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domenica 21 giugno 2020

LA PARABOLA DEI DUE CAMPI / XII Domenica T. O.



C'era una volta un paese in cui ogni bambino riceveva alla nascita la proprietà di due campi. Uno, vicino a casa, che i suoi gli insegnavano da subito a coltivare. L'altro, lontano, che gli stessi famigliari descrivevano come bello ma misterioso, forse un po’ inutile. Magari in futuro, chi sa?…. Un bambino, diventato adulto, si sposò e il primo campo era diventato suo mondo. Da lì, con molta fatica, raccoglieva appena il necessario per sé e la sua famiglia. L’altro campo rimaneva lontano e abbandonato, non coltivato. Lo avevano portato lì nei suoi primi giorni di vita e di nuovo dopo alcuni anni – gli avevano detto che era la tradizione di visitarlo in certe occasioni della vita – qualche volte ci era andato da solo, e gli sembrava effettivamente bello, ma non avrebbe saputo come coltivarlo. Era diverso. Nessuno nella sua famiglia sapeva come si coltivava. Qualcuno aveva perfino venduto il suo campo lontano per ingrandire quello vicino casa. Lui, no! Ci teneva. Era un abbellimento gratuito della sua esistenza abbruttita di lavoro e di relazioni mai pienamente soddisfacenti. Ma tutta la sua vita era concentrata sul primo campo anche se non procurava l’abbondanza che avrebbe sognato.
Finché qualcuno gli disse che questo campo misterioso non era così difficile da coltivare e che era così bello perché era molto più fertile del primo. Bastava imparare a coltivarlo e avrebbe conosciuto l’abbondanza. - “Ma è lontano, devo perdere tempo ad andare e ad imparare a coltivarlo mentre ho così tanto da fare con il primo campo e la mia famiglia ha tanti bisogni!” Però, dopo esitazioni, decise di imparare a coltivare il campo lontano e cominciò a raccoglierne frutti bellissimi e sostanziosi. Ogni volta che ci andava gli sembrava più vicino. E, man mano, anche il primo campo produceva meglio. Finché un giorno decise di costruire la sua casa proprio in quel campo lontano diventato familiare, ma proprio allora i due campi si erano fusi in uno solo e si accorse di abitare già il campo meraviglioso dal quale venivano tutte le benedizioni della sua vita.
Dalle nostre parti ogni bambino che nasce riceve la vita umana, ma anche, tramite il battesimo, la vita divina. Ma spesso nelle famiglie, se tutti sono più o meno esperti di vita umana, nessuno sa coltivare la vita divina. Eppure Gesù ha detto: “cerca Dio e il suo Regno prima di ogni cosa e tutto il resto ti sarà dato in sovrappiù.”
Perché non coltiviamo il campo più fertile? La ragione si trova nelle letture di oggi: 
Il Giusto viene attaccato in tutti i modi, anche dagli amici. Mica una bella prospettiva, anche se alla fine trionferà perché sostenuto dal Signore che sta al suo fianco come prode valoroso. Tre volte nel Vangelo Gesù dice: “non abbiate paura” … perché siete preziosi agli occhi di Dio ed egli vi difende. Comprendiamo quindi che la vita cristiana richiede una fiducia totale e coraggiosa per vivere situazioni e fare percorsi che non avremmo scelti, anche se vale mille volte la pena perché il dono di grazia è molto più abbondante e forte e trionfa da  tutte le difficoltà e del male presenti nel mondo.

Prima Lettura   Ger 20, 10-13
Ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.
Dal libro del profeta Geremia
Sentivo la calunnia di molti:
«Terrore all’intorno!
Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno
e non potranno prevalere;
arrossiranno perché non avranno successo,
sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore,
lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori. 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 68
Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brùlica in essi.

Seconda Lettura
  Rm 5, 12-15
Il dono di grazia non è come la caduta. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. 

Canto al Vangelo
   Cf Gv 15,26b.27a
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e anche voi date testimonianza. Alleluia.

   
Vangelo   Mt 10, 26-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».


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