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sabato 15 aprile 2023

TUTTO È APERTO A DIO: IL GREMBO DELLA VERGINE, LA LAPIDE, UNA PORTA CHIUSA, I CUORI UMANI... / Messaggio di Pasqua di Mons. Shevchuk.

Icona slava della Risurrezione.
Ai piedi di Cristo
oltre gli strumenti di tortura,
una chiave: tutto è aperto a Dio.



Stiamo concludendo il Grande Giorno di Pasqua, l’Ottava Santa. Il Messaggio pasquale del Vescovo Maggiore di Kiev è insieme una splendida catechesi pasquale e una testimonianza forte di realismo e speranza cristiana nel contesto atroce di questa disumana guerra contro il popolo ucraino (la guerra fa vittime da una parte e dall’altra, ma c'è un popolo direttamente e ingiustamente aggredito). Anche se è difficile parlarne, proprio solo Cristo crocifisso e risorto dà senso a tutte le sofferenze dei soldati che difendono le loro famiglie e quelle delle vittime civili, compresi anziani e bambini. È certamente più comodo dire “Serena Pasqua” a chi deve solo sedersi a tavola e al massimo rischia una leggera indigestione. Ma Cristo è stato tolto di mezzo violentemente e con tutto l’odio dell'inferno e ha trionfato. Egli è il Paraclito, il Difensore dei deboli. "Il Cristo risorto porta sul suo corpo glorificato le tracce di una morte terribile, ma la morte non ha più potere su di lui!."

Padre Shevchuk commenta l’icona della risurrezione: Gesù rialza l’Umanità in Adamo ed Eva e tutti i giusti del passato. Ai suoi piedi ci sono le chiavi: sono il simbolo della vittoria di Cristo sulla morte e sul potere dell'inferno. Tutto è aperto a Dio: il grembo della vergine, la lapide, una porta chiusa, i cuori umani... Il Signore vede le nostre sventure, e possiamo essere certi della sua vicinanza nei momenti di angoscia. Con la Sua Pasqua ci ha già aperto le porte del cielo, ma per farci entrare ha bisogno della nostra collaborazione e della nostra fiducia..  

Leggiamo e meditiamo. 


Prot. VA 23/080    MESSAGGIO DI PASQUA DI SUA BEATITUDINE SVIATOSLAV


Cristo è risorto!  Lasciando intatti i sigilli  sei risorto dalla tomba, o Cristo,  tu che alla tua nascita avevi serbato inviolato il seno della Vergine,  e hai aperto per noi le porte del paradiso.

Ode 6 del Canone della Pasqua


Cari in Cristo!

Di nuovo celebriamo la Pasqua di Cristo nell'incredibile sofferenza dovuta agli orrori della guerra aperta. Nel corso dell’ultimo anno in ogni angolo dell'Ucraina e in vari paesi dei nostri insediamenti ci sono stati tanti traumi e dolore, tanti deportati e feriti, catturati e dispersi, tanti mutilati! Numerosi caduti - nostri padri e madri, fratelli e sorelle, figli e figlie - hanno coperto le nostre terre nere ucraine con i loro corpi come con dei semi vivificanti! A volte dal dolore gridiamo al Signore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!” (Salmi 22, 2). Anche il nostro Salvatore, crocifisso sulla croce, ha pregato con queste stesse parole. Ma oggi, il giorno di questa festa luminosa e gioiosa della risurrezione e della vita, ci viene rivelato il grande mistero della vittoria della gioia sulla tristezza, della verità sulla menzogna, della gloria sull'insulto e sullo scherno, della luce sulle tenebre, del bene sul male, della vita sulla morte. Il Signore crocifisso vive! Il Buon Pastore, torturato a morte, regna per sempre! Cristo è risorto, la gioia eterna!

Lasciando intatti i sigilli sei risorto dalla tomba, o Cristo...

È difficile cercare guarigione quando i nostri corpi e le nostre anime sono profondamente feriti. Non è facile parlare della gioia della risurrezione mentre troviamo dappertutto sofferenza e morte. Dobbiamo notare però che il corpo di Gesù risorto, che oggi incontriamo nelle nostre comunità, porta ancora tutte le ferite della crocifissione. Dopo essere apparso, per la prima volta, ai suoi discepoli il giorno della Risurrezione, l'apostolo Tommaso, assente in quel momento, non volle credere a nessuno: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20, 25). Tuttavia, quando finalmente lo incontra, Cristo dice a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!” (Gv 20, 27). Colui che è stato crocifisso ed è morto è lo stesso Signore che è risorto dai morti. Come il Risorto, il vincitore della morte, Egli si lascia conoscere dai suoi discepoli di tutti i tempi e di tutti i popoli proprio attraverso le sue piaghe!

Allo stesso tempo, il corpo del Salvatore risorto non è più soggetto alle solite leggi della natura: passa attraverso la pietra che ha bloccato l'ingresso al sepolcro senza rompere i sigilli, passa attraverso la porta chiusa al piano superiore, dove i discepoli si nascosero per timore dei Giudei (cfr. Gv 20, 19) . Il Cristo risorto porta sul suo corpo glorificato le tracce di una morte terribile, ma la morte non ha più potere su di lui! Solo per rivelare il vuoto del Sepolcro di Dio, l'angelo scende, sposta la pietra, rompe i sigilli e dice alle portatrici di mirra: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto” (Mc 16, 6).

La fede nella Risurrezione di Cristo è alla base della nostra fede nella risurrezione di ogni persona. È difficile persino immaginare come saranno i nostri corpi risorti nella gloria di Dio. Tuttavia, celebrando la Pasqua del Signore, siamo certi che si tratta della glorificazione dei disprezzati, del ristabilimento dei danneggiati e distrutti, della guarigione dei feriti. Oggi Cristo risorto tende la sua mano, vivificante e ferita, all'Ucraina ferita, le Sue piaghe glorificate toccano le nostre piaghe dolorose che sanguinano ancora. Il Crocifisso e Risorto fa Sue le nostre piaghe che diventano le piaghe glorificate dei vincitori nella risurrezione dell'Ucraina!


Celebrare la Pasqua oggi significa per noi sentire il tocco curativo della mano vivificante di Cristo trafitta dalle sue piaghe glorificate. Il Suo toccare le nostre piaghe infonde in noi la forza delle piaghe del Risorto, il respiro di Colui che ha vinto la morte e ha dato la vita a coloro che erano nei sepolcri. In questo grande giorno ricordiamo le parole dell'Apostolo delle nazioni: “Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” (Rm 6, 5) . Le piaghe di chi è stato ferito con Cristo si trasformeranno inevitabilmente nelle piaghe del Signore glorificato: perché Cristo è risorto!

... tu che alla tua nascita avevi serbato inviolato il seno della Vergine e hai aperto per noi le porte del paradiso

Nella nostra tradizione iconografica non ricreiamo l’evento stesso della Resurrezione. Per noi, l’icona della Festa è la rappresentazione della “Discesa negli inferi". Va osservato che nella parte inferiore di questa icona ci sono le chiavi: il simbolo della vittoria di Cristo sulla morte e sul potere dell'inferno. Tutto è aperto a Dio: il grembo della vergine, la lapide, una porta chiusa, cuori umani... Il Signore vede le nostre sventure, e possiamo essere certi della sua vicinanza nei momenti di angoscia. Con la Sua Pasqua ci ha già aperto le porte del cielo, ma per farci entrare ha bisogno della nostra collaborazione e della nostra fiducia. Quindi, crediamo fermamente: proprio come né i sigilli della tomba né le guardie militari hanno trattenuto Cristo nel suo corpo glorificato, così anche nessun aggressore e occupante sarà in grado di sconfiggere la nostra Ucraina ferita. Sconfiggeremo il nemico, ricostruiremo le nostre città e i nostri villaggi distrutti, guariremo le nostre ferite con la forza e con l'azione dello Spirito Santo: perché Cristo è risorto!

La luce della Risurrezione di Cristo trasforma la nostra tristezza e le nostre lacrime nella gioia pasquale, come avvenne con la tristezza delle donne portatrici di mirra presso il sepolcro vuoto del Salvatore. Oggi vediamo che ciò, che dal punto di vista umano è impossibile e senza speranza, diventa vittorioso, si trasforma nella glorificazione di Colui che, aprendoci le porte del paradiso, ci dona la vita eterna.

Se Cristo sulla croce, in mezzo a incredibili sofferenze, seppe alzare gli occhi al Padre con una speranza che scaccia la disperazione, allora oggi dobbiamo avere anche noi il coraggio di parlare al Salvatore risorto insieme al salmista: “Perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.... E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene: Ecco l'opera del Signore!” (Sal 22, 25, 29-32).

Ricordiamoci che la nostra vittoria non dipende solo dalla nostra capacità militare di resistere alle truppe russe, ma anche dalla nostra capacità  sul fronte spirituale di aprirci alla potenza di risurrezione di Dio e di diventare uno strumento di guarigione e di pace nelle mani del Signore:

Cristo stesso ci porta la pace, Il cielo acclama oggi la pace, La pace di Dio,  accogliamola tutti, Glorifichiamo la grazia di Dio, Miracolo di Dio su tutti i miracoli: Cristo è risorto! Cristo è risorto!  (Canto "Cristo è risorto! Gioia dal cielo").

Cari fratelli e sorelle in Cristo! Vi faccio tanti auguri per la festa della Vittoria di Cristo su ogni male e sulla morte stessa. Sia la fiducia nella vittoria il balsamo curativo per tutte le nostre ferite, mentali e fisiche. Nella gioia della Risurrezione del Signore faccio auguri a tutti i nostri eroi difensori che oggi si trovano al fronte e sono rimasti feriti. Aprite i vostri cuori a Cristo che vede il vostro sacrificio e il vostro dolore e li rende Suoi.

Abbraccio le famiglie dei nostri militari, in particolare di quelli imprigionati e dispersi. Prego che i vostri cari vengano trovati e tornino a casa prima possibile. Unitevi a loro attraverso la preghiera, perché il Signore gli è sempre vicino.

Mi unisco spiritualmente a coloro che si trovano nei territori occupati e non hanno la possibilità di recarsi oggi nella loro chiesa, ma attendono la liberazione e pregano per la vittoria dell'Ucraina. Nella speranza della risurrezione, e con le lacrime agli occhi abbraccio coloro che piangono i morti, i soldati eroi e i cittadini pacifici diventati vittime delle azioni criminali dell'occupante. Faccio auguri ai nostri rifugiati e sfollati che nutrono la speranza di tornare a casa dopo la vittoria e di ricostruire la propria città o villaggio.

Con gratitudine faccio gli auguri ai nostri volontari, ai cappellani militari e sanitari, a tutti coloro che, stando ognuno al proprio posto, avvicinano la nostra comune vittoria, lavorano per aiutare il loro prossimo in difficoltà sia in Ucraina sia nei paesi di insediamento. Siete forti, e noi siamo orgogliosi di voi! Abbraccio tutti gli ucraini - bambini, adulti e anziani, uomini e donne - e vi auguro che, condividendo il cesto pasquale, proviate una profonda gioia, la misericordia e la benedizione di Dio. Circondo di amore paterno tutto il clero, tutte le persone consacrate e i laici in Ucraina e negli insediamenti. Vi auguro di cuore una buona Pasqua, il delizioso uovo benedetto e serena gioia pasquale!

Che la grazia del nostro Signore risorto Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi!

Cristo è risorto! Veramente è risorto!

Dato a Kyiv, presso la Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo, il giorno dei Santi Martiri Sabino e Papa, 29 marzo (16), 2023 A. D.

† SVIATOSLAV


1 commento:

  1. E che c'è da commentare? Signore metti la tua mano potente e gloriosa x fare terminare questa ATROCITA'

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