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mercoledì 3 giugno 2020

QUAL E' IL MIO ANNUNCIO ? 02

Struttura portante.

Come abbiamo notato nel precedente post, non conosciamo e non possiamo conoscere tutto della dottrina della Chiesa e della sua Storia. E quel poco che sappiamo si va costruendo spesso attraverso vari insegnamenti o letture occasionali ma che nutrono il nostro cuore, attraverso le esperienze di Vangelo vissuto o di incontri. Però dobbiamo tutti poter “rendere ragione della speranza che è in noi”. E quindi i pilastri che ci guidano, sui quali si appoggia il nostro atto di fede in Gesù, devono essere coscienti se vogliamo fare veramente un cammino spirituale. Altrimenti rischiamo di essere fuorviati.
Facciamo il confronto con due proposte esterne alla fede cristiana che possono fuorviarci.
Molti ammiriamo tante qualità che vediamo nei buddisti. Quando ci fu la marcia pacifica verso Sarajevo durante la guerra dei Balcani c'erano dei monaci buddisti e la loro fedeltà alla preghiera-meditazione, la loro umiltà nel tratto, la loro predisposizione al dialogo ci colpivano tutti. Ma, pur essendo un grande amico del Dalai Lama, papa Giovanni Paolo II, in “Varcare la soglia della Speranza”, avvertì i fedeli cattolici che il sistema soteriologico del buddismo è opposto a quello cristiano. Un espressione un po’ tecnica che significa che il modo di giungere alla salvezza secondo i buddisti e secondo i cristiani è completamente diverso, pur avendo degli elementi preziosi in comune, come l’interiorità della meditazione e della preghiera, dei mezzi di purificazione come il digiuno e l’elemosina, ecc. Ma mentre il buddista scala le vette della perfezione, e costata che ha bisogno di reincarnarsi tante volte per arrivarci, il cristiano sa che è salvato gratuitamente, in questa sua unica vita, anche se deve accettare la grazia e collaborare con essa. Posso trarre stimolo da alcuni valori vissuti dai buddisti ma se io aderisco ad alcuni loro principi centrali come la reincarnazione, oppure metto la consapevolezza al centro invece della grazia, ecc., contraddico la mia fede cristiana e me ne allontano.
Un altro esempio può essere l’Islam. Quando ho conosciuto l’Islam pensavo che fosse una religione da quattro soldi. Invece è una grande religione. E, come Charles de Foucauld è rimasto impressionato in particolare dall’appello alla preghiera del muezzin e dalla fedeltà alla preghiera di adorazione, e ha ricominciato a pensare all’ipotesi dell'esistenza di Dio attraverso questa esperienza, anch’io ho ricevuto vari sproni alla mia ricerca della fede a contatto con i credenti semplici dell’Islam. Come sapete ho anche potuto, più tardi, studiare e leggere il Corano nella sua lingua (bi-lughatihi). Però, se da una parte sono stato stimolato al bene dai valori dell’Islam, il confronto con esso mi ha anche permesso di scoprire ciò che non aveva e quindi di scoprire ciò che era specifico del Cristianesimo, essenziale per l’identità cristiana. E, pur essendo un sistema di salvezza che accontenta milioni di persone e li indirizza ad una vita più giusta, ci sono dei limiti che fanno che non ho mai potuto pensare di essere musulmano. Fondamentale è l’immagine di Dio che trasmette una religione.
Chi è Dio per l’Islam? È unico, come per gli ebrei e per noi. È l’Altissimo, e il Creatore di tutto, come per noi, e giudicherà ogni uomo, ricompensando o condannando secondo il comportamento, ma è la fiducia in lui, il riconoscerlo e sottomettersi a Lui che salva anche i peccatori, perché è Clemente e Misericordioso. Nell’elenco dei suoi Nomi, tratti dai titoli con i quali lo ha lodato Maometto, ci sono tanti Nomi che ci sembrano famigliari, come El Giabbar, il Potente al quale nulla può resistere (è la stessa radice del nome ebraico Gabriele), oppure El Razzaq, Colui che provvede, ecc.. Non solo sono concetti che ritroviamo nella Bibbia, ma molti sono stati presi direttamente dagli ebrei, come il suo Nome principale El Rahman, il Misericordioso. Però non è Amore gratuito e incondizionato come ce l’ha rivelato Gesù. Per i cristiani, Dio non solo ama, ma è Amore in sé stesso, è perfettamente Uno ma anche Trino, cioè Mistero d'Amore in sé che si espande sulle sue creature. Per i musulmani Dio ama, ma non è capace di farsi piccolo, di svuotarsi, di farsi indifeso come è la caratteristica dell’Amore totale. Questo crea un limite a Dio stesso e un muro invalicabile tra Dio e la sua creatura ragionevole. E questa concezione di Dio ha molteplici conseguenze piccole e grandi sulla vita dei credenti. In particolare il timore del giudizio di Dio è più grande tra i musulmani perché Lui non si è impegnato a salvarci come ci ha rivelato Gesù dandone prova nel portare i miei e tuoi peccati sulla croce. L’uso della violenza per difendere i valori della fede non trova nessuna giustificazione nel Cristianesimo. Per il cristiano, credere in Dio Onnipotente, esclude ogni Guerra Santa, e la lotta per i diritti prende una dimensione molto diversa. Quando un cristiano usa la violenza non ha nessuna giustificazione. Nel caso di una sua legittima difesa, non può essere condannato, ma è sempre comunque il segno di una fede non perfettamente matura visto che Gesù si è lasciato crocifiggere. Questo ci dovrebbe far riflettere molto! E dobbiamo tanto lodare Dio di averci rivelato il Mistero dell'Amore totale, il Mistero di Gesù Cristo venuto nella nostra condizione umana (“venuto nella carne”, nella debolezza), crocifisso per Amore e risorto. Ci sono ancora molte differenze e conseguenze da questa conoscenza imperfetta di Dio nell'Islam. Ma la domanda è: quanti battezzati si comportano secondo uno schema più musulmano che cristiano?  

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