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martedì 30 gennaio 2024

È PERMESSO MIGLIORARE UNA PARABOLA DI GESÙ? LA PARABOLA DEL SEMINATORE.



È permesso migliorare una parabola di Gesù? Che presunzione! Lo so che la catechesi si fa nello Spirito Santo e vediamo che già chi ha scritto i Vangeli e gli Apostoli nelle loro lettere hanno adattato le immagini usate da Gesù al loro uditorio per cui nella parabola del lucernario si riconosce la casa greca e quella ebraica, ecc.

Andiamo al dunque. Diceva Gesù alla folla: 

"Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!". (Marco 4,3-9)

lunedì 29 gennaio 2024

MA QUESTO PAPA CREA CONFUSIONE! - DAVVERO? / Lunedì IV sett. T.O., pari, 2024.


Davide dimostra di avere discernimento, Gesù è Segno di contraddizione, mentre, dicono: “questo Papa invece crea confusione….”.

Nella bellissima lettura di oggi Davide ha discernimento perché vede tutto nelle mani di Dio, tutta la vita guidata da lui e quindi può avere un giudizio più ampio e vero, pacificatore, di Abisài e degli altri suoi prodi. 

Nel Vangelo, la presenza di Gesù crea nel demonio angoscia e paura. Smascherato, perde il suo potere. Ma anche per tantissima gente Gesù non porta chiarezza ma confusione, squilibrio, pericolo e paura. Gli abitanti della regione dei Geraseni vedono il loro precario, sofferto e faticoso equilibrio minacciato. Più che un liberatore provvidenziale da una presenza malefica di cui tutti soffrono e si lamentano, Gesù è visto come chi getterebbe tutti in un’avventura troppo grande. E quindi viene pregato di allontanarsi. 

Anche per i discepoli stare vicino a Gesù è rassicurante per un verso ma è sempre una sfida (Matteo 10, 26.28.31 ) e spesso genera paura: “Ed egli disse loro: "Perché avete paura, gente di poca fede?". Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. (Matteo 8, 26). “Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura”. (Matteo 14,26. “Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti”. (Marco 10, 32). Nei Vangeli troviamo varie volte la parola “paura” riferita ai discepoli di fronte a Gesù, ma anche riferita ad altri, per causa di Gesù. Troviamo anche la parola "timore" e "spavento"  che traducono la stessa parola greca “fobos”, paura. L’antidoto alla paura di fronte a Dio e alle sue manifestazioni non è tanto il coraggio umano ma la fiducia in Dio. 

I discepoli possono trovarsi in situazioni imbarazzanti di fronte a Gesù : “Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo”. (Marco 9, 32; vedi anche Matteo 22,46). Infatti quando non si ribellano al suo insegnamento o alle sue decisioni, molto spesso rimangono perplessi, frustrati, perché non comprendono ciò che vuole dire: “Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto”. (Luca 18,34). Gesù ne è totalmente cosciente e afferma: "E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!". (Matteo 11,6).

Quindi quando qualcuno pensa di aver capito tutto di Gesù o anche del Papa, si metta prima in discussione. E quando qualcuno non comprende il Papa, prima di dire che crea confusione, sappia che un Altro, molto più grande di lui, e molti santi suoi amici, "hanno creato confusione" e sono stati persino perseguitati per questo motivo. Non significa, ovviamente, che chiunque crea confusione abbia ragione, ma un minimo di prudenza e di umiltà sono necessari.   


Prima Lettura   2 Sam 15, 13-14. 30; 16, 5-13  Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle

domenica 28 gennaio 2024

CHI È QUESTO PROFETA? SEI TU! / IV Dom. T.O., B, 2024.


“Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli”
. Chi è questo profeta? Chiaramente per noi è Gesù. Ma per gli altri, quelli che non lo conoscono, ma anche tra noi, chi è? Sei tu! Ogni cristiano è sacerdote, re e profeta. Abbiamo questa responsabilità e questo onore nella nostra generazione, verso i nostri figli e nipoti, verso tutti quelli che il Signore mette sulla nostra strada. Chi per orgoglio si arroga una missione, un messaggio che non viene dal Signore, commette un peccato molto grave. Ci sono falsi profeti nella Chiesa fin dalle origini. Al vescovo della Comunità di  Tiàtira il Signore dice: “Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Gezabele, la donna che si dichiara profetessa e seduce i miei servi…”  (Apocalisse 2, 20 ss; vedi anche Ap 2,14-15). Ma ci sono anche quelli che passato l’entusiasmo iniziale si adagiano come a Sardi: “Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te”. (Ap. 3, 2-3), oppure cadono nella routine, nella tiepidezza, nel “minimo sindacale” con quella terribile prospettiva di essere vomitati dalla bocca del Signore, mentre pensano paradossalmente di essersi arricchiti spiritualmente (Ap 3, 15-17; vedi 1 Cor 4,8). Chiediamo al Signore di essere zelanti e ravvederci, di non mettere nulla al posto di Dio, né persone, né affetti o interessi, né altri spiriti.

Questo è  il senso della seconda lettura: metti il Signore al primo posto, prima di ogni cosa, prima del matrimonio! È chiaramente un forte invito oggi ai giovani e a tutti i non sposati a dedicare tutta la loro vita nel celibato o nella verginità per il regno dei cieli. Ma non è contro il matrimonio e non esclude nessuno, neppure chi potrebbe scegliere la vita consacrata ma non ha il coraggio di una scelta così radicale. E in tutto “deve essere regina la carità": sei fidanzato e lei spera nel matrimonio, non è più così giovane da fidanzarsi di nuovo, o sposandosi tra qualche anno potrebbe non diventare madre, allora prendi le tue responsabilità e sposatevi (1 Cor 7, 36).


Prima Lettura  Dt 18, 15-20  Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.

Dal libro del Deuteronòmio

sabato 27 gennaio 2024

SAN PAOLO ERA CONTRO IL MATRIMONIO? UNA SECONDA LETTURA CHE PONE MOLTI PROBLEMI / IV Dom. T.O., B., 2024



La seconda lettura di questa domenica (IV T.O., B.) è tratta dalla 1 Corinzi, capitolo 7. Quei 4 versetti (1 Cor 7,32-35) possono suscitare interrogativi. Per questo la anticipo perché vale la pena aiutare a comprenderla. Una prima cosa da fare è leggere tutto il Capitolo 7. Questo illuminerà già alcuni di questi interrogativi. Può anche suscitarne di nuovi, ma comunque farà comprendere un dato fondamentale: quell’insegnamento di Paolo si situa in un contesto, e non lo conosciamo pienamente. Da una parte egli scrive “Riguardo a ciò che mi avete scritto” e non abbiamo questa lettera. D’altra parte la cultura dell’epoca e la situazione precisa della comunità di Corinto non ci sono familiari. 
È chiaro però che i principi del progetto di Dio verso il matrimonio, la famiglia e la sessualità non cambiano. Scrivendo ad altre comunità Paolo dona altre risposte che completano il discorso fatto ai Corinzi. Il tutto deve essere integrato evidentemente con l’insegnamento di Gesù e degli altri apostoli. Non esitiamo quindi a leggere gli altri passi della Scrittura che riguardano il matrimonio e la sessualità, e soprattutto ascoltare l’insegnamento della Chiesa al riguardo. Da questa lettura, poi, innanzitutto emerge un dato fondamentale: conta prima di tutto il Signore e il suo servizio. Solo lui può colmare veramente il cuore dell’uomo e della donna. C'è quindi un forte appello a vivere in castità, dedicarsi pienamente al Signore, e se si è sposati, a cercare nello Spirito Santo il dominio di sé, delle proprie passioni (Galati 5,22). Inoltre, nelle situazioni in cui ci troviamo a vivere, deve sempre predominare la carità. Lasciamoci quindi nutrire da questa lettura, non esitando attraverso la catechesi a comprendere meglio ciò che il Signore vuole per ciascuno di noi oggi. 


1 Corinzi 7

1 Riguardo a ciò che mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna, 2 ma, a motivo dei casi di immoralità, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.

venerdì 26 gennaio 2024

IL CRISTIANO: NON TIMIDEZZA MA FORZA, CARITÀ E PRUDENZA / SS. Timoteo e Tito, 26 gennaio, 2024.


San Paolo aveva una fortissima personalità, uno spirito combattivo, irruente, capace di iniziative audaci e orientato ai valori assoluti. Il Signore gli associa Timoteo che ha una personalità più timida, anche se la sua fede è schietta, cresciuta in un ambiente familiare credente. L’incontro con Cristo li rafforza entrambi. Perché certamente lo Spirito di Cristo è diverso dal loro spirito e si devono lasciare plasmare, trasformare. Lo Spirito Santo è il dono celeste per eccellenza senza il quale non possiamo sperare di vincere la morte e le nostre chiusure. È un dono che, come il sole e la pioggia portano al loro massimo sviluppo e splendore le piante pur rispettando la loro natura, ci purifica, ci guarisce, ci rafforza. È uno spirito di forza, di carità e di prudenza, che corregge sia la timidezza di Timoteo che l’irruenza di Paolo. Uno spirito di figli che "grida Abbà, Padre!"  (
Gàlati 4, 6, vedi Romani 8, 15) impedisce al timido Timoteo di ricadere schiavo della paura per i suoi errori e peccati di fronte alla sublimità di Cristo, e scioglie lo zelo aggressivo di Paolo nel voler osservare i precetti e farli osservare. Li rende tutt’e due più umani, felici di scoprirsi figli in Dio e fratelli delle persone che incontrano ed evangelizzano. 

Beato chi rafforza il dono di Dio ricevuto con l’imposizione delle mani nella cresima o nell’ordinazione al ministero e si lascia istruire da questa unzione (vedi 1 Giovanni 2, 27). Se si vedesse di più gli effetti di questa unzione nelle persone che l’hanno ricevuto, la cresima non sarebbe così tanto tragicamente presa sotto gamba, né il presbiterato vilipeso dalla gente. In un'epoca che considerava poco lo Spirito Santo, il Curato d'Ars arrivato quasi giansenista nella sua parrocchia, divenne, attraverso il ministero della misericordia, capace di insegnarne le meraviglie al suo vescovo

Una frase del Vangelo di oggi mi ha toccato in modo particolare: “In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui” perché ieri sono stato chiamato d’urgenza per un olio degli infermi e come ho imparato da san Francesco, entrando ho detto: “pace a questa casa” e la pace è scesa su quel figlio che il Signore stava chiamando a sé. Oggi, al funerale, ho letto le letture del giorno, e la figlia, dopo, ha confermato che il papà che ha partecipato cosciente al rito, dopo si è abbandonato in pace. Lodiamo il Signore che ama i suoi figli e li chiama alla vita. 


Prima Lettura  2 Tm 1,1-8  Mi ricordo della tua schietta fede.

Dalla seconda Lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

MA ALLA FINE L'INFERNO È VUOTO OPPURE NO? / Cosa dice la Chiesa?


Ha sollevato un putiferio la recente affermazione di Papa Francesco che gli piace pensare che l’inferno sia vuoto. Chi grida all’eresia, chi lo accusa di avere detto che l’inferno non esiste, chi cita apparizioni mariane, anche tra quelle riconosciute dalla Chiesa, che parlano di anime che si trovano all'inferno o cita rivelazioni del demonio durante esorcismi come prova che l’inferno non può essere vuoto, chi si chiede a cosa serviva a Dio creare l’inferno se poi non ci sta nessuno dentro, chi grida all’ingiustizia se tale o tale peccatore non ci finisce dentro per sempre. 

È molto affliggente sentire certe affermazioni, sia quelle che fanno dire al Papa quello  che non ha detto, sia quelle che gridano vendetta augurando un castigo di sofferenza e disperazione eterno per i propri simili. 

giovedì 25 gennaio 2024

COMPRENDERE (INTEL-LEGGERE) LA BIBBIA


Ripropongo aggiornati e uniti due post di luglio 2016 "COMPRENDERE LA SCRITTURA".


"TUTTA LA SCRITTURA E' CRISTO!”  

Questa espressione molto famosa è di san Girolamo. Si appoggia sulla natura della Scrittura illustrata in particolare da san Paolo in 2 Timòteo 3, 16: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia”.

San Girolamo (347 - 420) ha dedicato la fine della sua vita a tradurre la Bibbia in latino perché le traduzioni latine in circolazione erano troppo difettose e la gente meno colta non comprendeva più abbastanza il greco. Per questo egli ripartì dai testi originali (ebraico, arameo, greco), vivendo a Betlemme nell’ambiente stesso in cui si è formata la Bibbia alla scuola dei rabbini più rinomati. La sua traduzione, molto accurata, divenne, per secoli, praticamente ufficiale nella Chiesa in occidente, tanto da meritare il nome di “Vulgata” (“Comune”).

San Girolamo aggiunge che, quindi, “ignorare la Scrittura è ignorare Cristo!”

mercoledì 24 gennaio 2024

LA CRISTIANITÀ È FINITA, MA NON IL CRISTIANESIMO. INNOVIAMO! / Il Discorso del Papa.



In un precedente post (
La Gioia del Vangelo: LA CRISTIANITÀ È FINITA. È TEMPO DI PRENDERNE COSCIENZA / Domenica della Parola di Dio, 21 gennaio 2024.) ho citato a memoria Papa Francesco sul fatto che la Cristianità è finita. Qualcuno ha compreso che il Papa avesse detto che il Cristianesimo è ormai finito. Sarebbe assurdo. Il regime di Cristianità non è il Cristianesimo ma il modo di viverlo quando il popolo e il suo governo riconoscono il Cristianesimo come fondamento comune della società. Ma ringrazio questo amico e altri per le loro osservazioni perché permette di precisare per tutti, anzi, di approfondire questa constatazione fondamentale: il regime di Cristianità sul quale si appoggiava e modellava l’azione della Chiesa è finito, per cui è indispensabile CAMBIARE se non vogliamo che la nostra presenza diventi irrilevante. Nel Discorso alla Curia Romana per gli auguri di Natale 2019, Papa Francesco ha spiegato molto bene i criteri per affrontare le sfide di oggi INNOVANDO, trovando soluzioni nuove , e anche le difficoltà per un processo di rinnovamento, e le tentazioni di ripiegamento sul passato e/o di irrigidimento.

Ecco dunque parte del discorso del Papa pronunciato il 21 dicembre 2019 con in grassetto alcune frasi centrali.


DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

ALLA CURIA ROMANA PER GLI AUGURI DI NATALE

Sabato, 21 dicembre 2019

Nell’incontro odierno vorrei soffermarmi sul … cuore della riforma, ossia del primo e più importante compito della Chiesa: l’evangelizzazione. San Paolo VI affermò: «Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare»[13]. Evangelii nuntiandi, che anche oggi continua ad essere il documento pastorale più importante del dopo Concilio, è attuale. In realtà, l’obiettivo dell’attuale riforma è che «le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato all’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. …

Quando queste prime due Congregazioni (per la Dottrina della Fede e per l’Evangelizzazione dei popoli;NdR) furono istituite si era in un’epoca nella quale era più semplice distinguere tra due versanti abbastanza definiti: un mondo cristiano da una parte e un mondo ancora da evangelizzare dall’altra. Adesso questa situazione non esiste più. Le popolazioni che non hanno ancora ricevuto l’annuncio del Vangelo non vivono affatto soltanto nei Continenti non occidentali, ma dimorano dappertutto, specialmente nelle enormi concentrazioni urbane che richiedono esse stesse una specifica pastorale. Nelle grandi città abbiamo bisogno di altre “mappe”, di altri paradigmi, che ci aiutino a riposizionare i nostri modi di pensare e i nostri atteggiamenti: Fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più! Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati[14]. Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica. 

martedì 23 gennaio 2024

VINCERE LA NOIA SPIRITUALE A MESSA E IN COMUNITÀ / Martedì III sett. T.O., pari, 2024




Messa quotidiana, incontri di Comunità, sono uguali a routine e noia crescente? 

Confrontiamoci con le Letture di oggi: 

Davide ricupera l’Arca del Signore che era stata presa dai Filistei. È un momento particolare di Giubilo e di fiducia nel Dio di Israele! Quindi ci sono manifestazioni di gioia molto grandi e Davide stesso “danzava con tutte le forze davanti al Signore”. Nella nostra messa quotidiana non ci sono questi elementi sensibili. Eppure il dono è molto più grande! Il Giubilo del cuore esige la piena partecipazione della fede e della volontà per superare la modestia dei segni e la ripetitività del rito, in assenza di sollecitazione particolare dell’immaginazione e dei sensi. Chiediamo la fede degli Apostoli che rischiavano di abituarsi alla vita con Gesù e di vedere solo la sua normalità umana o il proprio disagio quando il suo insegnamento e i suoi modi gli sembravano oscuri. Chiediamo la semplicità di Davide che, pur essendo re, danza “come un uomo da nulla” come gli rimprovera la moglie Mikal (2 Sam 6,20).

Il Vangelo ci mostra quanto è grande la nostra condizione: siamo madri, fratelli e sorelle di Gesù stesso! Ma ci può essere un ostacolo molto intimo nel vivere questa gioia: il conflitto tra il legame con Dio e il legame con la propria famiglia di sangue. Gesù viene richiamato dalla sua parentela. Però, pubblicamente, mette Dio e la ricerca del suo Regno al primo posto. Questa presa di posizione non sarà gradita a tutti e in qualche modo la pagherà. D’altra parte però custodirà e farà crescere il suo legame con il Padre suo e nostro celeste.


Prima Lettura  2 Sam 6, 12-15. 17-19  Davide e tutta la casa d'Israele facevano salire l'arca del Signore con gioia.

Dal secondo libro di Samuèle

CONTRIBUTO PERSONALE PER IL SINODO / 23 Gennaio 2024



Vorrei dare un mio contributo personale e discutibile dopo la lettura dei Documenti proposti dal Cammino Sinodale.


Mi ha colpito particolarmente “Date loro voi stessi da mangiare”. Un’ottima meditazione sulla moltiplicazione dei pani e il ruolo accanto a Gesù dei discepoli con molte integrazioni utili sulla spiritualità del prete. Un testo che, secondo me, rimarrà come punto di riferimento. 

Credo però che, come documento del Sinodo sull’argomento dei preti, sia incompleto, manchi di dimensioni necessarie per indicare una via per il futuro: 

in primis il discernimento vocazionale! E quindi anche una riflessione sulla comunità dove cresce normalmente la vocazione e il posto del prete in mezzo ad essa, sulla formazione in seminario, e in particolare riguardo alla scelta celibataria. Mi spinge a dire questo il fatto, tra l’altro, che in tutti questi anni e ancora di recente ci siano abbandoni appena dopo l’ordinazione presbiterale. 

lunedì 22 gennaio 2024

IL BATTESIMO DELLA RUSSIA SOVRANA / Festa ortodossa del Battesimo del Signore, il 19 gennaio. 2024



MONDO RUSSO Il Battesimo della Russia sovrana del 20 gennaio 2024.


Il Battesimo della Russia sovrana

di Stefano Caprio

La festa conclusiva del ciclo natalizio, che gli ortodossi hanno celebrato in queste ore, in Russia ha volto dell'immersione nell'acqua ghiacciata come esperienza di rinascita fisica e spirituale insieme. Un rito celebrato mentre il filosofo Aleksandr Šipkov in un saggio delinea i tratti dell'"educazione ai valori morali", cuore del connubio tra religione e politica in voga oggi a Mosca.


Nella notte tra il 18 e il 19 gennaio in Russia si è celebrato il Battesimo del Signore, la festa conclusiva del ciclo natalizio secondo il calendario giuliano. Oltre alla particolarità della data, la Chiesa russa esalta in questa solennità dell’Epifania la superiorità specifica dell’Ortodossia nella versione slava-orientale, con il rito dell’immersione nell’acqua ghiacciata, una variante della memoria del Giordano che solo i russi possono riprodurre, essendo questo il tempo del gelo più profondo delle terre eurasiatiche.


domenica 21 gennaio 2024

LA CRISTIANITÀ È FINITA. È TEMPO DI PRENDERNE COSCIENZA / Domenica della Parola di Dio, 21 gennaio 2024.


Una parola può cambiare la tua vita. Quella di Giona tocca i cuori degli abitanti di Ninive che si lasciano guidare da essa. Anche se unico, quel gesto di conversione rimarrà nel loro intimo come un incontro di eternità che li aiuterà nella loro vita successiva e nel giudizio di Dio. 

Per gli Apostoli sarà invece l’inizio di una vita davvero nuova che li porterà ad accettare in tutto la logica di Dio, a rinascere in Dio e nel suo Regno. Una Parola può cambiare la tua Vita … 

… a condizione che tu le faccia fiducia. Gli Apostoli non erano perfetti quando Gesù li ha chiamati. Il Nuovo Testamento ce lo testimonia in molti modi. Ma hanno fatto fiducia: “hanno lasciato tutto!”. Molti invitano le persone ad avvicinarsi alla preghiera, non per lasciarsi trasformare da essa ma per puntellare il loro progetto di vita. Molti vengono assiduamente in parrocchia ma “col freno a mano tirato”, non disponibili alla conversione, avendo come punto di riferimento più la mentalità comune o le tradizioni del passato che il Vangelo che non conoscono. 

Ora se la tradizione della Cristianità, pur imperfetta, portava dei valori comuni ispirati al Vangelo, questa Cristianità è ormai finita. La Società, le leggi, la scuola, la famiglia, la parentela, i Mass Media … non sostengono più i valori cristiani, anzi, spesso li combattono. 

Cosa ti rimane per sostenerti a vivere secondo Cristo e godere della sua Grazia? Solo la Chiesa, se si configura come Comunità educatrice che ti offre la Parola di Dio in percorsi completi di iniziazione. 

Se tu hai conosciuto la Chiesa-Comunità ricordati che quelli che non la conoscono, anche se vanno in parrocchia, hanno solo te per incontrare il Signore e la sua Parola di Salvezza. Qualcuno aveva bisogno di precisazioni su questo discorso. Ho ripescato un discorso di Papa Francesco in cui parla di questo argomento e l'ho inserito in un nuovo post: (La Gioia del Vangelo: LA CRISTIANITÀ È FINITA, MA NON IL CRISTIANESIMO. INNOVIAMO! / Precisazioni sul post precedente.)


Prima Lettura   Gio 3, 1-5. 10  I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

 Dal libro del profeta Giona

sabato 20 gennaio 2024

LA PAROLA SENZA LO SPIRITO SANTO È MORTA E NON DÀ VITA / Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani - Domenica della Parola di Dio.


Questa Domenica è la Domenica della Parola di Dio. La Parola che salva e va annunciata a tutti. Ma la Parola senza lo Spirito Santo è spenta, tende a diventare “lettera” e come dice san Paolo “la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita”  per cui diventiamo “ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito”. (2 Corinzi 3, 6). È anche la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. In questi anni la viviamo in un contesto particolarmente tragico, non solo perché perdurano le nostre divisioni, ma perché vediamo la fede cristiana usata per giustificare guerre di aggressione, e i nostri fratelli ebrei sono anche loro in guerra. 

Forse abbiamo trascurato troppo la Parola di Dio oppure, senza  lo Spirito, l’abbiamo fatta diventare “lettera” o semplicemente “testo culturale”. 

Ascoltiamo la catechesi del Papa sullo Spirito Santo protagonista dell’annuncio. 


PAPA FRANCESCO  UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI Mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio 2023

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Catechesi. La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente. 5. Il protagonista dell’annuncio: lo Spirito Santo

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

Nel nostro itinerario di catechesi sulla passione di evangelizzare, oggi ripartiamo dalle parole di Gesù che abbiamo ascoltato: «Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Andate – dice il Risorto –, non a indottrinare non a fare proseliti, no, ma a fare discepoli, cioè a dare ad ognuno la possibilità di entrare in contatto con Gesù, di conoscerlo e amarlo liberamente. Andate battezzando: battezzare significa immergere e dunque, prima di indicare un’azione liturgica, esprime un’azione vitale: immergere la propria vita nel Padre, nel Figlio, nello Spirito Santo; provare ogni giorno la gioia della presenza di Dio che ci è vicino come Padre, come Fratello, come Spirito che agisce in noi, nel nostro stesso spirito. Battezzare è immergersi nella Trinità.

venerdì 19 gennaio 2024

PER I CATTOLICI CHE CRITICANO IL PAPA, L'ESEMPIO DI SANTA CATERINA DA SIENA E ALTRI.

Caterina da Siena esorta
il Papa a ritornare a Roma.

“Anche se il Papa fosse un demonio incarnato io non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare del frutto del sangue. 
Vi prego allora, per amore di Gesù Cristo crocifisso, di non operare mai più contro il vostro capo!” Così scriveva santa Caterina da Siena a Bernabò Visconti. 

La sua epoca era difficile. Qualche Papa creava scandalo tanto da meritarsi da parte del popolo l’appellativo di “demonio incarnato” invece che figura in carne e ossa di Gesù Cristo. Eppure santa Caterina lo chiamava “Babbo mio”, “Dolce Cristo in terra”. Era forse stupida o complice? No, infatti esortava il Papa ad usare “le armi del Vangelo”, e non altre armi e altri metodi. Ma amava Cristo, amava la Chiesa e amava le anime redente dal sangue di Cristo. E faceva un ragionamento semplice fondato sulla fede: Gesù è il Signore, al quale “è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Matteo 28,18). Può darmi il Papa che vuole. Se ha scelto questo Papa lo devo accettare da Lui, e obbedirgli attraverso questo Papa. 

La tentazione di criticare la Chiesa guidato dallo spirito cattivo è costante. Contro questa tentazione san Francesco sentì il dovere di scrivere nel suo Testamento: 

giovedì 18 gennaio 2024

OGGI COMINCIO! / in onore di sant' Antonio Abate

Sant'Antonio vince nella fede le insidie
del demonio e rinnova il mondo attorno a sé.

Non appesantirti sul tuo peccato, neanche per fare penitenza. Perché se ti fissi sul tuo peccato, starai ancora mettendo al centro te stesso”. 

Sant’Antonio Abate. 


Ieri era la memoria di sant’Antonio Abate. Una vita dedita a Dio nella solitudine e aperta al prossimo nella preghiera. 

Torno oggi in parrocchia dopo giorni di Covid (senza sintomi) e quindi “oggi comincio”. Ne approfitto per proporre a me e a tutti questa frase di sant’Antonio Abate così preziosa, che trova eco in tutti i santi e nella Scrittura. 

Infatti il danno maggiore è mettere noi stessi al centro!

domenica 7 gennaio 2024

PERCHÈ GESÙ HA SCELTO UN RITO BATTESIMALE PER ENTRARE NELLA SUA COMUNITÀ? / Battesimo del Signore, 2024.


Il segno dell’appartenenza al popolo eletto è la circoncisione: un segno inciso nella propria carne. Il simbolismo è molto evidente, molto pregnante: la mia carne appartiene a Dio, tutto di me è entrato nell’Alleanza con il Dio dei Padri. La circoncisione è un segno permanente che non dipende dal mio comportamento. È, in qualche modo, statico. Ma c'è la possibilità del peccato e quindi il bisogno di purificazione che si ottiene in vari modi, a distinguere comunque dalle impurità rituali che non comportano l’idea di peccato. Il battesimo di Giovanni invece è un dono particolare da Dio per preparare ad accogliere il Regno di Dio. Battesimo significa conversione. Il fatto che Gesù stesso abbia voluto come segno di ingresso nella sua comunità un rito battesimale non è casuale. Essere cristiano significa: mi converto. Anche se il Battesimo cristiano si riceve una sola volta, imprime un carattere permanente, esso viene fatto non solo con l’acqua ma con lo Spirito e il sangue. Il sangue di Gesù sparso sulla croce testimonia che l’amore che salva e si segue non ha limiti. Allo stesso modo lo Spirito Santo apre un cammino, porta alla Verità tutta intera. Quindi ricevere il battesimo cristiano implica la conversione continua.

Quanti battezzati ne sono consapevoli? Molti non sono forse statici, anche se hanno buone abitudini come la preghiera in famiglia o altre cose? È segno che non hanno compreso il senso del battesimo.

Conversione, cammino, crescita hanno una base definita, un fondamento che non può essere cambiato, una sola direzione, ma sono l’esatto contrario dello stare statico, del possedere io tutta la verità. Gesù stesso si è presentato non solo come Verità e Vita ma innanzitutto come Via. Saul perseguita “uomini e donne, appartenenti a questa Via”. (Atti 9,2; 16, 17; 18, 25- 26; 19, 9.23; 22, 4; 24, 14.22; Ebrei 9, 8). 

Pensare di stare tranquillo, immobile, è un gravissimo inganno. L’uomo evolve sempre, è l’ “Homo Viator”, è sempre in viaggio, sulla Via buona o sulla via del peccato che si indurisce e porta a un peccato sempre più grave (Giacomo 5, 20; 2 Pietro 2, 2.15.21). 

Prima di Gesù questa Via non era rivelata come oggi. A maggior ragione, se oggi ascolti la sua voce, non indurire il cuore, convertiti. 


Prima Lettura  Is 55, 1-11  Venite all'acqua: ascoltate e vivrete.

 Dal libro del profeta Isaia

sabato 6 gennaio 2024

AIUTIAMO CHI È LONTANO DA GESÙ / Epifania 2024 in mezzo alle guerre.


I Re Magi hanno fatto un lungo viaggio per incontrare “colui che è nato, il re dei Giudei”. La festa di oggi è il simbolo dell’universalità del messaggio di Gesù e della sua regalità di Pace che crea comunione tra tutti i popoli. Benché la Chiesa sia realmente un valido strumento di unità per tutto il genere umano, le guerre e le divisioni non sono scomparse. In particolare oggi siamo in uno scenario terribile. Anzi, la religione è usata per odiare e uccidere. La stessa fede cristiana viene strumentalizzata per schierare eserciti.

Abbracciamo gli Ortodossi che oggi celebrano il Natale anche se quasi tutta l’Ucraina ha celebrato quest’anno il 25 dicembre in chiaro segnale di unità con l’Occidente e di indipendenza da Mosca. Da anni, pacificamente, i cattolici di rito greco in Ucraina chiedevano di celebrare il 25 dicembre come gli altri cattolici. L’invasione russa su vasta scala ha precipitato la decisione di cambiare che si è estesa a tutta la nazione. Infatti le due date, 25 dicembre e 7 gennaio, si sono perpetuate proprio per un problema di potere. Quando Roma ha promulgato il calendario Gregoriano più accurato scientificamente abbandonando il calendario Giuliano, quest’ultimo avrebbe potuto scomparire. E invece è rimasto per non adeguarsi alla Chiesa occidentale ritenuta eretica. 

Cosa possiamo fare noi mi ha chiesto un ragazzo?

Esiste la comunione dei santi nella preghiera, nei meriti spirituali. Preghiamo e cerchiamo di portare ovunque  la Pace. Se c'è disaccordo, si parla ma sempre nel rispetto dell’altro, nella ricerca del bene comune.

Abbattiamo l’orgoglio e il desiderio di potenza. Le divisioni tra cristiani e anche la non pace tra le religioni, provengono sempre dall’orgoglio, dal desiderio di potere, di supremazia. In questo ambito si colloca il proselitismo: attirare l’altro nel proprio gruppo spirituale per potermi vantare di avere un numero maggiore di membri, magari superiore a quello dell’altro gruppo. 

Ma il fosso si scava anche molto con le chiacchiere, la calunnia, la narrazione negativa dell’altro. Per esempio il fosso tra Cattolici e Ortodossi si è scavato molto con la narrazione negativa, ingiuriosa, e anche falsa che viene riportata pian piano fino a diventare “verità” creduta da tutti: i Cattolici sono così, gli Ortodossi sono cosà! Quanta zizzania seminiamo con leggerezza, riportando notizie non verificate, non opportune, mettendo in piazza dissensi che dovrebbero rimanere privati… Stiamo attenti. 

Aiutiamo invece chi è lontano da Gesù a continuare il suo cammino verso di lui.


Prima Lettura  Is 60,1-6  La gloria del Signore brilla sopra di te.

 Dal libro del profeta Isaia

VENITE E VEDRETE

  • MAESTRO, DOVE DIMORI?

  • VENITE E VEDRETE




Filippo incontra Natanaele e, ai suoi dubbi, ripete le parole di Gesù: “vieni e vedi”.


Desideri conoscere meglio la Parola di Dio in modo semplice ma sapienziale, imparare a nutrirti del Pane che dà Vita all’uomo?


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NOTE E LINK DEL TESTO / XIII. il Testo di Fiducia supplicans (fine).

[1] Francesco, Catechesi sulla preghiera: la benedizione (2 dicembre 2020), L’Osservatore Romano, 2 dicembre 2020, p. 8.

[2] Cfr. Congregatio pro Doctrina Fidei, «Responsum» ad «dubium» de benedictione unionem personarum eiusdem sexus et Nota esplicativa, AAS 113 (2021), 431-434.

[3] Francesco, Esort. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 42, AAS 105 (2013), 1037-1038.

[4] Cfr. Francesco, Respuestas a los Dubia propuestos por dos Cardenales (11 luglio 2023).

[5] Ibidem, ad dubium 2, c.

[6] Ibidem, ad dubium 2, a.

[7] Cfr. Rituale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Ioannis Pauli PP. II promulgatum, De Benedictionibus, Editio typica, Praenotanda, Typis Polyglottis Vaticanis, Civitate Vaticana 1985, n. 12.

[8] Ibidem, n. 11: «Quo autem clarius hoc pateat, antiqua ex traditione, formulae benedictionum eo spectant ut imprimis Deum pro eius donis glorificent eiusque impetrent beneficia atque maligni potestatem in mundo compescant».

[9] Ibidem, n. 15: «Quare illi qui benedictionem Dei per Ecclesiam expostulant, dispositiones suas ea fide confirment, cui omnia sunt possibilia; spe innitantur, quae non confundit; caritate praesertim vivificentur, quae mandata Dei servanda urget».

[10] Ibidem, n. 13: «Semper ergo et ubique occasio praebetur Deum per Christum in Spiritu Sancto laudandi, invocandi eique gratias reddendi, dummodo agatur de rebus, locis, vel adiunctis quae normae vel spiritui Evangelii non contradicant».

[11] Francesco, Respuestas a los Dubia propuestos por dos Cardenales, ad dubium 2, d.

[12] Ibidem, ad dubium 2, e.

[13] Francesco, Esort. Ap. C’est la confiance (15 ottobre 2023), nn. 2, 20, 29.

[14] Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2002, n. 12.

[15] Ibidem, n. 13.

[16] Francesco, Esort. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 94, AAS 105 (2013), 1060.

[17] Francesco, Respuestas a los Dubia propuestos por dos Cardenales, ad dubium 2, e.

[18] Ibidem, ad dubium 2, f.

[19] Francesco, Catechesi sulla preghiera: la benedizione (2 dicembre 2020), L’Osservatore Romano, 2 dicembre 2020, p. 8.

[20] De Benedictionibus, n. 258: «Haec benedictio ad hoc tendit ut ipsi senes a fratribus testimonium accipiant reverentiae grataeque mentis, dum simul cum ipsis Domino gratias reddimus pro beneficiis ab eo acceptis et pro bonis operibus eo adiuvante peractis».

[21] Francesco, Respuestas a los Dubia propuestos por dos Cardenales, ad dubium 2, g.

[22] Cfr. Francesco, Esort. Ap. post-sinodale Amoris laetitia (19 marzo 2016), n. 250, AAS 108 (2016), 412-413.

23] Cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia, n. 13: «La differenza oggettiva tra i pii esercizi e le pratiche di devozione rispetto alla Liturgia deve trovare visibilità nell’espressione cultuale […] gli atti di pietà e di devozione trovano il loro spazio al di fuori della celebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti».

[24] Francesco, Respuestas a los Dubia propuestos por dos Cardenales, ad dubium 2, g.

[25] Francesco, Esort. Ap. post-sinodale Amoris laetitia (19 marzo 2016), n. 304, AAS 108 (2016), 436.

[26] Cfr. ibidem.

[27] Officium Divinum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Liturgia Horarum iuxta Ritum Romanum, Institutio Generalis de Liturgia Horarum, Editio typica altera, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1985, n. 17: «Itaque non tantum caritate, exemplo et paenitentiae operibus, sed etiam oratione ecclesialis communitas verum erga animas ad Christum adducendas maternum munus exercet».

[28] Francesco, Esort. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 44, AAS 105 (2013), 1038-1039.

[29] Ibidem, n. 36, AAS 105 (2013), 1035.

[30] Benedetto XVI, Omelia della Santa Messa nella Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio. XLV Giornata mondiale della Pace, Basilica Vaticana (1° gennaio 2012), Insegnamenti VIII, 1 (2012), 3.

[31] Francesco, Catechesi sulla preghiera: la benedizione (2 dicembre 2020), L’Osservatore Romano, 2 dicembre 2020, p. 8.

Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni (18 dicembre 2023)

QUALSIASI BENEDIZIONE SARÀ L'OCCASIONE PER UN RINNOVATO ANNUNCIO DEL KERIGMA / XII. il Testo di Fiducia supplicans.


La Chiesa è come Maria, "Refugium Peccatorum".

IV. La Chiesa è il sacramento dell’amore infinito di Dio

42. La Chiesa continua a innalzare quelle preghiere e suppliche che Cristo stesso, con forti grida e lacrime, offrì nei giorni della sua vita terrena (cfr. Eb 5, 7) e che proprio per questo godono di una efficacia particolare. In questo modo, «non solo con la carità, con l’esempio e con le opere di penitenza, ma anche con l’orazione la comunità ecclesiale esercita la sua funzione materna di portare le anime a Cristo».[27] 

43. La Chiesa è così il sacramento dell’amore infinito di Dio. Perciò, anche quando il rapporto con Dio è offuscato dal peccato, si può sempre chiedere una benedizione, tendendo la mano a lui, come fece Pietro nella tempesta quando gridò a Gesù: «Signore, salvami!» (Mt 14, 30). Desiderare e ricevere una benedizione può essere il bene possibile in alcune situazioni. Papa Francesco ci ricorda che «un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi attraversa le sue giornate senza affrontare importanti difficoltà».[28]  

venerdì 5 gennaio 2024

APRIRE LA PROPRIA VITA A DIO, INVOCARE LO SPIRITO SANTO PER UNA MAGGIORE FEDELTÀ AI VALORI DEL VANGELO / XI. il Testo di Fiducia supplicans.


36. In tal senso, è essenziale cogliere la preoccupazione del Papa, affinché queste benedizioni non ritualizzate non cessino di essere un semplice gesto che fornisce un mezzo efficace per accrescere 
la fiducia in Dio da parte delle persone che la chiedono, evitando che diventino un atto liturgico o semi-liturgico, simile a un sacramento. Ciò costituirebbe un grave impoverimento, perché sottoporrebbe un gesto di grande valore nella pietà popolare ad un controllo eccessivo, che priverebbe i ministri della libertà e della spontaneità nell’accompagnamento pastorale della vita delle persone.

37. A tal proposito, vengono alla mente le seguenti parole, in parte già citate, del Santo Padre: «Le decisioni che, in determinate circostanze, possono far parte della prudenza pastorale non devono necessariamente diventare una norma. Cioè, non è conveniente che una Diocesi, una Conferenza Episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale attivino costantemente e ufficialmente procedure o riti per ogni genere di questioni […]. Il Diritto Canonico non deve e non può coprire tutto, né le Conferenze Episcopali devono pretendere di farlo con i loro vari documenti e protocolli, perché la vita della Chiesa passa attraverso molti canali, oltre a quelli normativi».[24] Così Papa Francesco ha ricordato che tutto «ciò che fa parte di un discernimento pratico in una situazione particolare non può essere elevato alla categoria di norma», perché ciò «darebbe luogo a una casistica insopportabile».[25] 

giovedì 4 gennaio 2024

RICONOSCENDOSI INDIGENTI E BISOGNOSI DELL'AIUTO DI DIO, NON RIVENDICANO LA LEGITTIMAZIONE DI UN PROPRIO STATUS ... / X. il Testo di Fiducia supplicans.


Lebbrosi, India. 

II. Le benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso

31. Nell’orizzonte qui delineato si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio. In questi casi, si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” – affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino.

32. La grazia di Dio, infatti, opera nella vita di coloro che non si pretendono giusti ma si riconoscono umilmente peccatori come tutti. Essa è in grado di orientare ogni cosa secondo i misteriosi ed imprevedibili disegni di Dio. Perciò, con instancabile sapienza e maternità, la Chiesa accoglie tutti coloro che si avvicinano a Dio con cuore umile, accompagnandoli con quegli aiuti spirituali che consentono a tutti di comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro esistenza.[22].

ANCHE I PECCATORI POSSONO RINGRAZIARE DIO E CHIEDERE IL SUO AIUTO / IX. il Testo di Fiducia supplicans.

Il fariseo e il pubblicano al Tempio.

29. Dal punto di vista della dimensione ascendente, quando si prende coscienza dei doni del Signore e del suo amore incondizionato, anche in situazioni di peccato, particolarmente quando una preghiera trova ascolto, il cuore del credente innalza a Dio la sua lode e lo benedice. Questa forma di benedizione non è preclusa ad alcuno. Tutti – singolarmente o in unione con altri – possono innalzare a Dio la loro lode e la loro gratitudine.

30. Ma il senso popolare delle benedizioni include anche il valore della benedizione discendente. Se «non è conveniente che una Diocesi, una Conferenza Episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale attivino costantemente e ufficialmente procedure o riti per ogni genere di questioni»,[21] la prudenza e la saggezza pastorale possono suggerire che, evitando forme gravi di scandalo o confusione fra ai fedeli, il ministro ordinato si unisca alla preghiera di quelle persone che, pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità.


PER DIO È SEMPRE FIGLIO ANCHE CHI È STATO ABBANDONATO DAI PARENTI STRETTI / VIII. il Testo di Fiducia supplicans.

Madri all'ingresso del carcere.

26. In questa prospettiva, le Respuestas del Santo Padre aiutano ad approfondire meglio, dal punto di vista pastorale, il pronunciamento formulato dall’allora Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2021, poiché invitano di fatto ad un discernimento in relazione alla possibilità di «forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano una concezione errata del matrimonio»[17] e che pure tengano conto del fatto che in situazioni moralmente inaccettabili dal punto di vista oggettivo, «la carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come “peccatori” altre persone la cui colpa o responsabilità possono essere attenuate da vari fattori che influiscono sulla imputabilità soggettiva».[18]

27. Nella catechesi citata all’inizio di questa Dichiarazione, Papa Francesco ha proposto una descrizione di questo tipo di benedizioni che si offrono a tutti, senza chiedere nulla. Vale la pena leggere con cuore aperto queste parole che ci aiutano a cogliere il senso pastorale delle benedizioni offerte senza condizioni: «È Dio che benedice. Nelle prime pagine della Bibbia è un continuo ripetersi di benedizioni. Dio benedice, ma anche gli uomini benedicono, e presto si scopre che la benedizione possiede una forza speciale, che accompagna per tutta la vita chi la riceve, e dispone il cuore dell’uomo a lasciarsi cambiare da Dio […]. Così noi per Dio siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare, perché Lui è padre, è madre, è amore puro, Lui ci ha benedetto per sempre. E non smetterà mai di benedirci. Un’esperienza forte è quella di leggere questi testi biblici di benedizione in un carcere, o in una comunità di recupero. Far sentire a quelle persone che rimangono benedette nonostante i loro gravi errori, che il Padre celeste continua a volere il loro bene e a sperare che si aprano finalmente al bene. Se perfino i loro parenti più stretti, li hanno abbandonati, perché ormai li giudicano irrecuperabili, per Dio sono sempre figli».[19] 

mercoledì 3 gennaio 2024

QUANDO SARÀ "L'INIZIO DEI DOLORI"?

Pietro e Paolo si confrontano
 con la Scrittura.

Buon giorno padre Sereno. Sono ultra convinto che è iniziato il tempo dell'eresia, cioè l’inizio dei dolori. Mi auguro che i cardinali che hanno dissentito sulla Dichiarazione Fiducia supplicans si uniscano per fermare questa situazione. Tra te e il Cardinale Sarah che stimo e di cui ho letto alcuni libri, preferisco e sento sicuro la posizione del cardinale Sarah. Il Signore ti benedica. 


Ricevo questo messaggio pieno di affetto che ricambio ma che pone un problema che tormenta molti. 

Innanzitutto l'espressione ad effetto, “l’inizio dei dolori”, un po' oscura ma tratta dalla Bibbia. Circola in certi ambienti ma in modo radicalmente contrario al senso che gli dà il Vangelo. Infatti Matteo 24 e Marco 13 parlano dell’ “inizio dei dolori”. I Discepoli hanno sentito da Gesù che egli tornerà e sarà la fine del mondo. Gli chiedono quale sarà il segno della sua venuta ed egli risponde: "Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo", e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori”. (Matteo 24, 4 - 8). 

martedì 2 gennaio 2024

PER DIFENDERVI DA COLORO CHE CERCANO DI INGANNARVI / Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno, Dottori della Chiesa, 2 gennaio 2023


Basilio e Gregorio, nati nel 330 dopo Cristo, sono due cristiani, monaci, vescovi, amici nella fede, nell’ideale cristiano, nello studio, figli e fratelli di santi nelle loro rispettive famiglie. Due figure luminose! Il loro amore per Cristo ha attraversato molte prove, in particolare a causa delle eresie tra cui l’arianesimo. 
La prima lettura oggi ci dice che questo pericolo era presente già al tempo degli Apostoli, come lo è ancora oggi. 

Basilio e Gregorio sono modelli nella preghiera e nella carità ma sono Dottori per la ricerca della Sapienza e per il loro impegno di formare i cristiani e difenderli da  “coloro che cercano di ingannarvi”. In particolare Basilio nel “Trattato ai giovani” difese l'importanza di una buona formazione classica come presupposto dello studio della Bibbia e della teologia. Era una grande novità, perché prima l'eredità greco-latina antica era rigettata in quanto pagana. 

Ma san Giovanni nella lettura di oggi non parla forse dell’unzione dello Spirito donata ad ogni cristiano tanto che “non avete bisogno che qualcuno vi istruisca”? Non c'è forse contraddizione? Infatti qualcuno crede che avere questa unzione renda onniscienti. È il tipico errore di una impostazione protestante: “prendo la Bibbia e invoco lo Spirito Santo, o prego un po' la Madonna di cui mi credo ispirato e posso sentenziare su tutto e tutti. Il Papa sbaglia ma io no perché ho lo Spirito Santo, perché amo la Madonna, perché nel mio spirito sento che…”. Questa presunzione sarebbe soltanto risibile se non creasse enormi danni alle persone e ai gruppi nella Chiesa. Nemmeno la Chiesa tutta intera che è fondata nella verità, ha la presunzione di aver capito tutto, che non ci sia più nulla da aggiungere. Invece gli “indietristi”, che sono tanto numerosi oggi, pensano di rappresentare "la Chiesa di sempre", mentre difendono come assolute e definitive solo le forme che aveva assunto 500 anni fa, dopo 1500 anni di crescita e di evoluzione. La Vergine Maria stessa "meditava nel suo cuore", continuava ad imparare. C'è l’errore opposto di chi pensa che la Chiesa debba rimettere in discussione le proprie radici per adeguarsi ai tempi. Ma un albero cresce e si adatta al suo ambiente a partire dalle sue radici. Senza fedeltà alle sue radici il Cristianesimo si snatura. La verità è che la Chiesa, ad ogni ogni generazione, vive e si esprime nella cultura del suo tempo, come Gesù che esprimeva verità eterne e universali nella lingua e nella cultura del suo tempo e dei suoi uditori. La Chiesa non deve rimanere prigioniera di una cultura e, d’altra parte, deve avere il coraggio di incarnarsi ovunque si trova a testimoniare il Regno di Dio.  

Nel 1960, secondo quanto riporta Mariano Delgado (Mariano Delgado: "Francisco sabe que las cosas no pueden seguir como están"Joseph Ratzinger scriveva (traduzione mia):    "Dobbiamo finalmente ammettere a noi stessi che il cristianesimo, nella forma in cui si è conservato per secoli, in fondo non è compreso meglio qui che in Asia e in Africa. Non solo è estraneo lì, ma anche qui, perché si è perso un passaggio: il passaggio dal Medioevo all'era moderna. Il cristianesimo non vive qui in una forma nostra propria, ma in una forma che ci è in gran parte estranea, la forma del Medioevo". Questo è ciò che disse nel 1960, alla vigilia del Concilio, il giovane teologo Joseph Ratzinger, in relazione alla discussione sull'adattamento del cristianesimo europeo nei “territori di missione”. E aggiungeva: “Così, il compito primario che si propone la teologia rispetto alla missione non è l' 'adattamento' alle culture orientali o africane, ma l' 'adattamento' al nostro spirito attuale”.

C'è tanto bisogno di formazione e di discernimento oggi! Lo faranno gli innamorati di Cristo, gli umili come san Giovanni Battista che si mette all'ultimo posto, non i tradizionalisti né i progressisti. 


Prima Lettura   1 Gv 2, 22-28  Quello che avete udito da principio rimanga in voi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.