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martedì 30 giugno 2020

LO SVILUPPO DELLA NOSTRA VITA CON DIO / martedì XIII sett. T.O.




La prima lettura ci mostra chiaramente che la Rivelazione si è sviluppata di pari passo con il piano divino di Salvezza. Leggiamo infatti: «Soltanto voi ho eletto tra tutte le stirpi della terra». L'elezione di Abramo e dei suoi discendenti, con l’atteggiamento tipico delle popolazioni chiuse su se stesse che difficilmente conoscono gli altri gruppi, poteva sembrare soltanto esclusiva: “Solo noi siamo considerati da Dio, gli altri sono proprio poveretti senza alcuna Sapienza, pieni di vizi. Incombe su di loro l’ira di Dio, sono senza nessun contatto con Lui!”. Gli altri sono soltanto “cani”, “maiali”. Pian piano gli ebrei si accorgeranno che Dio si preoccupa anche degli altri popoli ed è l’unico vero Dio e Creatore di tutto l’Universo. Dal Dio di mio Padre al mio Dio (Giacobbe) si passa solo successivamente ad una riflessione più ampia (vedi per esempio il libro di Giona). Perché queste riflessioni sono soltanto successive? Perché per Dio la priorità è di stringere un’Alleanza personale con noi affinché viviamo con lui. Se siamo sinceri nel nostro rapporto di conversione a Cristo, va bene, anche se abbiamo ancora tante cose da imparare e comprendere. Non gli interessa che facciamo subito belle riflessioni su Dio "Motore Immobile" dei greci oppure "Grande Orologiaio dell'Universo" (Cartesio). Già notava sant’ Agostino che Dio non vuole farci diventare "matematici", ma cristiani, non ci vuole spiegare come funziona il cielo ma portarci in Cielo. Dio vuole convertirci, come suoi amici.
Nello stesso brano troviamo ancora: «Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore?» La coscienza del potere di Dio fa riferire tutto a Lui, ed è giusto, ma solo in seguito si prenderà sempre meglio coscienza delle cosiddette “cause seconde”, cioè della autonomia delle realtà create da Lui e sopratutto del mistero della libertà umana, che non mette in discussione l’Onnipotenza di Dio e la sua responsabilità ultima su ogni cosa.  
Questa apertura di esperienza e di riflessione non contraddice quindi la verità di base dell’elezione unica di Abramo, né quella della assoluta onnipotenza di Dio. Anzi la logica dell'Alleanza spinge a conoscere sempre meglio il Dio che mi chiama. Leggiamo nel Vangelo di oggi che i discepoli si fanno spontaneamente la domanda: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?». 

Questa crescita di conoscenza e di esperienza è come un albero: l'albero maturo appare molto diverso dal seme. Anche la pianta che cresce, di anno in anno cambia aspetto, non produce frutti subito, eppure è lo stesso organismo vivente, non un altro. I vari stadi di crescita sono il logico sviluppo dello stadio precedente, non il suo tradimento. Eppure per alcuni è difficile accettare questo cammino audace di apertura di Dio anche se lo troviamo già nelle Scritture degli ebrei e, a molto maggior ragione, nelle Scritture dei cristiani. Lo sviluppo della Tradizione è una verità di fede cattolica. Chi non lo accetta blocca l'azione dello Spirito Santo in sé. Un albero che non cresce è malato. Certo non ogni novità è sviluppo della Tradizione autentica. Ecco allora che l’immagine dell’albero che cresce dalle sue radici ci dà il senso dello sviluppo della Tradizione e sopratutto è il Magistero che ce lo dà con sicurezza. Non dobbiamo tradire le nostre radici ma non dobbiamo neppure tradire il loro dinamismo che porta alla crescita infinita e quindi a novità mai sperimentate prima. 
In questo tempo in cui continuano opposizioni al Concilio Vaticano II e al magistero dei Papi, è importante approfondire questa verità vitale. Chi non si lascia guidare dalla Chiesa e non mantiene la comunione con i legittimi pastori, si allontana dalla fede in Dio.

Prima Lettura  Am 3,1-8; 4,11-12
Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?

lunedì 29 giugno 2020

PERCHE' PIETRO E PAOLO SONO FESTEGGIATI INSIEME? / 29 giugno SS. PIETRO E PAOLO

Pietro e Paolo nuovi fondatori di Roma.
Perché due santi del calibro di Pietro e Paolo sono festeggiati insieme? Anche perché tradizionalmente quel giorno viene festeggiato il Papa ed egli dona i Pallii ai vescovi Metropoliti, segno di comunione con la Sede di Pietro. Il Papa è successore di Pietro. Paolo in questo senso non ha successori, oppure ne avrebbe troppi. È vero che pure Pietro è stato un missionario itinerante e ha presieduto le comunità dove si fermava, ma rimane il vescovo di Roma.

L’origine di questa festa sarebbe dovuta alla consapevolezza che con il Cristianesimo inizia una nuova fondazione. Infatti il 29 giugno si festeggiava il Quirino, con i gemelli Romolo e Remo, fondatori di Roma. Papa Leone Magno, verso la metà del secolo V, si rivolse a Roma, nel sermone pronunciato in occasione di questa festa, ricordandole che gli apostoli le avevano portato il Vangelo di Cristo, trasformandola da maestra di errore in discepola di verità e rammentando che Romolo aveva macchiato la nascita della città col sangue fraterno. “Quelli sono i santi padri tuoi e i veri pastori che ti fondarono, molto meglio e molto più felicemente di coloro per opera dei quali fu stabilita la prima fondazione delle tue mura”.
Infatti la grande civiltà romana è sempre stata segnata anche dalla violenza e da un progetto di potere che, pur molto intelligente, aveva tutta la brutalità del paganesimo e schiacciava ogni ribellione. Chi meglio di Pietro e di Paolo potevano incarnare i nuovi Romolo e Remo, coloro che plasmano il nuovo volto e il nuovo modo di vivere di Roma?
Riflettiamo quindi sulla nostra fondazione, come persone e come comunità. Veramente ho capito e accettato che la mia vita, pur essendo in cammino e fragile, ha una sola origine, una sola roccia sulla quale appoggiarsi? Oppure voglio strumentalizzare la bontà di Dio per non consegnarmi tutto a lui e fargli fiducia in tutto, cercando di “salvare la mia vita” con il risultato di perderla?
Vescovo di Roma. Molto presto la Chiesa ormai libera adotta le divisioni amministrative romane e insedia un vescovo in ogni regione (“diocesi” in latino, termine ancora usato da noi cattolici “latini”, “eparchia” in greco usato dai cristiani “greci” o orientali). Ma anche se queste divisioni e organizzazioni sono utilissime è importante non mettere da parte il termine molto più dinamico con il quale Gesù ha chiamato il gruppo ristretto dei suoi discepoli: “apostoli”, inviati, itineranti e ambasciatori plenipotenziari della Buona Notizia, non solo amministratori.
L’unione in una unica festa degli Apostoli Pietro e Paolo ci ricorda ancora come due uomini così diversi tra loro, anche se entrambi giudei, hanno vissuto una profonda comunione. Paolo il dottore della legge che tira dalla sua conversione sconvolgente una chiarezza senza pari sul mistero di Cristo chiede l’approvazione a Colui che Cristo ha indicato come la Roccia anche se è un povero pescatore senza cultura. Pietro riconosce in Paolo questa chiarezza e profondità e la difende davanti alle Chiese, anche se forse gli cuoce ancora il confronto in cui Paolo l’ha rimproverato pubblicamente… Tutti e due servono Cristo e il Vangelo non sé stessi.

Prima Lettura   At 12, 1-11
Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.

RICKY MARTIN, LA VERGINE MARIA E LA MATERNITA' SURROGATA

In un albergo di Kiev, per via del Covid 19, parcheggiati 60 bambini nati da madri surrogate (Foto "Avvenire").


Ricky Martin, idolo di tanti giovani, con milioni di followers, diffonde anche lui la tesi, in una recente intervista al giornale “El Paìs”, che, in fondo, non c’è niente di male nella pratica dell’utero in affitto con la quale sono nati i suoi figli: “Maria non ha forse anche lei prestato il suo grembo a Dio?”

Facciamo chiarezza. L’Utero in affitto, o gravidanza surrogata, consiste nel fatto che viene impiantato un essere umano nei suoi primi stadi di sviluppo nel grembo di una donna che non l’ha concepito, affinché possa crescere fino al termine della gravidanza e nascere. Seme maschile e ovulo femminile sono spesso di altre persone, oppure l’ovulo è della stessa donna portatrice, estratto con un’operazione chirurgica, dopo stimolazione ormonale artificiale per ottenere il più grande numero possibile di ovuli disponibili. Questi ovuli vengono fecondati “in vitro”, in una provetta, e poi impiantati nell’utero. Vengono impiantati più di un essere umano (ovulo fecondato) per moltiplicare le possibilità che una gravidanza arrivi a termine. Se tutti gli ovuli impiantati si sviluppano, si pratica spesso l’aborto selettivo per conservare il “prodotto” che sembra migliore o piace di più. Alla nascita, il bambino viene separato immediatamente dalla madre, anche se spesso viene tirato latte da lei per nutrire il bambino nei primi giorni evitando che alimenti suo bambino al seno perché si rafforzerebbe il legame affettivo, generando un trauma più grande ancora nella madre e nel figlio stesso alla separazione. Quindi il bambino viene alimentato dal latte di sua madre, ma con il biberon. Dopo la nascita la donna deve sparire per sempre. Il bambino non deve sapere chi l'ha portato in grembo per i primi nove mesi fondamentali della sua vita. La donna “offre con generosità” il suo servizio a coppie etero o omosessuali, ricevendo però un rimborso spese che corrisponde ad uno stipendio di tutto rispetto nel suo paese. Infatti se hai molti soldi vai negli Stati Uniti o in Canada, sapendo che le donne generose e altruiste non sono mai donne di elevato ceto sociale che offrirebbero nove mesi della loro vita per la gioia di coppie sterili. Se hai meno soldi vai in Ucraina, per esempio. Per via del Covid, qualche settimana fa un’agenzia presentava bambini non ritirati in saldo, parcheggiati in un albergo di Kiev. Se hai meno soldi ancora vai in India o in Nepal... 
  
Fu così per la Vergine Maria?

domenica 28 giugno 2020

POCO - MOLTO, LA VIA DI DIO / XIII Domenica T.O.

Una donna di Sunem accolse Eliseo nella sua casa.

Una donna accoglie il profeta Eliseo. Crescendo l'amicizia, gli costruisce una stanzetta sul terrazzo della sua casa. Fa poco, visto i suoi mezzi, ma con stima e generosità, e la sua ricompensa è smisurata: lei che non poteva avere bambini diventa madre, la sua famiglia riceve il dono di un figlio.

Poco – molto. Io dono da essere umano, con il mio imperfetto amore, ma senza avarizia, e Dio mi ricambia da Dio.
Se accogliendo un profeta come profeta ricevo la ricompensa del profeta, cosa non sarà la mia ricompensa se accolgo un figlio di Dio che, per il suo battesimo, è stato consacrato insieme Re, Sacerdote e Profeta? E perfino ogni uomo è immagine di Dio così profondamente che gli Ebrei lo ricordano parlando di Adolf Hitler durante la Cena pasquale. Mi aiuterebbe molto avere sempre presente questa verità agli occhi della mente e del cuore… Ahimè mi sfugge continuamente.
San Paolo dice che la risurrezione di Cristo ci da il potere di camminare in una vita nuova”. Prima non era possibile. Senza credere alla risurrezione, senza appoggiarmi ad essa non posso amare come cristiano, come figlio di Dio.  Perché amare è perdere la propria vita. Ma, come sempre nel Vangelo, Gesù ci dice la verità tutta intera e poi, immediatamente, ci incoraggia offrendoci una via alla nostra portata, quotidiana: anche  un solo bicchiere di acqua fresca donato avrà la sua ricompensa.

Prima Lettura  2 Re 4,8-11.14-16a
Costui è un uomo di Dio, un santo; rimanga qui.

sabato 27 giugno 2020

COME AVERE FEDE E PARLARE A DIO ANCHE NEL DISASTRO / sabato XII sett. T.O.



Il brano del Libro delle Lamentazioni descrive la situazione di orrore  insostenibile vissuta durante l’assedio di Gerusalemme. Purtroppo, situazioni così ci sono sempre state e ancora oggi ce ne sono. La lezione della Bibbia è di guardare tutto e di portare tutto a Dio nella preghiera, anche quando molto di ciò che succede è per colpa nostra. Non sempre reagiamo con la preghiera umile e fiduciosa! Ma sembra più naturale nascondersi da Dio, oppure lasciarsi andare in depressione o fuggire nel divertimento, buttare la colpa sugli altri. In questo nostro tempo sta crescendo sempre di più il pretendere e, oltre che gli altri, l’accusare Dio di ogni male. Il credente invece, che sia peccatore o meno, rimette la propria causa a Dio, attinge da lui la forza di abbandonarsi e anche di reagire.  
È questo atteggiamento di fede che ci mostra il centurione che, pur scongiurando Gesù nella sua supplica talmente ha a cuore la salute del suo servo, non pretende, non chiede garanzie né segni particolari, ma si fida della sola Parola di Gesù. Il Signore dà lo Spirito Santo a chi si sottomette a Lui, ma come figlio.
Affidiamo la nostra vita tutta al Signore e anche i vari (nostri) servi “che stanno in casa, paralizzati e soffrono terribilmente”.

Prima Lettura   Lam 2, 2.10-14. 18-19
Grida dal tuo cuore al Signore, gemi, figlia di Sion.

venerdì 26 giugno 2020

LE VERE CATENE / venerdì XII sett. T.O.


I figli di Sedecia vengono sgozzati in sua presenza. - Gustave Doré.
Gesù guarisce un lebbroso e gli raccomanda: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». 
Sappiamo che Gesù non vuole pubblicità per sé e non vuole essere frainteso sul suo ruolo che non è di trionfare in questo mondo ma di portare la logica alternativa del Regno di Dio, quella dell’amore crocifisso. Ma Gesù non difende solo se stesso con questa raccomandazione al lebbroso. Preserva anche il lebbroso, indicandogli di seguire la via normale di tutti quelli che hanno avuto la grazia o la fortuna di guarire da quel terribile morbo. Nessuno sfruttamento dell’accaduto per altri fini.
Infatti quello che salva davvero il lebbroso non è di essere guarito ma di avere fiducia in Dio, di stabilire con Dio un rapporto di amore. La guarigione fisica è solo un segno, importantissimo, di questo amore. Lo stesso vale per tutta la società che si trasforma solo con la fiducia nell'amore di Dio.
Farne troppa pubblicità allontanerebbe l’uomo guarito dalla sua propria interiorità dove incontra Dio, forse lo esporrebbe al vantarsi, al mettersi al centro dell’attenzione, oppure, se è fragile e debole, ad essere manipolato da altri, a non reggere la pressione. Un conto è testimoniare con coraggio, un conto è privilegiare l’esteriorità.
Sedecìa, invece, in balia delle correnti opposte filo babilonese e filo egiziana della sua Corte, impone a tutta la popolazione di Gerusalemme, in particolare ai più poveri, due anni di assedio durissimo, in cui si muore di fame, con tutto ciò che questo comporta.  Eppure Geremia gli da consigli di saggezza che potrebbero salvare lui e i tanti innocenti del popolo. Ma ascoltare la voce di Dio attraverso il profeta non salverebbe l’orgoglio di Sedecìa, e richiederebbe più coraggio che di fare la fuga in avanti. Alla fine, come già anticipato ieri, l’orgoglio di Sedecìa sarà punito e calpestato in modo terribile e la sua fuga in avanti non salverà nessuno. Nella sua paura di perdere la libertà e la vita è già prigioniero di catene pesantissime e condannato a morte. 

Prima Lettura  2 Re 25, 1-12
Giuda fu deportato dalla sua terra.

giovedì 25 giugno 2020

COMPRENDERE CIO' CHE VA VERAMENTE PRESERVATO / giovedì XII sett. T.O.




Dopo aver resistito (essere stato protetto da Dio ) molto più a lungo del Regno di Samaria, anche il Regno di Giuda viene invaso e Gerusalemme espugnata.
In questa terribile vicenda ci sono molti aspetti che vengono ad illuminare la nostra vita di fede. Innanzitutto non riporre la fiducia nei beni terreni, nelle posizioni acquisite, nei titoli e nelle funzioni, anche quelli benedetti dal Signore come il Tempio di Salomone o la Terra Promessa stessa. Non riporre fiducia nemmeno nelle preghiere se non comportano un vero abbandono, una sincera conversione di cuore, mente, forze al Dio vivente. L’unica vera Roccia è l’insegnamento di Cristo, il suo Spirito, come dice il Vangelo di oggi. Tutto il resto può essere travolto. 
In questa situazione estrema, il giovane re Ioiakin si arrende realisticamente al re di Babilonia e in questo modo salva il salvabile anche se il tutto ha le dimensioni di un disastro nazionale. Ma questa soluzione è migliore di quella che adotterà il suo successore. Dopo nove anni, Sedecia, nominato dal re di Babilonia, si ribellerà. Gerusalemme è di nuovo assediata. Per uscire dall'impasse, il Profeta Geremia consiglia la resa, ma Sedecia rifiuta e questo porterà alla distruzione del Tempio e di tutta la Città Santa. Una parte dell’esercito, più intransigente e apparentemente fedele ai valori religiosi dei padri si rifugerà in Egitto dove saranno stanziati a guardia delle frontiere. Alla fine questo gruppo intransigente e irrigidito sulla purezza dei valori della fede nazionale, vivendo in Egitto, ritornerà al politeismo (cf. Wikipedia, voce “Sedecia”). Invece tra gli ebrei deportati a Babilonia la fede autentica si preserverà e si purificherà, portando ad un nuovo arricchimento con la Parola. A Babilonia sarà scritto il libro della Genesi. Dopo alcuni decenni, da loro uscirà un piccolo resto che potrà tornare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio. 

Prima Lettura   2 Re 24, 8-17
Il re di Babilonia condusse prigionieri Ioiachin e tutti gli uomini di valore.

mercoledì 24 giugno 2020

COSI' GRANDE PERCHE' COSI' PICCOLO / 24 giugno, nascita di Giovanni Battista



Il rapporto di grandezza tra Giove e la Terra.
 
Quanta grandezza, quante circostanze prodigiose fin dal concepimento, quanti carismi, per uno che dice di essere niente! Giovanni Battista ripete: “io non sono!” ma non dice mai: “io sono” - vedi la finezza del testo greco nel Vangelo di san Giovanni (1, 20-23) - perché un'affermazione positiva del suo io assomiglierebbe troppo allo “Io sono” di Dio a Mosè nel roveto ardente.
La Chiesa ha posto la nascita di Giovanni Battista sei mesi prima di quella di Gesù, come ci suggerisce il Vangelo di Luca, creando una felice coincidenza con la fine del solstizio d’estate: da oggi, 24 giugno, i giorni cominciano ad accorciarsi, per riprendere ad allungarsi il 25 dicembre. “Io devo diminuire e Lui deve crescere. È Gesù la Luce, io sono solo un testimone della Luce e devo far posto a Lui”.
Possiamo proporre anche un altro paragone cosmico: se Giove, che è un pianeta gassoso, fosse stato più grande sarebbe diventato una stella. È comunque un gigante, 300 volte più grande della Terra! Ma non è il Sole, pur avendo un ruolo fondamentale nel sistema solare e quindi per la nostra sicurezza. Anzi, gli astronomi dicono che la sua influenza assieme a Saturno ha proprio plasmato il sistema di pianeti come lo conosciamo e quindi la meravigliosa Terra sulla quale si è sviluppata la vita, anche la nostra.
Ecco che possiamo paragonare Giovanni Battista a Giove. Così grande, ha plasmato le condizioni della missione di Gesù, ne è stato il precursore e il garante, ma sa che senza il Sole (Gesù) non c'è nessuna vita, nessuna redenzione. E se il Battista è così grande è perché accetta di dipendere totalmente da Gesù, e polverizza tutti i nostri “record di umiltà”. Noi siamo così piccoli spiritualmente principalmente per quella maledetta cresta sempre alzata, che alziamo ancora di più ad ogni occasione.

Prima Lettura   Ger 1, 4-10
Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto.

martedì 23 giugno 2020

TUTTI IN PARADISO PERO' PASSANDO PER LA PORTA STRETTA / martedì XII sett. T.O.


 
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Il re Ezechìa, comandante in capo, uomo di coraggio e di azione, è anche un uomo di preghiera. Di fronte alle minacce terribili del re d’Assiria se Gerusalemme non si arrende, egli pensa subito ad andare al Tempio a pregare. Dio gli risponde tramite il profeta Isaia: non permetterà nemmeno che Gerusalemme sia toccata. E così accade. Una grande lezione sulla preziosità e la forza della preghiera.
Ma quanti pregano? Quanti pregano nei momenti di stress o di grandi decisioni? Quanti pregano la mattina? Molti pregano solo la sera quando tutto è giocato, come se fosse una camomilla spirituale. Vale tanto la preghiera la sera, ma vale molto di più la preghiera la mattina. L’una non esclude l’altra. Se molti sanno programmare le loro giornate e chi non lo fa capisce che gli manca qualcosa, perché sono pochi quelli che pregano la mattina? Dio non può entrare nella tua giornata, la fede non illumina le tue azioni, non ti custodisce, non ti aiuta ad avere discernimento?
Questo tesoro della fede e della preghiera deve essere offerto a tutti ma allo stesso tempo deve essere conservato puro. Chi non si vuole convertire al Signore non ha posto nella comunità cristiana. La porta stretta di cui parla Gesù non è il muro anti immigrati di alcune nazioni. Dio ci vuole tutti in paradiso. Nel suo cuore siamo tutti già cittadini del suo Regno, ma la porta d’entrata è una sola, ed è stretta. Quando ho visto le dune nel deserto, mi hanno fatto pensare alla via stretta evangelica: sulla cresta della duna, il vento indurisce la sabbia ed è più facile camminarvi mentre a pochi passi la sabbia cede sotto i tuoi piedi. Ma la cresta forma una linea molto sinuosa. Seguirla significa non affondare, però camminando su una via stretta obbligatoria.

Prima Lettura  2 Re 19, 9-11. 14-21. 31-35. 36
Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo.

lunedì 22 giugno 2020

IL VOLTO DI DIO / San Paolino da Nola 22 giugno



“Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda”. Israele ha coscienza che tutto dipende da Dio e se Egli “nasconde il suo volto a…”, oppure “mette il suo volto contro …”, non ci sarà né vittoria né benefici e prosperità.
Percorrendo la Bibbia alla ricerca della parola “volto” scopriamo quanto sono belle e importanti questa parola e le espressioni che ne derivano. La parola “volto” ricorre più di cento volte nell’Antico Testamento; 65 volte quel volto è quello del Signore. Il volto, sia per l’uomo che per Dio, esprime l’essenza della persona e manifesta la sua grandezza e gloria ma anche i suoi sentimenti, le sue decisioni. Il “volto” del Signore appare in particolare nei salmi (34 volte), perché è nella preghiera che lo si cerca e lo si contempla, ci si sazia della sua presenza. Non è ancora il faccia a faccia senza veli impossibile prima della morte, ma già lo splendore sperimentato basta a cambiare tutta la vita: l’uomo è “inondato di gioia”.
IL Signore fa brillare, risplendere il suo volto, e questo significa benevolenza, prosperità, pace, istruzione nei comandamenti. Grazia e fedeltà precedono il volto di Dio”.
Se invece Dio nasconde il suo volto, ecco turbamento, distruzione e avvilimento di fronte ai nemici. Dio potrebbe “gettare lontano dal suo volto il popolo e la città che aveva dato a loro e ai loro padri” (Cf. Geremia 23, 39). Allora l’uomo cerca il volto del Signore, lo placa, umiliandosi e compiendo la giustizia, convertendosi, e riceve il perdono delle sue colpe e il risanamento del paese. Se invece il volto del Signore minaccia questi stessi nemici, sono essi a soccombere e a perire. Anzi, ogni essere perisce, viene meno, scende nella fossa e ritorna alla polvere se Dio nasconde del tutto il suo volto. Senza  il suo aiuto l’uomo non ha nemmeno la forza di invocare il Suo nome.
Ma l’uomo credente continua a confidare e sperare perché sa che Dio è il suo redentore e solo In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te” (Isaia 54,8).

Ma questi alti e bassi erano solo per un tempo, perché Dio, per bocca del profeta Ezechiele (39,29) aveva promesso: “Allora non nasconderò più loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa d'Israele». Parola del Signore Dio”.
Questo tempo è venuto con la Pentecoste! Come mai allora sembra a tanti battezzati e devoti che il Signore nasconda ancora il suo volto? Come con questa pandemia che a livello mondiale sta accelerando. In molti paesi è un flagello in piena espansione e noi stessi dobbiamo continuare a vigilare per evitare una seconda ondata più devastante della prima!
Cosa concludere? Non è vero che lo Spirito Santo è stato effuso? Allora tutto crolla… Lo Spirito Santo è stato effuso ma non l’abbiamo evangelizzato, in modo che gli uomini possano riceverlo? Non l’abbiamo accettato, non abbiamo voluto entrare nel mistero di Cristo crocifisso e risorto, e abbiamo preferito continuare secondo i nostri schemi non cristiani, non accettiamo che Egli ci dica che abbiamo una trave nell'occhio come nel Vangelo di oggi? Tutto questo sterilizza la forza dello Spirito.

Prima Lettura   2 Re 17,5-8.13-15.18
Il Signore allontanò Israele dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.

domenica 21 giugno 2020

LA PARABOLA DEI DUE CAMPI / XII Domenica T. O.



C'era una volta un paese in cui ogni bambino riceveva alla nascita la proprietà di due campi. Uno, vicino a casa, che i suoi gli insegnavano da subito a coltivare. L'altro, lontano, che gli stessi famigliari descrivevano come bello ma misterioso, forse un po’ inutile. Magari in futuro, chi sa?…. Un bambino, diventato adulto, si sposò e il primo campo era diventato suo mondo. Da lì, con molta fatica, raccoglieva appena il necessario per sé e la sua famiglia. L’altro campo rimaneva lontano e abbandonato, non coltivato. Lo avevano portato lì nei suoi primi giorni di vita e di nuovo dopo alcuni anni – gli avevano detto che era la tradizione di visitarlo in certe occasioni della vita – qualche volte ci era andato da solo, e gli sembrava effettivamente bello, ma non avrebbe saputo come coltivarlo. Era diverso. Nessuno nella sua famiglia sapeva come si coltivava. Qualcuno aveva perfino venduto il suo campo lontano per ingrandire quello vicino casa. Lui, no! Ci teneva. Era un abbellimento gratuito della sua esistenza abbruttita di lavoro e di relazioni mai pienamente soddisfacenti. Ma tutta la sua vita era concentrata sul primo campo anche se non procurava l’abbondanza che avrebbe sognato.
Finché qualcuno gli disse che questo campo misterioso non era così difficile da coltivare e che era così bello perché era molto più fertile del primo. Bastava imparare a coltivarlo e avrebbe conosciuto l’abbondanza. - “Ma è lontano, devo perdere tempo ad andare e ad imparare a coltivarlo mentre ho così tanto da fare con il primo campo e la mia famiglia ha tanti bisogni!” Però, dopo esitazioni, decise di imparare a coltivare il campo lontano e cominciò a raccoglierne frutti bellissimi e sostanziosi. Ogni volta che ci andava gli sembrava più vicino. E, man mano, anche il primo campo produceva meglio. Finché un giorno decise di costruire la sua casa proprio in quel campo lontano diventato familiare, ma proprio allora i due campi si erano fusi in uno solo e si accorse di abitare già il campo meraviglioso dal quale venivano tutte le benedizioni della sua vita.
Dalle nostre parti ogni bambino che nasce riceve la vita umana, ma anche, tramite il battesimo, la vita divina. Ma spesso nelle famiglie, se tutti sono più o meno esperti di vita umana, nessuno sa coltivare la vita divina. Eppure Gesù ha detto: “cerca Dio e il suo Regno prima di ogni cosa e tutto il resto ti sarà dato in sovrappiù.”
Perché non coltiviamo il campo più fertile? La ragione si trova nelle letture di oggi: 
Il Giusto viene attaccato in tutti i modi, anche dagli amici. Mica una bella prospettiva, anche se alla fine trionferà perché sostenuto dal Signore che sta al suo fianco come prode valoroso. Tre volte nel Vangelo Gesù dice: “non abbiate paura” … perché siete preziosi agli occhi di Dio ed egli vi difende. Comprendiamo quindi che la vita cristiana richiede una fiducia totale e coraggiosa per vivere situazioni e fare percorsi che non avremmo scelti, anche se vale mille volte la pena perché il dono di grazia è molto più abbondante e forte e trionfa da  tutte le difficoltà e del male presenti nel mondo.

Prima Lettura   Ger 20, 10-13
Ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

sabato 20 giugno 2020

ANDARE OLTRE / Cuore Immacolato di Maria



“Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. … Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.” 
Il Vangelo del ritrovamento al Tempio ci mostra come Gesù, Giuseppe e Maria sono attori di un mistero che, però, supera la loro dimensione umana. Neppure Gesù sa tutto: infatti è sorpreso quando costata che i suoi genitori non sanno ciò che per lui è un’evidenza: deve occuparsi delle cose del Padre suo.
C'è dunque da parte di ognuno di loro un processo di crescita, di scoperta, un obbligo al cambiamento che non è conversione dal peccato ma non per questo è meno esigente. Questi processi in Maria ci avvicinano alla Figlia di Sion, nostra sorella nel pellegrinaggio della fede, così biblica ma non sempre considerata nella devozione tradizionale.
Se non sa tutto la Vergine Maria, l’Immacolata, come posso pretendere io di avere la  scienza infusa che mi fa di colpo maestro? Anche se la mia fede si appoggia su verità sicure, la loro pienezza mi sfugge e questo mi invita a camminare nell’umiltà, ad andare oltre ciò che già conosco, ciò che ho sperimentato. Mi costringe a fidarmi della Chiesa. Spesso si tratta di accettare veri e propri rovesciamenti di prospettiva. Invece l’uomo ha sempre tendenza a voler ridurre il mistero di Dio e anche il mistero di sé e degli altri, a poche rappresentazioni e pratiche superficiali, comode e rassicuranti. Rassicuranti perché poco impegnative e accessibili alla sua mente umana, ma proprio per questo non salvano. Se irrompe il mistero nella mia vita, queste immagini e pratiche superficiali vengono spazzate via, rivelano la loro impotenza. Ecco perché Dio ci vieta di “farci idoli ed immagini”.
Maria sa che Dio agisce nella vita, nella storia di ognuno: è la Madre Vergine di Gesù! Ma Dio continua ad agire nella sua vita. Le sorprese, le scoperte, i doni, non sono finiti. Il suo cammino di ritorno a Dio non è concluso.
L'essere nostra compagna nel pellegrinaggio della fede è il primo motivo per cui la Chiesa l’acclama come “segno di consolazione e di sicura speranza”. Il secondo motivo è che, ormai in cielo, può dirci: “il mio Cuore Immacolato trionferà”. Trionferà del mio peccato e delle mie ottusità. Trionferà del male che c'è nel mondo. Ecco perché le affido tutto il mio cammino.

Prima Lettura  Is 61, 10-11
Gioisco pienamente nel Signore.

venerdì 19 giugno 2020

PERCHE' LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE? / Solennità del Sacro Cuore di Gesù



A volte il Signore deve intervenire lui stesso, oppure manda sua Madre, perché la Chiesa non compie più, o non riesce più a compiere la sua missione.
Dobbiamo essere molto attenti alle apparizioni, visioni, messaggi celesti. Sono molto di più quelli falsi di quelli veri. E quelli veri non fanno altro che ripetere quello che già si trova nella Scrittura. Infatti il Deposito della Fede è il criterio che usa la Chiesa per giudicare se tal intervento celeste è affidabile oppure no. Ma quanta bellezza e ricchezza nei veri interventi del Signore! Il Culto del Sacro Cuore e il suo messaggio ne è un esempio formidabile che ha generato una grande ricchezza di spiritualità.
In questo caso Gesù prende il rischio di essere frainteso e ridotto a formuletta : i 9 primi venerdì. Ma corrisponde ad un bisogno profondo del popolo di Dio di essere rassicurato. Era un’epoca di re assoluti, che si credeva unti da Dio, investiti di una missione divina, la cui maestà poteva arrivare all’arbitrario. Invece di giudicare la forma del potere civile sulla misura del Vangelo, i re sulla misura del Re dei Re, povero, mite e umile, invitandoli a modellarsi su Gesù, si ha avuto tendenza a vedere Dio come un re più grande di tutti, un “super re” sul modello dei re terreni. E quindi c'era un grande timore di avvicinarsi a Lui, di cadere nelle sue mani, di essere trovati indegni e condannati. Serpeggiava anche la dottrina della predestinazione: essendo peccatore, ogni mio sforzo era insufficiente e malgrado la mia preghiera per essere salvato potevo essere condannato all’inferno. San Francesco di Sales da ragazzo ebbe queste angosce. Reagì in modo stupendo: si fece chiudere in una chiesa per tutta una notte, dicendo a Dio che se doveva essere condannato per i suoi peccati, avrebbe almeno avuto la consolazione all’inferno di aver passato un’intera notte a lodarlo. È chiaro che uscì da quell’esperienza senza più scrupoli né timori e non ne ebbe più per tutta la vita!
Ecco, in un’epoca in cui si leggeva poco la Bibbia, i ragionamenti umani prendevano il sopravvento sulla Verità di Dio, con esiti terribili. Come fare con un popolo spesso analfabeta e un clero che lui stesso non conosceva la Parola di Dio? Ecco che Gesù, attraverso una suora dell'Ordine della Visitazione, fondato proprio da san Francesco di Sales, manda questo messaggio: voglio tutti in paradiso, tutti salvi. Se uno fa con cuore sincero questa pratica leggera per nove mesi di seguito, gli assicuro che morirà in grazia e andrà in paradiso. Anche se pecca in seguito, lo convertirò all’ultimo momento, passerà tempo in purgatorio ma non andrà all’inferno.
Certamente i mezzi proposti sono i sacramenti, la preghiera, la contemplazione dell’amore di Dio. Non si tratta di una pratica arbitraria, ma di ciò che da sempre costituisce e costruisce la vita cristiana. E questo apre per le persone sincere un cammino di comunione profonda con Gesù e il Vangelo. Così, Gesù stesso rassicura il suo popolo, attira tutti all’amore autentico, in una conversione sincera. 
San Giovanni nella seconda lettura di oggi ci ricorda come Dio prende l’iniziativa, come ogni amore viene da Dio e il nostro amore è solo una risposta al suo. Dio ci vuole tutti in paradiso, ci ha creati per amore e con amore e per la felicità. Un cristiano dei primi secoli non aveva bisogno della devozione al Sacro Cuore perché queste verità erano evidenti per lui.
 Prima Lettura  Dt 7, 6-11
Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti.

LA PREGHIERA SECONDO PAPA FRANCESCO



Papa Francesco, dal 6 maggio scorso, ha iniziato un ciclo di catechesi meravigliose sulla preghiera, tutte da meditare. Perché bisogna imparare a pregare. Innanzitutto “si impara a pregare pregando”, cioè osando il confronto diretto con Dio, con la sua Parola e i suoi silenzi, con la sua volontà che non sempre corrisponde alla mia, e, comunque la sovrasta. Infatti Dio vuole per noi cose sempre molto più grandi, belle e sante di quelle che vogliamo noi. Ma c'è gente che prega una vita senza imparare. I Santi sono i nostri maestri di preghiera, e in particolare coloro la cui vita e preghiera sono diventate Parola di Dio! Ecco i titoli delle catechesi fatte finora. Ci rendiamo conto subito che papa Francesco ci propone un itinerario, una scuola di preghiera alla luce della Bibbia:


Vi metto la catechesi sulla preghiera di Abramo. 

Catechesi: 5. La preghiera di Abramo
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
C’è una voce che risuona all’improvviso nella vita di Abramo. Una voce che lo invita a intraprendere un cammino che sa di assurdo: una voce che lo sprona a sradicarsi dalla sua patria, dalle radici della sua famiglia, per andare verso un futuro nuovo, un futuro diverso. E tutto sulla base di una promessa, di cui bisogna solo fidarsi. E fidarsi di una promessa non è facile, ci vuole coraggio. E Abramo si fidò.
La Bibbia tace sul passato del primo patriarca. La logica delle cose lascia supporre che adorasse altre divinità; forse era un uomo sapiente, abituato a scrutare il cielo e le stelle. Il Signore, infatti, gli promette che la sua discendenza sarà numerosa come le stelle che punteggiano il cielo.
E Abramo parte. Ascolta la voce di Dio e si fida della sua parola. Questo è importante: si fida della parola di Dio. E con questa sua partenza nasce un nuovo modo di concepire la relazione con Dio; è per questo motivo che il patriarca Abramo è presente nelle grandi tradizioni spirituali ebraica, cristiana e islamica come il perfetto uomo di Dio, capace di sottomettersi a Lui, anche quando la sua volontà si rivela ardua, se non addirittura incomprensibile.

giovedì 18 giugno 2020

DIO E L'IDEA DI POTERE / giovedì XI sett. T.O.



 Forse ad una prima lettura dell’Elogio che fa il Siracide dei profeti Elia ed Eliseo, rimaniamo sopratutto colpiti dagli atti di potenza che ha compiuto la loro fede in Dio. Ci piacerebbe avere successo, essere un po’ “superman” anche noi. Notava papa Benedetto che abbiamo profondamente dentro di noi un’idea del potere come distruttivo, almeno come minaccia. Negli anni ’70, al suo primo incontro con i vertici militari, un Presidente francese dichiarò: “Non m'importava della bomba atomica, ma poi ho costatato che in campo internazionale la Francia è rispettata e ascoltata in gran parte per via del suo potere nucleare”.
Ma il Siracide collega questi prodigi all’amore, alla felicità della vita eterna in comunione di amore con Dio. L’amore è l’unica sorgente di tutto. Un amore non sdolcinato, come abbiamo tendenza a pensare. Quante rappresentazioni sdolcinate di Gesù e della Vergine Maria! Comprendiamo perché lo Spirito Santo vietava di fare immagini nell’Antico Testamento: per non imprigionare il mistero.
Potere distruttivo, amore sdolcinato. Due idee false di Dio che abitano nel nostro spirito profondo. Dio invece è potere totale e quindi totalmente di amore, costruttivo, che si mette a servizio, una Sapienza troppo alta perché io possa comprenderla.
Non ci vuole forse una potenza straordinaria, divina, per perdonare di cuore agli altri? perdonare tutto, ma veramente tutto, al punto che non c'è più nulla in me contro l’altro?

Prima Lettura   Sir 48, 1-14
Elìa fu assunto in un turbine ed Elisèo fu pieno dello spirito.

mercoledì 17 giugno 2020

LA PAROLA DI DIO SI COMPIE SEMPRE / mercoledì XI sett T.O.





Ieri leggevamo di Acab e del suo pentimento. Ma non ha perseverato. La sua morte diventa un monito: parte in guerra contro la volontà del Signore e malgrado le sue precauzioni, avendo preso abiti comuni per non essere riconosciuto, viene colpito da una freccia scoccata per caso che arriva giusto al punto debole della sua corazza. La Parola di Dio si compie sempre. Non come un destino implacabile – abbiamo visto che Dio cambia di fronte al pentimento – ma come potenza che nulla può arrestare e annulla i disegni dei potenti. Vale sopratutto in positivo: tu che ti rifugi in Dio, perché temi ancora? Tutto sta nelle mani di Dio che è tuo Padre.
Se ami Dio non lo sfidi ma ti fidi. Se ami Dio fai le cose per lui e non per essere visto. È difficile perché tutti abbiamo bisogno di essere riconosciuti e il nostro rapporto con Dio è molto più debole della nostra dipendenza dagli altri. Però questa è la via dell’amore autentico. San Luigi di Montfort fin dalla prima pagina del Trattato della Vera Devozione dice di Maria: “La sua umiltà è stata così profonda da non avere sulla terra attrattiva più potente e più continua che di nascondersi a sé stessa e ad ogni creatura per essere conosciuta unicamente da Dio solo. Dio per esaudirla nelle richieste che gli fece di nasconderla, impoverirla, umiliarla …” Quanti di noi, devoti di Maria, pregano Dio di nasconderli, impoverirli, umiliarli?
Fondamentalmente siamo però esseri sacramentali. Abbiamo bisogno di segni. Elia lascia il suo mantello ad Eliseo, quel mantello che egli stesso aveva gettato sulle sue spalle chiamandolo. Il popolo ebraico vive di sacramenti, di memoriali, e Gesù li ha ripresi dando loro un significato e una potenza maggiori. Ma forse si esagera troppo con segni di poco valore, troppi sacramentali, troppe immagini, troppi “gif” e video senza sostanza. I segni meravigliosi ed efficaci che ha lasciato il Signore a tutti per la nostra vita sono la Comunità (la Chiesa), la Parola, i Sacramenti dell’Iniziazione e quelli di Guarigione. Il popolo di Dio è il popolo dell’Ascolto, non il popolo delle apparizioni e delle visioni. Insistiamo nell’ascolto della Parola di Dio e nella vita comunitaria, anche se lo troviamo difficile. Se non fosse la cosa migliore lo Spirito Santo non ce lo avrebbe indicato come via di salvezza.

Prima Lettura   2 Re 2, 1. 6-14
Apparve un carro di fuoco ed Elìa salì verso il cielo.

martedì 16 giugno 2020

FARO' VENIRE LA SCIAGURA SULLA VITA DI SUO FIGLIO! /



“Cosa fai di straordinario?” dice Gesù. Ma, perché?, io devo fare cose straordinarie? Certamente! Non ti rendi conto che essere cristiano è una cosa straordinaria? Essere figlio di Dio, chiamato per nome da chi ha creato l’Universo, essere talmente prezioso che Gesù è morto per te sulla croce, mentre chi ti sta vicino non muove un dito, e se lo muove poi te lo fa pesare...  
La prima lettura di oggi mostra il rapporto tra due piani: libertà-responsabilità individuale e condizionamenti familiari e sociali. I condizionamenti sono molto forti, ma più importante e forte è la libertà di ciascuno.
La Bibbia riconosce che Acab era istigato dalla moglie Gezabele. Eppure egli viene accusato dei suoi crimini, non può addossare a lei la colpa. Poteva e doveva scegliere di seguire il Signore, tanto più che è il re, una guida che deve dare l’esempio. Essendo re, è lui che ha fatto peccare Israele. Anche se questo non cancella la responsabilità di ciascuno e 7000 non hanno piegato le ginocchia davanti ai baal (1 Re 19,18).
Acab prende sul serio la minaccia di castigo e decide di fare penitenza pubblica del suo crimine malgrado Gezabele e tutta la Corte. Dio dà immediatamente valore a questo atto di pentimento e decide di allontanare il castigo promesso. Quindi se mi converto trovo misericordia da parte del Signore!
Ma c'è una frase che sciocca profondamente la nostra mentalità moderna: Poiché si è umiliato davanti a me, non farò venire la sciagura durante la sua vita; farò venire la sciagura sulla sua casa durante la vita di suo figlio”. Com'è possibile che Dio dica questo?
Questa nostra reazione assomiglia allo stupore di alcuni di fronte all’espressione ”occhio per occhio, dente per dente” mentre sono perfettamente d’accordo che chi gli ha graffiato la macchina paghi la riparazione, il che non è altro che “occhio per occhio e dente per dente”.
Se ho educato male il mio figlio il male porterà sciagura nella sua vita. A meno che scelga anche lui la via del bene e della fedeltà all’Alleanza, portando benedizione nella sua vita e in quella della sua famiglia. Ogni generazione può sempre scegliere tra il bene e il male. Ma è un’evidenza che portiamo, a diversi livelli, le conseguenze delle scelte di chi ci ha preceduto, e che chi ci segue porterà le conseguenze delle nostre scelte. Il cattivo costume sociale, l’inquinamento, per citare solo due esempi non troppo compromettenti, ne sono la chiara dimostrazione. Ma gli esempi sono infiniti.
Se Acab avesse continuato nella conversione, e avesse detto al figlio: “Figlio mio, finora ti ho dato tanti cattivi esempi ma adesso segui la nuova via che seguo, nella fedeltà al Signore”  avrebbe fatto moltissimo per lui. Purtroppo non fu così. Dio apprezza  in modo “esagerato” un suo singolo momento di pentimento sincero e ci incoraggia ad avere totale fiducia in Lui e nella sua misericordia, ma la conversione autentica è un’opera molto seria, che impegna tutta la vita. Dio invece invita Acab e tutti noi a perseverare fino in fondo.

Prima Lettura  1 Re 21, 17-29
Hai fatto peccare Israele.