa: è lo Spirito Santo il protagonista dell'Evangelizzazione. Dove mi porta, dove piace al Signore, a chi mi fa incontrare, io annuncio la Buona Notizia. Questa Notizia con la grazia che porta con sé, se l’hai conosciuta, se l’hai creduta, non puoi non annunciarla a tua volta. Per cui si diffonderà "da sola", cioè con i nuovi credenti (gli Apostoli scelgono di preferenza le città per il primo annuncio per la presenza di comunità ebraiche già costituite, per la popolazione numerosa, e infine perché le città sono luoghi di apertura agli scambi di persone e di mentalità)

La forza della Pasqua diventata Parola, permette a Filippo di incontrare il dramma dell’eunuco, di annunciargli il kerygma, battezzarlo e lasciarlo tornare da solo al suo paese, senza una formazione ulteriore, senza farlo accompagnare da missionari, da preti, da arredi per dire la messa… (era già ebreo? a casa sua c'era una comunità ebraica già strutturata? È probabile ma il testo non ritiene importante precisarlo: non è essenziale! Sappiamo solo che era uno che leggeva il testo di Isaia.). Il cristiano non si chiude alla comunità, anzi. Ma la Chiesa e  l'Evangelizzazione sono create, portate, sostenute, non dalle strutture ma dalla Pasqua del Signore Risorto e dallo Spirito che  diffonde. Riflettiamo su questo. 

Non converrebbe anche a noi ricoprire il contenuto e la potenza dell’Annuncio cristiano?

Qualcuno si è scandalizzato quando ho detto quello che permette di riconoscere un cristiano da un non cristiano è la fede in Cristo, Figlio di Dio, Dio come il Padre e lo Spirito Santo, incarnato, morto per i nostri peccati, disceso agli inferi, risorto dai morti il terzo giorno e salito alla destra del Padre, vivo per sempre, costituito Giudice dei vivi e dei morti. Questa fede minima è però  il nucleo della fede cristiana, ed è cristiano anche chi non credesse all'Eucaristia. Chiaramente chi non crede all'Eucaristia non è cattolico! ma è cristiano se professa il Credo apostolico che riassumiamo nel nostro Segno di Croce.

Non invito nessuno ad allontanarsi dalla Comunione eucaristica, anzi, ma chi ne fa solo un rito e non conosce il suo contenuto può interpretarlo in modo non cristiano.Da un’altra parte chi segue Gesù nella sua Parola con sincerità già “mangia” la carne di Cristo data “per la vita del mondo”

 

Prima Lettura    At 8, 26-40  Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?

Dagli Atti degli Apostoli

mercoledì 26 aprile 2023

PROVACI ANCORA MARCO! / 25 aprile, San Marco.

Marco fugge dall'orto di Getsemani.

Provaci ancora, Marco! 

Il Nuovo Testamento presenta l’Evangelista Marco come una persona molto interessata a Gesù ma forse più debole di sensibilità e di carattere. È presente nell'orto di Getsemani quando arrestano Gesù. Qualcuno lo afferra ma egli, terrorizzato, lascia il lenzuolo che lo rivestiva e “fuggì nudo” (Marco 14,52). Ma tutti hanno avuto paura in quella notte “del potere delle tenebre" (Luca 22,53).

La famiglia di Marco è credente e dopo la Pentecoste la comunità si raduna a casa sua. Barnaba è suo cugino. Barnaba e Paolo, dopo aver portato “soccorsi umanitari” alla Comunità di Gerusalemme, lo prendono con sé tornando ad Antiochia. Lo associano al loro primo viaggio missionario. Ma dopo un po', Marco molla tutto, ritorna da solo ad Antiochia, di sua iniziativa, perché trova troppo dure le condizioni della missione. Questo non piace affatto a Paolo che non lo vuole più nel secondo viaggio. Barnaba invece insiste e, dopo una grossa lite, i due si separano. “Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro”, di cui è originario (Atti 15, 39), Paolo invece, parte con Sila. Barnaba, d’ora in poi, evangelizzerà nella sua patria e la sua memoria è viva a Cipro. Marco continua a cercare di servire il Signore e l’evangelizzazione. Ammettendo i suoi errori sarà compagno dell’Apostolo Pietro che lo chiama “figlio mio” (1 Pietro 5, 13), e si riconcilierà con Paolo, riconquistando tutta la sua fiducia e stima. Scrive Paolo ai Colossesi (4,10): “salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Bàrnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da voi, fategli buona accoglienza”, a Timoteo (2 Timòteo 4, 11): “Luca è con me. Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero”; a Filemone (v. 24): “insieme con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori”

Ma non è tutto. Marco collaborando con Pietro e Paolo e altri, impara da loro, raccoglie i loro racconti, i loro ricordi, e può scrivere una raccolta di tutto questo sotto la guida dello Spirito Santo, che diventerà il Vangelo secondo Marco, uno dei quattro Vangeli che sappiamo essere ispirati, Parola di Dio. Oggi celebriamo la sua festa col colore rosso e usiamo le preghiere riservate agli Apostoli anche se non era stato scelto tra i Dodici, anche se non aveva la personalità di Paolo, anche se non aveva la cultura di Luca “il caro medico”. Infatti il Vangelo di Marco, scritto in greco come gli altri Vangeli, rivela la sua scarsa conoscenza di questa lingua....

Marco malgrado i suoi limiti, ci ha provato e riprovato e il Signore l’ha ricompensato aldilà di ogni più rosea aspettativa! Anche tu, provaci, ancora e ancora 


Prima Lettura  1 Pt 5, 5-14  Vi saluta Marco, figlio mio.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

martedì 25 aprile 2023

COSA INSEGNA LA CHIESA RIGUARDO ALLA GUERRA? / Festa di san Marco.

San Marco annunciò il Vangelo della Pace.

Oggi è la festa di san Marco, festa della liberazione in Italia. Più di uno mi fa ancora domande e osservazioni sulla guerra e in particolare sulla quella in corso della Russia contro l’Ucraina che indicano che sono necessarie risposte conformi all'insegnamento del Vangelo. 

Tra le osservazioni ascoltate c'è per esempio: “dovevano fermare la guerra!” - “benissimo, dimmi come!” - …. (risposta muta).

O ancora: “ma è giusto perché uno mi fa la guerra, uccidere un altro cristiano?”. Ascolteremo la risposta del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC).

“Che si difendano, d’accordo, ma non vedo giusto dare loro delle armi, noi che non c'entriamo nulla”. “L’Italia ha ripudiato la guerra. In forza della Costituzione, noi non dobbiamo fare nulla”.

“Ma se gli ucraini sono cristiani, perché non porgono l’altra guancia?”

Innanzitutto facciamo un esempio di buon senso: vedi un bambino, una donna, un uomo solo, aggredito col coltello da chi è più forte, più grosso, da un branco… Non intervieni? Non neutralizzi l’avversario se puoi, non gridi, non chiami soccorsi e lasci massacrare, uccidere quella persona indifesa? Ovviamente no. Nel caso in cui ti giri dall’altra parte commetteresti un peccato gravissimo davanti a Dio e un reato per il Diritto italiano che si chiama: "omissione di soccorso a persona in pericolo”. 

lunedì 24 aprile 2023

COSA DICE LA BIBBIA SULLA POLITICA?


Cosa dice la Bibbia sulla Politica? Dio ha preferenze in tema di regime politico? C'è differenza tra l’Antico e il Nuovo Testamento? L’insegnamento sociale della Chiesa quando parla di politica rispetta le indicazioni della Parola di Dio? 


Sono tutte domande non solo legittime ma importanti per ciascun cristiano e per la società intera. Mi è venuta l’idea di fare qualche incontro aperto a tutti su questo tema quando in due post ( La Gioia del Vangelo: CONOSCI I DIECI COMANDAMENTI COME SONO SCRITTI NELLA BIBBIA?La Gioia del Vangelo: COME INSEGNARE BENE I DIECI COMANDAMENTI ...) ho voluto mettere in evidenza il valore sociale più che individuale dei 10 Comandamenti. 


Invito fin d’ora chi è interessato a notare sulla sua agenda l’incontro che si terrà nel salone parrocchiale alle ore 20.00 il mercoledì 7 giugno. 


Per ovvie ragioni, lasciamo passare l’attuale campagna per le elezioni comunali a Marano con l’eventuale secondo turno. Non si tratta infatti di entrare nella campagna elettorale ma di formarci al vero bene comune. 


fra' Sereno


PERCHÉ CONTRO GIOVANNI PAOLO II ERANO SOLO ILLAZIONI OFFENSIVE E INFONDATE?

Canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.

Secondo il giornale argentino “La Naciòn”, Papa Francesco avrebbe detto che
“Giovanni Paolo II è stato santo in vita e lo è formalmente dopo la morte. Nessuno può onestamente dubitare della decenza di Papa Wojtyla”.

Papa Francesco aveva già parlato di illazioni offensive e infondate contro Giovanni Paolo II. Ma la frase riportata da La Naciòn aggiunge un altro elemento di riflessione: Giovanni Paolo II è formalmente santo dopo la morte. Cosa significa? Significa che se qualcosa di sconcio fosse stato presente nella vita di Papa Giovanni Paolo II, sarebbe emerso da tempo e in particolare durante l’iter di canonizzazione!

Ricordiamo allora come la Chiesa Cattolica giunge a dichiarare Beato, poi Santo un suo figlio (prendo a piene mani dal sito del Dicastero dei Santi aggiungendo mie riflessioni: Approfondimenti)

Ci sono varie tappe:

1.Un tempo di 5 anni per comprendere se la “fama di santità” di quel fedele cattolico persiste ancora in modo evidente. La “fama di santità” è l’opinione comune tra la gente che questa persona ha avuto una vita integra, ricca di virtù cristiane. Chi l’ha conosciuto parla dell'esemplarità della sua vita, della sua influenza positiva, della sua fecondità apostolica, della sua morte edificante. Il “sensus fidei”, l’intuito del popolo di Dio è una fonte seria. Eppure per la Chiesa non basta.

domenica 23 aprile 2023

NOI SPERAVAMO .... / III Domenica di Pasqua.


Per la prima volta Pietro annuncia la risurrezione di Gesù. Egli ricorda l’antica profezia di Davide riguardo al Messia che deve venire, ma sente anche il bisogno di sottolineare che Davide è morto. Le sue ossa sono ancora oggi tra noi. Perché? Perché deve far capire che Gesù è più grande. Davide è un personaggio immenso nella Storia e nel cuore del popolo di Israele, scelto da Dio, cresciuto con pazienza e fedeltà, ha saputo unificare le tribù di Israele ed è finito nella gloria. È diventato un mito. Gesù invece appare come una meteore luminosa che ha attraversato il cielo e si è spenta subito, come un sognatore pieno di buoni propositi ma che nel concreto non ce l'ha fatta contro 
le resistenze della società e dei poteri costituiti e ha fatto una morte miserabile, anzi, infame, da “abbandonato da Dio”. Benché abbia persino operato miracoli non può essere il Messia, non può essere un esempio da seguire. Invece Gesù non è stato un altro idealista sfortunato come sembra, ma è stato fedele a Dio, meglio di Davide, meglio di Mosè, di Giovanni Battista, ecc. (più volte nel Nuovo Testamento gli autori si premurano di spiegare che Gesù è superiore a tutti questi grandi personaggi del passato), lui solo ha vinto la morte. Egli manifesta l’onnipotenza di Dio e che chi confida in lui non rimane deluso: “Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire”.

Chi invece sperava secondo le proprie attese è rimasto profondamente deluso: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute”. Il chiudersi nelle proprie attese genera tristezza infinita perché i nostri conti umani non tornano mai su questa terra. Il chiudersi impedisce di vedere Gesù che cammina accanto a te, di comprendere il senso delle Scritture, il perché dell’esistenza, di ricevere lo Spirito Santo che dà la Vita in “misura piena, scossa, traboccante”. 


Prima Lettura  At 2, 14a. 22-33  Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.

Dagli Atti degli Apostoli 

sabato 22 aprile 2023

UN PICCOLO POSTO DI OSSERVAZIONE SUL FALLIMENTO DELLA PASTORALE DI SACRAMENTALIZZAZIONE


Ogni giorno o quasi abbiamo notizie di persone che uccidono parenti, vicini, conviventi, o ex fidanzati/e, in genere per motivi molto legati all'affettività.
Ora sappiamo quasi per certo che questi che hanno ucciso sono quasi tutti stati battezzati e hanno ricevuto la Prima Comunione, molti sono cresimati. Anche se nella nostra parrocchia e le parrocchie a noi vicine non ricordo casi del genere, ed è un punto positivo, è lecito chiederci quale efficacia ha la nostra Pastorale?

Ho un piccolissimo posto di osservazione per constatare in modo meno drammatico ma reale il fallimento della pastorale attuale di sacramentalizzazione: ricevo quasi tutti quelli che chiedono l’Atto di Idoneità per poter fare i padrini e le madrine. 

Può fare il padrino solo chi ha completato il percorso di Iniziazione Cristiana con i tre Sacramenti, cioè è anche cresimato, e ha pure una situazione regolare riguardo alla vita matrimoniale. Ha quindi fatto due o tre periodi distinti di catechesi: per la Prima Comunione, per la Cresima, per il Matrimonio, ossia complessivamente da tre a quattro anni; da bambino quando la memoria è viva e le capacità di apprendimento sono notevoli, da adolescente per la Cresima, da giovane adulto per il Matrimonio o la Cresima.

Per spiegare qual è la missione del padrino parto dal rito del battesimo dei bambini. Celebrante: “Cari genitori, chiedendo il Battesimo per il vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell'osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità? Genitori: Sì.  Rivolgendo la parola al padrino, o madrina, il celebrante domanda: E tu padrino, (oppure: E tu madrina,) sei disposto (a) ad aiutare i genitori in questo compito così importante? (Cioè aiutare i genitori ad educare il bambino nella fede affinché nell’osservanza dei Comandamenti ….).  L’interessato risponde: sì.

Questa formula è una sintesi molto interessante della vita cristiana, forse un po' giuridica nella forma, ma completa.

venerdì 21 aprile 2023

NASCERE DA ACQUA E SPIRITO, COSA SIGNIFICA? / Giovanni 3,1-21, nella Liturgia di questi giorni.


Dividendolo in vari giorni, la Liturgia ci ha presentato l’incontro di Nicodemo con Gesù (Gv 3,1-21). Un incontro cruciale per comprendere la vita cristiana. Nicodemo è un fariseo sincero. Ha sensibilità spirituale e ragiona: vede e comprende che i segni che compie Gesù certificano che egli viene da Dio. Ma gli manca il passaggio alla vera dimensione del dono di Dio e alla fede. Di fronte alla tentazione sempre presente di ridurre la fede cristiana a ciò che possiamo comprendere e fare con i nostri sforzi, a ciò che ci sembra utile alle nostre comodità, il dialogo di Nicodemo con Gesù ci interessa moltissimo. Gesù non perde tempo in preamboli e gli dice: “devi nascere dall’alto”. Questo “nascere” sciocca Nicodemo. Spero che sciocchi anche noi. Nascere significa l’inizio di una vita nuova, radicalmente nuova. Potessimo veramente accettare di cominciare da capo, con una nuova vita, con una nuova logica, quella di Gesù!   

-Ma, se accetto, come si fa? - Fatti immergere in Dio, cioè chiedi il battesimo. -  Ma io sono già battezzato, siamo tutti battezzati in famiglia, nel paese. - Molto bene, battezzato con l’acqua, ma qual è il posto dello Spirito Santo nella tua vita? - Beh…. Cosa vuoi dire esattamente? Quale posto lo Spirito Santo deve avere  nella mia vita, come si fa a riconoscerlo? - Lo Spirito Santo è come il vento. Non lo puoi afferrare, non è un sacramento che ha un aspetto materiale e quindi visibile. Ma il vento ne vedi gli effetti, senti il rumore che fa. Devi imparare a distinguerlo tra tutte le voci che senti fuori e dentro di te, devi educare il tuo orecchio spirituale. Per imparare questo hai la testimonianza della Chiesa e la Parola di Dio che è tutto Spirito. - Eh!, la Chiesa … Con tutti questi scandali, con la mediocrità che vedo nella mia parrocchia…, la Bibbia così complicata, qualcuno dice che l’hanno scritto gli uomini…   - La Chiesa sono anche i santi, i testimoni, i martiri. È vero ci sono tanti cattivi testimoni, ma ci sono gli altri, quelli che hanno fatto opere che manifestano la presenza di Dio nella loro vita. “La Bibbia e le vite dei santi mostrano che le nostre ferite possono, per grazia, diventare fonti di guarigione per noi stessi e per gli altri.   …. A chi è perplesso dell’insegnamento della Chiesa, offriamo un’amichevole parola di consiglio. Innanzitutto: cercate di familiarizzare con la chiamata e la promessa di Cristo, di conoscerlo meglio attraverso le Scritture e nella preghiera, attraverso la liturgia e lo studio di tutto l’insegnamento della Chiesa, non solo attraverso frammenti presi qua e là. Partecipate alla vita della Chiesa. Così si amplierà l’orizzonte delle domande dalle quali siete partiti, e anche la vostra mente e il vostro cuore.”(Lettera pastorale dei vescovi scandinavi per la quaresima 2023). 

Quello  che dice Gesù, il suo mistero pasquale che annuncia la Chiesa è la verità, è l’unico modo per vincere la morte. 


Giovanni 3,1 - 21

giovedì 20 aprile 2023

RICHIESTA DI MATERIALE MEDICO PER L'UCRAINA




Mio nipote Gérard, da 18 anni in Ucraina, è rimasto al momento dell'invasione russa e, da allora, cerca di darsi da fare per tutti. Questa volta chiede materiale medico specifico per un medico sulla linea del fronte. Se qualcuno ha relazioni con ospedali, ecc. che potrebbero venire incontro me lo faccia sapere. Ecco la traduzione del suo post (chi volesse contattarlo direttamente cerchi il suo profilo Fb, a suo nome: Gerard de la Salle. Non so mettere il link del suo post):

Cari amici,

La guerra continua in Ucraina. I soldati ucraini che danno la vita per il loro Paese sono ancora troppo

numerosi.

Da febbraio 2022, grazie al vostro aiuto a tutti, ho potuto aiutare un certo numero di unità militari.

Oggi è un caro amico, Ivan, bielorusso ma in lotta per l'Ucraina, che mi chiama.

Ivan è un medico. Vale a dire che il suo ruolo è quello di raccogliere i feriti in prima linea e portare loro

i primi soccorsi con la sua ambulanza.

Per migliorare l'efficienza della sua squadra, Ivan mi chiede di trovare attrezzature specifiche:

- concentratori di ossigeno portatili

- ecografi portatili

- respiratori artificiali portatili.

Questi materiali sono estremamente costosi. Non sto chiedendo aiuto finanziario qui. Ma forse qualcuno

di voi potrebbe consigliarmi, dirmi dove trovare questi materiali?

Forse una società di soccorso, un ospedale o anche una clinica vorrebbe rinnovare le proprie

attrezzature e darci i vecchi modelli?

martedì 18 aprile 2023

NICODEMO, DIVENTA GIOVANE! / mercoledì II sett. di Pasqua.


Quel ritratto della prima comunità cristiana: una moltitudine (!) con un cuor solo e un’anima sola e la condivisione totale dei beni (la terra è stata creata per tutti gli uomini!) per cui nessuno era bisognoso … ci fa sognare ma la vediamo molto diversa dalla realtà delle nostre comunità concrete. È quindi solo uno “spot pubblicitario” per il Vangelo e non una realtà? È  senz’altro una realtà perché è questo il dono dello Spirito che crea una realtà nuova, la Comunione ossia la Chiesa! E nelle grazie nuove e abbondantemente dell’inizio della sua opera, il Signore ha sorpreso i nuovi credenti che si sono lasciati guidare totalmente producendo questa realtà meravigliosa. Ma questo si fa nella fragilità umana che non esclude che ci siano limiti umani. E c'è anche la possibilità del peccato che si manifesta rapidamente. Sappiamo che fin dal giorno di Pentecoste la Chiesa “cammina verso la pienezza del Vangelo” e sperimenta ancora debolezze ricordate nello stessa Scrittura (Atti 5,1 ss.; 6,1 ss.; 15,36 ss; Galati 2,11-14; ecc.). Ma sappiamo anche che lungo i secoli ci sono stati esempi reali di comunità che hanno vissuto questa comunione totale nello Spirito Santo. 

Ecco, tutti noi siamo come Nicodemo, “vecchi che devono diventare giovani”, anzi, rinascere dallo Spirito Santo, ascoltando la sua voce anche se non si può afferrare lo Sprito. È un esercizio al quale siamo troppo poco abituati perché esige discernimento, ossia conoscenza di sé. Oggi c'è il cancro del soggettivismo e della emozione personale come valore e criterio principale di valutazione. Quando la Chiesa non insegna il discernimento lascia i battezzati in balia della Legge, ossia dei precetti (per lo più ridotti a un minimo sindacale) o della soggettività emotiva. Nei due casi si tratta di servire il proprio egoismo. 

Nicodemo, guarda il Figlio di Dio in croce e ascolta lo Spirito! 


Prima Lettura   At 4, 32-37  Un cuore solo e un'anima sola.

Dagli Atti degli Apostoli

DEDICATO AGLI EROI CHE METTONO DIO AL PRIMO POSTO MALGRADO TUTTO! (Milan Napoli 18 Aprile 2023).


Un uomo si apprestava a scendere da casa sua per andare in comunità ma, appena sull'uscio, cadde nelle mani di briganti, il tremendo Diavolo Rosso Nero e i suoi terribili accoliti, DZN, SKYTFo e altri, che lo percossero, lo respinsero violentemente in casa, gli portarono via ogni velleità di uscire, lasciandolo mezzo morto riverso sul divano. La moglie, 
da tutti conosciuta come “Buona Samaritana”, lo vide, ne ebbe compassione e gli disse: “vieni in comunità, ti aiuto io, lì troverai chi si prenderà cura delle tue ferite!”. Ma lui con voce morente le disse: “lascia stare per ora, magari quando ritorni dal tuo viaggio in comunità, intanto per curare le mie ferite, per favore accendi la televisione e portami birra e patatine! Forza Napoli sempre”.

(Dedicato agli eroi che mettono davvero il Signore al primo posto).


lunedì 17 aprile 2023

PER AVERE FEDE È IMPORTANTE LA COMUNITÀ? / Regina Coeli di Papa Francesco del 16 aprile 2023.


Nelle letture di ieri c'è la figura di Tommaso, “l’incredulo coraggioso”, e la beatitudine di chi crede senza aver visto che tanto spesso viene confusa con la credulità, ecc. C'è anche ciò che ultimamente i Papi ricordano come la struttura della Chiesa i cui elementi nessuno può delegare e si devono trovare nella vita di ogni credente. Qualcuno mi ha  rimproverato con garbo di aver parlato troppo della comunità ieri mentre dovevo parlare di Tommaso e della fede nella risurrezione. Papa Francesco ha legato in modo logico le due cose: Comunità e fede, partendo proprio dalla vicenda di Tommaso. Una grande lezione da meditare perché la maggior parte dei battezzati, di fatto, non ha comunità, anche quelli che vanno a messa ogni domenica. Ho incontrato settimana scorsa una persona ben formata sul piano cristiano ma constatando che non aveva comunità glie l’ho fatto notare. Mi ha detto le sue difficoltà riscontrate in alcuni tentativi di inserimento comunitario. Gli ho risposto che Gesù aveva preso il rischio, con discepoli non tanto disposti a fare volentieri comunione tra loro. Gli ho indicato di leggere Atti 2,42. Non ricordavo che la prima lettura di ieri iniziasse da quel versetto. Egli lo ha ritrovato a Messa e penso che questo lo avrà incoraggiato. La riflessione di Papa Francesco al "Regina Coeli" di ieri è una stupenda sintesi da ascoltare con la mente e il cuore.


PAPA FRANCESCO REGINA COELI

Piazza San Pietro  Domenica della Divina Misericordia, 16 aprile 2023


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi, Domenica della Divina Misericordia, il Vangelo ci racconta due apparizioni di Gesù risorto ai discepoli e in particolare a Tommaso, l’“Apostolo incredulo” (cfr Gv 20,24-29).

Tommaso, in realtà, non è l’unico che fa fatica a credere, anzi rappresenta un po’ tutti noi. Infatti non è sempre facile credere, specialmente quando, come nel suo caso, si ha patito una grande delusione. Dopo una grande delusione è difficile credere. Ha seguito Gesù per anni, correndo rischi e sopportando disagi, ma il Maestro è stato messo in croce come un delinquente e nessuno lo ha liberato, nessuno ha fatto niente! È morto e tutti hanno paura. Come fidarsi ancora? Come fidarsi della notizia che dice che è vivo? Il dubbio era dentro di lui.

LETTERA DI DON MAURIZIO PATRICIELLO AL FRATELLO DI MANUELA ORLANDI.


Ieri, tutti abbiamo notato la frase di Papa Francesco in difesa di Giovanni Paolo II: “Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo rivolgo un pensiero grato alla memoria di san Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. Mi ci associo anch’io di pieno cuore. La figura di Giovanni Paolo II, a partire dalla decisione della Chiesa di eleggerlo che ha rialzato la mia fiducia in essa, passando per il suo primo viaggio in Polonia al quale con amici, dalla Francia, abbiamo partecipato, e mille altre occasioni, direttamente o tramite i Media, nelle sue iniziative e nel suo insegnamento, ha segnato la mia vocazione, formazione e ministero. Anch’io gli sono personalmente profondamente
grato. La lettera del fratello don Maurizio Patriciello, trovata su Fb, esprime i miei sentimenti e una preoccupazione pastorale per le persone più indifese, più esposte allo scandalo. Purtroppo con la sua grande arguzia Voltaire diceva una verità con questa frase che non ho dimenticato: “calunniate, calunniate, ne rimarrà sempre qualcosa!”.  


Lettera di don Maurizio Patriciello al fratello di Manuela Orlandi: "....Ascolta Pietro, l’orribile tragedia che ha colpito e segnato in modo indelebile la tua esistenza e quella della tua famiglia è diventata anche nostra. Emanuela Orlandi appartiene a tutti. Sarebbe davvero ora che la verità sulla sua scomparsa venisse a galla. Come quella sulle scomparse di Mirella Gregori, Angela Celentano, Denise Pipitone e di tanti altri che non hanno avuto – purtroppo - la stessa attenzione mediatica.

domenica 16 aprile 2023

TOMMASO E GLI ALTRI: LA MISERICORDIA DI DIO TOCCA LA MIA VITA CONCRETA / II Domenica di Pasqua, A, 2023.


Dopo il primo peccato di Adamo ed Eva che travolge la condizione dell’uomo, invece di una crescita in armonia sulla terra in tutti i sensi, numerica, culturale, spirituale ..., si osserva sostanzialmente il contrario: una regressione continua a causa del dilagare del peccato. L’uomo diventa nemico dell’uomo in molti modi, fino all'uccisione del fratello da parte del fratello. E la tecnica, sviluppandosi, anche se ha aspetti positivi, serve soprattutto l’orgoglio, il confronto aggressivo, la guerra. Dopo una nuova alleanza tramite Noè, un’alleanza per tutti i popoli che devono osservare i “precetti noachici”, Dio inizia un cammino di salvezza con Abramo e la sua famiglia. 

Questa salvezza diventa quindi storia e cultura attraverso le vicende e lo sviluppo di questa famiglia che diventa popolo. "Spiritualmente siamo semiti” disse san Paolo VI. La cultura religiosa di questo popolo non si arricchisce solo dal contatto con gli altri popoli ma è Dio stesso che arricchisce di significati nuovi questa esperienza: la Pasqua dei pastori alla stagione della “rinascita della vita”, la primavera, Dio la fa diventare rinascita della vita liberando dalla schiavitù. E organizza la vita di questo popolo con principi intramontabili: le Dieci Parole di Vita o Dieci Comandamenti. Ecco che si intrecciano storia, cultura e universalità. Così anche il Cristianesimo, estendendosi a tutti i popoli, conserva la radice culturale dell’ambiente in cui è nato:  continuiamo a celebrare la Pasqua in Primavera però con i prodotti che sono quelli del territorio. Per esempio la tradizione  in Russia usa le bucce delle cipolle per colorare le uova. La fede si incarna, deve diventare cultura. Guai a noi se scomparisse la pastiera a Pasqua! Comunque è necessario che la Pasqua e tutte le altre feste abbiano dei segni concreti riconoscibili anche in famiglia. Ma il Cristianesimo è universale. Infatti ci sono cristiani e santi nell’emisfero Sud e celebrano la Pasqua assieme a noi mentre per loro inizia l’autunno che porta all’inverno. Alcuni loro segni tradizionali saranno diversi. Però l’essenziale, il pilastro, è universale: la fede nel Signore crocifisso e risorto, chiave di tutta la vita, e la struttura interna della Chiesa che è perseveranza “nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”, come leggiamo oggi nella prima lettura. 

Anche Tommaso, che rifiuta di credere, non abbandona la Comunione, ed è proprio in Comunità (probabilmente nella Celebrazione dell’Eucaristia) che Gesù si rivela a lui. Continua la Storia della Salvezza attraverso la Storia personale di Tommaso e quella della sua Comunità, inculturata nel suo ambiente ebraico ma aperta a tutte le culture perché il Dio di Abramo, il Dio di Gesù di Nazareth è l’Unico Dio.

Tommaso viene rimproverato perché, fin dall'inizio, poteva/doveva in coscienza aprire il cuore alla testimonianza unanime dei suoi compagni.


Prima Lettura  At 2,42-47  [Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.

Dagli Atti degli Apostoli

sabato 15 aprile 2023

QUANDO DUE FOLLIE D'AMORE SI INCONTRANO.


“La follia d'amore di Dio per l’uomo è la croce;

la follia d'amore dell’uomo per Dio è la fede;

l’incontro di queste due follie è la gioia”


P. Terziglio Maria Schintu

Suk Ahras (Algeria) 1910 - Ars sur Formans (Francia) 1995.

(In particolare ricordava questo recitando il Rosario: i Misteri dolorosi - la croce; i Misteri gloriosi - la fede nella risurrezione ecc.; i Misteri gioiosi) 

TUTTO È APERTO A DIO: IL GREMBO DELLA VERGINE, LA LAPIDE, UNA PORTA CHIUSA, I CUORI UMANI... / Messaggio di Pasqua di Mons. Shevchuk.

Icona slava della Risurrezione.
Ai piedi di Cristo
oltre gli strumenti di tortura,
una chiave: tutto è aperto a Dio.



Stiamo concludendo il Grande Giorno di Pasqua, l’Ottava Santa. Il Messaggio pasquale del Vescovo Maggiore di Kiev è insieme una splendida catechesi pasquale e una testimonianza forte di realismo e speranza cristiana nel contesto atroce di questa disumana guerra contro il popolo ucraino (la guerra fa vittime da una parte e dall’altra, ma c'è un popolo direttamente e ingiustamente aggredito). Anche se è difficile parlarne, proprio solo Cristo crocifisso e risorto dà senso a tutte le sofferenze dei soldati che difendono le loro famiglie e quelle delle vittime civili, compresi anziani e bambini. È certamente più comodo dire “Serena Pasqua” a chi deve solo sedersi a tavola e al massimo rischia una leggera indigestione. Ma Cristo è stato tolto di mezzo violentemente e con tutto l’odio dell'inferno e ha trionfato. Egli è il Paraclito, il Difensore dei deboli. "Il Cristo risorto porta sul suo corpo glorificato le tracce di una morte terribile, ma la morte non ha più potere su di lui!."

Padre Shevchuk commenta l’icona della risurrezione: Gesù rialza l’Umanità in Adamo ed Eva e tutti i giusti del passato. Ai suoi piedi ci sono le chiavi: sono il simbolo della vittoria di Cristo sulla morte e sul potere dell'inferno. Tutto è aperto a Dio: il grembo della vergine, la lapide, una porta chiusa, i cuori umani... Il Signore vede le nostre sventure, e possiamo essere certi della sua vicinanza nei momenti di angoscia. Con la Sua Pasqua ci ha già aperto le porte del cielo, ma per farci entrare ha bisogno della nostra collaborazione e della nostra fiducia..  

Leggiamo e meditiamo. 


Prot. VA 23/080    MESSAGGIO DI PASQUA DI SUA BEATITUDINE SVIATOSLAV


Cristo è risorto!  Lasciando intatti i sigilli  sei risorto dalla tomba, o Cristo,  tu che alla tua nascita avevi serbato inviolato il seno della Vergine,  e hai aperto per noi le porte del paradiso.

Ode 6 del Canone della Pasqua

venerdì 14 aprile 2023

MADONNA DI TREVIGNANO, COSA PENSARE? RIDERE O PIANGERE?


Mi scrive un’amica: “fra’ Sereno, cosa devo pensare della veggente di Trevignano? Aiutami a capire, non so se ridere o piangere. Poche parole e capirò”.

Infatti ogni giorno si parla sui Mass Media delle apparizioni di Trevignano. Anni fa cercavo informazioni su un discutibile prete straniero che prima di capitare da noi era stato nella parrocchia di Trevignano. La Stampa locale parlava già di queste presunte apparizioni, ma non di lui. Un punto a suo favore che mi è stato confermato dal parroco. Per quanto riguarda le suddette “apparizioni”, non mi hanno interessato. Con limpidezza il Cardinal Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Fede, dichiarò in occasione di un’altra statuetta della Madonna che lacrimava sangue: 

“questi fenomeni, quando sono veri, possono essere dei segni per la fede, mai delle basi di fede”. 

In una sola frase il futuro Papa diceva tutto quello che ci serve: ci sono ogni giorno nel mondo fenomeni all’apparenza religiosi e in particolare per quanto ci riguarda, all’apparenza cattolici, di origine mariana. La stragrande maggioranza sono falsi. Quando sono veri, cioè quando vengono veramente dal Cielo, dalla Vergine Maria, evidentemente sono molto utili, sono un segnale per gli uomini. Ma anche Lourdes, o Fatima, che sono pienamente riconosciute dalla Chiesa, e dove si è fatto e si fa tanto bene, non sono, alla radice, delle basi di fede. Questo svaluta radicalmente il valore di questi fenomeni, anche quelli veri, nei confronti della Parola di Dio, dei Sacramenti e del Magistero della Chiesa.