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martedì 23 giugno 2020

TUTTI IN PARADISO PERO' PASSANDO PER LA PORTA STRETTA / martedì XII sett. T.O.


 
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Il re Ezechìa, comandante in capo, uomo di coraggio e di azione, è anche un uomo di preghiera. Di fronte alle minacce terribili del re d’Assiria se Gerusalemme non si arrende, egli pensa subito ad andare al Tempio a pregare. Dio gli risponde tramite il profeta Isaia: non permetterà nemmeno che Gerusalemme sia toccata. E così accade. Una grande lezione sulla preziosità e la forza della preghiera.
Ma quanti pregano? Quanti pregano nei momenti di stress o di grandi decisioni? Quanti pregano la mattina? Molti pregano solo la sera quando tutto è giocato, come se fosse una camomilla spirituale. Vale tanto la preghiera la sera, ma vale molto di più la preghiera la mattina. L’una non esclude l’altra. Se molti sanno programmare le loro giornate e chi non lo fa capisce che gli manca qualcosa, perché sono pochi quelli che pregano la mattina? Dio non può entrare nella tua giornata, la fede non illumina le tue azioni, non ti custodisce, non ti aiuta ad avere discernimento?
Questo tesoro della fede e della preghiera deve essere offerto a tutti ma allo stesso tempo deve essere conservato puro. Chi non si vuole convertire al Signore non ha posto nella comunità cristiana. La porta stretta di cui parla Gesù non è il muro anti immigrati di alcune nazioni. Dio ci vuole tutti in paradiso. Nel suo cuore siamo tutti già cittadini del suo Regno, ma la porta d’entrata è una sola, ed è stretta. Quando ho visto le dune nel deserto, mi hanno fatto pensare alla via stretta evangelica: sulla cresta della duna, il vento indurisce la sabbia ed è più facile camminarvi mentre a pochi passi la sabbia cede sotto i tuoi piedi. Ma la cresta forma una linea molto sinuosa. Seguirla significa non affondare, però camminando su una via stretta obbligatoria.

Prima Lettura  2 Re 19, 9-11. 14-21. 31-35. 36
Proteggerò questa città per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Sennàcherib, re d’Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?”».
Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l’aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d’Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme”.
Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore farà questo.
Perciò così dice il Signore riguardo al re d’Assiria:
“Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l’affronterà con scudi
e contro essa non costruirà terrapieno.
Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo”».
Ora in quella notte l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 47
Dio ha fondato la sua città per sempre.

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato.
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.

Canto al Vangelo 
 Gv 8,12 
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo 
  Mt 7, 6. 12-14
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». 

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