Visualizzazioni totali

martedì 4 aprile 2023

COME INSEGNARE BENE I DIECI COMANDAMENTI ...



Confrontiamo la riduzione catechetica dei Dieci Comandamenti e come sono scritti nella Bibbia. 
Al catechismo abbiamo imparato: 

Non avrai altro Dio fuori di me.

Non nominare il nome di Dio invano.

Ricordati di santificare le feste.

Onora il padre e la madre.

Non uccidere

Non commettere atti impuri.

Non rubare

Non dire falsa testimonianza.

Non desiderare la donna d'altri.

Non desiderare la roba d'altri.

Per il testo dei Comandamenti (Esodo 20) si guardi il post precedente ( La Gioia del Vangelo: CONOSCI I DIECI COMANDAMENTI COME SONO SCRITTI NELLA BIBBIA?) o la Bibbia. Qualcuno mi ha detto che la differenza è che il testo della Bibbia non indica la divisione in Comandamenti (I, II, III, IV, ecc.) ma solo i versetti. È vero ma è veramente troppo poco. Senz'altro possiamo notare subito nei due testi della Bibbia altre cose. 

Per esempio che i testi nella Bibbia sono molto più lunghi. In particolare colpisce la lunghezza dei primi tre comandamenti che regolano il rapporto diretto con Dio, specialmente il primo. Se stampiamo i Dieci Comandamenti su una pagina, i tre primi occupano due terzi di questa pagina, il primo da solo quasi la metà! Gli altri sette si accontentano del terzo rimanente. Orgoglio di Dio che impone la sua autorità e vuole tutta l’attenzione per sé? Un Dio narcissico che cerca l’adorazione dei suoi sventurati sudditi? Magari, alla Geova dei Testimoni, che di fronte ad una Umanità in profondo stato di miseria, non pensa troppo a migliorare la loro sorte ma sfida il demonio: “vediamo chi sceglieranno tra te e me. Quelli che sceglieranno me e impareranno a pronunciare il mio nome, andranno in paradiso, quelli che non riconosceranno il mio nome te li piglierai all’inferno. Ma siccome sono buono manderò loro un Salvatore che soffrirà più di loro, morendo sulla croce per loro, affinché la mia Maestà venga risarcita dall’offesa che mi fanno col peccato. La loro sofferenza, i loro sacrifici non sono sufficienti per pagare il prezzo del loro riscatto. Ma io? Io sono Dio, guardo dall’alto. Loro soffrono, Gesù combatterà contro il demonio e morirà sulla croce, il demonio soffre le pene dell’inferno, ma io non posso e non voglio soffrire, io sono Geova!” Questa visione dei TdG non è mai stata cattolica, ma fa presa sui cattolici che hanno una visione statica della Storia e al rapporto di Dio con essa, e di noi con lui. Da bambino, i Dieci Comandamenti mi facevano apparire Dio come un boss, un Re assoluto che si impone. Anche se Dio ha il diritto di imporci la sua legge e castigare la disobbedienza, questa è una visione così lontana dal Dio della Bibbia che dobbiamo assolutamente correggerla. Evidentemente, se i testi dei Dieci Comandamenti sono più lunghi è perché hanno un contenuto più ricco da proporci, che si perde con la sola riduzione catechetica. 

Intanto, vediamo l’impostazione generale: i Dieci Comandamenti non sono una legge che Dio impone e basta, ma sono il frutto di un cammino insieme a un popolo, e un cammino di salvezza. Quel Dio dei Padri ha sentito il grido del suo popolo schiavo in Egitto ed è venuto a liberarlo, fisicamente ma anche spiritualmente dagli idoli che lo hanno sottomesso a un ideale ingannatore, riducendolo in schiavitù anche nel cuore. Allora, questo Dio che ha dimostrato di essere più potente degli dèi d’Egitto offre oggi un’Alleanza privilegiata a questo popolo e i Comandamenti servono a renderlo veramente felice e forte. Il primo è “non tornare agli idoli” che possono ancora sedurti ma ti danno la morte. La tua gloria e il segreto del tuo successo è di essere scelto e legato al Dio di Abramo.

Infatti se il peccato viene castigato nei figli e nipoti, la benevolenza di Dio si estende per mille generazioni. Costatiamo anche che oltre alla promessa generale di felicità, alcuni Comandamenti sono associati ad una promessa specifica di ricompensa. Per esempio il Quarto: “onora il padre e la madre”. C'è una saggezza molto profonda in questo. Pensiamoci un momento.

Notiamo che se la riduzione catechetica è un riassunto, una formula mnemonica come quelle che si imparano per non dimenticare nessun punto della materia all’esame, col Sesto Comandamento c'è un cambiamento profondo nel vocabolario. Insegniamo ai bambini: “non commettere atti impuri”, mentre la Bibbia dice: “non commettere adulterio”! Senz’altro l’adulterio comporta atti impuri, ma non tutti gli atti impuri sono adulterio. Ma – si risponde – il bambino non comprende cosa significa “adulterio”, oppure si dice che un bambino non può commettere adulterio. L’ Ottavo Comandamento vieta di dire falsa testimonianza. Un bambino non può portare falsa testimonianza in tribunale, e certamente bisogna spiegargli cosa significa questa espressione, mentre fin da piccolo conosce la parola “bugia”. Eppure gli si insegna: "non dire falsa testimonianza". Quindi per il Sesto Comandamento c'è qualcosa di strano.

Ma ci interessa soprattutto una riflessione sull’impostazione generale dei Comandamenti. Ciò a cui  mirano i Comandamenti non è tanto di fare degli individui che perseguono la loro perfezione personale, ma di costituire un popolo felice e armonioso. Ora se il cammino di perfezione personale influisce sui miei rapporti con gli altri, essenziale e primario sono appunto le mie relazioni e i valori sociali da difendere. Per esempio nel caso della bugia, c'è un salto di qualità quando testimonio il falso danneggiando ingiustamente un altro perché me lo richiede un amico. Allo stesso modo c'è un salto di qualità tra un peccato impuro privato, e l’adulterio che mina uno o più matrimoni e le rispettive famiglie, base della società. 

E un bambino può comprendere molto bene cosa è un adulterio quando sa che papà e mamma litigano per un’altra donna, oppure che quel signore ha lasciato moglie e figli per andare con un’altra, o ha avuto figli fuori del matrimonio. E deve sapere che è male perché Dio non vuole. Ma sicuramente lo intuisce da solo. Riguardo ai pericoli propri dell’infanzia non ci vorrà molto a un educatore o a un genitore per mettere in guardia il bambino e soprattutto per notare che qualcosa non va e che porta un peso nel suo cuore.  

Ma per costruire una società armoniosa (famiglia, clan…), cosa c'entrano i tre primi Comandamenti, l’importante non sono forse i rapporti tra le persone? Questo è un problema enorme e troppo passato sotto silenzio: non comprendiamo quanto importanti siano i tre primi Comandamenti per l'armonia e la prosperità di una famiglia, di una società. Infatti nelle confessioni la maggior parte si esamina sul rapporto diretto con il prossimo e non con Dio, e quando si chiede un consiglio, in genere si chiede come migliorare rapporti delicati con parenti o vicini, o con sé stessi, raramente si chiede come migliorare il rapporto con Dio. Eppure Dio è l’Amore che colma e giustifica anche una vita molto difficile, è la sorgente di ogni altro amore e valore, è il garante di rapporti giusti col prossimo. “Se non c'è Dio tra l’uomo e l’uomo, comincia inevitabilmente la lotta dell’uomo contro l’uomo” ha scritto Giovanni Paolo II. 

Nessun commento:

Posta un commento