Visualizzazioni totali

venerdì 12 giugno 2020

ELIA, FUOCO O FRAGILITA'? / venerdì X sett. T.O.



“Se … ti è di scandalo, tagliati la mano, il piede… !” Aiuto! Gesù è Mosè al quadrato. Già non sopportiamo Mosè… Fuggiamo! Il Vangelo di oggi per l’uomo moralista che sta profondamente dentro di me è una di quelle pagine che è meglio dimenticare. Una volta, adolescente, leggendo il Vangelo, mi sono esclamato: “molto bello, ma come si fa?” e ho chiuso precipitosamente il libro. Fu un grosso errore. Se avessi continuato la lettura, se mi fossi aperto con qualcuno, il Signore mi avrebbe aiutato e quel periodo della mia vita sarebbe stato molto più bello. Questo episodio scottante è un memoriale per me, in tanti sensi. Ogni Parola di Dio è un Vangelo, una Buona Notizia, una Parola che salva, vuole renderti felice. Sono io che non so leggere il Vangelo.
Come la prima lettura di oggi illumina questo Vangelo?
Il grande Elìa regge il braccio di ferro con Acab e le sue guardie, nonché la terribile Gezabele per tre anni. Trionfa da solo contro 450 sacerdoti dei baal, mentre il popolo tentennante è pronto a scagliarsi contro il perdente, continua la preghiera in attesa della pioggia che non viene subito, è umile di fronte al re che ha sbagliato in tutto perché rappresenta le istituzioni. Impressionante di coraggio e di fede, di umiltà, di spirito di servizio. Inarrivabile.  
Eppure, l’indomani, di fronte alle minacce di Gezabele infuriata perché ha visto il suo prestigio duramente colpito (e forse a questo punto dobbiamo pensare che è veramente una serva del demonio), Elia crolla e fugge. Vuole morire. Ormai fuggiasco e solo, vede tutta la sua miseria, la sua fragilità. Un angelo del Signore lo sostiene con una focaccia di frumento e una brocca d’acqua. Elia va sull’Oreb verso Dio. Non lo incontra in manifestazioni di potenza (di cui Dio ha dimostrato di essere capace), ma nel sussurro di una brezza leggera, nell’intimità della preghiera, nell’interiorità del suo cuore. Elia continua davanti al Signore il discorso della potenza, dell’impegno, della fortezza… Il Signore invece gli rivela i suoi limiti, gli fa capire che non ha capito tutto, che non ha potuto capire tutto, che non è l’unico ad aver servito il Dio di Abramo, che non è indispensabile ma solo un servo amatissimo ma inutile, altri possono sostituirlo, continuare la sua missione.
Amato, non più solo, ridimensionato, umiliato. Quale aggettivo ci appare più idoneo a caratterizzare la situazione di Elia? Sono veri tutti quanti. Un’altra verità viene fuori da questo incontro: Dio continuerà a proteggere Israele e i popoli circostanti. L’ha fatto attraverso Elia. Lo farà attraverso altri. L’amore di Dio è onnipotente e fedele. Noi siamo servi inutili e limitati. Questo ci avvicina a Dio, non ce ne allontana.
Anche noi cominceremo a comprendere la Buona Notizia del discorso della montagna se accettiamo di lasciarci amare da Dio, a vivere in intimità con Lui, ridimensionati e umiliati.

Prima Lettura  1 Re 19, 9. 11-16
Fermati sul monte alla presenza del Signore.
In quei giorni, [Elìa, giunto al monte di Dio, l’Oreb,] entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore: « Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elìa si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elìa?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita».
Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Elisèo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto». 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 26
Io ti cerco, Signore: mostrami il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore

Canto al Vangelo 
 Fil 2,15 
Alleluia, alleluia.

Risplendete come astri nel mondo,
tenendo alta la parola di vita.
Alleluia.

Vangelo  
 
Mt 5, 27-32
Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».  

Nessun commento:

Posta un commento