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domenica 31 dicembre 2023

LA FEDE DI ABRAMO ATTRAVERSA LA NOTTE / Festa della Santa Famiglia, 31 dicembre 2023.



In questi giorni abbiamo contemplato la scena così bella della Presentazione di Gesù al Tempio e i suoi personaggi, Maria, Giuseppe, Gesù, Simeone e Anna, che oggi ritroviamo 
nel Vangelo. Ma nella Festa della Sacra Famiglia quest'anno si impone la figura di Abramo e la sua fede. LA FEDE DI ABRAMO ATTRAVERSA LA NOTTE! 

Col cuore pieno di buio, Abram vecchio riceve una promessa che lo rianima, lo mette in cammino: avrà un figlio! Ma gli anni passano e quel figlio non viene ancora. Perché tanto tempo? Sarà vero, Dio è veramente fedele? ALLA FEDE DI ABRAMO NON VIENE RISPARMIATO DI ATTRAVERSARE LA NOTTE! 

sabato 30 dicembre 2023

GESÙ È EBREO E LO È PER SEMPRE, E QUESTO DÀ FASTIDIO A TUTTI / Contro ogni antisemitismo e ogni razzismo. Natale 2023

Grotta della Natività.

“Che Gesù sia ebreo dà fastidio a tutti" mi diceva un prete che vive in Israele. 

Dà fastidio ai musulmani per i quali Gesù è un grande profeta, dotato secondo il Corano di caratteristiche uniche, nemmeno possedute da Maometto, anche se Maometto per loro è l’ultimo dei profeti. Che, però, il profeta Gesù, concepito verginalmente da Maryam alla quale il Corano dedica una Sura, che ritornerà come segno dell’Ora del Giudizio finale, che devono venerare, sia uno di quegli ebrei “odiati” (gli ebrei sono “el maghdubi ‘alayhim”, cioè “coloro sui quali è la collera di Allah” Sura 1 El Fatiha) che devono vivere da “umiliati” sottomessi ai musulmani, dà un grande fastidio evidentemente. 

giovedì 28 dicembre 2023

LE BENEDIZIONI FUORI DAL CONTESTO LITURGICO SONO UNA RISORSA DA VALORIZZARE PIUTTOSTO CHE UN RISCHIO O UN PROBLEMA. / VI. Il testo di FIDUCIA SUPPLICANS.

San Giovanni Calabria, ogni sera,
 benediceva tutta la sua città di Verona.

Una comprensione teologico-pastorale delle benedizioni

20. Chi chiede una benedizione si mostra bisognoso della presenza salvifica di Dio nella sua storia e chi chiede una benedizione alla Chiesa riconosce quest’ultima come sacramento della salvezza che Dio offre. Cercare la benedizione nella Chiesa è ammettere che la vita ecclesiale sgorga dal grembo della misericordia di Dio e ci aiuta ad andare avanti, a vivere meglio, a rispondere alla volontà del Signore.

21. Per aiutarci a comprendere il valore di un approccio maggiormente pastorale alle benedizioni, Papa Francesco ci ha sollecitato a contemplare, con atteggiamento di fede e paterna misericordia, il fatto che «quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio».[12]  Questa richiesta deve essere, in ogni modo, valorizzata, accompagnata e ricevuta con gratitudine. Le persone che vengono spontaneamente a chiedere una benedizione mostrano con questa richiesta la loro sincera apertura alla trascendenza, la fiducia del loro cuore che non confida solo nelle proprie forze, il loro bisogno di Dio e il desiderio di uscire dalle anguste misure di questo mondo chiuso nei suoi limiti.

22. Come ci insegna santa Teresa di Gesù Bambino, al di là di questa fiducia «non c’è un’altra via da percorrere per essere condotti all’Amore che tutto dona. Con la fiducia, la sorgente della grazia trabocca nella nostra vita […]. L’atteggiamento più adeguato è riporre la fiducia del cuore fuori di noi stessi: nell’infinita misericordia di un Dio che ama senza limiti […]. Il peccato del mondo è immenso, ma non è infinito. Invece, l’amore misericordioso del Redentore, questo sì, è infinito».[13]

23. Quando queste espressioni di fede vengono considerate al di fuori di un quadro liturgico, ci si trova in un ambito di maggiore spontaneità e libertà, ma «la facoltatività dei pii esercizi non deve quindi significare scarsa considerazione né disprezzo di essi. La via da seguire è quella di valorizzare correttamente e sapientemente le non poche ricchezze della pietà popolare, le potenzialità che possiede».[14]  Le benedizioni diventano così una risorsa pastorale da valorizzare piuttosto che un rischio o un problema.

lunedì 25 dicembre 2023

SOLO DIO VUOLE DIVENTARE UOMO / Natale 2023.

Una debolezza sostiene l'altra.


I bambini sognano di diventare eroi. Gli adulti sognano di diventare re o potenti. I re e i potenti sognano di diventare Dio o almeno dèi. Tutti sognano di vincere. Solo Dio vuole diventare uomo, anzi, si fa bambino. 

Un grande studioso, Alain Bauer, è autore di un libro “Au commencement était la guerre: la globalisation piteuse” (Fayard 2023), ossia “In principio era la guerra: la globalizzazione pietosa”. Scrive (traduzione mia): “Ecco dunque venuto il tempo di cogliere il mondo così com’è piuttosto che ignorarlo, di comprenderlo piuttosto che sognarlo, di lavorarlo piuttosto che consumarlo”. La guerra ci segue di generazione in generazione, come se fosse parte costitutiva della stessa natura umana. Per il profeta Isaia la venuta del Principe della Pace non è un di più ma è la salvezza invece della morte, perché l’oppressione militare degli invasori è costante e sanguinosa. Troviamo segni di violenza su resti umani o armi nelle tombe ad ogni epoca anche la più antica.

La guerra e la violenza sono inevitabili? Come liberarci dalla guerra e dalla violenza? Per i cristiani Gesù è il principe della Pace, colui che ha realmente riconciliato l’uomo con il suo Dio e con il suo simile. Ma se la storia dei popoli non cristiani (o non più cristiani) dimostra abbondantemente che il Cristianesimo è concretamente un enorme beneficio per l’Umanità, la Storia stessa della Chiesa e dei cristiani ci fanno capire che non esiste nessuna formula magica. La crescita del dono della Pace esige un’adesione personale, perseverante, intelligente, spiritualmente tenace e capace di discernimento. Ma in Cristo abbiamo la Vittoria, perché “In principio era il Verbo”e non la guerra, anche se la sua Vittoria è diversa da quella che sognano bambini, adulti, re e potenti. Per questo viene lentamente. Guardiamo a Betlemme: "Un figlio ci è stato dato". 


Prima Lettura  Is 9,1-6  Ci è stato dato un figlio

 Dal libro del profeta Isaia

domenica 24 dicembre 2023

DISINTOSSICARSI DURANTE LE FESTE / 24 dic. 2023.


Si parla sempre al momento delle feste, specialmente quelle di Natale, del pericolo delle esagerazioni e della necessità di praticare il digiuno preventivo o di adottare strategie disintossicanti all’anno nuovo. 

Rubo qualche idea opportunissima per una strategia di “detox” durante le feste stesse, ossia disintossicarsi dal cellulare (articolo di Sabrina Fico - Greenme). Vedo che anche nei ritiri di comunità cristiane, i tempi di intervallo sono sempre più dedicati al consultare individualmente il proprio cellulare mentre qualche anno addietro erano opportunità per una chiacchierata tra i membri della comunità. È ovvio che anche in famiglia, durante le feste, ci sono momenti meno animati e c'è il pericolo di ripiegare subito sul proprio smartphone, sui messaggi o notifiche ricevute. Conviene invece approfittare di questi giorni per ritrovare, reimparare o imparare una convivialità che nella quotidianità normale abbiamo perso.  


I consigli sono questi:

LE BENEDIZIONI NELLA SCRITTURA / V. il testo di Fiducia supplicans.


15. «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6, 24-26). Questa “benedizione sacerdotale” che ritroviamo nell’Antico Testamento, precisamente nel libro dei Numeri, ha un carattere “discendente” poiché rappresenta l’invocazione della benedizione che da Dio scende sull’uomo: essa costituisce uno dei testi più antichi di benedizione divina. C’è poi un secondo tipo di benedizione che ritroviamo nelle pagine bibliche, quella che “sale” dalla terra al cielo, verso Dio. Benedire equivale così a lodare, celebrare, ringraziare Dio per la sua misericordia e fedeltà, per le meraviglie che ha creato e per tutto ciò che è avvenuto per sua volontà: «Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome» (Sal 103, 1).

16. A Dio che benedice, anche noi rispondiamo benedicendo. Melchisedec, re di Salem, benedice Abramo (cfr. Gen 14, 19); Rebecca è benedetta dai familiari, poco prima di diventare sposa di Isacco (cfr. Gen 24, 60), il quale, a sua volta, benedice il figlio Giacobbe (cfr. Gen 27, 27). Giacobbe benedice il faraone (cfr. Gen 47, 10), i nipoti Efraim e Manasse (cfr. Gen 48, 20) e tutti i suoi dodici figli (cfr. Gen 49, 28). Mosè e Aronne benedicono la comunità (cfr. Es 39, 43; Lev 9, 22). I capifamiglia benedicono i figli in occasione di matrimoni, prima di intraprendere un viaggio, nell’imminenza della morte. Queste benedizioni appaiono così un dono sovrabbondante ed incondizionato.

NON SI PRETENDE PER UNA SEMPLICE BENEDIZIONE LE STESSE CONDIZIONI MORALI CHE SI CHIEDONO PER I SACRAMENTI / IV il testo di Fiducia supplicans.


12. Si deve altresì evitare il rischio di ridurre il senso delle benedizioni soltanto a questo punto di vista, perché ci porterebbe a pretendere, per una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che si chiedono per la ricezione dei sacramenti. Tale rischio esige che si ampli ulteriormente questa prospettiva. Infatti, vi è il pericolo che un gesto pastorale, così amato e diffuso, sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione.

13. Proprio a questo proposito, Papa Francesco ci ha esortato a non «perdere la carità pastorale, che deve attraversare tutte le nostre decisioni e atteggiamenti» e ad evitare di «essere giudici che solo negano, respingono, escludono».[11]  Rispondiamo allora alla sua proposta sviluppando una comprensione più ampia delle benedizioni.

IL SENSO DELLE DIVERSE BENEDIZIONI / III. il testo di Fiducia supplicans.

Isacco benedice Giacobbe. 

II. Il senso delle diverse benedizioni

7. La risposta del Santo Padre menzionata sopra, d’altra parte, ci invita a fare lo sforzo di ampliare ed arricchire il senso delle benedizioni.

8. Le benedizioni possono essere considerate tra i sacramentali più diffusi e in continua evoluzione. Esse, infatti, conducono a cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita e ricordano che, anche nell’utilizzo delle cose create, l’essere umano è invitato a cercare Dio, ad amarlo e a servirlo fedelmente.[7] Per questo motivo, le benedizioni hanno per destinatari persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore, le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono.

Il senso liturgico dei riti di benedizione

9. Da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa.

LA BENEDIZIONE NEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO / II. il testo di Fiducia Supplicans

Il Matrimonio è solo l'unione esclusiva,
stabile e indissolubile tra un uomo e una donna,
 naturalmente aperta a generare figli.

I. La benedizione nel sacramento del matrimonio

4. La recente risposta del Santo Padre Francesco al secondo dei cinque quesiti posti da due Cardinali[4] offre la possibilità di approfondire ulteriormente la questione, soprattutto nei suoi risvolti di ordine pastorale. Si tratta di evitare che «si riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è».[5] Perciò sono inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che è costitutivo del matrimonio, quale «unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli»,[6] e ciò che lo contraddice. Questa convinzione è fondata sulla perenne dottrina cattolica del matrimonio. Soltanto in questo contesto i rapporti sessuali trovano il loro senso naturale, adeguato e pienamente umano. La dottrina della Chiesa su questo punto resta ferma.

sabato 23 dicembre 2023

FIDUCIA SUPPLICANS / I. Il Testo


Introduzione

1. La fiducia supplicante del Popolo fedele di Dio riceve il dono della benedizione che sgorga dal cuore di Cristo attraverso la sua Chiesa. Come ricorda puntualmente Papa Francesco, «La grande benedizione di Dio è Gesù Cristo, è il gran dono di Dio, il suo Figlio. È una benedizione per tutta l’umanità, è una benedizione che ci ha salvato tutti. Lui è la Parola eterna con la quale il Padre ci ha benedetto “mentre eravamo ancora peccatori” (Rm 5, 8) dice san Paolo: Parola fatta carne e offerta per noi sulla croce».[1]

2. Sostenuto da una così grande e consolante verità, questo Dicastero ha preso in considerazione diverse domande, sia formali che informali, circa la possibilità di benedire coppie dello stesso sesso e circa la possibilità di offrire nuovi chiarimenti, alla luce dell’atteggiamento paterno e pastorale di Papa Francesco, sul Responsum ad dubium [2] formulato dall’allora Congregazione per la Dottrina della Fede e pubblicato il 22 febbraio 2021.

3. Il suddetto Responsum ha suscitato non poche e diverse reazioni: alcuni hanno accolto con plauso la chiarezza di questo documento e la sua coerenza con il costante insegnamento della Chiesa; altri non hanno condiviso la risposta negativa al quesito o non l’hanno ritenuta sufficientemente chiara nella sua formulazione e nelle motivazioni addotte nell’annessa Nota esplicativa. Per venire incontro, con carità fraterna, a questi ultimi, appare opportuno riprendere il tema ed offrire una visione che componga in coerenza gli aspetti dottrinali con quelli pastorali, perché «ogni insegnamento della dottrina deve situarsi nell’atteggiamento evangelizzatore che risvegli l’adesione del cuore con la vicinanza, l’amore e la testimonianza».[3][3] Francesco, Esort. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 42, AAS 105 (2013), 1037-1038.


ALCUNE REAZIONI E PERPLESSITÀ DI FRONTE A "FIDUCIA SUPPLICANS" 03


Continua - come era da prevedere - un fiume di reazioni a proposito della Dichiarazione “Fiducia supplicans”. 

C'è chi sottolinea che in amore non possono esistere regole. È un’affermazione fuori dal più semplice realismo e la cui logica porterebbe a una soggettività totale e a una totale deresponsabilizazzione verso gli altri. Il “come mi pare”, “come me la sento” può essere solo per oggi, mai per sempre. “Per sempre” sarebbe già una regola. Non può nemmeno essere “come noi ce la sentiamo”, perché affinché  il “noi” persista, io dovrei sottomettermi al sentire di un’altra persona che diventerebbe una regola che mi limita. Nella realtà esistono regole in tutto. Sul piano materiale, fisico, sono obbligato a seguirle se non voglio subire un fallimento. Solo nei videogiochi posso cadere dal quinto piano senza farmi male, saltare un muro di 5 metri, ecc. Nella realtà esistono anche regole sociali. Anzi, si vuole risolvere tutto oggi attraverso leggi repressive, anti stalking, anti molestie, leggi per preservare i diritti di ogni genere e in qualsiasi tipo di relazioni. E poi si dice che in amore non esistono regole. Tutte queste leggi repressive sono regole per l’amore! 

giovedì 21 dicembre 2023

PERSEVERATE E VEDRETE SU DI VOI L'AIUTO DEL SIGNORE / Natale 2023.

 



"Perseverate, e vedrete su di voi l'aiuto del Signore".


Il Signore conceda a tutti di vivere un Santo Natale. Il Mistero che celebrano i cristiani porta gioia profonda nel cuore:

"Esulti il santo, perché si avvicina al premio. Gioisca il peccatore, perché è invitato al perdono. Si rianimi il pagano, perché è chiamato alla vita".

(S. Gregorio Magno).  


HO LETTO "FIDUCIA SUPPLICANS": 02 C'È DA PREOCCUPARSI?


C'è da preoccuparsi? Sì e no. Ho letto con attenzione la Dichiarazione “Fiducia supplicans”. La pubblicherò a puntate perché vale veramente la pena leggerla sia per la delicatezza del punto che ne ha provocato la redazione (coppie irregolari e dello stesso sesso, le paure e reazioni forti che suscita), sia per l’importanza più generale del benedire nella fede cristiana, e infine, per la sua bellezza, completezza ed equilibrio che ne fanno un testo di formazione per i cristiani. Ma di tutto questo potremo discutere in parrocchia in qualche incontro aperto a tutti.

In introduzione qualche osservazione e qualche mia esperienza personale.

martedì 19 dicembre 2023

FIDUCIA SUPPLICANS: 01 COMPRENDERE E APPLICARE SERIAMENTE IL SENSO PASTORALE DELLE BENEDIZIONI.



Ieri il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Dichiarazione che ha suscitato immediatamente commenti numerosi e di vario tenore. Mi chiedo sempre come fanno tante persone comuni e senza formazione teologica a sentenziare nello stesso giorno della sua pubblicazione su un Documento che tratta un argomento molto delicato, elaborato in lunghi mesi e attraverso vari confronti, e il cui testo riempie più di dodici pagine? 

Credo che invece dovremo, almeno gli operatori pastorali e in particolare presbiteri e diaconi, studiare seriamente questo testo per applicare in modo giusto il senso pastorale delle benedizioni. Non voglio quindi pubblicarlo adesso. È facile comunque trovarlo sul sito Vaticano: Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni (18 dicembre 2023).

Intanto la presentazione che ne fa il cardinale Fernandez e che metto sotto ce ne dà l’orientamento. Anche con il n. 44 che aggiungo si riprende un punto essenziale. Un vescovo francese dice che le benedizioni che sono sacramentali e non sacramenti servono la crescita e non sono un riconoscimento. 

Gesù scandalizzava i farisei perché mangiava con i peccatori. A quei tempi condividere il pasto con qualcuno era molto di più che dare una benedizione oggi. Ma sappiamo che Gesù lo faceva perché invita(va) tutti alla conversione, e affinché possiamo convertirci ha dato la vita.


DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE


Dichiarazione

Fiducia supplicans

sul senso pastorale delle benedizioni

 

IL NOME BETLEMME CI SPIEGA IL MISTERO DEL NATALE E DELLA VITA CRISTIANA / Natale 2023.

Icona del Natale di Rublev (particolare).

Gesù nascerà a Betlemme, la città di Davide di cui è Figlio tramite Giuseppe. In ebraico questa cittadina si chiama Beit Lehem (
בֵּיִת לֶחֶם), ossia “Casa del Pane”. Gli arabi hanno traslitterato quel nome ma volendo conservargli un senso la chiamano Bayt Lahm (
بيت لحم), ossia “Casa della Carne”. 


I due significati la rendono il luogo ideale per la nascita di Gesù e la sua missione: Egli è il Verbo che si fa carne per nutrire l’umanità (“non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio”. Matteo 4,4).

Dobbiamo mangiare questo pane, lasciarci arricchire dal mistero di povertà dell'Incarnazione: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. (2 Corinzi 8, 9).

lunedì 18 dicembre 2023

RISCHIARE È PIÙ PRUDENTE / 18 dicembre 2023


Questa mattina alle Lodi in parrocchia ho sbagliato Vangelo. Non siamo nella III settimana di Avvento ma nella novena di Natale. Le letture sono diverse ma posso ritrovarvi lo stesso pensiero: chi pensa secondo gli uomini si trova limitato, bloccato dal “realismo”. Chi pensa secondo Dio scopre che Egli apre gli orizzonti, è presente oggi e non solo nel passato, cammina con noi, fa superare gli ostacoli più grandi. Per questo però bisogna ascoltare lo Spirito Santo e lasciarsi guidare.

Nel Vangelo della III settimana di Avvento (Matteo 21, 23-27), i farisei sono presi in trappola: prendere posizione li renderebbe - secondo loro - vulnerabili. E quindi preferiscono rispondere a Gesù un “prudente”: “non lo sappiamo”. Gesù li lascia a sé stessi: vedranno che la “prudenza” di non esporsi, di voler servire i propri interessi e non la verità, è solo una prigionia che rende vulnerabili, senza risposta, paralizzati.

Nella prima lettura di oggi Geremia proclama con gioia che, con il ritorno dall’esilio, Dio ha rinnovato i prodigi del tempo di Mosè. L’età d’oro non è nel passato, è oggi, nel progetto di Dio per il futuro che si accoglie già nella nostra conversione. 

Il Vangelo ci offre questo futuro, la grazia impensabile e immeritata di un Salvatore concepito dallo Spirito Santo! Viene accolto con grande tenerezza per noi da due persone: Maria nella fede e Giuseppe nella giustizia che si esprime nel rispetto per la donna dalla quale si crede tradito, nella sua vera prudenza nel ponderare i suoi sentimenti e ciò che richiede la Legge. Ecco il patriarcato vero, dell’uomo che protegge la donna, che sull’esempio di Cristo “la ama e dona se stesso per lei” (Efesini 5,25). 

Non è il patriarcato o il non patriarcato il problema. Ogni soluzione senza il Vangelo, senza lo Spirito di Dio si rivela difettosa, senza promessa di vita. Ogni soluzione, con lo Spirito del Vangelo viene comunque purificata e porta la vita. 


Prima Lettura   Ger 23, 5-8  Susciterò a Davide un germoglio giusto.

Dal libro del profeta Geremìa

venerdì 15 dicembre 2023

IL SEGNO DELL'ANTICRISTO: NON CHIEDERE MAI PERDONO.

Disponibile presso Chiricolibri.

“Il Padrone del Mondo” di Robert H. Benson, un piccolo libro spesso raccomandato da Papa Francesco, parla dell’Anticristo. L’autore, un prete anglicano convertito al cattolicesimo, ha una rara chiaroveggenza sull’evoluzione spirituale dell'Umanità. Il libro, scritto nel 1907, situa l’azione nel Regno Unito degli anni 2000. Intravede progressi tecnici ma è molto lontano dal comprendere l’ampiezza della rivoluzione tecnologica che conoscerà il ‘900. Invece, mentre il Comunismo marxista non è ancora al potere in nessuna nazione della terra, l’autore prevede che questi dirigerà alcuni Stati ma solo per un periodo, per lasciare il posto a un socialismo più moderato, con molte opere sociali e di solidarietà, andando però verso un materialismo sempre più accentuato dove conta soltanto l'appagamento dei sensi, e anche subdolamente più totalitario, imponendo il Pensiero Unico, in particolare contro le religioni accusate di essere superstizioni oscurantiste. Egli prevede anche come "conquista sociale" il  libero accesso al suicidio assistito. Ha previsto con un secolo di anticipo la cultura di morte assieme alla dittatura del pensiero unico e del relativismo di oggi! 

giovedì 14 dicembre 2023

LA PORTA DELLA FELICITÀ È LA CROCE / S. Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa, 14 XII 2023.


Dio è Amore e vuole solo donarci una vita piena e felice. Oggi si celebra Giovanni della Croce, fondatore assieme a Teresa d’Avila dei Carmelitani scalzi. Ci insegna a raggiungere Dio attraverso l’unica via possibile, la fede. C'è chi, però, predica che una fede senza croce può portare alla meta. È il cosiddetto “Vangelo della prosperità”, un’eresia di molti gruppi pentecostali soprattutto protestanti ma
, purtroppo, anche cattolici: “più prego, più Dio mi ascolterà e mi darà le grazie che gli chiedo”. Come se Dio non conoscesse i nostri bisogni e fosse sordo o duro di cuore, o ancora non sappia ciò che è meglio per i suoi figli! Capita ancora, come dice don Tonino Bello, che “La croce l’abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. L’abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita”.

Che diremmo se un bambino vuol essere un campione pensando che l’allenamento è inutile, addirittura negativo, o vuol diventare un professionista senza studiare? Nel Cristianesimo ci sono tutti gli aiuti per "allenarsi bene", per "studiare in modo efficace", ma non c'è dispensa dall’allenamento o dallo studio. Molti invece si rivolgono al Dio cristiano supplicandolo di non farli diventare cristiani! 

“Stare con Gesù significa mettere il Vangelo al centro della nostra vita personale. Gesù, aiutaci a vedere anche nelle nostre croci, e nella stessa croce, un mezzo per ricambiare il tuo amore”. (Don Tonino Bello).

Ascoltiamo dal breviario di oggi : Dal «Cantico spirituale» di san Giovanni della Croce, sacerdote.  (strofe 36-37)

mercoledì 13 dicembre 2023

SANTA LUCIA OTTIENICI LA GRAZIA DI APRIRE GLI OCCHI! / Santa Lucia, 13 XII 2023.


Rubo da un amico molto accurato nella documentazione: 

Santa Lucia, una giovane ragazza che ebbe il coraggio di affrontare l’idolatria dell’Impero più potente del mondo. 

Dopo aver fatto voto di verginità, atto rivoluzionario per il tempo, rinunciò a tutti i suoi beni e per tre anni si dedicò al servizio dei poveri. Morì martire a Siracusa nel 304 sotto la persecuzione di Diocleziano. Quando le fu imposto di abiurare Cristo e sacrificare agli dèi pagani, a nulla valsero le minacce del procuratore, persino di chiuderla in un bordello. Rispose “il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”. Minacciata ancora di essere bruciata viva, alla fine le tagliarono la gola. Leggendario è invece l’episodio degli occhi cavati. 

 

COME MARIA SCIOGLIE I NODI? / Parole del Santo Padre Francesco


In questa bellissima meditazione, Papa Francesco ci aiuta a comprendere il senso della fede, partendo da un’espressione del Concilio Vaticano II che porta il nostro pensiero alla Madonna Scioglinodi: Maria scioglie il nodo del peccato. Come? con l’obbedienza a Dio e la piena fiducia in lui; con l’offrire tutta la sua vita, la sua carne, affinché in essa si compia la volontà di Dio; con l'essere pellegrina, il fare della sua fede un cammino di fede graduale dietro a Gesù, portando la propria croce. 

La salvezza del matrimonio in crisi di Wolfgang Langenmantel e Sophia Rentz che è all'origine del magnifico dipinto della "Maria Knotenloeserin" illustra proprio il modo di sciogliere i nodi della Vergine Maria. 

Da leggere con attenzione e meditare. Per chi vuole il testo in francese: Prière mariale à l'occasion de l'Année de la foi (12 octobre 2013) | François

PREGHIERA PER LA GIORNATA MARIANA   IN OCCASIONE DELL' ANNO DELLA FEDE

PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro  Sabato, 12 ottobre 2013


Cari fratelli e sorelle,

questo incontro dell’Anno della fede dedicato a Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, Madre nostra. La sua statua, venuta da Fatima, ci aiuta a sentire la sua presenza in mezzo a noi. C’è una realtà: Maria sempre ci porta a Gesù. E’ una donna di fede, una vera credente. Possiamo domandarci: come è stata la fede di Maria?

martedì 12 dicembre 2023

SCHIAVITÙ NELLA BIBBIA 3/3 FINE. - LA RIVOLUZIONE CRISTIANA


(Continuazione di La Gioia del Vangelo: LA SCHIAVITÙ NELLA BIBBIA 2/3 PROTEZIONE E INTEGRAZIONE DEGLI SCHIAVI

Lo schiavo può ricevere punizioni, se è ribelle, pigro, ecc. Ma non si possono superare certi limiti: “Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta (come per un uomo libero)”. (Esodo 21, 20). "Quando un uomo colpisce l'occhio del suo schiavo o della sua schiava e lo acceca, darà loro la libertà in compenso dell'occhio. Se fa cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, darà loro la libertà in compenso del dente". (Esodo 21, 26-27). “Non consegnerai al suo padrone uno schiavo che, dopo essergli fuggito, si sarà rifugiato presso di te”. (Deuteronomio 23, 16. Vedi nella Lettera a Filemone, la delicatezza di Paolo per Onesimo che è schiavo sotto il diritto romano)

Giobbe che ha una coscienza delicata è molto consapevole che i suoi schiavi godono di diritti: “Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me ...”, (Giobbe 31, 13).

Tutto questo è volere di Dio che ricorda molto opportunamente al popolo che è libero per sua benevolenza: “Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d'Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso;” (Deuteronomio 5, 15). Il padre lo ricorda ad ogni Cena di Pasqua ai suoi figli! (Deuteronomio 6, 21).

LA SCHIAVITÙ NELLA BIBBIA 2/3 PROTEZIONE E INTEGRAZIONE DEGLI SCHIAVI

Scoperta e ricostruita
una stanza di schiavi a Pompei. 

Vediamo gli aspetti di queste regole di protezione e integrazione degli schiavi:

Gli stranieri non devono mangiare la Pasqua che è riservata agli eletti di Dio e che celebra la libertà dalla schiavitù, ma  “Quanto a ogni schiavo acquistato con denaro, lo circonciderai e allora ne potrà mangiare” (Esodo 12, 44).  Lo stesso avviene per il cibo riservato ai sacerdoti: “Ma una persona che il sacerdote avrà comprato con il proprio denaro ne potrà mangiare, e così anche lo schiavo che gli è nato in casa: costoro potranno mangiare il suo cibo”. (Levitico 22, 11).

LA SCHIAVITÙ NELLA BIBBIA 1/3: PANORAMA GENERALE

 


Nell’antichità ci sono schiavi in tutti i popoli e sono un pilastro dell’economia. Per cui la Bibbia parla spesso di schiavi, schiave, schiavitù. Gli schiavi interagiscono negli episodi raccontati dalla Bibbia, o sono figure più anonime. Uno dei modi per procurarsi schiavi sono le guerre: i prigionieri, le donne e i bambini dei popoli vinti, o delle città che si ribellano al dominio straniero, sono ridotti in schiavitù. Iniziando una guerra si hanno infatti due possibilità: vincere e ridurre in schiavitù il popolo vinto, oppure perdere ed essere ucciso o ridotto in schiavitù assieme alle mie donne e bambini. La lotta ne diventa ancora più aspra, disperata. Spesso questa catastrofe temutissima, cadere in schiavitù, è vista dagli ebrei come permessa da Dio in castigo delle infedeltà all’Alleanza. A nulla serve allora organizzare una processione con l’Arca di Mosè e pensare che, per la sua vicinanza fisica, si costringerà Dio a dare la vittoria. Spesso si preferisce morire in battaglia che diventare schiavo perché fa perdere ogni dignità. Il suicidio esiste ma non è mai approvato da Dio. Un altro modo per procurarsi schiavi è comprarli da bande che terrorizzano villaggi pacifici per rapire uomini e donne e rivenderli in tanti mercati fiorenti. Si diventa schiavi spesso anche per debiti: il debitore vende se stesso o vende i suoi figli. Si diventa schiavi nascendo da genitori schiavi. La liberazione di un intero popolo dalla schiavità ad opera del loro Dio, mentre non aveva alcuna possibilità di usare le armi, è un fatto totalmente unico. Si usa la parola schiavo anche in modo fittizio per professarsi schiavo di un altro per compiacerlo, in segno di disponibilità, di sottomissione. Betsabea, moglie di Davide, va da lui per ricordargli la promessa di dare il trono al loro figlio Salomone e si presenta come sua schiava. Chiaramente pregando il Signore l’uomo si riconosce suo servo e schiavo. Essere schiavo ha anche un senso spirituale: si è schiavi dei vizi, del peccato e del demonio che istiga a disobbedire a Dio. E Dio libera! Dona dignità, ama gratuitamente! 

Ma Gesù rovescia le prospettive, aprendo la Via dell’Amore concreto fino alla fine nel servizio umile che arriva al farsi schiavo volontariamente, abbattendo, distruggendo ogni orgoglio fino alla radice.  

lunedì 11 dicembre 2023

LA COSTITUZIONE LITURGICA, TAPPA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA / 09/09 "Spiritus et Sponsa" di Giovanni Paolo II, del 4 XII 2003.


Conclusione

16. La promulgazione della Costituzione liturgica ha segnato, nella vita della Chiesa, una tappa di fondamentale importanza per la promozione e lo sviluppo della Liturgia. La Chiesa che, animata dal soffio dello Spirito, vive la sua missione di "sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano" 38, trova nella Liturgia la più alta espressione della sua realtà misterica.

Nel Signore Gesù e nel suo Spirito tutta l'esistenza cristiana diventa "sacrificio vivente, santo e gradito a Dio", autentico "culto spirituale" (Rm 12,1). Davvero grande è il mistero che si realizza nella Liturgia. In esso si apre sulla terra uno squarcio di Cielo e dalla comunità dei credenti si eleva, in sintonia con il canto della Gerusalemme celeste, il perenne inno di lode: "Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis!".

LA PEDAGOGIA DELLA CHIESA DEVE SAPER OSARE: SILENZIO, LITURGIA DELLE ORE ... / 08/09 "Spiritus et Sponsa" di Giovanni Paolo II, del 4 XII 2003.


13. Un aspetto che occorre coltivare con maggiore impegno all'interno delle nostre comunità è l'esperienza del silenzio. Di esso abbiamo bisogno "per accogliere nei cuori la piena risonanza della voce dello Spirito Santo, e per unire più strettamente la preghiera personale con la Parola di Dio e con la voce pubblica della Chiesa"32. In una società che vive in maniera sempre più frenetica, spesso stordita dai rumori e dispersa nell'effimero, riscoprire il valore del silenzio è vitale. Non a caso, anche al di là del culto cristiano, si diffondono pratiche di meditazione che danno importanza al raccoglimento. Perché non avviare, con audacia pedagogica, una specifica educazione al silenzio dentro le coordinate proprie dell'esperienza cristiana? Sia davanti ai nostri occhi l'esempio di Gesù, che "uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava" (Mc 1,35). La Liturgia, tra i diversi suoi momenti e segni, non può trascurare quello del silenzio.

14. La pastorale liturgica, attraverso l'introduzione alle varie celebrazioni, deve instillare il gusto della preghiera. Lo farà, certo, tenendo conto delle capacità dei singoli credenti, nelle loro diverse condizioni di età e di cultura; ma lo farà cercando di non accontentarsi del ‘minimo’. La pedagogia della Chiesa deve saper ‘osare’. E' importante introdurre i fedeli alla celebrazione della Liturgia delle Ore che, "in quanto preghiera pubblica della Chiesa, è fonte di pietà e nutrimento della preghiera personale"33. Essa non è un'azione individuale o "privata, ma appartiene a tutto il Corpo della Chiesa [...] Se dunque i fedeli vengono convocati per la Liturgia delle Ore e si radunano insieme, unendo i loro cuori e le loro voci, manifestano la Chiesa che celebra il mistero di Cristo"34. Questa attenzione privilegiata alla preghiera liturgica non si pone in tensione con la preghiera personale, anzi la suppone ed esige 35, e ben si coniuga con altre forme di preghiera comunitaria, soprattutto se riconosciute e raccomandate dall'Autorità ecclesiale 36.

È TEMPO DI NUOVA EVANGELIZZAZIONE / 07/09 "Spiritus et Sponsa" di Giovanni Paolo II, del 4 XII 2003.


Prospettive

11. Guardando al futuro, varie sono le sfide alle quali la Liturgia è chiamata a rispondere. Nel corso di questi quarant'anni, infatti, la società ha subito profondi cambiamenti, alcuni dei quali mettono fortemente alla prova l'impegno ecclesiale. C'è davanti a noi un mondo in cui, anche nelle regioni di antica tradizione cristiana, i segni del Vangelo si vanno attenuando. E' tempo di nuova evangelizzazione. Da tale sfida la Liturgia è direttamente interpellata.

A prima vista, essa sembra messa fuori gioco da una società ampiamente secolarizzata. Ma è un dato di fatto che, nonostante la secolarizzazione, nel nostro tempo riemerge, in tante forme, un rinnovato bisogno di spiritualità. Come non vedere, in questo, una prova del fatto che nell'intimo dell'uomo non è possibile cancellare la sete di Dio? Esistono domande che trovano risposta solo in un contatto personale con Cristo. Solo nell'intimità con Lui ogni esistenza acquista significato, e può giungere a sperimentare la gioia che fece dire a Pietro sul monte della Trasfigurazione: "Maestro, è bello per noi stare qui" (Lc 9,33 par).

12. Dinanzi a questo anelito all'incontro con Dio, la Liturgia offre la risposta più profonda ed efficace. Lo fa specialmente nell'Eucaristia, nella quale ci è dato di unirci al sacrificio di Cristo e di nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue. Occorre tuttavia che i Pastori facciano in modo che il senso del mistero penetri nelle coscienze, riscoprendo e praticando l'arte "mistagogica", tanto cara ai Padri della Chiesa 31. E' loro compito, in particolare, promuovere celebrazioni degne, prestando la dovuta attenzione alle diverse categorie di persone: bambini, giovani, adulti, anziani, disabili. Tutti debbono sentirsi accolti all'interno delle nostre assemblee, così da poter respirare l'atmosfera della prima comunità credente: "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere" (At 2,42).

DALLA CELEBRAZIONE LITURGICA È ALIMENTATA LA VITA SPIRITUALE DEI FEDELI / 06/09 "Spiritus et Sponsa" di Giovanni Paolo II, del 4 XII 2003.

C'è bisogno di un cristianesimo
 che si distingua innanzitutto
nell'arte della preghiera.

10. Dalla celebrazione liturgica è alimentata la vita spirituale dei fedeli. E' a partire dalla Liturgia che dev'essere attuato il principio che ho enunciato nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte: "C'è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'arte della preghiera" 27. La Sacrosanctum Concilium interpreta profeticamente questa urgenza, stimolando la comunità cristiana a intensificare la vita di preghiera non solo attraverso la Liturgia, ma anche attraverso i "pii esercizi", purché compiuti in armonia con la Liturgia, quasi da essa derivino e ad essa conducano 28. L'esperienza pastorale di questi decenni ha consolidato questa intuizione. Prezioso è stato, in questo senso, il contributo dato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con il Direttorio su pietà popolare e liturgia 29. Io stesso, poi, con la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae 30 e con l’indizione dell'Anno del Rosario ho voluto esplicitare le ricchezze contemplative di questa preghiera tradizionale, che si è largamente affermata nel Popolo di Dio, e ne ho raccomandato la riscoperta quale via privilegiata di contemplazione del volto di Cristo alla scuola di Maria.

domenica 10 dicembre 2023

GIOVANNI BATTISTA PORTA LIETE NOTIZIE? / II Dom. di Avvento, 2023.


Come vedi la figura del Battista? Un uomo lieto che porta gioia, oppure un uomo austero che incute timore, invitando a un grande sforzo morale? Le raffigurazioni lungo i secoli sembrano accentuare il lato austero... ma è giusto?

Giovanni Battista annuncia la consolazione di Israele, la fine delle sue pene. È vero che la presenza del Signore è così grande e maestosa, potente che disturba la nostra piccola religione mediocre, fatta di tante toppe. E dobbiamo decidere di affidarci totalmente, di fare fiducia. La conversione è una possibilità che ci offre il Signore. Non perdere l'occasione.  

E noi cristiani dobbiamo alzare la voce con forza, senza temere. Annunciamo la conversione totale ma anche la tenerezza e pazienza del Dio libero che ci ama gratuitamente, senza condizioni, sino alla fine. 


Prima Lettura  Is 40, 1-5.9-11  Preparate la via al Signore.

COSA SIGNIFICA LA CONVERSIONE? / 02 Continuiamo la nostra riflessione.


San Giovanni Battista in questa domenica annuncia che Dio verrà a salvare il suo popolo. Dio verrà. E per accoglierlo devi convertirti. Ma cos’è la conversione? Non ci sono forse in giro equivoci profondi e pericolosi? Continuiamo la riflessione del post “
La Gioia del Vangelo: CHIESA SMETTI DI INGANNARE LE PERSONE! / Giovedì 1a Sett. Avvento, 2023.”)

Spesso si dice: l'unica cosa che conta è essere brave persone. Per esempio un’amica commenta: credo che il Padre di Giulia Cecchettin sia più cristiano di me che sono credente e praticante per il comportamento che ha tenuto. 

NELLA SUA TOTALITÀ LA DOMENICA È SINTESI DELLA VITA CRISTIANA E CONDIZIONE PER VIVERLA BENE / 05 "Spiritus et Sponsa" di Giovanni Paolo II, del 4 XII 2003


8. Occorre pertanto una pastorale liturgica intonata ad una piena fedeltà ai nuovi ordines (NdR: cioè le rubriche da osservare, poste all’inizio del Messale). Attraverso di essi si è venuto realizzando quel rinnovato interesse per la Parola di Dio secondo l'orientamento del Concilio che auspica una "lettura della Sacra Scrittura più abbondante, più varia, meglio scelta" 22. I nuovi lezionari, ad esempio, offrono un'ampia scelta di brani scritturistici, che costituiscono una sorgente inesauribile alla quale il Popolo di Dio può e deve attingere. Non possiamo, infatti, dimenticare che "nell'ascolto della Parola di Dio si edifica e cresce la Chiesa, e i fatti mirabili che un tempo e in molti modi Dio ha compiuto nella storia della salvezza, vengono in mistica verità ripresentati nei segni della celebrazione liturgica" 23. All'interno della celebrazione, la Parola di Dio esprime la pienezza del suo significato, stimolando l'esistenza cristiana a un continuo rinnovamento, perché "ciò che si ascolta nell'azione liturgica si attui poi anche nella vita" 24.

9. La domenica, giorno del Signore, nel quale si fa speciale memoria della risurrezione di Cristo, è al centro della vita liturgica, quale "fondamento e nucleo di tutto l'anno liturgico" 25. Senza dubbio sono stati fatti sforzi notevoli nella pastorale, perché il valore della domenica venisse riscoperto. Ma occorre insistere su questo punto, giacché "veramente grande è la ricchezza spirituale e pastorale della domenica, quale la tradizione ce l'ha consegnata. Colta nella totalità dei suoi significati e delle sue implicazioni, essa è, in qualche modo, sintesi della vita cristiana e condizione per viverla bene" 26.

venerdì 8 dicembre 2023

LA MADONNA CI HA FATTO UN DONO PER LA SUA FESTA / 8 DICEMBRE 2023.


Pensavo a lei questa mattina e volevo mandarle gli auguri. Ma ecco che la nostra splendida giovane, Assunta, ci ha fatto la sorpresa: è venuta con la sua madrina a condividere con noi la gioia della sua Iniziazione cristiana. È stata battezzata e cresimata da noi l’8 dicembre di due anni fa alla bella età di 93 anni (
La Gioia del Vangelo: IN MARIA LA BELLEZZA DI DIO E LA BELLEZZA DELL'UOMO FEDELE ALLA GRAZIA / 8 Dicembre con le foto di quel giorno). 

MARIA VITTIMA DEL PATRIARCATO? / Immacolata Concezione, 8 dicembre 2023.


Si dice: “la prima generazione costruisce, la seconda mantiene, la terza dilapida”. Cioè, la terza generazione, nata negli agi non ne (ri)conosce il valore e crescendo senza la scuola dello sforzo, vive superficialmente. Adamo ed Eva avevano tutto e non conoscendo altro gli sembrava normale, dovuto, 
non hanno saputo valutare i doni immensi di cui erano stati ricolmati né la bontà di Chi glieli aveva dati. Dal dinamismo della crescita posto proprio da Dio nel più profondo di ogni uomo, pur essendo immacolati - senza peccato - hanno ascoltato la menzogna del Tentatore.

In questi giorni si parla molto di patriarcato e di colpevolizzazione-oppressione della donna. Applicare questo schema alla società di oggi e all’uccisione di Giulia Cecchettin è proprio senza senso. Accusare la Chiesa e la Bibbia di diffusione del cattivissimo patriarcato mentre in società maschiliste la Chiesa ha portato l’amore cortese e l’elevazione della donna anche in riferimento alla Vergine Maria è un controsenso storico. Nessuna società è perfetta e può sempre migliorare, specialmente i cristiani, anche nel leggere seriamente la Bibbia.

Qualcuno prendeva pretesto del racconto della Genesi per incolpare la donna di essere, tra i due sessi, la più portata al peccato e tentatrice. Infatti si dice che fu Eva ad ascoltare per prima il serpente e porgere il frutto proibito ad Adamo. Ma proprio nel brano di oggi Dio non va da Eva ma da Adamo. E non dice: “cosa ti ha fatto Eva?” ma: “cosa hai fatto tu?”. Eva non è colpevole di ciò che fa Adamo. Adamo ed Eva hanno peccato tutti e due e ognuno tenta di nascondersi rigettando la colpa su qualcun altro. La Bibbia non accusa specialmente la donna. Chi legge la Bibbia seriamente, anche in riferimento alle altre culture di quel tempo si accorge che la Parola di Dio è sempre un passo o molti passi avanti su tutti. 

Maria, concepita immacolata, è piena di doni, ma sa riconoscerne l’Autore e, nella sua umiltà, non cerca altre vie fuori dal suo benefattore, non si vanta, non si innalza. Anzi, avendo lo Spirito di Dio annulla se stessa nella scomoda obbedienza a Dio. Infatti, dal dialogo con l’angelo è evidente che il Signore - come ad Abramo nel sacrificio di Isacco - sconvolge i suoi piani e le chiede il sacrificio della sua stessa vita. Avrà sentito la dolcezza dell’amore di Dio nell’annuncio dell’angelo? Nulla ce lo dice in quel brano. La gioia e l’esultanza sono palesi dopo, nell’incontro con Elisabetta. Sicuramente - la Scrittura ci dice oggi e poi a più riprese che Maria è una donna che conserva sempre la capacità di ragionare, interrogarsi, senza lasciarsi comandare dalle proprie paure, senza fuggire dalla verità - avrà capito che c'era un grande prezzo da pagare nel dire di sì. Ma la serva per amore obbedisce. Ecco perché Maria è per noi, Madre, Modello e Maestra. Molti vorrebbero ridurla a sola Madre protettrice, altri a schiava violentata da un Dio Padre Padrone. Maria è tutto il contrario, nei due casi. 


Prima Lettura  Gn 3,9-15.20  Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

 Dal libro della Gènesi

giovedì 7 dicembre 2023

CHIESA SMETTI DI INGANNARE LE PERSONE! / Giovedì 1a Sett. Avvento, 2023.


(A scanso di equivoci la parola "Chiesa" nel titolo vuol dire "troppe parrocchie". Vediamo perché secondo me troppe parrocchie ingannano le persone).

Mi ha colpito la compostezza e sincerità di Gino Cecchettin al funerale di sua figlia. Dispiace che ci sia chi, in quella circostanza, debba pontificare, puntualizzando che ha sbagliato dicendo che “nemmeno Gesù ha perdonato, ha chiesto a suo Padre di farlo”. Ancora di più dà fastidio chi vuole porgere seraficamente l’altra guancia degli altri. 

Vorrei però sottolineare un altro punto. Probabilmente anche per Gino Cecchettin, ma soprattutto parlando in generale, vorrei che la Chiesa, le parrocchie la smettessero di distribuire diplomi di cristianità a persone che hanno ricevuto il battesimo in famiglie incapaci di educarli nella fede e spesso non si curano affatto di farlo, famiglie dove non si prega mai e non si apre mai la Scrittura, e poi hanno fatto la prima comunione in un'ottica molto emotiva e coreografica, quando è spesso mancato l’insegnamento delle basi della fede e soprattutto la verifica che siano state assimilate. 

Non metto mai in dubbio la sincerità di chi sente la fede cristiana nel proprio cuore. Il problema sta nel fatto che queste persone troppo spesso si credono perfettamente cristiane, capaci di guidare altri per esempio come padrino o madrina. Non gli fa problema di non conoscere i Dieci Comandamenti, di non aprire mai la Scrittura, di pregare poco e non andare a Messa se non in qualche occasione, ecc. Qualcuno si fa persino farsi maestro di sacerdoti e Papi, apostolo, mentre non sa nulla. 

Senza andare in cerca della pecora smarrita come ci chiede Gesù, la Chiesa potrebbe fare molto di più per nutrire la vita spirituale di queste persone nelle varie occasioni in cui le incontra. Ma soprattutto dovrebbe aiutarle a comprendere che gli manca qualcosa, che essere cristiano, essere un punto di riferimento, un garante, è un’altra cosa. Innanzitutto uno che è statico, non si mette in cammino, non è cristiano.

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.» Matteo mette questa frase alla fine del Discorso della Montagna! Chi può dire di compiere alla perfezione le indicazioni del Discorso della Montagna? Se devo sempre confidare nella misericordia di Dio, la Chiesa ha il dovere di dirmi con franchezza che la porta è stretta! Comincerò a comprendere di non essere cristiano e forse inizierò pure a mettermi in cammino dietro a Gesù e con lui. È una grave ingiustizia privare la gente della forza e della bellezza del Vangelo e si gioca con l’educazione, la crescita personale e la vita - anche fisica purtroppo - delle persone, specialmente i giovani. La rovina fu grande!

  

Prima Lettura  Is 26, 1-6   Entri una nazione giusta che si mantiene fedele.

Dal libro del profeta Isaia