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martedì 12 dicembre 2023

LA SCHIAVITÙ NELLA BIBBIA 2/3 PROTEZIONE E INTEGRAZIONE DEGLI SCHIAVI

Scoperta e ricostruita
una stanza di schiavi a Pompei. 

Vediamo gli aspetti di queste regole di protezione e integrazione degli schiavi:

Gli stranieri non devono mangiare la Pasqua che è riservata agli eletti di Dio e che celebra la libertà dalla schiavitù, ma  “Quanto a ogni schiavo acquistato con denaro, lo circonciderai e allora ne potrà mangiare” (Esodo 12, 44).  Lo stesso avviene per il cibo riservato ai sacerdoti: “Ma una persona che il sacerdote avrà comprato con il proprio denaro ne potrà mangiare, e così anche lo schiavo che gli è nato in casa: costoro potranno mangiare il suo cibo”. (Levitico 22, 11).

Lo schiavo partecipa a tutte le feste come gli altri: "Gioirai davanti al Signore, tuo Dio, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita che abiterà le tue città, il forestiero, l'orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome". (Deuteronomio 16, 11).  In particolare il sabato: il riposo è un diritto sacro per ogni uomo, libero o schiavo e anche per gli animali: “ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te”. (Esodo 20, 10). 

L’ebreo non può essere schiavo allo stesso modo dello straniero. È sempre un fratello.  Ma c'è in questa regola un aspetto sorprendente che tiene conto sia della debolezza di chi non sa gestire la propria vita e trova più sicurezza nell’essere comandato, sia dei legami umani che possono nascere malgrado la differenza sociale : “Quando tu avrai acquistato uno schiavo ebreo, egli ti servirà per sei anni e nel settimo potrà andarsene libero, senza riscatto.  … Ma se lo schiavo dice: "Io sono affezionato al mio padrone, a mia moglie, ai miei figli, non voglio andarmene libero", allora il suo padrone lo condurrà davanti a Dio, lo farà accostare al battente o allo stipite della porta e gli forerà l'orecchio con la lesina, e quello resterà suo schiavo per sempre”. (Esodo 21, 2.5-6). In questo forare l’orecchio c'è un’indicazione fortissima: l’ebreo è uno che ha ascoltato la voce di Dio e ricevuto i Comandamenti che rendono liberi, le Dieci Parole di Vita. Chi sceglie la schiavitù decade in qualche modo dalla libertà che Dio gli ha offerto attraverso l’ascolto della sua Voce e della sua Sapienza. A volte l’avidità e la durezza di cuore dei proprietari gli fa trattenere i loro schiavi oltre il termine del giubileo (Geremia 34, 8 ss).

E nel farlo lavorare deve avere un trattamento di riguardo : “Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria e si vende a te, non farlo lavorare come schiavo;” (Levitico 25, 39). A differenza dello schiavo straniero (Levitico 25, 44; vedi Levitico 25, 46). 

C'è una protezione particolare per le donne che sono chiaramente oggetto di desiderio o di sentimento da parte degli uomini liberi : “Quando un uomo venderà la figlia come schiava, ella non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi”. (Esodo 21, 7). “Se in seguito non ti sentissi più di amarla, la lascerai andare per suo conto, ma non potrai assolutamente venderla per denaro né trattarla come una schiava, perché tu l'hai disonorata”. (Deuteronomio 21, 14). Vedi Levitico 19, 20 che mette in evidenza in questo campo il valore inferiore della schiava ma anche la protegge per la sua non libertà.


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