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lunedì 15 giugno 2020

HA SBAGLIATO NABOT OPPONENDOSI AL MALVAGIO? / lunedì XI sett. T.O.




“Ma io vi dico di non opporvi al malvagio”
Questa frase è una delle più paradossali e provocanti del Vangelo e quindi va esaminata attentamente per trarre il tesoro di Sapienza che contiene. Un'occasione ci è offerta subito dalla prima lettura. Il re Acab vuole acquistare la vigna di Nabot ma questi rifiuta malgrado le condizioni vantaggiose, per cui Gezabèle con l’accordo del re, lo fa uccidere. Ha sbagliato Nabot? Difficile dirlo. È certo che se avesse accettato la proposta del re non sarebbe morto. Ma facciamo qualche riflessione. Il dialogo molto asciutto che troviamo nella Bibbia sembra troppo duro da parte di Nabot, ma non è andata così. Avranno parlato a lungo e con molte espressioni di riverenza. La Bibbia ci dona solo l’essenza delle posizioni reciproche. Acab fa una proposta onesta ma Nabot difende un principio: quel terreno è la porzione di Terra Promessa attribuita alla sua famiglia. Non vuol cedere qualcosa che fa parte della sua identità. Infatti Acab si ritira. Credo che, con tutto il suo orgoglio, da ebreo, in fondo comprende Nabot, e sa che il suo potere viene da Dio e quindi è limitato. Non è così per Gezabele che è una pagana.
Chi muore certamente tramando con Nabot, chi ha firmato la propria condanna sono Gezabele e Acab, assieme a questi anziani supini al potere. Se Acab avesse conosciuto la Sapienza di Gesù, sul momento avrebbe percepito Nabot come “malvagio” ma non sarebbe tornato a casa così amareggiato. Avrebbe visto nella "ostinazione" di Nabot un’occasione di offrire un atto di culto a Dio e di crescere come servo del Misericordioso e come persona matura e libera. Avrebbe testimoniato a Gezabele la via della felicità. Invece la loro fine diventerà un monito terribile per tutti. Ma prima ancora la lettura di domani ci riserva molti insegnamenti preziosi.
Gesù propone uno spirito che azzera le polemiche e costruisce la relazione, cedendo sugli attaccamenti, in particolare l’attaccamento alla propria suscettibilità, senza svendere i principi. Abbiamo tante occasioni quotidiane di mettere in pratica questa beatitudine. Quante polemiche fino alle rotture insanabili, nelle coppie, nelle famiglie, nelle comunità, nella società, quando tutto diventa “principio” e “lotta per la giustizia”, difesa della propria dignità, che potrebbero essere evitate. Quanti gesti di buona volontà magari inadeguati sono interpretati subito in senso negativo. È difficile comprendere sempre le buone o cattive intenzioni degli altri. Ma se obbedisco ciecamente alla Parola di Gesù, egli salverà un’infinità di situazioni, salverà la mia vita e quella degli altri.  Lungo cammino per me, ma la promessa di Gesù è immensa e ridesta in me la speranza.

Prima Lettura   1 Re 21, 1-16
Nabot venne lapidato e morì.
Dal primo libro dei Re
In quel tempo, Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samarìa. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l’eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l’eredità dei miei padri!». Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente. Entrò da lui la moglie Gezabèle e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: “Cèdimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un’altra vigna” ed egli mi ha risposto: “Non cederò la mia vigna!”». Allora sua moglie Gezabèle gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l’accusino: “Hai maledetto Dio e il re!”. Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia».
Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabèle, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. Quindi mandarono a dire a Gezabèle: «Nabot è stato lapidato ed è morto».
Appena Gezabèle sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 5
Sii attento, Signore, al mio lamento.

Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.    

Canto al Vangelo 
  Sal 118 
Alleluia, alleluia.

Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Alleluia.


Vangelo 
  Mt 5, 38-42
Io vi dico di non opporvi al malvagio.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

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