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mercoledì 24 giugno 2020

COSI' GRANDE PERCHE' COSI' PICCOLO / 24 giugno, nascita di Giovanni Battista



Il rapporto di grandezza tra Giove e la Terra.
 
Quanta grandezza, quante circostanze prodigiose fin dal concepimento, quanti carismi, per uno che dice di essere niente! Giovanni Battista ripete: “io non sono!” ma non dice mai: “io sono” - vedi la finezza del testo greco nel Vangelo di san Giovanni (1, 20-23) - perché un'affermazione positiva del suo io assomiglierebbe troppo allo “Io sono” di Dio a Mosè nel roveto ardente.
La Chiesa ha posto la nascita di Giovanni Battista sei mesi prima di quella di Gesù, come ci suggerisce il Vangelo di Luca, creando una felice coincidenza con la fine del solstizio d’estate: da oggi, 24 giugno, i giorni cominciano ad accorciarsi, per riprendere ad allungarsi il 25 dicembre. “Io devo diminuire e Lui deve crescere. È Gesù la Luce, io sono solo un testimone della Luce e devo far posto a Lui”.
Possiamo proporre anche un altro paragone cosmico: se Giove, che è un pianeta gassoso, fosse stato più grande sarebbe diventato una stella. È comunque un gigante, 300 volte più grande della Terra! Ma non è il Sole, pur avendo un ruolo fondamentale nel sistema solare e quindi per la nostra sicurezza. Anzi, gli astronomi dicono che la sua influenza assieme a Saturno ha proprio plasmato il sistema di pianeti come lo conosciamo e quindi la meravigliosa Terra sulla quale si è sviluppata la vita, anche la nostra.
Ecco che possiamo paragonare Giovanni Battista a Giove. Così grande, ha plasmato le condizioni della missione di Gesù, ne è stato il precursore e il garante, ma sa che senza il Sole (Gesù) non c'è nessuna vita, nessuna redenzione. E se il Battista è così grande è perché accetta di dipendere totalmente da Gesù, e polverizza tutti i nostri “record di umiltà”. Noi siamo così piccoli spiritualmente principalmente per quella maledetta cresta sempre alzata, che alziamo ancora di più ad ogni occasione.

Prima Lettura   Ger 1, 4-10
Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto.
Dal libro del profeta Geremìa
Nei giorni del re Giosìa mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare».

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 70
Dal grembo di mia madre sei tu il mio sostegno.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Seconda Lettura   1 Pt 1, 8-12
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.

Canto al Vangelo   Cf Gv 1,7; Lc 1,17 
Alleluia, alleluia.

Venne per rendere testimonianza alla luce
e preparare al Signore un popolo ben disposto.
Alleluia.
 
Vangelo   Lc 1, 5-17
Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.
Dal vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».


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